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Arrivi e Partenze

Gellert Grindelwald entrò frettolosamente in un vicolo e si mise con la schiena contro il muro, cercando di fare il meno rumore possibile. Con la coda dell'occhio vide i poliziotti continuare imperterriti la caccia sulla via principale, non curandosi dei numerosi vicoli, e poté finalmente tirare un sospiro di sollievo. Non capiva cosa stesse succedendo: poco prima un uomo aveva gridato come un pazzo "Eccolo, è lui!" E subito la polizia babbana gli era stata alle calcagne.

Si voltò e si riconobbe su un manifesto appeso al muro, l'afferrò strappandolo e lesse: «Ricercato l'evaso Gellert Grindelwald, se lo vedete chiamate immediatamente la polizia: soggetto pericoloso» Notò anche che sulla sua testa c'era un taglia di ben mezzo milione di sterline.

Accartocciò poi il foglio e si nascose dietro ad un cassonetto dell'immondizia poiché aveva udito altri passi avvicinarsi, non capiva come facessero i babbani a conoscerlo, qualche Auror probabilmente era andato a controllare la sua cella, trovandola vuota. Era un teoria molto improbabile, durante il corso della sua prigionia non aveva mai visto anima viva e gli pareva strano che proprio adesso, quando era riuscito a scappare, qualcuno si fosse ricordato di lui.

Sospirò amareggiato: quella situazione complicava di molto il suo piano. Ora doveva stare attento a farsi vedere tra le strade, la sua copertura era saltata, gli avrebbero dato la caccia fino a che non l'avrebbero trovato e Grindelwald non poteva permetterselo: lui doveva trovare Ariana, la ragazza era fondamentale affinché il suo piano si compisse.

Aveva girato in lungo e in largo, perlustrando la maggior parte dei quartieri di Londra e di altri borghi vicini, ma di Ariana Silente non c'era traccia.

***

Harry Potter era esausto; aveva camminato per ore, tanto che era oramai passata l'alba. Non si ricordava con precisione dove si trovasse casa di Sirius, aveva sbagliato strada numerose volte e aveva girato intorno agli stessi isolati per mezz'ora, prima di capire l'errore. Come se non fosse abbastanza non vedeva un pasto decente da troppo tempo, era pallido come un cencio e le forze iniziavano a venirgli meno.

Finalmente, dopo un altra buon mezz'ora, riuscì ad imboccare la via giusta e iniziò a percorrerla barcollando, Grimmuld Place non era un viale considerevolmente lungo, ma se si avevano diversi giorni di sonno arretrati, pareva di compiere un'impresa impossibile. Harry aveva appena superato il civico sette, quando la gamba destra gli cedette e dovette appoggiarsi al recinto per evitare di cadere rovinosamente al suolo.

Imprecò a denti stretti e si rimise in piedi, doveva assumere un atteggiamento rigoroso quando sarebbe arrivato a casa e la sua espressione da "morto che cammina" non aiutava per niente. Finalmente arrivò tra il civico dieci e quattordici, dove mancava il dodici. Pensò intensamente alle parole: «Grimmuld Place n°12, nobile dimora dei Black». Il muro tra i due palazzi iniziò a scricchiolare, le mattonelle a dividersi e la casa di Sirius a farsi vedere.

Sospirò grato quando il palazzo si stabilizzò e subito iniziò a percorrere lo stretto corridoio, arrivato alle soglie della porta di casa esitò un istante, incerto sul da farsi, e poi bussò.

Pochi istanti dopo una voce irriconoscibile gli disse da dietro alla porta: «Parola d'ordine»

Harry replicò: «Non ne ho idea» Era esausto e se non gli avessero aperto subito, avrebbe buttato giù la porta a suon di Bombarda Maxima.

Sentì i passi allontanarsi e poi una voce dire: «Mamma c'è un tipo che ha trovato casa, ma non sa la parola d'ordine» Udì poi la porta cigolare e si ritrovò una bacchetta puntata in fronte, retta da Lily Evans.

«Mi aspettavo una accoglienza diversa» sdrammatizzò lui alzando gli occhi verso la bacchetta in legno di Salice.

La donna, invece, non staccava gli occhi dal ragazzo e sussurrò: «Harry?» Abbassò poi l'arma e la porta, aperta prima in una fessura, venne completamente spalancata. Il ragazzo restò sulla soglia, gli occhi verdi dei due continuavano a scrutarsi increduli alla vista l'uno dell'altra.

Lily tirò un sonoro ceffone al ragazzo, per poi stritolarlo in un abbraccio e riempirlo di affettuosi baci materni.

Harry, ancora scosso dai gesti contrapposti della donna, la lasciò fare. Dopo diversi secondi Lily sciolse l'abbraccio e gli accarezzò i capelli, mormorandogli: «Sei a casa, tesoro» Lo prese poi per mano e lo fece entrare, chiudendo la porta alle sue spalle. Dalla cucina fece capolino James Potter, il quale concentrato su un fascicolo di fogli che reggeva in mano, iniziò a dire: «Allora Lils, chi è lo sconosciuto che ha trovato Grimmuld Place, ma che non sa la parola... d'ordine?» Mollò la presa, i fogli caddero e si sparpagliarono a terra, mentre l'uomo biascicò le ultime lettere, alla vista dei due.

James sgranò gli occhi e si affrettò a raggiungere il figlio, guardandolo un istante, per poi abbracciarlo, proprio come aveva fatto la moglie. «Harry, per Merlino, non ci posso credere: stai bene, sei vivo!»

Neanche a dirlo, dopo pochissimi minuti tutti gli abitanti di casa Grimmuld Place vennero a conoscenza del ritorno dello scomparso Harry Potter e, naturalmente, le reazioni furono differenti.

Se Sirius e Remus si limitarono ad accoglierlo, senza nemmeno spiccicare parola, Rachel e Tobias gli si fondarono addosso, travolgendolo; oppure ancora Ron, Regol e i Weasley lo abbracciarono fraternamente, Hermione gli mollò un pugno sulla spalla, per poi anche lei sciogliersi in un abbraccio.

Gli adulti acconsentirono poi a lasciare il ragazzo riposare, mentre si affrettavano a chiamare Albus Silente, fuori per fare una chiacchierata con Ariana, a detta di lui per schiarire le idee ad entrambi.

***

«Bella, come hai osato?» Sbraitò Lord Voldemort fuori di sé, era arrivato da neanche un'ora e già doveva fare i conti con quello che i suoi Mangiamorte avevano fatto durante la sua assenza.

«Mio Signore, non avevamo ordini chiari da troppo tempo e nostro figlio, Deneb, è riuscito a gestire la situazione alla perfezione» replicò la donna.

«Lucius! Tu non hai provato a fermarla?»

«Al contrario, mio Signore, ho approvato: il ragazzo ha saputo amministrare con serietà tutti i doveri»

Il Signore Oscuro sospirò, poi guardò il figlio: «Ricordatelo bene, Deneb Thomas Riddle, perché non lo ripeterò duo volte: non provare mai più a sottrarmi il trono e il potere, perché se accadesse ti schiaccerei come uno scarafaggio e tu finiresti male, molto male. Sono stato chiaro?»

Il ragazzo rispose con tono di chi aveva tutta l'intenzione di invaghire: «Padre, non avevo alcuna intenzione di rubarvi il trono, sapete perfettamente che non mi permetterei mai e poi ho altri programmi per il mio futuro»

«Molto bene» rispose compiaciuto Lord Voldemort «E ora che cosa devo farmene di te? Dovrei rinchiuderti nuovamente»

«Padre, avrei un'idea migliore» intervenne il ragazzo «Potrei andarmene dal Manor e compiere delle azioni di spionaggio o svolgere altri compiti che richiedono l'arte della pazienza, del silenzio e della persuasione; naturalmente prometto di agire con discrezione e secondo le tue volontà. Che ve ne pare?»

Tom Riddle sembrò valutare mentalmente i pro e i contro per diversi istanti, infine si espresse autoritario: «Te lo concedo, in questi diciotto anni ti sei guadagnato la mia piena fiducia: è ora che tu agisca» Poi si avvicinò a lui e lo guardò dritto negli occhi: «Ma non dimenticare chi è il tuo padrone»

Detto ciò, stabilì i particolari della partenza con Bellatrix e il figlio, successivamente parlò con Lucius e la sua prediletta poiché lo aggiornassero della situazione e potesse organizzare un piano d'azione.

Deneb, nel frattempo, iniziò a racimolare il necessario per andarsene da Riddle Manor; il ragazzo aveva un piano, aveva aspettato fin troppo, ed ora era venuto il momento di agire.

***

Il Patronus di Silente era arrivato solo a mezzogiorno inoltrato, l'uomo aveva avvisato gli altri che era molto lieto dell'appena appresa notizia del ritorno di Harry, ma che per impegni non rimandabili, il preside non sarebbe potuto rientrare prima di tarda serata. Il pranzo era appena stato finito di consumare e il momento dei chiarimenti era arrivato.

Harry, ancora provato, fu quasi costretto a prendere parte all'improvvisa conversazione che si era instaurata nel salotto di casa Black. Il ragazzo percepiva la tensione negli occhi del padre e degli altri adulti e fu proprio uno di loro a porgli la prima domanda. Arthur Weasley domandò: «Harry è grandioso che tu sia tornato, siamo stati tutti molto in pensiero per te; cos'è successo?»

"Cos'è successo?" Questa era stata la prima domanda che gli era stata posta, Harry aveva meditato a lungo sulla risposta da dare, ma in quel momento si trovò spiazzato: mentire ai propri cari era difficile, ma oramai era diventato quasi uno stile di vita.

Prese un profondo respiro, poi iniziò incerto, sperando di convincerli: «La sera della Vigilia di Natale ricevetti un Patronus che non conoscevo, era un richiesta da aiuto e così mi sono subito smaterializzato nel luogo indicato; credevo che anche voi l'aveste ricevuto, così non ho perso tempo a chiamarvi. Solo che mi sono ritrovato in un luogo buio, non ricordo esattamente dove, poi è arrivato un uomo...» Fu molto titubante su quest'utlima parte, ma per fortuna l'impuslività di Sirius ebbe la meglio, difatti disse:

«Gellert Grindelwald, non è vero?» Harry annuì grato, ora la sua bugia era perfetta: «Esatto, proprio lui; abbiamo duellato ed è riuscito ad afferrarmi per compiere una materializzazione congiunta, poi mi ha portato non so dove e ha iniziato a fare molte domande»

«Domande?» replicò subito Lily.

«Proprio così, ma non le ricordo con precisione: credo mi abbia obliviato»

Ci fu il silenzio, poi Harry concluse: «Sentite, non so cosa volesse quell'uomo, ma non ha ottenuto nulla: non ho parlato, quindi ora non pensiamoci più, comunicherò personalmente a Silente tutto ciò che ricordo» Gli Auror acconsentirono e così fu.

Arrivata la sera, Albus discusse con Harry e nessuno seppe con esattezza che cosa si dissero, fatto sta che nessuno sollevò più l'argomento. Sempre la sera stessa, Harry fece la conoscenza di Ariana Silente, per il Prescelto la ragazza nascondeva qualcosa, ma naturalmente non disse nulla a nessuno, si limitò a fissarla e a cogliere a fondo ciò che si celava nelle poche parole che uscivano dalla sua bocca.

Quella sera di metà Febbraio, pareva davvero prosperosa per i Potter, difatti finalmente il segretissimo piano di Rachel e Draco poté compirsi.

Dopo cena, infatti, i due riuscirono ad intrufolarsi in camera di Ariana con un incantesimo silenziatore molto potente applicato a tutta la stanza. Rachel era nervosa: era la prima volta che faceva qualcosa del genere, una volta che Draco ebbe chiuso la porta alle sue spalle, la corvonero si avvicinò furtivamente al letto della ragazza.

Si sporse in avanti e fece aderire la mano di Ariana al libro, la ragazzina si mosse nervosamente nel letto e Rachel strizzò gli occhi nel timore che potesse svegliarsi. Fortunatamente tutto andò liscio e i due riuscirono addirittura a raggiungere la loro stanza indisturbati.

«Speriamo abbia funzionato» mormorò Malfoy in un sospiro, sedendosi sul letto.

«Lo apro?» domandò titubante la ragazza, sarebbe stato sconcertante se dopo tutto quel lavoro non fosse successo nulla e finche godeva del beneficio del dubbio era salva; la curiosità dei due però era troppa e il fidanzato annuì alle sue parole.

Rachel si sedette accanto a Draco con il libro tra le mani, sollevò piano la copertina e alzò la testa al soffitto alla vista della scritta: «Mi apro alla chiusura»

Il piano non aveva funzionato.

Leggermente irritata, la ragazza fece per riporre il libro, quando il Serpeverde le disse: «Aspetta! Guarda!» Lei fissò il libro e vide che la scritta iniziava a cancellarsi, come se l'inchiostro venisse assorbito dalla carta stessa, non si curò di come fosse possibile, desiderosa tant'era di scoprire che cosa contenesse il libro.

Dopo qualche secondo, la pagina divenne bianca e una luce calda iniziò a sollevarsi dal libro, mentre altre parole iniziano a comparire; solo dopo diverso tempo la scritta divenne leggibile:


«Oscuri segreti

in questo libro sono celati,

l'umanità non era pronta perché venissero rivelati,

ma se il libro siete riusciti a sbloccare

l'ora è giunta, non si può più aspettare.

Ora ascoltatemi bene:

se il Libro Maledetto leggere vorrete

c'è un solo prezzo da pagare

ed è giusto per tutti»


«Rachel che significa?» domandò con un filo di voce Draco Malfoy.

Lei replicò cupa: «Non ne ho idea»




Angolo Autrice:

Hey everybody! Scusate la distanza dall'altro capitolo, ma sono al mare e il tempo per scrivere è poco.

Comunque finalmente Harry è tornato a casa, Gellert è di nuovo sulle tracce di Ariana, Voldemort ha ripreso il controllo del manor e Rachel e Draco hanno sbloccato il libro: tutto va bene.

Ci avete creduto davvero? Ahahahaha no.

Ad ogni modo, vi piace la nuova figura di Deneb Riddle?

Che ne pensate dell'ennesimo indovinello del libro?

Ci rivediamo nel prossimo capitolo (spoiler: che ammetto sarà diverso rispetto agli altri) e detto questo: Hope you enjoy!

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