INFLIENZE CULTURALI E ANALOGIE
La Rowling ha incluso nella sua saga elementi folcloristici e mitologici delle tradizioni di molti paesi. Nel primo volume compaiono troll, ispirati alle omonime figure della mitologia scandinava, unicorni, ispirati agli omonimi cavalli bianchi con un corno in testa, che nella simbologia cristiana sono simbolo di purezza e castità,[N 15] e centauri, per i quali la scrittrice adotta le tradizionali qualità associate alle omonime creature della mitologia greca, ossia l'irascibilità da una parte e la saggezza dall'altra. Sempre nel primo libro vengono presentati la pietra filosofale e lo Specchio delle brame. Il primo elemento, che dà il nome al titolo del primo volume, è ispirato all'omonima sostanza leggendaria alchemica in grado di regalare l'immortalità e la ricchezza, la cui leggenda si collega a Nicolas Flamel, alchimista vissuto a Parigi nel XIV secolo ed esistente anche nel mondo della saga; la pietra filosofale è l'elemento sul quale è incentrata la trama del primo libro e che spinge Voldemort a impossessarsene per conquistare l'immortalità. Nello Specchio delle brame si riflettono invece i simbolismi e le credenze che nel corso dei secoli hanno permeato gli specchi, in particolare il potere di vedervi riflessa la propria anima, consentendo una più profonda conoscenza interiore della propria persona e delle proprie aspirazioni, costituendo una solida prova del proprio carattere. Come spiegato da Silente, lo Specchio delle brame può rivelarsi pericoloso dal momento che può portare alla follia chi vi si specchia, che si perde nel compiangere l'irraggiungibilità dei propri sogni e desideri, dimenticandosi della sua vita reale, similmente a quanto avvenuto nel mito di Narciso, nel quale il protagonista muore di dolore nella consapevolezza di non poter raggiungere la propria immagine riflessa.
Nella Camera dei segreti l'autrice prende ispirazione dagli elfi della mitologia scandinava nel creare gli elfi domestici e dal basilisco dei bestiari medievali per il mostro della Camera dei segreti. Fanny, la fenice di Silente, si ricollega alla fenice della tradizione greco-romana, secondo la quale la creatura dopo essere morta rinasceva dalle proprie ceneri, secondo un ciclo di morte e rinascita che si perpetuava per l'eternità; secondo la mitologia indiana la fenice sarebbe acerrima nemica dei serpenti; entrambe le tradizioni si riflettono nel libro della Rowling, nella quale Fanny viene presentata risorgere dalle proprie ceneri e successivamente raggiungere Harry per combattere il basilisco. Il riferimento al ciclo di morte e rinascita è evidente nelle potenti proprietà curative delle lacrime di Fanny, che guariscono Harry dalle ferite e dal veleno di basilisco. L'attraversamento della Foresta proibita, sede di alcune tra le più pericolose creature magiche, costituisce invece una prova di iniziazione per provare il proprio coraggio, elemento comune a molte fiabe della tradizione europea, come Cappuccetto Rosso o La bella addormentata.[118]
Nel Prigioniero di Azkaban l'ippogrifo è ispirato all'omonima creatura, mentre il professor Remus Lupin si rivela un lupo mannaro; la licantropia provoca a Lupin una vita difficile a causa delle forti discriminazioni che deve affrontare nella società magica, tema che si ricollega anche alla caccia alla quale erano soggetti i malati di ipertricosi nel medioevo. Nel terzo libro, importante ruolo viene ricoperto dal Patronus di Harry, che, come per quello di entrambi i genitori, assume la forma di un cervo, considerato nemico dei serpenti, legati a Voldemort e alla casa di Serpeverde, e che nell'iconografia cristiana rappresenta la fedeltà a Dio.[119] Il contrasto con la figura del serpente si ricollega al ruolo che l'animale riveste nella tradizione cristiana, nella quale rappresenta il male.[120] Nel Calice di fuoco vengono introdotti giganti e draghi, figure presenti nell'immaginario comune.[121] Il Marchio nero, simbolo dei Mangiamorte, è invece riconducibile al marchio del diavolo.[122][123] I folletti sono ispirati ai goblin del folclore germanico.[124] L'arte delle pozioni, importante branca della magia del mondo di Harry Potter, nasce dalle antiche tradizioni delle pozioni e della medicina popolare, mentre gli inferi derivano dagli zombi della tradizione vudù di Haiti. La legilimanzia deriva invece dall'arte dell'illusionismo.
L'Ordine della Fenice, che dà il titolo al quinto volume, è associabile agli ordini cavallereschi, con i quali condivide un obiettivo di protezione (l'Ordine della Fenice intende proteggere il mondo magico da Voldemort). Importante elemento per tutta la saga che viene presentato nell'Ordine della Fenice è la profezia di Sibilla Cooman, la quale nell'esprimerla cade in uno stato di trance, ricordando la Pizia dell'Oracolo di Delfi. Il tema della profezia che scatena gli eventi della saga dal momento che Voldemort vi ci ripone piena fiducia ha analogie con il Teorema di Thomas, secondo il quale «se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze», ripreso da Robert K. Merton nel suo enunciato della profezia che si autoavvera. Per l'ultimo capitolo della serie la Rowling crea una leggenda originale, quella dei Doni della Morte, i quali danno il nome al libro. Nel mondo di ambientazione della saga, quella dei Doni della Morte rappresenta una fiaba, che ha come valore fondante la condanna dell'avidità. In particolare, il Mantello dell'invisibilità può essere ricollegato all'Unico Anello del Signore degli Anelli, che oltre a rendere invisibile il possessore, accresce in quest'ultimo la brama di potere.
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