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Capitolo 18

La musica mi stava perforando i timpani,vedevo solo luci.
Tante luci,troppe.
Si muovevano veloci,come saette,erano colorate e accecanti ma tra di loro prevaleva quella rossa.
Ero seduta ad un tavolo posto in un angolo mentre Susan al mio fianco rideva guardandosi le mani impolverate di una sostanza granulata. Non sapevo neanche il perché ero finita in quel luogo e non riuscivo a far prevalere il mio subconscio in quel casino più totale

-Tieni-aspirò la rossastra porgendomi una birra bionda

-Okay-farfugliai tendendo la mano che fremette a tale contatto

-Dopo ti faccio conoscere maria-biascicò facendo spallucce

-Maria?-

sapevo cosa intendeva ma non avevo via di fuga,non sapevo come fuggire da quel luogo,da lei e sopratutto da quella bramosa voglia di provare e conoscere

-Si-rise di gusto portandosi il palmo della sua piccola e poco curata mano sul ventre -Vedrai ti piacerà- schiuse le palpebre continuando da dove si era interrotta

--

Sentii un dolore lancinante colpirmi di botto scolata l'ultima goccia sul fondo della bottiglia. Notaii due dita intrecciate portarmi un filtro è una cartina rollate e ben ordinate su per la bocca

-Dai su prova-mi incitò Susan schiudendo le labbra

-Devo proprio?-accigliai cercando di mantenermi metaforicamente il diaframma che premeva

-Dai su-strattonò l'oggetto -Sennò lo faccio io- strizzò le palpebre ghignando

-Va bene-balbettai schiudendo le labbra che fremevano e imploravano di essere chiuse,serrate

1,2,3 espira,aspira

-Ecco adesso,falla tua-incitò la rossastra sogghignando -Spegni tutto,lasciati andare,non pensare-schiuse le palpebre come se fosse una spugna,provava lei al mio posto,sentiva lei tutto quello del quale io invece mi sentivo completamente distaccata,disconnessa

-Basta-gemetti strabuzzando le orbite arrossate -Me ne vado-sputai alzandomi di punta dal divanetto ormai diventato troppo stretto per contenere tutte le mie paure

Avevo il capo chinato e i ciuffi che mi ricadevano sulla fronte sudata,le suole delle mie vecchie vans battevano sull'asfalto scuro che sembrava rispecchiare il mio essere in quel momento.
Mi ero sporcata,ero diventata l'ombra,ero diventata l'oscurità.
Delle gocce amare cominciarono a cadere sulle mie gote creando solchi poco profondi per essere paragonati al solco che era scavato nel mio cuore,nella mia anima

-Shenly-un timbro familiare fece un suono soffocato nella mia mente offuscata -Hey Shenly-delle braccia possenti strattonarono la presa sulle mie spalle -Shenly-gridò l'individuo alzandomi coi polpastrelli il volto trucidato

-Liam-biascicai strizzando le palpebre

Non doveva avvicinarsi troppo,dentro di me c'era il buio,il posto dove i miei demoni si nascondevano e lui doveva salvarsi

-Oh mio Dio Shenly-deglutì con un cipiglio -Ma cosa ti è successo-passò i palmi umidi lungo quelle lacrime troppo pesanti sul mio volto così inesistente

-Liam-soffocai quelle quattro sillabe fino a cadere come un corpo morto lungo la sua spalla poderosa

-Andiamo a casa-tese le braccia per poi sollevarmi le gambe

---

-Shenly-un caldo sospiro mi sfiorò il lobo

schiusi le palpebre ancora troppo pesanti,una sagoma robusta era immobile davanti a me

-Ma?-schiarii la voce flebile

-Come va?-la sagoma prese forma

-Liam-gridai -Cosa ci fai qui?-alzai di fretta il busto disteso torcendo il capo all'indietro verso la spalliera -Oh mio Dio- portai le mani sul viso ancora assonnato

-Shenly calma- ridacchiò di gusto -Ieri ti ho portata io a casa- biasciò

-Ma cosa?-sbarrai le orbite imprecando

-Stavi male-schiuse le labbra sedendosi ai piedi del letto -E ti ho portata a casa,mi hai chiesto aiuto ed io ti ho aiutata- portò le braccia al petto lineare e stretto in un morbido cappotto di velluto beige

-Io stavo male?-ammiccai

-Si-sentenziò -Uscivi da un certo 'The Secret Circle',avevi le pupille arrossate e piangevi-sospirò

In quel momento una serie di immagini cominciarono a scorrere come pioggia,veloci e a raffica nella mia mente ottenebrata,chiusa che si era rifiutata di sentire,di provare
Mi ero smarrita.

-Susan-gemetti biasciando

-Susan Morrison?-accigliò Liam -Quella della 5?- continuò

-Non lo so-sospirai-So solo che ha i capelli rossi come una lingua di fuoco,e gli occhi verdi non come la speranza,ma come il pessimismo- mugolai

-Ho capito-sobbalzò corrugando la fronte -Io le spacco la faccia a quella stronza- strinse i pugni inspirando la mascella calcata

arrancai giù dal letto per raggiungere la sua figura tesa

-Liam,-deglutii -Ti amo-allargai leggermente le dita affusolate su quel volto ruvido

rilassò mascella-Anche io-sospirò stringendo i polpastrelli stretti lungo i miei fianchi -Scusami per quella sera-deglutì

-Non importa-schiusi le labbra premendole sulle sue

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Cloe's Pov

-Signorina Mc'Onell posso uscire?- allungai il braccio marcando il tono

-Ma certo Olsen-annuì con un sorriso lineare

La signorina Mc'Onell era la mia insegnante di matematica.
Alta,slanciata,rughe e sorriso lineare doveva essere sulla sessantina e lo si capiva dalla sua tosse grassa che spesso accompagnavano le incognite x ed y in qualche equazione. Arrancai velocemente verso il bagno delle donne,amavo passare inosservata da occhi indiscreti,amavo non stare nel fiore dell'occhiello,io ero così un lupo solitario

Feci asciugare le mani con un paio di colpi sul jeans scuro che mi manteneva le cosce strette per poi premere sul pomello della grande porta un po' troppo vecchiotta per una scuola di circa un seicento giovani

-Hey-sobbalzai dinanzi ad una sagoma

-Oh Dio-schiusi le labbra emettendo un gemito avventato

-Ti ricordi?-ghignò

Alzai il capo data la stesura ridotta nei confronti di quella sagoma.
Biondo,come i raggi del sole

-Michael giusto?-strizzai le palpebre

-Giusto-sospirò alludendo un sorriso confortevole -L'altra volta non avemmo modo di conoscerci bene- fece una smorfia maliziosa

-Si-strinsi le labbra screpolate -Certo-corrugai la fronte

-Quindi non so-sfumò le ultime sillabe -Magari dopo scuola- fece schioccare le lunga dita -Potremo- schiarì la voce

-Hey Amico-

la porta alle nostre spalle si aprì di botto.
Calum.
È una ragazza.Bionda.

-Hey Cal-ghignò il biondo

Roteai le orbite. Un dolore lancinante mi colpì allo stomaco,come se mi avessero iniettato un qualcosa,una dose velenosa ma piacevole.

Il corvino annuì cercando coi polpastrelli di sistemarsi la zip dei pantaloni neri attillati,la ragazza fece lo stesso coi bottoni della sua camicetta quadrettata.

Ecco cos'era quella dose,vomito.

SPAZIO AUTRICE LALA

Ciao belle‼️
Come va?
Tra un po' ci sono le feste yaay così posso scrivere di più,ovviamente se siete d'accordo..
Comunque grazie a tutte coloro che mi cagano sempre ahah e se avete domande chiedete pure aw🌸

Anyway pubblico il prossimo a 10-15 voti e 7 commenti

Spero che vi sia piaciuto yep,fatemi sapere vvb bye 🔝🔥🌸💕🌟

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