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Capitolo 88 - Stringimi

Harper
Sento il vento sfiorare la pelle, qualcosa che quasi mi fa il solletico sulle braccia, come se fossero che mi investe dei filetti di erba, ed un profumo che mi investe come se fosse una congiura. Mi sento così frastornata che non riesco ad aprire nemmeno gli occhi,  troppo debole anche solo per sollevare le palpebre. La consapevolezza che al mio fianco c'è lui non so se mi fa sentire al sicuro o in pericolo, ma se avesse avuto intenzione di farmi qualcosa di brutto lo starebbe già facendo, o sbaglio? Eppure non capisco… perché mi trovo qui? Perché sono tanto debole? Inoltre… sento un leggero fastidio sul petto, come se qualcuno mi avesse… pugnalata. Il ricordo degli occhi neri di Apollion, intrisi dalla pazzia, mi investe, lui ha tentato di uccidermi, ha colpito proprio in mezzo al petto, sfiorando di poco il cuore. Non so se è per errore o altro, ma questo mi crea un dispiacere che ho provato in poche occasioni.
Lucifer:”Piangi?”
La sua voce è come un tuono nella mia mente e scatto subito in avanti, aprendo gli occhi. Appena lo faccio il piccolo fastidio al petto diventa un dolore atroce, tanto che Lucifer mi prende a sé tra le braccia, sussurrandomi di calmarmi sennò non passerà mai. Ascolto il suo consiglio e cerco di respirare lentamente, tanto per non sforzare la zona.
Lucifer:”Butti acqua dagli occhi anche quando sei priva di sensi, non saprei se provare pena o altro.”
Cerca di sdrammatizzare, non riuscendoci affatto.
Harper:”Ti prego dimmi che Apollion non mi ha veramente pugnalata.”
Sussurro, nascondendomi sul suo dorso mentre continua a stringermi a sé.
Lucifer:”Non vorrei mentirti.”
Un dolore al petto mi pervade ma stavolta non è la ferita. Tutto ciò che ho mi sta pian piano cadendo addosso, come se avessi tolto quel sassolino dalla rupe che bloccava quei massi enormi che mi avrebbero travolta. Apollion, anche se ultimamente non scorreva buon sangue, è stato uno dei punti di riferimento maggiori tra tutti quelli che conosco. Il potermi fidarmi di lui, come il potermi fidare di qualsiasi essere che mi circonda, era fondamentale.
Lucifer:”Non scordare mai con chi hai costantemente a che fare, tira fuori gli artigli.”
Sussurra al mio orecchio, come se mi leggesse nel pensiero, mentre continua a stringermi tra i miei singhiozzi.
Già… ho a che fare con Demoni che per quanto abbiano abbassato le difese sono pur sempre instabili. Eppure non posso far altro che starci male, non sapendo più reagire. Forse la vecchia me lo avrebbe travolto con un tir, insultandolo nei peggiori modi per poi tramutare le sue mutante in parti integranti della sua zona intima, ma adesso sono talmente ferita nel profondo che mi ritrovo a piagnucolare sul petto di qualcuno che non mi sarei vivamente aspettata.
Harper:”Cosa posso fare? La tensione ormai sarà palpabile agli Inferi. Non posso tornare per ora.”
Alzo lo sguardo, trovandomi davanti quegli occhi così uguali ai miei.
Lucifer:”Fa vedere chi sei.”
Risponde semplicemente con la freddezza nello sguardo.
Quanto può essere vuoto? Lucifer ormai è diventato un involucro magnifico contenente solo aria.
Harper:”Ah… dannazione.”
Mi stacco dalla sua presa, affondando il viso tra le mani.
Harper:”Se solo fossi stata un po' più forte a quest'ora Apollion non avrebbe sballato. Quell'idiota ha deciso proprio adesso di impazzire, inutile demone.”
Sputo veleno.
Lucifer:”Devo ammettere che la tua capacità di cambiare umore da un secondo all'altro mi incuriosisce.”
Non lo vedo ma giurerei che quello che ha detto sembrava accompagnato da una leggera risata.
Polly… oh dannato Polly, giuro che se mi hai indebolita a tal punto da non rendermi in grado di combattere, giuro sulle mie corna che ti strappo il cuore e me lo mangio.
Harper:”Come hai fatto a farmi guarire?”
Domando mentre mi alzo, curiosa.
Lucifer:”Non ti preoccupare di questo.”
E si alza anche lui, pulendosi i pantaloni dai filetti di erba.
Forse chissà, non vuole farmi preoccupare veramente. Sicuramente mi ha dato il suo sangue e questo mi porta a storcere il naso, ma è stato prudente, evidentemente, perché non vedo alcun cedimento.
Ci dirigiamo verso gli Inferi, in cielo nel frattempo sta giungendo l'alba e piccole sfumature di rosa solcano quel blu intenso. Chissà quanto tempo è passato, non ho idea nemmeno di che ore fossero quando è successo il tutto, speriamo non abbastanza da aver allarmato tutti. Infondo dovrebbero saperlo solo Emachiele e Apollion. Che poi… Lucifer come ha fatto a raggiungermi?! Non era in camera chiuso? Manco il tempo di fargli una domanda che appena arrivati ai Cancelli ecco che noto le guardie accasciate al suolo, svenute.
Harper:”Ma bravo, un'ottima occasione per i ribelli.”
Lo guardo male.
Lucifer:”Che ci vuoi fare. Mi puntavano tutti le lance contro.”
Li faccio rinvenire usando i poteri del sangue che posso usare su di loro, quando spiego la situazione e do l'ordine di non torcere un capello al Re si rimettono al loro posti.  Quando entro agli Inferi l’aria è cupa come al solito e appena percorriamo i primi due metri sentiamo delle urla isteriche provenire dalla sala del trono. Scambio uno sguardo con Lucifer e iniziamo a correre, sembra una donna.
X:”TU! EMERITO SACCO DI MERDA!”
Sentiamo ringhiare e quando arriviamo non posso credere a ciò che sto vedendo.
Anna ha rubato una lancia alle guardie e la sta puntando ad un Apollion dall'aria distrutta.
Anna:”COLPIRE LA TUA REGINA, LA MOGLIE DEL TUO RE! PER NON SCORDARE CHE ADESSO È ANCHE L’AMICA DEL TUO PEGGIOR INCUBO, T'AMMAZZO!”
Lancia l’arma contro di lui, che però la schiva giusto in tempo.
Non so come lo siano venuti tutti a sapere, so solo che c’è un'unica pettegola qui agli Inferi: Michele.
Dephana:”Sono senza parole. Mi fai schifo.”
Dephana, la moglie del Consigliere, gli sputa veleno contro, simulando un'espressione di puro schifo.
Quella donna sa essere terribile anche senza fare niente, anche adesso, nella sua posizione perfettamente eretta, col petto in fuori e le braccia incrociate, simula un distacco che se fossi in Apollion mi sotterrerei.
Belial noto che è seduto in silenzio sulle scale che procedono il mio trono e quello di Lucifer. Ha un'aria veramente affranta.  Dubito che questo sia la preoccupazione che ha nei miei confronti, no, non è affatto questo, lui è stato appena tradito, come lo sono stata io, la sola differenza è che qui vigono milioni di anni d'amicizia.
Anna:”Io giuro che ti stacco ogni pelo che vi è sul tuo corpo e intrecciandoli ci farò la fune con la quale ti impiccherò.”
Ringhia Anna.
Nessuno, tra le forti emozioni, accenna minimamente a notarmi, quindi facendo segno a Lucifer, decido di origliare bellamente, appartandoci in penombra.
Anna:”Spiegami cosa ti è preso.”
Anna nei suoi profondo occhi castani trasmette un distacco tale che serve a farmi rabbrividire.
Apollion:”Io… io penso che Harper non sia in grado di fare la Regina a dovere.”
Confessa Apollion a sguardo basso, ma senza accennare al rimorso.
Sentiamo una risata sgarbata riecheggiare nella sala. Tutti si girano verso Belial, che è seduto su quella scala a gambe aperte, poggia i gomiti sulle sue ginocchia e la testa è calata giusto al centro, tra le sue braccia. Sembra sul punto di esplodere da un momento all'altro.
Belial:”Non importa se Harper è o non è la Regina adatta a questo regno; non importa se non sa un cazzo sugli Inferi; non importa se non riesce a trovare una soluzione o se semplicemente è contro a torture ingiuste e giochi sporchi.”
La sua voce è roca, spezzata in certi punti. Alza lo sguardo e quello che posso vedere è una furia incontrollata che non fa uscire, facendomi chiedere come diamine faccia.
Belial:”Lei è colei che Lucifer ha scelto per sedersi su questo Trono, lei è la sola in milioni di anni che ha tirato fuori ciò che di buono, per quanto in dosi minime, c’è in lui. Adesso non mi venire a fare la paternale su quanto è incapace a prendere decisioni o semplicemente trovare una via d'uscita a tutto questo casino perché ti ricordo che siamo noi coloro che dobbiamo portarla sulla buona strada, altrimenti non ci chiameremo Consiglieri.”
Sulla sua espressione vige una forma di schifo che difficilmente avrei immaginato gli appartenesse, di fatto stucca troppo sul suo viso longilineo e quasi delicato.
Apollion non proferisce parola, sembra troppo attento ad esaminare il pavimento millimetro per millimetro. Guardandolo meglio, il dolore torna a farsi sentire, una fitta al petto. Non posso ancora crederci che lui abbia fatto un gesto simile, a me.
Ad un tratto si sentono dei passi che corrono, da uno dei corridoi che portano alla Sala del Trono posso vedere sbucare una sagoma nera che a tutta velocità si dirige verso Apollion. Accade il tutto così velocemente che rimango sbalordita. Damar seguito a ruota da Michele, Reox e Valila, è saltato sul Consigliere e lo sta bellamente prendendo a pugni. Interviene il figlio di Polly che lo stacca da dosso al padre, ma Damar passa agli insulti. Ecco la pettegola.
Damar:”Brutto figlio di puttana, se hai ucciso la mia migliore amica giuro che ti faccio fare un viaggio di sola andata per l'aldilà.”
E dopo aver detto questo sputa su di lui.
Ok, il tutto sta degenerando.
Evidentemente lo pensa anche Lucifer, che per quanto gli stavo per dire di andare, lui ha già preso il mio polso, portandomi allo scoperto.
Harper:”Sto bene, dannazione.”
Alzo gli occhi verso il cielo, vedendo le facce sbigottite di tutti.
Belial:”Lo sapevo.”
Sorride Belial in modo consapevole.
Dephana:”Molto bene, adesso muoviti a chiederle scusa, idiota.”
Dephana guarda il marito con uno sguardo che non perdona, ma lui si limita solo ad alzarsi, pulendo il sangue che gli proviene dalla bocca.
Anna:”Harper…”
Sussurra Anna, correndo verso di me e abbracciandomi, reazione che mi lascia sbigottita anche se non è la prima volta che accade.
Michele:”Sia ringraziato il Cielo.”
Anche Michele si aggiunge, abbracciandomi anche lui.
Harper:”Ora basta.”
Annuncio dopo poco.
Tutti mi guardano in un modo strano, tranne Apollion e Belial, i quali non mi guardano proprio. Non so che faccia posso avere in questo momento, so solo che provo una profonda e immensa rabbia, un doloroso tradimento mi è stato inflitto e non solo a me, ma nei confronti di tutti quelli che vogliono bene a colui che mi ha pugnalata. Guardo Lucifer che anche lui mi stava guardando, nei suoi occhi sento una forza tale da calmarmi parzialmente. Ancora non ho idea di cosa passi per la sua mente, ma adesso sono consapevole del fatto che non mi farà mai del male, almeno lui.
Belial:”Come ti senti, Harper?”
Belial rompe questo silenzio che attendeva un mio cenno. Guardandolo mi rendo conto di avergli tirato un'occhiataccia senza volerlo, cosa che gli fa abbassare la testa.
Harper:”Sto bene.”
Tento di addolcire il tono di voce.
Davanti a me, a pochi metri di distanza, c'è Apollion che nonostante il rivolo di sangue che gli è fuoriuscito dalla bocca, dopo il pugno di Damar, stavolta ha alzato lo sguardo e mi guarda in modo molto freddo. Gonfiando il petto cammino verso di lui, seguita dagli sguardi di tutti. La distanza è poca ma l’agitazione porta a renderla infinita, il cuore inizia a battere vin modo così veloce che la ferita al petto mi da molte fitte, ma non ci faccio caso. Arrivo davanti a lui e lo guardo negli occhi, una muta battaglia sta avendo atto proprio in questo momento, dove nel nostro sguardo stiamo dimostrando tutto ciò che proviamo, o almeno insceniamo il bel palco teatrale di ciò che stiamo provando. Già, perché sono delusa, triste, ferita e distrutta, ma ciò che voglio trasmettere è ira accompagnato da astio. Mentre in quanto a lui… sono sicura che sia dispiaciuto, ma che non lo da a vedere. Lo dimostra il fatto che appena mi ha pugnalata posso ricordare una semplice e piccola lacrima scendere sulla sua guancia. Apollion è angosciato da tanto tempo, forse troppo, forse da quando lo sono io e lo siamo tutti, ma, a differenza dei suoi amici e mie, noi tendiamo a buttare fuori con chi ci è affianco, tranne lui, che finge persino con se stesso. In un gesto fulmineo gli tiro uno schiaffo che lo curva di lato, rimane a volto basso per un po' e quando accenna a rialzarsi lo prendo per il colletto della camicia, sporca di sangue, penso sia il suo.
Harper:”Come hai potuto farmi questo?!”
Domando in un soffio.
Il Demone si limita a guardarmi coi suoi profondi occhi neri, quasi simili a quelli di Emachiele.
Harper:”Sei un idiota…”
Lascio la presa sul suo colletto e lui abbassa la testa. I capelli, ormai spettinati dai tanti avvenimenti,  coprono i suoi occhi, non facendomi vedere come sta realmente.
Harper:”Ma non ci pensi a Lucifer?! A tutto ciò che avrebbe potuto conseguire questa cosa, eh?! Se si risveglierà mi chiederà cosa sia questa cicatrice.”
Apollion:”Mi prenderò ogni responsabilità.”
Usa il suo tono di voce pacato.
Harper:”Io mi fidavo di te, mi sono sempre fidata. Anche se ultimamente non c'era buon sangue, non hai nemmeno per un attimo creduto che io potessi farcela: io ero legata a te come lo sono con chiunque qua dentro. Ho giurato, da sempre, di servirvi e salvaguardare gli Inferi, prendermi cura dei suoi abitanti e lottare per la sua gloria. Mi sono curata fino all'ultimo di non danneggiare niente e nessuno, fallendo in alcuni casi comunque.”
Le lacrime scendono prepotenti sul mio volto, l'immagine di Apollion che mi pianta una pugnalata al petto mi devasta ancora di più dell'atto stesso. Il gesto, portato da un odio e da un'invidia viscerali è veramente ciò che non mi sarei mai aspettata, nemmeno da parte del più severo e composto tra i Consiglieri. E qui però capisco quanto può essere profonda e potente l'amore e l’ossessione dei Consiglieri per il proprio Re e per l'Inferno stesso. Capisco anche quanto sia stato destabilizzante per lui il tutto e mi vergogno per non essermi curata di nessuno ci loro, perché come io soffrivo e soffro, per loro è la stessa e identica cosa, se non in modo nettamente peggiore. Apollion come ho sempre detto è colui che fa dell'etichetta degli Inferi una vera e propria Bibbia, ecco perché trovo insolito il suo comportamento, scommetto che è talmente instabile che non sta nemmeno pensando, oppure la disperazione lo logora talmente nel profondo che immagina già tutto perduto.
Damar:”Se non sbaglio, Harper, dovresti giustiziarlo.”
Damar prende la parola e tutti noi ci giriamo verso di lui scioccati.
Valila:”Che stai dicendo?!”
Sibila Valila, a poco da lui.
Nel viso di Damar noto che guarda il Consigliere con un astio impressionante, non pensavo di essere così importante per lui.
Damar:”Alto tradimento nei confronti della Corona, infondo lui ha tentato di uccidere la Regina.”
Reox:”Si ma… Harper non lo farà, vero?”
Domanda Reox facendo un passo verso di me, con lo sguardo supplichevole.
Nemmeno il tempo di dire qualsiasi cosa che Belial si alza.
Belial:”Ha ragione, questo è un comportamento inaccettabile. Se non lo faremo noi sarà Lucifer a farlo una volta che tornerà.”
Dephana:”No… va bene, ha sbagliato, ma voi sapete le condizioni in cui si trova ultimamente!”
Dephana, per la prima volta da quando la conosco, prende le difese del marito. Per quanto alla sia una donna dotata di innato orgoglio, innata freddezza e talvolta antipatica, adesso cammina verso suo marito, appostandosi davanti a lui come se fosse uno scudo.
Dephana:”Non vi permetterò di ucciderlo.”
Apollion:”Lasciali fare… hanno ragione, avrei fatto uguale.”
Apollion che ancora doveva alzare la testa, poggia la fronte sulla schiena di Dephana mentre con un braccio le cinge la vita.
Belial:”O adesso o quando Lucifer tornerà.”
Belial mette le cose in chiaro.
Guardo tutti sbalordita, il cuore a mille, possibile che non riesca a ribellarmi?! Risulterei debole per l'ennesima volta?
Lucifer:”Fino a prova contraria io sono qui.”
Il Re degli anni spiccica finalmente parola, una parola molto irritata.
Belial e Apollion rimangono interdetti dall'intervento di Lucifer, ma non solo loro, tutti lo guardano come se fosse appena entrato in stanza. In qualsiasi versione rimarrà sempre un profondo mistero.
Lucifer:”Ho già decretato la mia punizione, se non erro. Penso che qualsiasi accuse ci siano adesso, vi dovete concentrare per l'arrivo di Demangelus.”
Annuncia, facendo sprofondare la stanza in un enorme silenzio, molto più rumoroso di mille bottiglie di vetro che si rompono al suolo.
Dephana:”Grazie, Lucifer.”
Dephana guarda l'uomo a testa alta ed un'espressione maestosa. Quasi mi viene da pensare che lei sarebbe perfetta come ruolo di Regina, nei suoi modi pacati ma allo stesso modo affilati. Trasmette una forza d’animo anche solo sentendo la sua voce ferma.
Un silenzio tombale vige ancora, tuti guardano per terra, perso tra tanti pensieri, chissà quali. Noto Valila che lancia qualche occhiata fugace a Damar, addolorata, forse per il comportamento di lui. Chissà, adesso anche lei può sentirsi tradita, da un certo punto di vista; si stringe al fratello, bramosa di affetto, voltando anche lei in volto verso il basso, gli occhi tristi. Belial si risiede su quelle scale, il viso, ancora ornato da quelle cicatrici portate dalla malattia che colpì gli Inferi poco tempo fa, trasmette un dubbio che lo percuote e lo logora fino in fondo… che anche lui si stia domandando se mai potrò farcela?
Michele:”Molto bene,. Harper, se mi permetti, vorrei parlare con Apollion.”
Michele fa qualche passo avanti.
Apollion:”Cosa vuoi fare, piccione?”
Ed ecco che il Consigliere alza la testa, gli occhi rossi, forse per la stanchezza, il rimorso che lo logora.
Harper:”Ho già capito. Vai con lui, saprà aiutarti.”
Annuncio.
Un occhiataccia di Apollion mi travolge.
Apollion:”Non ho bisogno di aiuto.”
Dephana:”Muovi il culo e vai con l'Arcangelo sgraziato, altrimenti giuro sulla Regina che inizio a prenderti a morsi in testa.”
Dephana gli tira un'occhiataccia ancora più pesante di quella che il marito mi ha regalato pochi istanti prima.
Anna scoppia a ridere e il Consigliere sbuffa.
Apollion:”Potresti evitare? Almeno adesso.”
Le sussurra all'orecchio.
Dephana:”Che l'Angelo possa assolverti dai tuoi peccati perché una volta che rientrerai in stanza ti farò il battesimo per eccellenza.”
Ringhia, facendolo sbuffare nuovamente.
I due se ne vanno, Anna, la mia amica, va via anche lei. A poco a poco vanno via tutti, Belial annunciando che Felixa stava ancora dormendo beatamente, non accortasi di niente, Reox e Valila anche loro nel completo silenzio e Damar ci ha abbandonati con un semplice.
Damar:”Vado a farmi un giro.”
Con le gambe pesanti mi dirigo su quel grande trono, il mio trono, che adesso mi calza troppo stretto, come se fosse un serpente che mi sta stritolando nella sua morsa mortale. Appena mi siedo la stanchezza mi pervade, lo stress si fa sentire e i pesi sul mio addome aumentano.
Lucifer:”Ti addormenti qui?”
Sento dire da Lucifer.
Bofonchio qualcosa che riguarda il lasciarmi stare ai miei pensieri, ma non mi capisco neanche io.
Mi sento prendere in braccio, facendomi sentire benissimo il suo calore. Quanto sto bene, tra le sue braccia… è come se loro non fossero mai cambiate, come se mi avessero sempre abbracciata in quel modo tanto delicato quanto rude, un contrasto che in Lucifer suona bene come se fosse un orchestra ad averlo composto per lui. In quella stretta, ogni cosa cessa, ogni pensiero si annulla, facendomi rammentare beati ricordi di un passato che mi tormenta in questo drastico presente. A poco a poco mi cullo del suo profumo, ed ecco che l'oscurità mi fa per l'ennesima volta sua, non facendomi mai conoscere dov'è quella stretta mi sta portando. Tu, come fai ad essere sempre ciò di cui ho più bisogno? Infondo, sei un essere effimero e astuto, colui che è scivolato via dalle mie dita, eppure, sei qui, con me. Stringi mi forte, amore mio, stringi più che puoi perché se mai dovessi morire non mi importerebbe se fosse ora e con te.

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