Capitolo 6
Quella sera.
Fu un vero.
E proprio.
Dannato.
Caos.
Eppure era cominciato tutto per il verso giusto.
Christian passò a prenderci alle sette in punto. Mi scoccò un tenero bacio sulle labbra e lanciò una lunga occhiata di apprezzamento al mio corpo, fasciato da un semplice vestito nero ma abbastanza aderente da mettere in risalto le mie curve.
Ai due precedenti incontri a cui ero stata, avevo visto come si vestivano tutte le ragazze e quella sera avevo deciso di adattarmi a quell'implicito dress-code. Anche se non ai livelli estremi, ovviamente. Niente tacchi vertiginosi, niente scollature troppo evidenti e niente trucco pesante.
Ma il modo in cui Christian mi guardò, come se avesse voluto fregarsene dell'incontro e stare con me tutta la notte, mi fece sentire molto più sexy di quanto tutte le altre ragazze sarebbero state mai.
- Io sono Blair. Piacere di conoscerti, di persona.
La mia amica accennò un saluto con la mano attirando l'attenzione del biondo sul suo gesto e distogliendola da me. Le sorrise.
- Christian - si presentò. - Piacere mio.
Per pochi secondi si guardarono come se stessero avendo una conversazione importante solo fissandosi ed io feci rimbalzare lo sguardo da uno all'altra cercando si captare qualcosa. Ma no, non possedevo il dono della telepatia.
E, Blair ~ traditrice ~ non aveva voluto dirmi che cosa si fossero detti ieri sera. O meglio, quando glielo avevo chiesto mi aveva risposto: - Mi ha solo fatto promettere di non parlarne. - Aggiungendo una scrollata di spalle indifferente. Ma io sapevo che si erano detti altro e il fatto di non sapere cosa mi frustrava. Com'era possibile che la mia migliore amica e il mio ragazzo..cioè, il ragazzo che stavo frequentando, condividessero già un segreto? Si conoscevano da meno di cinque minuti!
Incrociai le braccia al petto e mi schiarii la voce come a voler dire: Allora?
E quei due ebbero il coraggio di fare finta di niente. Sbuffai frustrata e mi avviai da sola verso l'auto.
Forse dovrei trovare qualcosa da condividere segretamente con Tyler, pensai mentre sbattevo lo sportello della sua Range Rover, così magari capirebbe anche lui quanto possa essere insopportabile.
E no, non ero gelosa. Neanche lontanamente.
Ma non rivolsi la parola a nessuno dei due per tutto il tragitto fino a casa di Christian. Se loro volevano giocare al gioco del silenzio, ci avrei giocato anch'io.
- Hai intenzione di restare arrabbiata con me per tutta la sera?
- Che cosa ti fa credere che io sia arrabbiata? - ribattei guardandomi in giro nella camera. Christian si avvicinò a me e si inginocchiò tra le mie gambe. Ero seduta sul bordo del suo letto a due piazze e quella era la prima volta che entravo nella sua stanza. Era spaziosa, con le pareti blu scuro eppure sembrava così vuota. Non c'era niente di realmente personale a parte i suoi vestiti: nemmeno una foto, né con amici né con la sua famiglia, per esempio. La cosa mi insospettì ~ che cosa era successo ai suoi genitori? ~ ma non dissi niente.
Avevamo lasciato che Ty intrattenesse Blair per un po' mentre lui si cambiava per l'incontro imminente e preparava la sua roba.
Mi appoggiò i palmi delle mani sulle cosce scoperte. - Non lo so - rispose sarcastico. - Forse il fatto che da quando vi sono passato a prendere hai rivolto la parola solo a Ty? O, forse, è per quel broncio sexy - disse con l'ombra di un sorriso.
- Beh, forse se tu mi dicessi che cosa vi siete detti tu e Blair al telefono.. - insinuai.
- Perché? Cosa pensi che le abbia detto?
Questa non era una risposta.
- Non lo so. Dimmelo tu.
- Mi sono solo accertato che non dicesse niente - disse con un'alzata di spalle. Lo fulminai con lo sguardo. Ma davvero entrambi mi ritenevano così ingenua?
O forse davvero stanno dicendo la verità e tu stai cercando qualcosa che non c'è?
- Non so che cosa stia macchinando la tua bella testolina ma ti assicuro che non c'è nient'altro.
E invece si, che c'era dell'altro.
Ma per il momento lasciai cadere il discorso.
- Ok - risposi poco convinta.
- Nient'altro - ripeté con più enfasi lasciandomi un bacio sul lato sinistro del collo. Da quella posizione le sue labbra erano perfettamente all'altezza della mia gola. Istintivamente mi sporsi per lasciargli spazio.
- Davvero - aggiunse e mi diede un altro bacio seguito da un leggero morso che mi fece agitare sul materasso morbido.
La leggera barba mi graffiava la pelle mentre lasciava un scia di baci fino alle mie labbra. Abbassai leggermente la testa andandogli incontro e quando trovai la sua bocca, avvertii quella piccola e piacevole scossa che mi attraversava ogni volta che succedeva.
- Devi finire di prepararti - dissi non appena ci separammo, ricordandogli che aveva un incontro a cui partecipare. Anche se avrei di gran lunga preferito che continuassimo; e, a giudicare dal suo brontolio di disappunto, anche lui era d'accordo con me.
Non che Tyler ce lo avrebbe permesso. Guai a fargli perdere dei soldi preziosi.
A proposito di Tyler..
- Vado a controllare come se la cava Blair.
Christian annuì mentre si infilava una maglietta grigia nascondendo i suoi addominali abbronzati. - Dammi un minuto e vi raggiungo.
- Okay - dissi avviandomi verso la porta.
- Ah, Thia! - mi richiamò appena prina che potessi uscire dalla stanza. Mi girai verso di lui che rivolse un sorriso malizioso, in piedi dall'altro lato della camera.
- Sei uno schianto con quel vestito.
Sentii che anche le mie labbra si distendevano in un sorriso sensuale mentre rispondevo: - Lo so - e mi chiudevo la porta alle spalle. La sua risata roca mi seguì fino alla sala dove sembrava che Blair e Tyler fossero impegnati in un'approfondita conversazione.
- Preferiresti avere le dita a forma di pene o le orecchie a forma di vagina?
Okaay, non tanto approfondita. - Tyler! - lo sgridai indignata.
- Oh, decisamente le orecchie a forma di vagina - rispose assolutamente convinta.
- Blair! - urlai ancora più istericamente.
- Che c'è?! - mi guardò innocentemente. - Almeno le posso nascondere con i capelli.
Tyler annuì. - Eh tu, bellezza? - fece rivolgendosi a me. -Orecchie a forma di vagina o dita a forma di pene?
Non volevo neanche pensarci.
Ma nessuno in quella trovava strano il fatto che quella conversazione stesse avendo davvero luogo?
Cercai di farmi uscire qualcosa da dire ma dalla mia bocca uscirono solo versi senza senso che seguivano l'insensatezza dei miei gesti.
Suonarono alla porta mentre stavo ancora cercando di mettere insieme due parole in modo logico. - Deve essere Cal - disse il rosso con disinteresse e non accennando ad alzarsi per aprire.
- Nessun problema, vado io - annunciai a nessuno in particolare. Ai miei due amici non sembrò interessare visto che mi ignorarono.
- Ora questa. Preferiresti indossare per un intera giornata, senza la possibilità di poterti cambiare: un jeans con un buco all'altezza del sedere o una maglietta tutta bagnata di sudore?
- Fammici pensare un attimo perché questa è una scelta davvero difficile.
Scossi la testa. Disgustoso.
- Tu, che diavolo ci fai qui?
Divertente che nelle ultime settimane questa fosse diventata la frase preferita di tutti.
- Ciao anche a te, Caleb. Non c'è di che per averti aperto. Prego, entra pure.
Accennai un sorriso sarcastico e mi scostai per lasciarlo passare. Caleb continuò a fissarmi come se non capisse davvero per quale motivo io mi trovassi lì ma alla fine fece un cenno del capo ed entrò.
- Dov'è Christian? - mi chiese mentre entrava nel salotto.
- Ehi, Cal - lo salutò Tyler.
- E lei? - fece l'altro puntando gli occhi castani su Blair mentre l'espressione sul suo viso passò dall'incredulità all'irritazione e alla rabbia mentre si rivolgeva a Ty. - Dimmi che non è come penso.
- Se stai pensando che abbiamo organizzato un festino privato, ti stai sbagliando di grosso.
- Merda, Ty. Dov'è Christian? - chiese in tono ancora più duro.
- Sono qui.
Ci girammo tutti verso Christian che era apparso improvvisamente. Appoggiò il borsone sulla poltrona vuota alla sua sinistra e si sistemò bene le fasciature alle mani.
- Che diamine sta succedendo? - gli chiese Caleb muovendo un passo verso di lui.
- Thia e la sua amica, Blair, vengono con noi stasera - dichiarò tranquillamente.
Vidi le sopracciglia del moro aggrottarsi talmente tanto da raggiungere l'attaccatura del naso. - Ma fai sul serio? - chiese alzando il tono di voce ad ogni parola. - Tu sei d'accordo con tutto questo?
Il rosso si limitò ad alzare le spalle. - Per me fa lo stesso.
Caleb imprecò. - Con che cosa state ragionando? Con l'uccello?
- Perché non ti dai una calmata?
Ora anche Christian aveva alzato la voce. Blair mi guardò preoccupata. Le cose non si stavano per mettere per niente bene.
- Non mi calmo perché è evidente che entrambi avete perso la testa.
- Caleb.. - cominciò Christian minaccioso.
- Caleb, un cazzo. Che cazzo di idea di merda ti è venuta.
Non capivo perchè Caleb si stesse arrabbiando così tanto. Dannazione.
Io e Blair sapevamo entrambe che cosa stava succedendo e avevamo deciso di nostra spontanea volontà di essere coinvolte. Potevo capire che a Caleb potesse non andare a genio o che, non so, avesse paura che noi svelassimo qualcosa ma la sua reazione era fin troppo esagerata.
- So che quello che faccio.
- Sai che stai per rovinare la vita a due persone innocenti? Perché è questo che succederà.
- Vedi di darci un taglio, Caleb. Adesso.
- Non starò fermo a guardare mentre fai loro del male, anche se questo comporterà farti ragionare a suon di pugni.
- Smettila di trattarmi come un idiota. Non permetterei a nessuno di far loro del male.
- E allora smettila di comportarti da idiota. E dimostralo, non facendole venire.
- Non ho bisogno che tu mi dica quel cazzo che devo fare!
Fu allora che mi resi conto che i due stavano davvero facendo sul serio. Si sarebbero picchiati proprio qui davanti a noi se non li avessimo fermati.
- Tyler - lo chiamai in cerca di aiuto.
- Ehi, non guardare me - si stiracchiò meglio sul divano con un ghigno stampato in faccia. - Io mi sto divertendo.
- Davvero, amico. Questa è una grande cazzata - scattò ancora Caleb.
- Tyler! - gridai a mia volta. Con i pugni stretti sembravano davvero pronti a passare alle mani.
- D'accordo - fece infine fintamente esasperato. Si tirò su puntellandosi sui palmi e si mise di fronte ai due.
- Perché cazzo non ci diamo tutti una bella calmata, eh? Sono state loro che hanno insistito per voler venire e farsi coinvolgere è stata una loro scelta.
Era esattamente questo che volevo che facessi intervenendo: scaricare la colpa su di noi.
Sei. Un vero. Amico. Tyler.
Caleb sembrò non ascoltarlo nemmeno mentre puntava lo sguardo scuro contro Christian sempre più arrabbiato. - È stata una loro scelta come lo è stato per Gwen?
Basto quel nome, Gwen, perché l'intero corpo di Christian si irrigidisse tanto da diventare un blocco di marmo. La sua bocca si serrò in una linea dura e per un attimo vidi l'orrore e la disperazione passare attraverso i suoi occhi color miele.
- Merda - imprecò Tyler. - Beh, io ci ho provato.
Nella stanza calò un silenzio assordante. Blair passò lo sguardo tra tutti e tre i ragazzi mentre io guardai solo Christian. Sembrò come percepire il mio sguardo e mi guardò a sua volta. Ma era come se non mi vedesse realmente. I suoi occhi erano vuoti e imperscrutabili.
- Chi è Gwen? - sussurrai a tutti e a nessuno. Chi era quella persona che era riuscita a caricare la stanza di questa pesante tensione?
Che cos'era lei per Christian?
Smise di guardarmi. All'improvviso lo persi completamente e lo osservai semplicemente uscire dalla casa a passi rigidi. Mormorai il suo nome muovendo un passo verso di lui ma non si fermò. Qualcosa mi fece davvero male nel petto.
Se n'era andato. Senza una parola.
- È stata una mossa da fottuto stronzo - commentò Ty con disappunto, vero disappunto.
- Cazzo, lo so - dichiarò Caleb passandosi una mano tra i capelli castani.
- Lei non è Gwen - aggiunse il rosso.
- So anche questo, amico. Cazzo. - Diede un calcio al piccolo tavolino spostandolo di pochi centimetri. - E non ce l'ho con lei anzi sto cercando di proteggerla, di proteggerle e mi sembra di essere l'unico - disse lanciandoci un'occhiata con biasimo. - Sai anche tu cosa è successo, Ty. Perché rischiare di rifare lo stesso errore?
- Lei mi piace - rispose con un'alzata di spalle, come se questo potesse spiegare tutto. - Gwen non mi piaceva.
- Amico, scherzi? Rovini la vita a tutte le persone che ti piacciono? - replicò incredulo. - Perché nel caso: spero di farti schifo.
- È proprio così, infatti.
- Chi é Gwen? - riposi la domanda sperando che questa volta qualcuno mi rispondesse. I ragazzi i guadarono come se si fossero dimenticati che fossi lì nella stanza con loro e nessuno dei due sembrò voler darmi una risposta.
- Non credo che stia a noi dirtelo, bellezza - disse Ty infine.
E allora a chi? Chi avrebbe dovuto spiegarmi che cosa diavolo stava succedendo. Christian? Proprio quello che aveva lasciato la stanza senza degnarmi nemmeno di uno sguardo?
- Quindi adesso che si fa?
Fu Blair a porre quella domanda parlando per la prima volta e attirando l'attenzione di Caleb. Il moro la studiò con interesse dandomi a pensare che se non ci fossimo trovati in questa situazione probabilmente non avrebbe esitato a provarci con lei.
E osservando Blair capii che anche lei sembrava averlo notato. Ma lei aveva già un ragazzo. Anche se si trattava di Ryan-il-quasi-traditore-fino-a-prova-contraria.
Cal sospirò rassegnato passandosi le mani tra i capelli scuri. - Io vado a cercare Christian e a chiarire le cose, voi preparatevi. Ci vediamo al parcheggio.
- Hai cambiato idea? - gli chiesi sorpresa.
- Ormai siete qui, no? - fece ironico avviandosi verso la porta d'ingresso. - A dopo.
- Quando si dice serata tranquilla.. - commentò Blair mentre scendevamo le scale.
- E non hai ancora visto niente - ribattemmo in coro.
Come sempre il posto era pieno di gente ma questa volta non era uno scantinato. A quanto pare gli organizzatori di questo incontro, Ty compreso, conoscevano il proprietario di un pub che aveva messo a disposizione il suo seminterrato ma nonostante lo spazio raddoppiato mi sembrava comunque di stare come una sardina in una scatoletta di alluminio. Aggiungiamo il fatto che ero irritata perché Christian non mi aveva ancora parlato da quando quell'innominabile storia dell'innominabile Gwen era saltata fuori. Non avevo neanche provato a parlarne nel tragitto in auto perché tanto sapevo che non sarebbe servito a niente, anche se lui aveva insistito con gli altri perché fosse lui ad accompagnarmi, da soli nella sua Range Rover.
Kayo Parker era uno dei ragazzi più misteriosi e con più segreti che io avessi mai conosciuto e non me ne avrebbe rivelato nemmeno uno. Mi ero presa una cotta tremenda per un uomo che mi stavo rendendo conto di conoscere sempre meno. Niente sulla sua famiglia, sulla sua infanzia, su quello che significano realmente questi incontri, su questa fantomatica ragazza.. Si, quest'ultimo punto era quello che mi irritava di più.
L'idea che ci fosse un'altra nella vita di Christian mi rendeva un pochino gelosa, lo dovevo ammettere.
- Hai intenzione di restare arrabbiato con me per tutta la sera? - gli chiesi usando lo stesso tono che lui aveva usato con me qualche ora prima. Okay, forse leggermente più acidamente.
- Non é con te che sono arrabbiato - borbottò dopo un attimo di esitazione. Si mise il guantone alla mano destra e prese i fili tra i denti per stringerlo bene intorno al polso.
- Non mi guardi nemmeno in faccia, Christian - replicai mentre gli prendevo il braccio e mi occupavo di fare i nodi coni lacci.
Sentivo che mi stava guardando, o meglio stava guardando la mia nuca ma questa volta fui io ad evitare il contatto visivo. Non volevo che vedesse che stavo praticamente trattenendo le lacrime perché mi faceva male il fatto che sembrasse così indifferente ora.
- Thia - mormorò alzandomi il mento con la mano fasciata dal tessuto di cuoio. Cercò di addolcire lo sguardo ma i suoi lineamenti definiti rimasero comunque tesi e rigidi. - Sono arrabbiato con me stesso, non avrei dovuto coinvolgerti. Maledizione!
- Credevo ne avessimo già discusso. Sono io che voglio essere qui.
- Ma tu non sai che cosa..é troppo pericoloso - si impuntò sospirando pesantemente.
Pericoloso perché? Lo saprei se ti aprissi con me, pensai.
- Hai detto che non permetteresti mai che mi facessero del male.
- Ed é cosi - dichiarò solenne.
- Io mi fido di te - gli dissi guardandolo negli occhi color miele.
Il bacio che ne seguì fu così profondo da lasciarmi con le labbra gonfie e un senso di leggerezza.
- Adesso vai da Caleb - mi ordinò dolcemente sfiorandomi le labbra.
Annuii sorridendogli. - Buona fortuna, Kayo.
Caleb si trovava proprio sotto il ring insieme a Blair. Mentre mi avvicinavo a loro vidi Blair ridere in quel modo che aveva sempre fatto cadere gli uomini ai suoi piedi. Stava flirtando con lo stesso ragazzo che meno di un'ora prima era fermamente convinto che fosse una pessima idea averci lì, lo stesso ragazzo che ora sembrava pendere letteralmente dalle sue labbra e sembrava davvero che a lei piacesse.
Possibile che la mia amica si sentisse talmente tanto trascurata da Ryan?
- Hey, ragazzi - li salutai interrompendo qualunque cosa stesse avvenendo fra loro.
- Hey - ricambiò la mora. - Tu e Christian avete risolto?
- Si - risposi. O almeno credevo; il bacio era stato una sorta di gesto di rappacificazione anche se i miei dubbi e le mie domande restavano sempre lì, quasi a tormentarmi.
- Caleb!
- Shawn. - Ci girammo tutti e tre verso il ragazzo che stava venendo verso di noi districandosi tra la folla. Si mise proprio di fianco a me sguadrandomi da capo a piedi ma non provai gli stessi brividi e la stessa sensazione di euforia che avevo provato quando era stato Christian a farlo. Solo un lieve disgusto. Non perché non fosse un bel ragazzo, anzi biondo e atletico non era niente male ma il suo sguardo nascondeva un non so che di viscido, che non mi convinceva per niente.
- Non mi avevi detto che avresti portato compagnia - disse lascivo. Lascivo e viscido. No, grazie.
- Lei sta con Christian - disse Caleb serio e questo bastò perché Shawn il viscido si allontanasse da ma con la forza di un fulmine. Il suo atteggiamento nei miei confronti era cambiato così in fretta, come se fossi appena diventata la donna più brutta sul pianeta terra.
- Merda. Lei é di KAYO?!
Io non ero di KAYO! Stavo con lui (in un certo senso) ma non ero di KAYO. Maschilista.
- Merda - imprecò di nuovo. Solo ora considerai che avevo sentito più parolacce questa sera che in tutta la mia vita. Wow, a questi ragazzi piaceva parlare veramente in modo scurrile..
- Senti - continuò Shawn rivolgendosi a Caleb. - Dimmi solo quanto.
- Duecento su Parker - rispose e tirò fuori due banconote dalla tasca della giacca di pelle marrone.
Shawn il viscido prese i soldi e si segnò la puntata su un foglietto prima di sparire in tutta fretta. La reputazione di Christian metteva davvero paura alla gente, constatai.
- Duecento dollari? - feci guardando il moro.
- Anche lui scommette su di me, quando combatto.
- Anche tu combatti? - gli chiese Blair affascinata.
Caleb scrollò le spalle come se non fosse niente di che. - Qualche volta ma non ai livelli di Christian. Lui vince sempre.
E infatti vinse. Ci mise quindici minuti buoni per mettere K.O. il suo avversario, uno grosso energumeno che si faceva chiamare Rock.
- Oh mio Dio, é stato dannatamente fantastico! - esclamò Blair euforica. Capivo bene cosa stava provando, perché anch'io mi sentivo nello stesso modo. Mi sarei mai abituata a quella scarica di adrenalina?
- La prossima volta punterò anch'io su di lui - dichiarò facendo sorgere una smorfia di disappunto sul volto di Caleb. Mi aspettavo quasi che dicesse: - Non ci sarà una prossima volta -, invece rimase in silenzio.
Blair commentò l'incontro ancora tutta eccitata mentre ci allontanavamo dal ring per andare verso la specie di bancone e ritirare la vincita. - Ryan! - la sentii gridare all'improvviso immobilizzandosi.
Il suo ragazzo, appena diventato ex da due secondi esatti, si staccò dalla bionda ossigenata con cui stava praticamente avendo un quasi amplesso. Guardò Blair leggermente allucinato, come se non credesse che fosse davvero lì e che l'avesse appena colto in flagrante.
- Blair - fece avvicinandosi a noi. - Cazzo.
Era completamente spiazzato. Lanciai un'occhiata alla bionda dietro di lui, che se ne stava lì come se fosse una regina con un sorrisetto vittorioso stampato sulle sue labbra dal rossetto rosso tutto sbavato.
Stronza.
- Come hai potuto - disse la mia amica scacciando le lacrime. E a me dispiacque ancora di più perché da una parte mi sentivo in colpa per aver cercato anche di difenderlo. Guardai di nuovo la bionda cercando di ricordarmi se l'avessi vista la sera in cui avevo pedinato Ryan-il-traditore-ora-abbiamo-le-prove-stronzo. Avrei dovuto stare più attenta.
- Piccola.. - tentò di avvicinarsi a lei allungando il braccio.
- Non osare toccarmi! - protestò Blair mentre indietreggiava.
- Giù le mani - si intromise Caleb. Lo aveva preso per il polso e a giudicare dalla smorfia di dolore gli stava facendo anche male. In quel momento il moro sembrava così arrabbiato da essere capace di spezzargli il braccio.
- E tu che cazzo vuoi? - protestò Ryan dibattendosi. - È la mia ragazza.
- È il tuo ragazzo? - chiese l'altro a Blair. Lei scosse la testa con le lacrime agli occhi.
Caleb si rivolse di nuovo a Ryan stringendogli più forte il polso prima di lasciarlo malamente. - Giù. Le. Mani. - ripeté in tono ancora più minaccioso. - Non darmi un altro motivo per spaccarti la faccia.
Apprezzavo il fatto che stesse difendendo Blair ma c'era davvero bisogno di risolvere tutto con la violenza? Non che a Ryan non avrebbe fatto bene un bel pugno ben assestato.
- Non ti intromettere, amico.
- Non sono tuo amico, coglione.
E così volò il primo pugno. Ryan cercò di colpire Caleb che schivò il colpo e con il suo destro mirò il naso del suo avversario. Si sentì un crack e dal naso di quel traditore uscì un fiotto copioso di sangue.
E si, vederlo tenersi il naso probabilmente rotto mentre gemeva sofferente fu una bella sensazione. Ben gli stava.
Ma subito dopo le cose si misero davvero male. Esattamente non so da dove né quando ma al fianco dell'ex ragazzo di Blair sbucarono cinque ragazzi che fissarono Caleb con aria di sfida.
E lì capii due cose: la prima, stavamo per partecipare ad una rissa ed io non avevo mai combattuto in vita mia; la seconda, togliendo me e Blair, eravamo praticamente cinque contro uno.
Beh, tre pensai con sollievo quando vidi apparire Christian e Tyler come degli eroi.
Christian non fece domande e si affiancò a Caleb, Tyler venne da noi.
- È meglio se andiamo - ci avvisò.
- Ma.. - cercai di protestare. Anche se sapevo che erano degli ottimi combattenti, erano comunque solo in due contro cinque tizi.
- Se la caveranno - replicò il rosso. - Sono io che mi ritroverò con il culo rotto se per caso vi fate del male. Andiamo.
- Vai - mi urlò Christian.
E quell'ordine equivalse al suono della campanella.
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