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Capitolo 49 - La Storia su Demangelus

Canzone:
Imagine Dragons - Monster
Harper
Mi svegliai dopo due giorni a detta di Apollion. Quando aprii gli occhi sapevo che qualcosa non andava.
Ero nella mia stanza, la mia vecchia stanza che mi ero promessa di non metterci più piede da quando Legione andò a vivere lì.
Tutto era estremamente come mi ricordavo, ricordi balenarono galoppando e in un primo momento pensai che tutto quello era un sogno, che io stavo svolgendo il mio incarico di Principessa e che tra non molto un Lucifer spazientito mi avrebbe chiamata per la colazione.
Ma è quando vidi Belial entrare distratto in camera mia, con una faccia distrutta e logorata da un dolore emotivo, che mi dissi che non era possibile che uno dei consiglieri si prendesse la briga di entrare senza alcun riguardo, in special modo in quelle condizioni.
Appena mi vide trattenne il respiro e mi guardò come se un raggio di luce avesse illuminato la stanza, mi corse incontro e mi abbracciò, sussurrando che almeno io mi ero svegliata finalmente.
Harper:"Lucifer... come sta? Dov'è?!"
Mi affrettai a dire, sentendo la presa del demone farsi sempre più leggera su di me, come se gli fosse caduto un masso addosso.
Belial:"Vieni..."
Sussurrò però lui, prendendomi la mano e andando verso la porta.
Mi sentivo debolissima e le gambe tremavano, mentre un orrenda sensazione balenava nel mio stomaco, facendolo contorcere dal dispiacere.
Attraversammo il corridoio e Belial prima di aprire la porta, fece un sospiro profondo, come se gli facesse male.
La prima cosa che vidi fu Lucifer, solo e solo lui.
C'erano parecchie persone lì dentro, ma non mi importa, vedevo lui, steso sul letto con delle flebo di sangue attaccate, respirava a fatica, si sentiva, ed era a petto nudo, magro e sciupato.
Sbattei le palpebre più e più volte, assicurandomi che quella vista fosse giusta e inquadrata perfettamente.
Corsi da lui e ignorai le proteste delle infermiere di non toccarlo, non mi importava più di tanto, volevo stringerlo, sentire il suo odore e così fu, solo che non c'era la sua voce di sottofondo e il polso regolare a cullarmi, c'era silenzio da parte sua e un cuore debole che batteva.
Scoppiai a piangere e non mi fermai finché Apollion non dovette intervenire, prendendomi dalle spalle e staccandomi da quello che sembrava il corpo quasi senza vita di Lucifer.
Abbracciai lui e lo strinsi forte tra le lacrime, mentre lui stringeva me e mi accarezzava i capelli, sentivo tanto dolore e tanta paura, non riuscivo assolutamente a realizzare il tutto, che poi, cosa dovevo realizzare ancora non lo sapevo.
Harper:"Che ha?! Perché sta così?!"
Sbottai stringendomi alla sua camicia, ormai bagnata dalle lacrime.
Apollion:"È in una sorta di coma..."
Sussurrò ed io sussultai, guardandolo confusa.
Harper:"Impossibile, noi demoni non andiamo in coma, possiamo rigenerarci e sopravvivere a meno che non ci uccida un'arma benedetta cosa che a lui non è..."
Iniziai a parlare a macchinetta, più per distrarre la mia mente da quella situazione che perché volessi veramente spiegare una cosa che già sapevano tutti, ma Apollion mi bloccò.
Apollion:"Harper... smettila. Questa situazione è un po' diversa ecco. Vedi, noi possiamo rigenerarci ovvio, ma nessuno può rigenerare il diamante."
Sussurrò in modo tale da far sentire solo a me, anche se le infermiere erano troppo impegnate a preparare l'acqua per lavare Lucifer.
Harper:"Ma perché tutto gira attorno a quello stupido oggetto?! E perché queste donne devono lavare mio marito?! Toglietegli le mani di dosso."
Ringhiai le ultime parole, cosa che le fece sussultare e arretrare, ormai avevo perso ogni briciolo di razionalità ed eloquenza, ero solo tanto confusa e angosciata, cosa che non mi portava a pensare.
Apollion:"Vieni, forse è meglio se parliamo in un posto un po' più tranquillo."
Annuì e lo seguì, lanciando un'ultima occhiataccia alle infermiere che sudarono per un momento freddo.
Arrivammo al corridoio e non facevo altro che guardarmi ovunque, mi mangiai persino le unghie dall'agitazione e la gamba tremava, ero a mille ed avevo paura, inoltre le lacrime non avevano intenzione di fermarsi.
Apollion mi prese per le spalle e mi costrinse a scontrare i miei occhi con i suoi, cosa che mi fece imbambolare subito, vedere gli occhi di Apollion distrutti, stanchi, non mi ero soffermata molto a guardarli prima, ma sembravano soffrire più di ogni altra cosa al mondo, ed io mi sentì una merda, dovevo pensare anche a lui in questo momento, come del resto al regno, ma invece pensavo solo a me stessa.
Apollion:"Il problema del diamante non è ancora stato risolto, con Lucifer senza sensi il diamante e gli Inferi sono deboli, dovrai ravvivare il fuoco ogni tre giorni, sennò moriremo tutti, Lucifer per primo. Ragazza mia, adesso sei Regina, anzi, sei la Regina, ti prometto che ti sarò vicino e che tutti faremo del nostro meglio per farlo, ma tu non crollare, non ora. Prenditi qualche ora, poi vai ad indossare la tua corona e facciamo di tutto per trovare Demangelus e spaccargli il culo, ok?!"
Disse il tutto con determinazione, lo vidi forte, ma estremamente debole, con quei suoi occhi ancora fissi nei miei e con quelle labbra che si muovevano senza accennare a nessuna emozione, era vuoto, come lo ero io, ma non per questo si dava per vinto.
Harper:"No Apollion. No ok."
Dissi aggrottando la fronte e guardandolo con risolutezza.
Apollion:"E come?"
Mi chiese aggrottando le sopracciglia e confuso.
Harper:"Intesi."
Sorrisi e lui dopo un po' fece altrettanto, stringendomi in un abbraccio e lasciandomi andare.
Apollion:"Prenditi qualche ora, io torno dentro."
Annunciò entrando di nuovo dentro la stanza ed io mi abbandonai ad un ultima lacrima, ed è allora che capì che tutto era perduto, per me, tutto.
Ma fu quando mi ricordai di quel pazzo di Emachiele, che mi illuminai, scattando in una corsa verso la mia stanza, così a perdifiato, letteralmente.
Arrivai nella stanza con il fiatone e raggiunsi frettolosamente il comò, aprì il primo cassetto e iniziai a rovistare come una forsennata, scaraventato tutto ciò che si trova al suo interno, quando poi, lo vidi.
Harper:"Eccolo!"
Gracchiai tra il fiatone e il vittorioso, prendendo il piccolo libro rilegato in pelle, con al suo interno pochissime pagine. Mi sedetti sul letto e non persi tempo ad aprirlo, iniziando a leggere.

La leggenda dell'innominabile:
All'inizio dei tempi, quando il Figlio dell'Aurora era ancora il Figlio Prediletto e svolazzava felice tra le nubi bianche del Paradiso, un potere giaceva in lui, un potere grandissimo, minimamente paragonabile al suo di tutt'ora.
Lucifer e Michele, fratelli perfetti, l'uno con le ali oro, l'altro d'argento, avevano poteri oltre l'inimmaginabile.
Loro, indivisibili come non mai, legati da quella linea sottile che li rendeva unici, ma adesso in combutta, per la sporca mente del Primo Creato.
Tali poteri furono dimezzati al momento della caduta, ma in pochi conoscono il perchè.
Quando Lucifer cadde, provò un dolore tremendo, passò un periodo in combutta con se stesso, combattendo con le sensazioni nuove e soffrendo per i nuovi poteri, il nuovo aspetto. In lui scorreva un potere inimmaginabile e sapeva benissimo quale fosse il problema: le sue ali.
Allo stesso tempo, Michele soffriva ogni giorno di più per la perdita del fratello, partì e nessuno conosce con precisione il luogo da lui occupato per lungo tempo.
Lucifer e Michele sono sempre e saranno sempre uniti da una sottile linea che li porterà a sapere sempre e comunque cosa l'uno sta provando in un momento e cosa l'altro sta provando in quel momento, quindi, soffrivano insieme, entrambi, chi se ne fregava dell'altro e pensava ai dolori di se stesso e chi soffriva per entrambi.
Tali dolori non facevano bene nè a l'uno e nè all'altro, quando un giorno, era diventato troppo per entrambi.
Continui fattori scatenanti, generarono un distacco dell'essenza di tutti e due gli Esseri Supremi, le quali si trovarono e si unirono in un punto remoto dell'universo.
Il colpo di grazia fu quando il Portatore di Luce, si tolse le sue ali candide, facendo spazio a quelle nere.
Quel fattore, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Nello stesso momento, Michele sentì lo stesso dolore e in preda ai sentimenti e alla preoccupazione, ecco che successe.
Questi generarono una figura, un uomo, bellissimo ma in continuo contrasto.
Inutile dire che la parte di Lucifer fece il suo meglio.
L'essere, accecato dalla voglia di prendere possesso dei due mondi, non perse tempo ad attaccare i fratelli, ma questo accadde dopo molti secoli, dove Demangelus vagò per l'universo in un limbo di pensieri, capendo cosi tanto che perse la ragione e un giorno, aprì gli occhi per la prima volta, deciso ad attaccare.
Ci fu una guerra durata secoli, dove alla fine Lucifer e Michele dovettero stipulare un patto di tregua per unire le forze, che non bastarono.
Fecero una decisione drastica, con il vincolo della tregua, nessuno dei due leader poteva spezzarla, sennò avrebbe pagato con la morte.
Con il permesso del Divino, Michele prese la Corona di Venere, custodita nella Sua dimora e la diede a Lucifer, che a malincuore potette usare solo una volta.
Evocando il potere della Corona, Lucifer riuscì a fermare l'ibrido, condannandolo in un limbo infinito, ma, non tutto è per sempre e un giorno si risveglierà, assetato di vendetta e di potere, lancerà una maledizione ai due mondi e nessuno tra Lucifer e Michele potrà fare qualcosa per fermarlo, un'altra corona avrà questo incarico, la corona più giovane.

Lessi quelle righe sgranando poco a poco gli occhi, collegando per un momento la mia stessa situazione avvenuta mesi prima, quando Anna intuì che io avessi due essenze nel mio corpo e provocò continuì fattori scatenanti per tirarla fuori.
Ed ora che ci penso, il ragionamento non fa una piega, Lucifer soffriva per l'immenso dolore che provava, Michele perchè perse suo fratello, insomma, da loro stessi è nato quell'essere.
E allora non mi stupisce minimamente che Demangelus sia così potente, dato che prima i poteri di entrambi erano oltre l'inimmaginabile, oltre l'ignoto e potevano distruggere il tutto se necessario, non che ora non possano farlo, ma con un po' più di impegno.
E come potevamo mai fare una cosa del genere insomma? Come potevano sconfiggere Demangelus con Lucifer fuori uso, di certo non posso indossare la Corona di Venere io, come nessun altro, può essere indossata solo da Lucifer, solo ed esclusivamente da lui.
Ed ora però, eccomi qui, a un mese dall'accaduto, sopra il mio trono, a dare ordini a destra e a sinistra.
Sono debole, debolissima direi, il fuoco che ogni tre giorni devo dare al diamante mi sta distruggendo poco a poco.
E poi di Demangelus non si è vista nemmeno l'ombra, per non parlare del mio Lucifer, ancora in coma, mentre Michele non è da meno, anche se gli Angeli non mi stanno dando particolari precisi su di lui.
Sono distrutta, sporatutto emotivamente, ogni sera passo nella stanza in cui Lucifer risiede e mi siedo accanto a lui, lo accarezzo, piango, gli chiedo disperatamente di svegliarsi e di combattere insieme a me questa guerra, ma l'unica cosa che è capace di fare è respirare, fare respiri profondi, come per ricordarmi che lui c'è.
Non so per quanto tempo io posso ancora farcela, sinceramente non ne ho idea, posso solo sperare che prima o poi, qualcosa si risolva, perchè se non fosse per i Consiglieri e la mia famiglia, sarei già morta per mano di un suicidio.

👿Angolo Autrice👿
Spero vi piaccia.
Commentate e votate, grazie.
Baci Mary 😘

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