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Spaccato a metà










Quella sera la pioggia odorava di legna bagnata che brucia.

Non v'era un pretenzioso e maestoso temporale a bussare alle porte del cielo, ma un fitta e leggera pioggerella. Il fresco pungente tipico della sera era reso più mite dall'umidità. Il ticchettio perpetuo delle gocce che cadevano contro le tegole scarlatte era interpellato da gentili rombi che davano un tocco romanzesco a quello strano temporale silenzioso.

Una dopo l'altra le gocce continuavano a rimbalzare contro il tetto spiovente della casa, venivano intrappolate nella sabbia e si mischiavano con la schiuma del mare; senza sosta, senza fermarsi.

I tuoni erano ovattati quasi fossero fuochi d'artificio che esplodevano nello spazio. Il cielo era dipinto con abbondanti pennellate di tempera, varie sfumature prendevano forma: dal color tortora, al colore dello zucchero filato, da un azzurro grigio indistinto ad un indaco sbiadito.

Harry distolse violentemente lo sguardo dalla finestra della cucina, si voltò verso Hermione. La ragazza indossava un maglione rosso scuro e un paio di pantaloncini corti, reggeva in mano una tazza di cioccolata calda. Il mago fissò la ragazza per diversi istanti, era concentrata evidentemente su qualcos'altro, perché non si era accorta che il ragazzo la stava guardando, fissava un punto indistinto del pavimento.

Finalmente alzò lo sguardo e incrociò quello di Harry, lo guardò interrogativa, lui le chiese: «Sono le sette passate, dove sono tutti?»

«Non hai notato delle tensioni tra i tuoi genitori?» domandò lei cauta «Anche Remus e Dora sono in crisi, Sirius è a pezzi, per non parlare di Rachel. Devi dare loro del tempo, Harry, hanno perso due persone a loro molto care»

Lui scostò lo sguardo: «Averne di tempo»

Hermione appoggiò la tazza sul tavolo in un movimento ampio e lento, poi si avvicinò al ragazzo, alzò la mano e gli prese il mento con due dita, facendo in modo che lui la guardasse negli occhi.

Sussurrò poi piano: «Devono elaborare il lutto, tu come ti senti?»

Lui rispose con tono quasi indifferente: «Era mio fratello, ma lo conoscevo a mala pena»

La ragazza guardò l'altro per diversi secondi, poi sentenziò: «Arriveranno»








"It's been a long day without you, my friend

And I'll tell you all about it when I see you again"


«Per Merlino, Rachel apri questa dannata porta!»

Draco Malfoy stava bussando alla porta della camera della sua ragazza da almeno cinque minuti ininterrotti, non le aveva più parlato da quando gli Auror erano tornati dalla missione.

Si ricordava bene che erano entrati senza quasi far rumore, lui e Rachel li avevano aspettati sul divano in compagnia del piccolo Teddy. La ragazza gli aveva chiesto numerose volte se secondo lui sarebbero riusciti a salvare Tobias e Regol; lui le aveva sempre risposto che ne era più che certo, l'aveva illusa.

Quando Lily Potter aveva varcato la soglia di casa, Draco era stato il primo a vedere la disperazione nei suoi occhi, per un istante di secondo sperò che Rachel dormisse, che non vedesse la madre in quelle condizioni, ma la ragazza era già scattata in piedi.

La giovane aveva guardato la madre con occhi speranzosi e quando la donna aveva scosso il capo, Draco aveva visto l'espressione di sgomento, dolore e disperazione sul volto di Rachel, tutto questo in non più di una manciata di secondi.


We've come a long way from where we began

Oh I'll tell you all about it when I see you again

When I see you again


«Giuro che la butto giù! Apri la porta! E spegni la musica!»

Draco non era arrabbiato, ma spaventato, temeva che Rachel potesse fare qualcosa di terribile, la ragazza era nel pieno del dolore e non sapere come stesse lo metteva sempre di più in ansia.

L'ultima volta che l'aveva vista in faccia era stato quando sua madre le aveva messo un braccio intorno alle spalle ed entrambe si erano incamminate verso la camera della ragazza. L'aveva sentita piangere, per tutta la notte, mentre probabilmente Lily cercava di calmarla.

A colazione, la mattina stessa, non c'era, così come a pranzo e Draco aveva subito iniziato a preoccuparsi, ma James gli aveva assicurato che era andato lui stesso a dare da mangiare a sua figlia.

Il ragazzo aveva speso tutto il pomeriggio a fissare le onde del mare, mentre la brezza gli scompigliava i capelli biondi e gli occhi azzurri si perdevano nella distesa blu scuro che si muoveva dinnanzi a lui.


Everything I went through you were standing there by my side

And now you gonna be with me for the last ride


Se n'era stato con i piedi a cavalcioni sugli scogli, almeno fino a che aveva iniziato a piovere. Quando le prime gocce gli erano cadute sul viso, il ragazzo si era sbrigato nel rientrare a Villa Conchiglia.

Proprio sulla soglia della casa aveva incrociato Harry, il ragazzo gli aveva comunicato la riunione della sera e poi aveva salito le scale e Draco lo aveva perso di vista. Ancora non capiva come facesse a restare calmo, dopo tutto quello che era successo, prima Marlene, poi la scomparsa, poi l'abbandono di Grimmuld Place, dopo la morte dei Weasley, di Hagrid e persino di Neville, era toccato poi a Tobias e Regol, chi altro doveva morire prima che la guerra si concludesse?

Draco si riscosse dai suoi pensieri e disse di nuovo ad alta voce: «Rachel, fai finire quella maledetta canzone e fammi entrare!»


So let the light guide your way hold every memory

As you go and every road you take will always lead you home



Niente, la ragazza non gli dava ascolto,  Draco bussò un'ultima volta alla porta di Rachel: «Per favore» appoggiò la fronte con la porta, i palmi sul legno «Ti prego, apri questa porta e parliamo, oppure no, desidero solo vederti»


When I see you again


La canzone si concluse con le ultime note del pianoforte, la melodia aleggiò nell'aria per qualche secondo, Draco fece per andarsene, probabilmente Rachel voleva solo essere lasciata in pace. Sospirò e si voltò, pronto per incamminarsi verso la sua camera; quando sentì la serratura scattare e la porta cigolare.

Subito si voltò e la vide: indossava una felpa nera e sotto ad essa un maglione giallo girasole che le arrivava fino a metà cosce, i capelli neri lasciati disordinatamente sciolti lungo le spalle, gli occhi prima nocciola ora rossi per il pianto, la pelle arrossata per le lacrime, teneva le mani lungo ai fianchi e lo sguardo puntato sul pavimento.

Piano piano iniziò a sollevare la testa fino ad incrociare gli occhi di Draco, lui nel frattempo si era avvicinato. La guardò, si studiarono, per diversi istanti, poi lui le chiese dolcemente: «Posso entrare?»

Lei non proferì parola, fece solo un cenno di "sì" con il capo.





«E' colpa mia»

Lily Evans si strinse nella felpa e chiuse gli occhi lasciando che le lacrime le scivolassero lungo le guance. La donna era seduta sul baule che stava sotto al davanzale così da poter vedere il mare.

«Non pensarlo nemmeno»

«Avrei dovuto proteggerlo, James, ma non l'ho fatto!» esclamò lei voltandosi verso di lui.

«Avremmo dovuto proteggerlo entrambi» si avvicinò a sua moglie.

James Potter avanzò cauto, passo dopo passo, fino a che vide che la donna non voleva opporre alcuna resistenza. Le porse una mano con far gentile, aspettò che lei si alzasse e poi l'abbracciò, facendole appoggiare la testa contro il suo petto.

Lei, d'altro canto, si abbandonò completamente a lui e chiuse gli occhi godendosi quel momento di beatitudine, l'uomo non la mollò dalla sua stretta sicura, facendo in modo che il calore del suo corpo passasse a lei.

Lily si staccò piano dall'abbraccio confortevole di suo marito, appoggiò le mani tra il proprio mento e la maglia dell'altro, poi si lasciò andare in un piano liberatorio. James le accarezzava i capelli ramati con la mano, in modo dolce; pianse anche lui, non lo nascose.

«Vendicheremo nostro figlio, ucciderò quel bastardo, te lo prometto» mormorò lui.

Lei alzò lo sguardo e fissò James in modo intenso, poi sussurrò: «Chi mi garantisce che prima non ti uccida lui»

«Non succederà» ribatté subito lui.

«Se succedesse» fece lei «Io ne rimarrei distrutta: non posso perdere te o Rachel o Harry»

«Non ci accadrà nulla» la rincuorò lui.

«James se qualcuno vi uccidesse, io...» la sua voce fu titubante «Io credo che restare insieme sia diventato impossibile»

«Cosa intendi dire?» domandò l'uomo staccandosi da lei all'improvviso.

«Dico che non possiamo più continuare così, non posso vivere con l'angoscia costante che qualcuno a cui tengo muoia, di nuovo» La donna si scostò da James e si avvicinò al comodino.

«Lily io non capisco, ti ho fatto mancare qualcosa? Non ti do abbastanza affetto? Cosa c'è che non va?»

«No, James, non c'è niente che non va con te. Sono io che non ce la faccio più, ogni notte mi sveglio con l'ansia di sapere se siete ancora vivi, ogni volta che c'è qualche battaglia non vi perdo di vista e rischio molto, io non posso più continuare così» Prese un fascicolo e lo porse all'uomo, poi con voce calma disse:

«Queste sono le carte per il divorzio, io ho già compilato la mia parte, bastano tue poche firme. Ti darò tutti i soldi che vuoi, non mi interessa, potrai vedere Rachel quando vorrai e...»

James interruppe Lily: «Che stai dicendo? Io non voglio separarmi da te, non voglio vedere Rachel solo i fine settima, non voglio i tuoi soldi e non voglio questo per noi»

Si avvicinò a lei e appoggiò i fogli sul letto, dicendole: «Quello che voglio sei tu, desidero la nostra famiglia unita»

«James ti prego non rendere il tutto più complicato, devi solo mettere un paio di firme e...»

«Lily non capisci che è quello che loro vogliono! Non aspettano altro che vederci separati per attaccarci: dobbiamo restare uniti, fino alla fine »

«Se tu morissi, io crollerei» ribatté lei con le lacrime gli occhi «Lo capisci?»

«Se tu te te ne andassi, io morirei» fece James «Non lasciare tutto quello che abbiamo costruito per paura, è quello che Voldemort vuole: dividerci e noi non dobbiamo permettere che lui ottenga ciò che vuole»

«James io non...» iniziò lei.

«Lily» l'uomo la anticipò «uniti vinciamo, divisi perdiamo»

Lei lo guardò negli occhi e si avvicinò a lui, James fu pronto per accoglierla tra le sue braccia, Lily gli si mise di fronte. La donna mormorò: «Ti amo James, ti amo così tanto che darei la mia vita per te, ma non permetterei mai che tu dia la tua per la mia»

Gli passò le carte del divorzio, poi sussurrò: «Non rendere il tutto ancora più difficile, ti prego»

«Lily no, non è giusto»

«E' quello che dev'essere fatto» rispose citando l'assassino di suo figlio.

La donna superò James, l'uomo si voltò e le disse: «Aspetta! Lily no!»

Lei lo guardò, aprì la porta e disse: «James ricordati che ti amo e non smetterò mai di farlo; amo la nostra famiglia più di ogni altra cosa»

Un'ultima lacrima le rigò il volto, prima che lui potesse parlare, prima che lui potesse dirle qualcosa che la piegasse, spezzandola del tutto, prima che James potesse solo elaborare un pensiero, Lily chiuse la porta.

Osservò il legno per pochi istanti e sussurrò: «Mi dispiace»








Hermione sollevò lo sguardo dal tavolo del soggiorno e fece scorrere lo sguardo tra i presenti, attese qualche istante e poi parlò titubante: «Dunque, sapete tutti perché siete qui, perché siamo qui: dobbiamo focalizzare la nostra attenzione su Lord Voldemort, unica nostra priorità»

«Dov'è Harry?» la interruppe subito Lily.

«Sta arrivando» fece lei, poi riprese: «Quindi, ci servono idee per sconfiggere Voldemort una volta per tutte, qualcuno ha in mente qualcosa?»

Tutti tacquero, Hermione maledisse mentalmente Harry Potter. Erano rimasti nella cucina per tutto il pomeriggio e proprio quando la riunione stava per cominciare, lui l'aveva salutata e si era smaterializzato senza nemmeno dirle dove.

In generale non le aveva detto molto, soltanto «Devo andare, è urgente, conduci tu la riunione, io arriverò» Non aveva mantenuta la parola, Hermione era da sola e doveva capeggiare una riunione formata per la maggior parte di adulti che probabilmente non l'avrebbero presa sul serio.

La ragazza guardò uno ad uno gli altri, sperando che qualcuno dicesse qualcosa per spezzare il silenzio, non avrebbe sopportato ancora per molto le occhiate puntate su di lei.

Finalmente Sirius aprì bocca, ma Hermione avrebbe preferito il silenzio a quello che aveva appena detto l'uomo: «Credo che questa riunione sia una grossa perdita di tempo» E si alzò, pronto per andarsene.

«Sirius!» Lo richiamò Lily, fulminandolo con lo sguardo; il mago si risedette dicendo:

«Cosa Lily? Credi che stare qui a parlare indebolirà Voldemort?» Pronunciò queste parole con un'acidità tale che fece restare tutti senza parole.

La rossa, con tono intimidatorio, lo minacciò: «Ora tu ti siedi e fai funzionare i due neuroni che ci sono nel tuo cervello per elaborare un'idea accettabile su come uccidere quell'assassino!»

«Forse Sirius ha ragione, insomma, non ha senso stare qui a discutere»

«Dora! Sei un'Auror! E' tuo compito proteggere la gente e Voldemort è una minaccia!» Lily era fuori di lei.

«Andiamo Sirius, non puoi seriamente pensare di arrenderti con tanta facilità! Dobbiamo sconfiggere Voldemort!» James tentò di convincerlo.

«Dobbiamo? Perché proprio noi? Gli altri maghi non muovono un dito e posseggono casa e famiglia, noi combattiamo e ci fanno saltare in aria la casa uccidendo i nostri cari!» sbraitò l'uomo.

«Per favore, calmiamoci, litigare non serve a nient-» La voce di Hermione venne sovrastata da quella di James.

«Sir, certo che dobbiamo combattere, come Lily ha detto prima, siamo Auror! E' il nostro dovere!»

«E se fossi stufo di combattere? Se non mi importasse più?!» Il tono di voce del mago si fece più altro.

«Oh andiamo, Remus digli qualcosa!» fece James alzando gli occhi al cielo.

«Sirius, cerca di ragionare» provò a dire l'interpellato.

«Così stai dalla sua parte?!» fece Black.

Remus scosse il capo: «Per favore, non fare così, non sto dalla parte di nessuno; ti chiedo solo di riflettere: se ti vedessero Marlene e Reg-»

«Non ci provare!» Scattò in piedi «Non provare a nominarli! Non usare quella scusa!»

«Sirius calmati» gli disse Lily.

L'uomo le scoccò un'occhiataccia e disse sedendosi: «Non dirmi di calmarmi»

James guardò Sirius e sputò acido: «Quasi non ti riconosco più, dov'è finito l'uomo coraggioso e ottimista? Dov'è finito Sirius Black? Dov'è finito mio fratello?»

Sirius si voltò e guardo l'altro negli occhi: «E' morto, James; quell'uomo è morto tanto tempo fa» Si alzò, camminò fino al davanzale e si sedette su esso.

«Per favore» fece James «Non puoi dire sul serio!»

«Jamie, lascialo stare» intervenì Remus.

«Cos'è ora stai dalla sua parte?! Cambi lato quando ti fa comodo?»

Remus lo guardò offeso, Lily intervenì: «James come puoi dire così!»

«Si tratta del nostro futuro, Lils, del futuro di tutti noi! Questi vogliono condurci al punto di non ritorno: ad inchinarci a Voldemort!» puntò il dito contro Remus e Sirius.

«Sai che non sto dicendo questo, James» s'intromise Remus.

«Invece io sì» fece Sirius.

«Cosa?» domandò James alzando lo sguardo verso di lui.

«Magari dovremmo solo smettere di combattere: diamo a Voldemort quello che vuole e lui non farà più del male a nessuno di noi» provò a dire Dora.

«Io ho ancora una figlia e una moglie!» urlò James «Non posso arrendermi!»

«Non capisci, Potter?»

«Siamo passati ai cognomi, Black?»

«Smettetela voi due!» s'intromise Lily «Concentriamoci su Voldemort!»

«Sappiamo tutti che nessuno può sconfiggerlo» fece Sirius «E' un dato di fatto! Che cos'è che vuole? Oro? La nostra lealtà? Diamogli ciò che chiede e viviamo in pace»

«No, è fuori discussione!» esclamò James.

«Non ha tutti i torti, se noi smettiamo di combattere lui ci lascerà in pace» mormorò Tonks.

Remus alzò lo sguardo su di lei, era ferito: «Dora, come puoi dire così?»

«Voglio un futuro per nostro figlio, Rem, desidero che Teddy viva sereno»

«E credi che io no? Come può vivere tranquillo con Voldemort ancora vivo?» le domandò lui.

«Come può vivere se io e te moriamo?» ribatté lei, si alzò e si mise accanto a Sirius.

«Dora ti prego» sussurrò lui, ma la sua voce venne sovrastata da quella di James:

«Oh, ma per piacere, la smettete? Voldemort va ucciso! Dobbiamo solo continuare a combattere! Lily di qualcosa!»

«James, io...» la voce le morì in gola.

«Non anche tu, non eri tu che dicevi che Voldemort era un assassino?!» disse lui supplicandola.

«Forse se gli diamo la nostra lealtà potremmo continuare a vivere, non posso perdere anche te o Rachel o Harry»

«Non puoi neanche perdere i tue ideali! Dov'è finito quello in cui credi? Dov'è il coraggio che ti ha fatto andare avanti fino ad adesso?»

«Non lo so James, non lo so più» scosse il capo.

«Ragazzi per favore, calmiamoci! Dobbiamo decidere come agire, non se agire!» intervenne Hermione.

«Mettiamolo ai voti allora!» disse Sirius salendo sul tavolo, poi chiese a gran voce, quasi fosse un mercante in cerca del prezzo migliore: «Chi vuole perdere tempo a sconfiggere Voldemort magari facendosi uccidere?»

James alzò per primo la mano, seguito da Rachel e Draco, poi da Hermione; l'uomo guardò la moglie e, capite le sue intenzioni, mormorò: «Lils, ti prego»

Sirius intervenne: «Bene, ora quanti vogliono vivere in pace, per sempre?»

Egli alzò la mano, seguito da Nimphadora, sotto lo sguardo di disapprovazione di Remus, poi da Lily che non riusciva a guardare James negli occhi.

James disse trionfante: «Abbiamo vinto noi!»

«Rachel è minorenne, il suo voto non vale» ribatté Sirius.

«Io-» iniziò la ragazza, ma venne interrotta da Felpato che guardo Remus e gli disse:

«Rem, per favore, sei l'ago della bilancia: vuoi continuare a lottare? Vuoi perdere la vita in questa guerra? Vuoi perdere Dora e Teddy?»

Il lupo mannaro scostò il capo, allora James ribatté: «Remus, sai che lo facciamo per un mondo migliore! In cui Teddy e i nostri figli possano crescere sereni!»

Remus distolse nuovamente lo sguardo, poi fece scorrere gli occhi tra i due: «Vi ho già detto che io non mi schiero per nessuno, avete entrambi ragione»

James e Sirius allora ripresero a discutere, qualche volta intervenivano anche Dora e Lily; Remus fissava la scena disperato, mentre Hermione, Rachel e Draco osservavano il tutto in silenzio.

«L'ho sempre detto che sotto sotto eri uno di quei Serpemarci!»

«Grifondiota! Come pensi di sconfiggere Voldemort? Sei così superbo da non vedere che lui è molto più abile di te!»

«Non ho mai detto di essere più forte di lui! Dico solo che insieme possiamo batterlo!»

«E come? Io ho già perso abbastanza in questa guerra!»

«Credi che io no?»

«Tu hai ancora una figlia e una moglie!»

«Non significa che non pensi a quella sera! Che abbia già dimenticato!»

«James tu hai ancora qualcosa per cui lottare!»

«Sirius: tu hai noi! Lo capisci? Siamo una famiglia» James si avvicinò all'altro e gli mise una mano sulla spalla.

«Lo credevo, Jamie, ma le cose sono cambiate» gli tolse la mano dalla spalle e ritornò a sedersi vicino a Dora e Lily, dalla parte opposta a James, Rachel e Draco; mentre Hermione e Remus stavano nel mezzo ognuno su un divano diverso.

«Oh andiamo, ora stai recitando!» fece James alzando gli occhi al cielo.

«Non capisci! Sei così infantile e cieco!»

«Come se tu non lo fossi!»

Era un battibecco continuo, come una partita di tennis, la colpa rimbalzava da una parte all'altra.

«Come pensi di sconfiggerlo?! E' imbattibile!»

«Possiamo provarci, possiamo-»

«Cosa James? Cosa!»

«E se magari-» iniziò Rachel, ma sia Sirius che James si voltarono verso la ragazza.

«Stanne fuori Rachel» le disse il padre.

«Non vogliamo che una ragazzina di quindici anni fantastichi su qualcosa che non capisce!» esclamò duro Sirius.

«Sedici» disse Rachel scoccando un'occhiata all'uomo.

«Cosa hai detto?» fece lui.

«Sedici, ho sedici anni da stamattina»

L'uomo rimase in silenzio e così ogni altro mago all'interno di quella stanza; Hermione colse l'occasione al volo e mormorò con tono calmo: «Forse è meglio se ci diamo una calmata tutti quanti, abbiamo detto molte cose che probabilmente, anzi sicuramente, non pensiamo davvero»

Sirius distolse lo sguardo e osservò James: «Mi dispiace, ma io ho deciso: sono stufo di combattere, di lottare per un futuro troppo lontano, ho perso mia moglie, ho perso mio figlio, ora basta. Chiunque voglia la pace venga con me»

Tonks guardò Remus e si alzò, stringendo Teddy fra le braccia, sussurrò: «Mi dispiace, ma voglio un futuro per mio figlio»

«Dora, è nostro figlio» disse lui con il cuore a pezzi «E credi che io non voglia un futuro per lui?»

«Allora vieni con me, viviamo insieme, come abbiamo sempre voluto, lontano dalla guerra, vieni con Sirius, vieni con me»

«Sai che non posso» fece lui, stringendo le labbra.

Lei scosse il capo e si mise accanto a Sirius e sussurrò: «Mi dispiace»

Nel frattempo anche Lily si era alzata, James le disse: «No, non anche tu, Lils!»

«James, voglio una vita tranquilla»

«Lily combatteremo insieme, fianco a fianco!»

«Non è più possibile, oramai» fece lei.

«Mamma» intervenne Rachel guardandola con gli occhi lucidi.

«Tesoro, vieni con me; vivremo serenamente, te lo prometto»

«Non puoi chiedermi di scegliere tra te e papà, ti prego, resta» Una lacrima le scivolò lungo il viso.

Lily scosse il capo e disse: «Non posso e un giorno capirai perché l'ho fatto, ora coraggio, vieni con me»

Rachel guardò Draco, poi sua madre e infine suo padre, dopo di che disse: «Mi dispiace»

James mormorò angosciato: «No, almeno tu!»

La corvonero fissò sua madre e ripeté: «Mi dispiace, ma io voglio lottare, addio mamma»

La rossa scostò lo sguardo e si mise accanto a Dora.

Sirius disse: «E' stato bello finché è durato, ma oramai non si può più tornare indietro» I tre si guardarono tra loro.

«Felpato! Dove sono finiti i malandrini? Siamo fratelli ricordi?!» James era distrutto «Diglielo anche tu Remus, ti prego!»

«James, noi non siamo mai stati fratelli veramente e i malandrini sono morti quando Peter se n'è andato»

Detto ciò l'uomo porse la mano a Dora e Lily, Rachel guardò sua madre, un'ultima volta, James implorò Lily di restare, Remus osservò Teddy e poi chiuse gli occhi; i tre si smaterializzarono, lasciando Villa Conchiglia per sempre.

James Potter mise le mani sulle tempie e fissò il tavolo, Remus aveva lo sguardo perso nel pavimento, Rachel piangeva silenziosamente sulla spalla di Draco che la consolava ed Hermione non sapeva più che fare.

Pochi istanti dopo l'addio dei tre, qualcun altro comparve nel salotto; in un primo, brevissimo istante, tutti credettero che Sirius, Dora e Lily avessero ripensato alle loro scelte, ma quando Harry Potter comparve nel salotto, le speranze si persero.

Il ragazzo guardò interrogativo Hermione e si avvicinò agli altri, domandando: «Dove sono Lily, Sirius e Dora?»

«Dove dannazione sei stato Harry?!» gli urlò contro Hermione, alzandosi dal divano.

«Che importanza ha? E' già iniziata la riunione?» fece lui prendendo posto.

«A dire il vero è già finita» fece Remus con tono piatto, senza sollevarlo sguardo.

«Che mi sono perso?» domandò interrogativo.

«Se ne sono andati» mormorò Rachel.

«Cosa?» scattò lui.

James disse: «Non volevano più combattere, erano stanchi e se ne sono andati»

«Non è possibile, non possono-»

Hermione lo guardò cupa: «L'hanno già fatto, Harry, l'Ordine della Fenice si è diviso, per sempre»


Angolo Autrice

Booom! Questo capitolo è molto poi lungo del solito (4000parole  contro le 3000 solite), ma dovevo assolutamente dilungarsi per spiegare bene la situazione.

Eccovi sganciato il capitolo bomba, è stato difficile scriverlo per rappresentare ambo le parti restando neutrale.

Dovevo farlo? Si, ad un certo punto i malandrini si sarebbero dovuti dividere, la Jily è entrata in crisi dopo 18 anni di matrimonio e gli effetti della guerra iniziano seriamente a vedersi.

Il carattere dei personaggi non è attinente all'opera originale, per quanto possano essere descritti, ma era impensabile per me lasciare che nessuno si lamentasse, che tutti volessero combattere, la stanchezza inizia a pesare e probabilmente come dice Remus, sia James che Sirius hanno entrambi regione.

Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto, al prossimo che spero di pubblicare per Halloween, nel mentre siamo a quasi 50K e ancora non ci credo *-*!

Annnd... hope you enjoy c:

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