Capitolo 93 - Diario
Harper
Come può essere anche solo possibile?!
Serve una via d'uscita, una qualunque. Come posso essere così stupida da non arrivarci?! Demangelus è lì, al centro della grande isola che ospita le porte di Paradiso e Inferno, attende il momento giusto per attaccare. Tutto ormai è già pianificato. Per primi attaccheranno gli Angeli dall'alto con i loro poteri di Luce. L’oscurità verrà dopo, assieme alle maniere forti. Facciamo tutto questo per indebolirlo il più possibile, per quanto fattibile sia. Eppure c’è questa chiave che non vuole balzarmi in testa, è come se sentissi di sapere già di che cosa si tratta, di averla avuto sempre dotto il naso, anzi, di averla tra le mani da ancora prima che il tutto accadesse.
Emachiele:”Non ti spremere troppo, stellina, è inutile.”
D'un tratto sul tragitto verso la mia stanza, Emachiele appare con tutta la sua imprevedibilità.
Tra l'ansia di queste ore e il fatto che Demangelus sia così vicino dall'ucciderci tutti, balzo come un gatto spaventato ed emettono un urlo così stridulo che persino le mie orecchie hanno subito le conseguenze.
Harper:”Ma dico…”
Sussurro, piegata in due dallo spavento e con la mano al petto, come se per fermare il mio cuore.
Harper:”SEI MATTO?!”
Sbotto d’un tratto, arrabbiata.
Se prima Emachiele si stava massaggiando i timpani, adesso ride di gusto.
Emachiele:”È stata la scena più bella della mia vita.”
Inizia a ridere in modo molto genuino, cosa che mi porta a tirargli un genuinissimo cazzotto nello stomaco. Fa un verso strano, ma si riprende quasi subito, oppure fa semplicemente finta.
Harper:”Cosa ci fai qui?! E come diamine osi chiamarmi stellina razza di un ibrido ingrato.”
Ringhio minacciosa.
Soffoca una risata.
Emachiele:”Posso dire solo che stavolta non è colpa mia.”
Alza le mani in segno di resa.
Harper:”Ma certo.”
Abbozzo un falso e ironico sorriso.
Harper:”Quale altra bella notizia Dio vuole che tu mi dica?”
Faccio ironica, cambiando espressione subito dopo è rendendola annoiata.
Emachiele:”Nulla in particolare. Anzi, sembra che ultimamente trovi divertente farmi sentire i tuoi pensieri, come se per tenermi aggiornato su qualcosa o semplicemente perché in realtà è sadico. Per non parlare che non ho più i poteri di chiaroveggenza, penso che abbia paura della mia totale neutralità nei tuoi confronti, è fa bene, ma ammetto che è come se mancasse un piccolo pezzo di me.”
All'ultima frase si tocca il petto in modo finto drammatico.
Harper:”Ema, sta per finire questo fottuto mondo e tu mi viene a dire che ti manca vedere gli affari di tutti?! Ti prego, non costringermi ad infrangere l'equilibrio uccidendoti.”
Continuo la mia camminata seccata, desiderosa di un po' di riposo e di tempo per pensare.
Emachiele:”Harper, non sei tu il problema, ma una grande prova a cui Lui ti ha sottoposta.”
Mi segue, ma si blocca subito dopo che lo faccio io.
D’un tratto: capisco.
Harper:”Non solo corrode i miei sogni… no… ora fa anche in modo che io mi senta una completa nullità e farmi essere lo zimbello dell'Inferno?!”
Sbotto, alzando la voce e prendendomela con lui.
Harper:”Ho lottato con le unghie e con i denti per un minimo di neutralità, ho cercato sempre, da quando ne ho le forze, di dettare un equilibrio, ed ora che potrei essere l’unica a salvare tutto ciò che Ha creato fa in modo di non farmi trovare queste… cose, che mi porterebbero a terminare ciò!”
Sbraito ancora contro l'ibrido che mi guarda con quei suoi occhi neri, profondi, che sembrano non trasmettere niente ma che in realtà celano dolore.
Io so che Emachiele non c'entra niente, anzi, in questa situazione penso che sia la prima vittima di tutto ciò, costretto a vagare nell'ombra e con alle spalle tanti di quei dolori, ma so che nei suoi occhi vige lo sguardo di Dio e che forse potrebbe ascoltarmi in modo più diretto.
Emachiele:”Mi dispiace tanto, Harper.”
E dopo aver trapelato queste parole con una morsa di dolore evidente, scompare in un singolo battito di ciglia.
Non so cosa stia prendendo a quel grande Vecchio, so solo che sto perdendo la pazienza. Una grande prova a cui sono sottoposta. Cosa mai dovrei dimostrare io?! Infondo sono capitata qui per puro caso, sono Regina, posso mai essere in grado di aggradare le sue esigenze?! Che poi, se Lui non mi impedisse di arrivare alla soluzione lo avrei fatto già da settimane, risparmiandoci tutta questa baraonda inutile. Ma ovviamente deve giocare a dadi con le nostre vite e non si può far nulla per fermarlo, in fin dei conti Lui è il Creatore, no?
Quando entro nella stanza mi butto a capofitto sul letto, desiderosa di pace che però non arriverà mai. I pensieri su cosa succederà, la paura e l'ansia che è in me, mi tremano le dita, le gambe, se potessero mi tremerebbero anche le unghie dei piedi. Non so quanto tempo sia passato, forse troppo poco, che un qualcuno bussa alla porta. Dubbiosa rimango lì per lì a pensare se o non dare il consenso ad aprire quella porta, ma infondo se fosse qualcosa di grave non avrebbero nemmeno bussato. Che poi, non bussano mai e dico mai. Forse il fatto che dobbiamo tutti morire sta addolcendo il cuore di qualche piccola anima degli Inferi. Decido di dare il consenso e vedo entrare Anna.
Anna:”Ti disturbo?”
Entra delicatamente in stanza.
Alzo un sopracciglio. Beh, bisogna dire che l'educazione e la delicatezza non sono caratteristiche che appartengono a codesta donna.
Harper:”Volevo riposare ma non ci riesco, quindi non hai interrotto niente di che.”
Mi alzo, stropicciandomi gli occhi.
Anna:”Ammetto che siamo un po' tutti provati.”
Avanza verso di me, sul volto un'aria molto tranquilla, quasi premurosa.
Anna:”Volevo dirti che qualunque cosa accada tu sei un pezzo molto importante della mia vita.”
Sorride, lasciandomi senza parole.
Harper:”Beh… Anche tu, Anna, anche se non abbiamo avuto tanto da condividere, so che mi hai sempre amata e fino all'ultimo protetta.”
Sorrido anche io, forzandomi per un attimo a dimenticare ciò che sta accadendo.
Si avvicina a me, invitandomi a sedermi nuovamente sul letto con lei al mio fianco.
Anna:”Sarei una stupida se non capissi tutti i problemi che hai in testa, persino noi fatichiamo a stare al passo di tutti questi avvenimenti e ti sono vicina, anche se non sembra.”
Queste parole mi sbalordiscono ancora di più e non so letteralmente cosa dire.
Anna:”Vedi… quando sono tornata qui agli Inferi sono andata nella cella dove c'era Lucifer e quella cella era quella dove sei stata tu per 10 milioni di anni.”
Harper:”Mi sembra passata una vita d'allora…”
Sospiro, rendendomi conto di quanti di quegli avvenimenti siano solo un vago ricordo.
Anna:”Beh in quella cella ho trovato un diario, il tuo diario.”
Gli occhi le brillano, curiosi di scorgere una mia qualche reazione che non tarda ad arrivare.
Harper:”Non mi dire che…”
Sussurro, veramente sorpresa.
Dalla tasca del suo vestito tira fuori il piccolo libricino rilegato in pelle.
Anna:”Nei momenti bui devi trovare la forza laddove te ne recava. Combatti per chi eri, per chi sei e per quello che sarai, perché tu, come chiunque altro al mondo, hai una gloria a cui far fronte, dobbiamo solo far in modo che essa avvenga.”
Quelle parole arrivano al petto come dei proiettili, pronti ad insinuarsi in quella fessura vuota della mia mente, riempiendola parzialmente. Prendo l'oggetto con la nostalgia nell'animo e in un battibaleno mi ritrovo a quando ero in quella cella a trasformarmi e a controllare le mie emozioni e i miei poteri e ogni cosa che sentivo dai i miei sentimenti alla voce di Lucifer per i corridoi la scrivevo in questo diario.
Harper:”Grazie, ne avevo bisogno.”
Sorrido.
Anna:”Manca poco. Il terreno terrestre ha iniziato a pulsare. Riposa quel poco che puoi e leggi quel diario. Quando avrai finito mettiti l'Armatura e con o senza quella Corona: noi sconfiggeremo quel gran figlio di puttana. Intesi?”
Fitta al petto. Evidentemente ha letto tutto il diario.
Harper:”Intesi.”
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