Capitolo 29 - Lunghe Conversazioni
Canzone:
Dean Lewis - Be Alright
Harper
Non dissi nulla a nessuno quello che era successo, anche perchè non avrei saputo che dire, quali immaginarie giustificazioni. Tennì per me il rancore e incontrai Astaroth per l'allenamento mattutino, ma la mia mente gravitava altrove. Pensavo alle sue parole, ai suoi gesti.
Non mi resi conto di quello che stessi facendo, finchè Astaroth mi colpì con forza e l'impatto mi mandò gambe all'aria.
Harper:"Cazzo Astaroth, potresti colpire più piano?"
Astaroth:"Tu invece dovresti essere più presente...!"
Harper:"La fai facile tu."
Si accovacciò accanto a me.
Astaroth:"Mia cara, i problemi che affolano la tua mente non devi mai portarli in battaglia. Rischiano di ucciderti."
Harper:"Sei esperto?"
Il suo sguardo si incupì, non che Astaroth fosse un tipo sorridente però in quel frangente si fece triste o così mi parve.
Astaroth:"Vedi la cicatrice che mi sfigura il volto?"
Annui.
Astaroth:"Io sono l'esempio di ciò che ho detto. Tu sai meglio di me cosa voglia dire essere destinato a qualcosa che non comprendi o che non vorresti sono perseguitato da fantasmi peggiori dei tuoi."
Harper:"Che tipo di fantasmi?"
Astaroth:"Oh fantasmi orribili e crudeli."
Harper:"Anche tu eri un'angelo prima di tutto questo. Nostro Padre non ti fece dono di una Compagnia?"
Astaroth:"Io non ero un Arcangelo. Ero un semplice angelo. Potevo scegliere la Compagna che più preferivo. Ma non lo feci mai. Non ero interessato. Ed ora le cose si sono complicate."
Harper:"Perchè?"
Astaroth:"Perchè Mio Padre mi ha punito, per ciò che ho fatto tanti secoli fa. Non posso legarmi a nessuna finchè non arriverà colei che mi libererà dai miei tormenti."
Gli misi una mano sulla spalla.
Harper:"Un giorno arriverà anche lei."
Non fece in tempo a rispondermi che Belzebù entrò nella raduna, accompagnato da altri demoni.
Belzebù:"Harper. Ma che bello vederti."
Mi guardava come se fossi cibo.
Harper:"Credo che io e te non abbiamo altro da dirci."
Si mise a ridere.
Belzebù:"Tu pensi Harper? Io invece ho tante cose da dirti. Tipo come hai fatto a resuscitare. Questo è un vero miracolo. Oppure devo presumere che Lucifer mi abbia mentito. E quello sarebbe più grave. I miei sudditi non sono contenti."
Sapevo che Belzebù odiava essere contraddetto o deriso e io feci esattamente ciò che odiava di più.
Harper:"I tuoi sudditi? Non saranno mai i tuoi. Esiste un solo Signore dell'Inferno ed è Lucifer. Tu rimarrai sempre la sua ombra. E arriverà un giorno, non troppo lontano in cui io e te ci scontreremo e non vedo l'ora...!"
Si mosse verso di me, mi prese tra le dita una ciocca di capelli sfuggita dalla coda, mi guardava attentamente, quasi bramoso.
Belzebù:"Perchè sei così ostile? Così bella da togliere il fiato, persino i tuoi occhi hanno un'altro colore e le tue labbra rosse; potresti avere tutto ciò che vuoi se non mi respingessi sempre."
Lo guardai fisso, senza muovermi.
Harper:"Io non ti sono ostile."
Cercai di avere di tono profondo e sensuale.
Harper:"Io ti disprezzo e vorrei vederti morto. Ma l'ostilità no."
Ritrasse la mano, come se fosse stato morso da un serpente e se ne andò seguito dai demoni che si portava appresso.
Harper:"È davvero un verme."
Astaroth mi dette una scrollata.
Astaroth:"Arriverà anche il suo momento, adesso però continuiamo."
Passammo tutto il pomeriggio ad allenarci finchè non mi diede il permesso di ritirarmi.
Fortunatamente, non avevo avuto inviti per la cena, quindi mi sarei riposata nella mia stanza. Era un bene non sedermi a quella tavola, non avrei retto certo un'altro confronto. Tornai tranquillamente al castello, ma sbagliai la strada e mi ritrovai da tutta altra parte, forse immersa nei troppi pensieri. Mi accorsi all'ultimo di dove fossi capitata.
L'ufficio di Lucifer era proprio in quel corridoio e casualmente passai proprio davanti alla sua porta che vidi socchiusa e mi permise di osservare il suo interno.
Mi arrivarono delle voci concitate, una era di Lucifer, inconfondibile; l'altra doveva essere di una donna, non la riconobbi finchè non entrò nel mio campo visivo.
Judith:"Lucifer perchè?"
Lucifer:"Perchè cosa?"
Judith:"Perchè lei è qui? Avevi detto che era morta. Tutti lo hanno pensato. Hanno visto il suo sangue imbrattare il pavimento. Hai mentito a tutti, a me a Belzebù. La devi cacciare. È ritornata nelle nostre vite..."
Lo sentì soprirare.
Lucifer:"Le nostre vite? Io e te non abbiamo una vita; lei è qui perchè ha scelto la caduta, ok non è morta. Mi sarò sbagliato. Non posso cacciarla è una mia suddita; poi cosa ti fa pensare che io voglia cacciarla?"
Judith faceva avanti e indietro, mi sembrava strana, diversa per lo meno. La bella ragazza che avevo visto nella foto era stata sostituita da una donna molto più vecchia, stanca e la gravidanza non sembrava aiutarla.
Judith:"Ieri sera dove cazzo sei stato? Mi hanno detto che eri ubriaco e ti aggiravi per i corridoi delirante."
Lucifer pareva annoiato.
Lucifer:"Da quando ti interessa quello che faccio? Mesi fa mi avresti visto volentieri morto. Cosa vuoi Judith? Ti ho liberata da qualsiasi impegno nei miei confronti, mi sono preso un'amante, ti ho proclamato Regina, ho riconosciuto il tuo bastardo. Che altro vuoi?"
Lei sembrava sul punto di piangere.
Judith:"Mi hai usata, in tutti i modi in cui si può usare una persona, se siamo arrivati qui è colpa tua...!"
Lo vidi comparire davanti a lei, era furioso, incazzato come una bestia.
Lucifet:"Tu hai voluto essere ciò che sei ora. È tua la colpa, una donna inutile, sei diventata o forse lo sei sempre stata. Se sei qui è grazie a te stessa. Io ho solo accelerato la situazione."
Judith:"Io posso sopportare Legione... ma lei no..."
Lucifer:"Lei rimane, non c'è nulla da discutere, nulla che tu possa fare, questa conversazione è chiusa. Ora vai."
Mi allontanai prima che qualcuno potesse vedermi, ma non mi defilai abbastanza velocemente.
Judith:"Che ci fai qui?"
La guardai, mi fece pena: il suo sguardo sembrava vuoto, i suoi capelli biondi le ricadevano spendo davanti; il suo ventre era promenente, la sua pelle era bianca come la morte. L'abito nero la faceva sembrare un demone. Chi era quella donna? Che le era successo?
Judith:"Ripeto... cosa ci fai qui?"
Harper:"Niente, ho solo sbagliato strada!"
Feci per andarmene, prima che l'incontro degenerasse.
Judith:"Ferma...!! Ti sei dimenticata di chi hai di fronte?"
Rimasi qualche secondo immobile.
Judith:"L'inchino... devi portare rispetto alla tua Regina!"
Harper:"Judith. Avanti non fare questo gioco? Stai giocando alla Regina invisibile."
Judith:"Non osare. Non ti permetto di insultarmi...!"
Harper:"Io non ti ho insultata. Ho solo detto la verità."
Forse non avrei dovuto, ma mi avvicinai a lei, non so perchè lo feci.
Harper:"Perchè mi odi così tanto?"
Judith:"Ti odio perchè hai rubato il mio futuro, per tutta la vita mi sono preparata per questo momento, per anni mi hanno allevata a ricoprire questo ruolo; ma poi sei arrivata tu e gli hai rubato il cuore e questa cosa mi tormenta."
Vedevo scendere le lacrime, era distrutta, per un'attimo mi sentii responsabile.
Ma sbagliai abbassai la guardia e fu una pessima idea, colei che un tempo era stata una persona fidata si era trasformata in una donna che mi odiava al punto di volermi uccidere. Non la vidi muovere il braccio, e non mi accorsi che tra le mane teneva un pugnale, ebbi l'accortezza di scansarmi appena in tempo ma la lama mi sfiorò il braccio, sembrava impazzita, fendeva l'aria con foga, finì a terra e ci mancò poco che mi infilzasse. Ma qualcuno la immobilizzò e le tolse il pugnale. Lucifer ci aveva sentite ed era accorso. Quando lui mollò la presa lei si buttò a terra, strepitava, batteva i piedi a terra.
Lucifer:"Guardie portatela via."
Due guardie arrivarono prontamente e la trascinarono via, le sue urla riecheggiavano per tutto il corridoio. Lucifer si accovacciò accanto a me, soppesando i danni. Ma stavo bene a parte la ferita al braccio.
Lucifer:"Vieni."
Lucifer mi prese per il braccio sano e mi condusse nel suo studio, opposi un po' di resistenza ma mi bastò un'occhiata e lo seguì.
Lo studio era in penombra, piuttosto grande anch'esso con le pareti in mogano, una bella scrivania intagliata, una libreria enorme, statue e vasi antichi.
Mi fece sedere su un divano in pelle marrone e mi guardò attentamente il braccio.
Lucifer:"È solo un graffio, si rimarginerà presto."
Ero ancora frastornata.
Harper:"Sono stata stupida."
Lucifer:"Non potevi saperlo. Ha perso qualche rotella. Ma stalle lontano, o la prossima volta ti farà a fette. Meglio per la tua incolumità."
Harper:"Non avrei dovuta provocarla."
Lucifer mi toccò la spalla come per consolarmi.
Lucifer:"Ha scelto la sua strada. L'odio è facile da far crescere, il perdono no."
Già.
Harpet:"Era così turbata. Sembra stare male."
Lucifer:"Capita, quando nel ventre porti un piccolo mostro."
Fu in quel momento che mi guardò, era così tormentato, stanco ma talmente bello che le parole affiorarono come un fiume in piena.
Harper:"I occhi mi hanno sempre ossessionato. Li ho sempre sognati. Assurdo vero? Quando li guardo mi viene in mente il cielo durante un temporale, terrificante ma allo stesso tempo affascinante. Ogni tanto quelle nubi dense si aprono e uno spiraglio di sole si affaccia."
Lui mi abbraccia alla sprovvista. Io ricambio l'abbraccio. Ma l'incantesimo terminò, qualcosa si ruppe e lui si scostò bruscamente.
Lucifer:"Vai."
Harper:"Lucifer... io non volevo..."
Aveva rialzato quella barriera, insormontabile, un muro freddo come i suoi occhi.
Lucifer:"Prima o poi dovrai capire, che c'è qualcuno che ti ama non per ciò che possiedi ma per ciò che sei."
Lui mi dava le spalle, cercando di ricomporsi.
Lucifer:"Io sono destinato a non provare amore per nessuno."
Quanto era tormentato.
Harpet:"Il tuo problema è che non ti basta mai quello che hai! Tu vuoi sempre di più."
Lucifer:"Io volevo solo te niente di più e non solo ti odio per il tuo tradimento... ma odio me stesso per averti fatto diventare come me!"
👿Angolo Autrice👿
Spero vi piaccia.
Commentate e votate, grazie.
Baci Mary 😘
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