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Capitolo 80 - Amore

Harper
Valila è viva. Non posso crederci, Raymond ha tagliato male volutamente. Evidentemente voleva che lei sentisse e che morisse lentamente e in modo agonizzante, fortunatamente Lucifer è intervenuto immediatamente. Già… Lucifer. È strano quanto sembri lui ma in realtà non è completamente lui. Ha confessato che degli Inferi non gliene frega proprio niente, non mostra compassione verso nessuno e sembra essere bloccato in uno stato d'apatia totale. Certo, è il Diavolo, ma conosco il mio Lucifer, colui che era così per la condanna. E se di lui fosse rimasta solo la condanna? Non mi stupirebbe affatto, anzi. Il problema è che non saprei se questo sia un bene o un male tremendo, da un momento all'altro potrebbe annoiarsi ed ucciderci tutti.
Esco dalla doccia e una volta che mi sono asciugata i capelli e vestita, esco fuori dal bagno, quasi convinta ci fosse colui che occupa i miei pensieri da quando l'ho conosciuto. Aveva detto che doveva parlarmi, aveva usato anche un modo parecchio sbrigativo e quando entrambi siamo entrati in camera gli ho detto che prima mi sarei fatta una doccia, perché in quelle condizioni non potevo stare. Mi stendo sul letto in un respiro profondo, sembra che non ci vada da una vita. Le parole di Raymond d'un tratto rimbombano nelle mie orecchie, facendomi chiudere gli occhi come se stessi ricevendo uno schiaffo. Non sono una Regina degna. Questo tormento mi soggioga da sempre, ma come posso fare mai la Regina se poco dopo la mia incoronazione, l'uomo più importante della mia vita e colui che doveva guidarmi a questo ruolo, finisce in coma per via di un essere maggiore del quale conoscevo solo leggende. Il ricordo di Lucifer prima di quel attacco sembra così lontano, come una sfumatura impresa nella mia mente. Piano piano ci sto facendo l'abitudine, non ci penso molto, ma quando accade il dolore non fa che logorarmi. E mi ritrovo tutto tra le mie mani, ogni cosa. Forse Emachiele è così tormentato perché sa che non ce la posso fare da sola, lo sa ma non può dirmelo. Ha sempre quello sguardo truce su di me, come se la compassione non lo lasciasse mai, oppure è il semplice sentimento che prova nei miei confronti.
La porta si apre di colpo ed io non posso far a meno che saltare su in piedi, in posizione di difesa. Mio marito è lì che mi guarda con uno sguardo tanto freddo quanto parzialmente divertito, guardando la mia reazione. Non dice una parola, chiude la porta alle sue spalle, si avvicina di poco e dopo che ho rilassato i muscoli lo vedo armeggiare con le tasche dei suoi pantaloni. Ne tira fuori un anello, per poi buttarlo sul letto. Alzo un sopracciglio e mi giro per raccoglierlo. Quando capisco di cosa si tratta, spalanco gli occhi.
Harper:”Dannazione… è vero. Quando tu eri in coma lo diedi a te.”
Il ricordo di un sogno che feci ormai tante settimane fa dove ritraeva Lucifer in salute, io e lui in un campo a parlare del motivo per il quale il Diamante Infuocato mi facesse vedere certe immagini. Mi chiese di mettergli l'anello al dito e così feci; avevo proprio rimosso.
Harper:”Lo avevi tu… perché non me lo hai dato?! Poteva esserci utile per Valila.”
Sbotto, adirata.
Alza le spalle.
Lucifer:”Mi annoiavo.”
Si passa una mano fra i capelli, un gesto che non ho mai visto fargli.
Lucifer:”Vedere tutte quelle cose mi ha tenuto per un po' impegnato, ho anche capito alcuni trucchetti che si possono fare un esso.”
Fa con disinvoltura, sedendosi su di una poltrona davanti al fuoco.
D'un tratto mi sale il sangue al cervello.
Harper:”Apollion lo stava cercando! Potevamo sventare prima l'attacco se avessimo avuto la minima idea su chi si aggirasse negli Inferi!”
Sbotto, fuori controllo, vedendolo alzare gli occhi annoiato. Non risponde, decidendo di ignorarmi bellamente.
Metto l'anello in tasca, promettendomi che dovrò sparire il prima possibile.
Bussano alla porta e quando do il consenso di entrare mi ritrovo davanti una guardia.
X:”Mia Signora, Apollion richiede udienza.”
Non ho voglia di parlare con Apollion, so che può essere provato e so perfettamente che avrà una sfuriata da regalarmi in merito alla mia incapacità di aggiustare la situazione in quanto Regina.
Harper:”Cosa vuole?”
X:”Mia signora,  siamo senza un Comandante ed il Vice è morto, alla Milizia alcuni dei soldati si stanno battendo per aggiudicarsi il titolo. Sono morti sette uomini, per ora.”
Mi riferisce in modo meccanico.
Incredibile la capacità dei Demoni di essere assolutamente senza controllo se non vi è un qualcuno che li governi.
Harper:”Riferisci a Apollion che come Comandante metteremo Andras, il mio Consigliere, lui è qualificato. Mentre per il Vice… Hayden, si, così avrà più tempo libero.”
Annuncio, mettendomi seduta davanti a Lucifer.
X:”Ma… mia Regina, Apollion richiede la vostra…”
Harper:”Era un ordine.”
Chiudo lì la discussione e lui dopo essersi inchinato a me e a Lucifer se ne va, lasciandoci soli.
Il Re guarda le fiamme del fuoco tra i pensieri. Posso notare le fiamme danzanti nel riflesso dei suoi occhi, mentre la luce rossa gli carezza il volto regalandogli sfumature sensuali per quel suo viso perfetto. La bocca schiusa, segno che chissà quale ricordo sta attraversando la sua mente, i pochi che gli sono rimasti. Rimango però incantata, essendo abituata a vedere un Lucifer sempre nel pieno controllo di se stesso, con la mascella in tensione e le sopracciglia aggrottate. Lo guardo come se fosse un dipinto, contemplandolo e soffrendo allo stesso tempo. È frustrante quando sia vicino a me ma così tanto lontano, con il dubbio di qualsiasi azione. Vorrei provarci, a farlo innamorare nuovamente di me, ma sarebbe tornato punto e a capo, iniziare nuovamente un qualcosa di già vecchio in me, destinato poi a sparire qualora gli torni la memoria. Sempre se gli torna la memoria.
Lucifer:”Ti sento.”
Sussurra poi, guardandomi e facendomi sussultare. Per un'attimo penso che mi stesse leggendo il pensiero, quando poi, alza un sopracciglio.
Lucifer:”Il tuo sguardo… abbiamo gli stessi occhi, non capivo perché quando guardo qualcuno esso o abbassa la testa intimorito oppure avvampa come un'adolescente; con te ho avuto le dovute risposte.”
Harper:”Non so nemmeno io perché li ho così, in realtà.”
Confesso.
Lucifer:”Allora non è perché sei mia consorte. Anche tu hai qualche residuo Serafico in te?”
Domanda particolarmente interessato.
La curiosità di questa sua versione è alquanto appagante; assetato com'è di informazioni che starebbe ad ascoltarti per ore mentre tu gli consegni l'anima. Ma anche su questo punto non so se sia un bene o un male, se poi lui trovasse modo di ritorcerti tutto contro.
Harper:”Sai… quando sono caduta la prima volta per colpa di Michele beh sono diventata un mostro ma la mia parte angelica è rimasta. Rimanendo per metà Demone e per metà Angelo.”
Lucifer:”Interessante.”
Annuncia, assorto tra tanti altri pensieri.
Ogni informazione nuova la prende e l'analizza al meglio, apprendendo cose che solo lui sa.
Lucifer:”Non sarei mai intervenuto se Raymond non ti avesse aggredita.”
Confessa poi, facendomi sussultare.
Harper:”Era di questo che mi volevi parlare?”
E alla domanda lui annuisce, sincero.
Lucifer:”C'è una connessione profonda tra di noi, il legame del sangue è fortissimo e solo io so quanta fatica impiego per non saltarti al collo.”
Guarda per l'appunto il punto sotto al mio orecchio, dove affluisce più sangue e dove il nutrimento è maggiore.
Lucifer:”Quando mangio il sangue che i servi mi portano, non mi appaga, non mi soddisfa.”
Harper:”Mi stai dicendo che mi hai salvata solo perché vuoi il mio sangue?”
Alzo un sopracciglio.
Lucifer:”Non so perché l'ho fatto, ho sentito un qualcosa che mi spingeva a proteggerti, una rabbia primitiva e sadica invadermi le vene, e devo dire che ammazzare quei soldati mi è piaciuto un sacco.”
Quasi per un secondo sul suo volto aleggia un sorriso sadico, ma lo reprime subito, guardandomi senza espressione alcuna ma con la mascella contratta.
E no, di questa versione di Lucifer non ci si può fidare minimamente. Non ha il senso del controllo, non ha un legame con nessuno, se non con me, ma quanto può durare prima che reprime anche quello? Fare riferimento a lui per mettergli sul capo la Corona di Venere significherebbe dargli le chiavi per la distribuzione, infondo lui è quel Lucifer che pensa ancora ad innalzarsi sopra al Cielo di Dio, oltre le stelle, formando un regno tutto suo. Questo equivarrebbe alla distribuzione totale del tutto, per non parlare che c'è il forte rischio che la Corona rompa i sigilli di cui il Re è pieno e ciò scatenerebbe un potere tale che in mano alla sua parte diabolica e simbolo del male assoluto, porterebbe la morte di tutti. A fronteggiarlo non ci sarebbe nemmeno Michele, suo eterno rivale e pari.
Lucifer:”Hai paura.”
Constata, inclinando leggermente la testa e assottigliando gli occhi, guardandomi come per scrutarmi dall'interno.
Harper:”No.”
Mento, gonfiando il petto.
Harper:”Rimarrai chiuso in stanza, non posso più permetterti di uscire dopo gli ultimi avvenimenti. Verranno attivati dei sigilli già presenti nelle mura e nella porta cosicché tu non possa uscire e sarai sorvegliato ventiquattr’ore su ventiquattro.”
Mi alzo, andando alla porta.
Lucifer:”E questo me lo chiami non avere paura?”
Soffia, tra un sorriso amaro.
Lo guardo, uno sguardo pieno di rammarico e dolore. Io, costretta a fare questo a mio marito per paura che possa distruggere ogni cosa.
Harper:”Manderò ogni tanto Michele per farti fare compagnia.”
Annuncio freddamente, girandomi ed impugnando la maniglia della porta.
Lucifer:”E tu?”
Domanda pacato e fermo, prima che io possa aprire la porta.
Rimango bloccata per circa cinque secondi, le lacrime pulsano nei miei occhi ma le trattengo e un nodo in gola si forma all'istante. Esco dalla stanza senza dare una risposta, appena trovo delle guardie annuncio ciò che ho deciso per il Re e loro provvederanno a riattivare i sigilli e trovare qualificati per sorvegliare la porta. Appena mi ritrovo da sola, in un corridoio oscuro degli Inferi, lascio andare tutto il dolore. Lucifer deve essere rinchiuso ed io non posso più stare con lui. Ha dei ripensamenti molto facili, non posso permettere che mi uccida, non prima che io abbia trovato il modo per farlo tornare finalmente in sé. Forse tutto ciò è anche puro egoismo, atroce e ignobile  egoismo che mi porta a chiuderlo in quattro mura a costo di non soffrire più come sta accadendo da giorni e giorni. Oggi sarei morta se non fosse stato per lui, che ha ancora il sangue della Bestia nelle vene. Tutto perché?! Perché guidata da questo immenso e strano amore.
Amore è ciò che mi condanna ogni giorno, da quando ho rimesso piede in questo posto; Amore è ciò che mi istiga alla falsa risolutezza, tentare di avere tutto sotto controllo quando poi colui che voglio non c'è più. Amore è ciò che ti porta a fare mille scelte sbagliate, perché Amore è un ignobile ed effimero giocatore che se riesce a vincerti con un tris di cuori, ti logora dall'interno. Ma Amore può essere domato, sacrificandoti giorno dopo giorno, fino a quando il bruco che è Amore si trasforma nella bellissima farfalla che congiungerà i due cuori.

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