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Capitolo 15 - I Cuori Si Spezzano

Canzone:
NF - Paralyzed
Harper
Fu l'interpretazione migliore della mia vita, talmente credibile che Belzebù mi credette così come tutti gli altri; da amata a disprezzata il passo fu breve. Da libera a segretata nuovamente nelle mie stanze. Sapevo di non poter tornare indietro, quello che avevo fatto mi apriva due strade: una punizione esemplare o la morte.
Qualcosa cambiò, la reggia era in fermento, cambiamenti stavano avvenendo e io dovevo rimanere impotente dinanzi ad essi. Ero consapevole che io sarei stata la protagonista mio malgrado, e nessuno mi sarebbe venuto ad aiutare quella era una certezza.
Quella stessa notte una guardia, mi prelevò dalla mia stanza, senza nemmeno guardarmi mi fece uscire e mi condusse lungo i corridoi desolati. Drappi neri erano stati appesi alle pareti ad oscurare le variopinte vetrate che al mio arrivo mi avevano abbagliata, le torce appese alle pareti irradiavano una luce strana; l'atmosfera era pesante e lugubre.
Giungemmo di fronte alle porte della sala del trono; ammetto che ero spaventata, le gambe tremavano ma cercai di rimanere impassibile. Sapevo che quel giorno sarebbe arrivato, come avevo predetto per Belzebù eravamo tutti sacrificabili me compresa. Le porte si aprirono e notai subito che ampi cambiamenti erano stati apportati, avanzai lentamente; solo il rumore dei miei tacchi sul marmo accompagnava la mia entrata. Lungo le pareti figure incappucciate di nero mi osservavano, poi il mio sguardo si posò sull'immensa figura seduta sul trono. 

Non credetti ai miei occhi, lui era lì di fronte a me, come un sogno. sedeva immobile, l'armatura di metallo nero catturava le luci delle candele, il mantello rosso lungo fino ai piedi, così in contrasto con tutto il resto. Il suo volto cesellato nel marmo più pregiato, da sapienti mani di artista; negli occhi di quel grigio profondo infuriava una tempesta , che avrebbe distrutto ogni cosa e io sarei stata la prima. 
Belzebù:"Harper."
Belzebù sbucò alle spalle di Lucifer, il serpente mostrava le sue sembianze. Mi destai da quel torpore che mi aveva accompagnata e finalmente vidi Judith seduta al fianco di Lucifer, e il suo sorriso trametteva vittoria e ne aveva tutte le ragioni. Lui aveva creduto alle parole di Belzebù, era fin troppo evidente; quella era la peggior punizione essere considerata una traditrice dall'uomo che credevo mi volesse bene.
Belzebù:"Harper, ti abbiamo chiamata perché il nostro Sovrano ha qualcosa da dirti."
Lucifer scese elegantemente i gradini, scostò il mantello con un unico movimento; avanzò verso di me, puntando il suo sguardo glaciale sul mio viso. Pochi passi ci dividevano.
Lucifer:"Sono indeciso se concederti una morte veloce o se fustigarti fino a che non invochi pietà."
Mi sentì morire.
Harper:"Tu gli credi? Non mi dai il beneficio del dubbio?"
Non vidi lo schiaffo arrivare, non me ne resi conto finchè la sua mano colpi la mia guancia con tale forza che il mio corpo cadde come se fosse stato privato della linfa vitale.
Lucifer:"Non sfidare la mia pazienza. Mi hai tradito, e ora grazie a te il figlio di quella puttana siederà un giorno sul mio trono. Cosa mi impedisce di farti del male."
Harper:"Tu me ne stai già facendo, credendo alle sue parole, aggredendomi fisicamente. Mi hai già spezzata. Che altro vuoi farmi?"
Mi guardò con disgusto, altra lama piantata nel petto. 
Lucifer:"Oh no Harper, non hai ancora assaporato il piacere di vedere la bestia. Non hai visto l'Inferno che giace in me."
Harper:"Tu ti sei creato il tuo Inferno. Sei tu che lo vuoi. E non cambierai mai, ti fai soggiogare da quel bastardo, vuoi sempre credere a ciò che ti conviene. Nostro Padre aveva ragione, non si può rendere umano un mostro."
La mia dignità era ferita, io mi sentivo ferita. In quel momento cercai di dimenticare ogni gesto, ogni parola spesa per me. Voleva odio, glielo avrei dato. Io che mi ero sacrificata per lui, in quel momento Lucifer era accecato dall'odio. Ma avevo avuto un barlume di speranza, avevo creduto per un'attimo che mi avrebbe guardato e avrebbe creduto alle mie parole, che venisse da me e che mi chiedesse delle spiegazioni. Non lo fece.
Mi afferrò per i capelli, stringendo forte, tirando il cuoio capelluto; abbassò il viso su di me.
Lucifer:"Brava, sei molto intelligente Harper. Cosa me ne faccio di te? Non hai nulla da dare. Ma ricorderò con piacere quei momenti passati insieme e ne farò tesoro."
Marcò l'ultima frase, sapendo quanto male mi stava arrecando, ma se pensava che avrei pianto lacrime amare di fronte alla corte o a lui si sbagliava, l'esperienza mi aveva temprato a sufficienza per impedirmi di cedere. 
Gli graffiai il viso con le unghie, segnando la sua pelle perfetta, mollò la presa sui miei capelli. Cercai di sgusciare via ma mi prese per il collo.
Lucifer:"Vattene Harper o giuro che ti ammazzo seduta stante e credimi potrei gioire di vedere il tuo sangue imbrattare il pavimento."
L'amore può diventare disprezzo è così semplice, basta una parola un gesto e tutto si rompe, l'amore è fragile. Estrassi il pugnale che avevo sapientemente nascosto e lo puntai al fianco. Un eco di stupore si diffuse.
Harper:"Magari sarò io a imbrattare il pavimento del tuo sangue." 
Afferrò la mia mano e premette il pugnale proprio sul punto esatto in cui l'armatura lasciava il fianco scoperto.
Lucifer:"Non sai quello che stai facendo. Non hai idea di ciò che sei, ti sfido Harper a premere la lama nella mia carne e assistere al miracolo del tuo Dio."
Mi paralizzai dal terrore per quella richiesta inusuale. Non mi stava prendendo in giro, voleva davvero che lo infilzassi. Nell'incertezza del momento reagì troppo tardi e Lucifer spinse la mia mano, il coltello affilato entrò nella sua carne con una facilità che mi fece tremare. Ma ciò che mi spaventò fu sentire un liquido caldo colare dal mio fianco. Abbassai lo sguardo e vidi il mio sangue macchiare la mia veste nera e riversarsi in piccole gocce sul marmo. 
Lo stesso fianco di lui.
Lo stesso dolore sordo che lui provava lo provavo io.
Lucifer:"Visto Harper? Questo non è un miracolo? Siamo fatti della stessa carne, delle stesse cellule, delle stesse identiche sostanze. Io non posso ucciderti, tu non puoi uccidere me. Vedi che fa il tuo Dio? Ti ha legata a un'uomo che ti ha usata, che ti odia, ti disprezza. Ora domanda al tuo Dio perché lo ha fatto."
Estrasse con forza il pugnale dalla sua carne, e quando lo fece sentì la lama uscire dal mio corpo e il sangue sgorgare copiosamente. Caddi in ginocchio ai suoi piedi.
Lucifer:"Nessuno distrugge ciò che Dio crea."
La vista si annebbiò e caddi in un sonno simile alla morte. Sentì quel dolore infrangere il mio cuore e la mia anima. Provai l'odio che provava lui, il disprezzo e il disgusto.
Quanto tempo passò non lo so. La morte aveva lasciato il posto alla vita, la nausea e il forte mal di testa non lasciavo scampo, le palpebre pesanti si alzarono e una fievole luce mi permise di mettere a fuoco ciò che mi circondava.
Olivia:"Si è svegliata."
Quella voce. Mi voltai per trovarmi il volto di Olivia. Ma che era successo?

👿Angolo Autrice👿
Spero vi piaccia.
Commentate e votate, grazie.
Baci Mary 😘

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