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①④ Cremisi

Uraraka's POV

Passammo il resto della giornata ad evitare gli sguardi reciproci, il che mi dispiacque, ma ero abbastanza comprensiva; Katsuki si era aperto con me in un modo così esagerato da diventare irriconoscibile.

Se Deku lo avesse visto quella mattina, gli sarebbe preso un colpo. Il Kacchan arrogante e mestruato si era rivelato un dolce ragazzo colmo d'amore da offrire. Non aveva perso il suo lato pieno d'ira, ma almeno con me era adorabile.

Dopo cena Bakugou mi prese in disparte e disse: «Il divano non è molto comodo. Quegli idioti dei miei genitori non si decideranno mai a cambiarlo!»
Lo guardai con aria interrogativa.

«Se vuoi puoi dormire nel letto dei miei, fintanto che non ci sono.» continuò, mettendosi le mani in tasca.
«Oh, okay. Ti ringrazio.» sorrisi.
Lui abbozzò un sorriso. Aspetta... aveva appena sorriso?!

Bakugou mi mostrò la stanza dei suoi, come in un giro turistico. Era piuttosto spaziosa la stanza dei suoi genitori. Il letto matrimoniale occupava solo il 40% della stanza e i mobili un restante 10%. Al centro c'era un tappeto rotondo e morbido dai colori scuri. Sembrava la stanza di un riccone.

«Fa come fossi a casa tua, insomma.» disse Bakugou allargando le braccia.
Annuii.
Lui fece per uscire, ma lo bloccai. «Aspetta!»
E si voltò.

«Ehm... mi faresti compagnia?» arrossii.
Lui esitò.
«Voglio dire... certe notti ho gli incubi e... insomma...»
Bakugou si avvicinò. «Sui tuoi genitori?»
«Mi immagino l'incendio e automaticamente sopraggiunge il pensiero di mio padre in ospedale. Ho tanta paura che... che possa non svegliarsi dal coma.» mi strinsi nelle spalle.

«Sì sveglierà, ne sono sicuro. I dottori servono a questo, no? Non possono essere così  incapaci!» mugugnò annoiato. «Il solo pensiero che i feriti sono nelle mani dei medici, mi fa incazzare. Preferisco essere medico di me stesso!»

Rabbrividii, e solo dopo Katsuki si accorse di avermi messo più ansia.
«Cioè però... stavolta, faranno un bel lavoro. Almeno spero.» esclamò, agitando le mani.
Feci un sorrisetto e lo abbracciai. «Grazie.»

Non rispose, ma ricambiò l'abbraccio, posando una mano sul mio capo. Ero così serena tra le sue braccia. Non mi sarei volta taccare mai più!

Quando ci scostammo, Katsuki mi prese il volto tra le mani, guardandomi negli occhi. La sua classica faccia, sempre infuriata, era completamente cambiata; due occhi cremisi sinceri e dolci mi inondarono il cuore di emozioni. Quelli erano gli occhi che speravo mi guardassero almeno una volta.

Bakugou si chinò per baciarmi e io mi alzai sulle punte per avvicinarmi alle sue labbra.

Feci dei passi indietro, finendo a sedere sul bordo del letto, senza staccarmi da lui. Katsuki mi fece adagiare a pancia su e poi finì sopra di me, le ginocchia ai lati dei miei fianchi e le braccia ai lati della mia testa.

Socchiusi le labbra per far roteare la mia lingua alla sua, mentre le mie mani si fecero strada lungo i suoi addominali scolpiti. Katsuki drizzò la schiena e fece per togliersi la maglietta nera con teschio sopra, mostrando il suo petto nudo. Divenni rossa come un pomodoro.

«B-Bakugou...» balbettai ad occhi sgranati.
«Lo so; sono magnifico.» fece un sorrisetto vittorioso.
«E anche modesto.» commentai, guardando altrove.
Lui rise, ma non come faceva di solito; quella era una risata quasi imbarazzata, sincera.

Mi scostai più indietro, sedendomi e finendo faccia a faccia con lui, senza staccare gli occhi dai suoi pettorali.

Katsuki's POV

«P-posso...?» chiese Uraraka, allungando una mano.
Io gliela presi e la adagiai sul mio petto. «Non c'è bisogno di chiedere il permesso.»

Lei arrossì ancora di più. «S-scusami.»
Strinsi la sua mano e le scostai una ciocca di capelli dal volto paffuto. I suoi occhi brillarono e, di fretta e furia, si tolse la t-shirt rosa, restando in reggiseno. Ebbi un tuffo al cuore e non solo lì!

I suoi lineamenti, le sue curve... erano perfetti! Rimasi a fissarla come in estasi, benché non avessi capito il perché di quel gesto così frettoloso.
«P-pensavo che... cioè, tu mi hai consentito di vederti così, quindi...» spiegò, stringendo le palpebre. «I-io non ho mai fatto cose simili e non ho neanche un corpo perfetto, ma...»

Senza pensarci due volte, mi fiondai nuovamente sulle sue labbra rosee e la feci tacere. «Sei perfetta così, idiota. Non dire mai più che non lo sei!»

Uraraka rimase immobile, finché non afferrò i miei polsi e non mi fece adagiare le mie mani sulle sue tette coperte dal reggiseno.
«EH?!» esclamai arrossendo. «MA CHE FAI?! NON... NON HO MICA DETTO DI VOLERTELE TOCCARE!»

«Perché?» chiese preoccupata. «Sono... sono troppo piccole, vero?»
«EH, COME?! NO, CIOÈ NON È QUESTO IL PUNTO!» replicai, serrando le gambe. «Non puoi prendere queste iniziative!»

Lei ridacchiò. Io mi trattenni dall'eccitarmi ancor di più e mi portai una mano alla fronte.

"Troppo tardi, Bakugou! Compimenti!"

Uraraka si avvicinò. «Cosa ti turba?»
«Non ci arrivi?!» replicai scazzato.
«Oh, q-quello!» disse imbarazzata, grattandosi la testa. «M-ma so che per voi ragazzi è normale, no?»
«DOVREI SAPERMI CONTROLLARE PERÒ!»
«Che c'è di male?»
«MI SENTO INESPERTO, OKAY?!»
«Hai già fatto cose simili?»
Esitai. «No.»
«E allora ovvio che sei inesperto, stupido!» esclamò, ridendo di gusto.

La guardai in cagnesco e scostai i pantaloni per nasconderlo di più. «Cazzo, che imbarazzo!»
Uraraka era altrettanto imbarazzata, ma nascose il tutto con una risatina quasi isterica. «Ti era già successo prima, tanto.»

Sgranai gli occhi.

"Se ne era accorta, allora!"

«Quando mi hai spinta contro la parete, ho sentito...»
«Sì sì, lo so, non dirlo, okay?!» la bloccai.

Uraraka si accigliò. «V-vorrei aiutarti.»
Deglutii a fatica. Lei mise le mani avanti, agitata. «S-sempre se vuoi, cioè...»
«Che domande.» borbottai, sarcastico.
«Eh?»
E tornai a baciarla, con più foga di prima.

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