Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 4

- Seimila bigliettoni! - esclamò per l'ennesima volta il rosso dal sedile posteriore. - Sentite quest'odore? È il profumo dei soldi perché noi ne abbiamo fottutamente tanti.. scusami.

Risi. Tyler aveva un linguaggio così colorito che non aveva senso che mi chiedesse scusa ogni volta. Christian alzò gli occhi al cielo e mi lanciò un'occhiata fintamente esasperata mentre accostava di fronte a casa mia.
Si trattava di una villetta a due piani che i miei genitori avevano acquistato subito dopo essersi sposati. E adesso che mio padre non c'era più per noi aveva un valore ancora più grande, non avrei mai potuto nemmeno immaginare di venderla.

-  Però, bella casetta. Decisamente meglio degli appartamenti di mer.. da schifo del campus - fischiò ammirato Tyler. - È tutta tua?

- No. - Scossi la testa sorridendo. - Ci vivo con mia madre ma per il lavoro non tornerà fino a giovedì, credo.

Christian si girò verso di me con gli occhi socchiusi. - Mi stai dicendo che dormirai da sola?

- Beh, si..

- Beh, no. Scordatelo - ribatté. - Dannazione, chiunque potrebbe entrare e farti del male.

Questa volta fui io ad alzare gli occhi al cielo. - Chi vuoi che mi faccia del male? La mia vicina di casa, la signora Delporte? Quell'adorabile vecchietta non farebbe del male nemmeno ad una mosca.

- Thia, tu non sai..

- Io so - lo interruppi - che non è di certo la prima volta che dormo sola e non mi è mai successo niente.

Si girò di scatto fissando dritto davanti a sé e dicendo una parolaccia a denti stretti. Era così sexy, anche quando faceva lo scontroso. E, in fondo, mi piaceva che si stesse preoccupando per me anche se non ne aveva alcun motivo.

- Ascolta, bellezza. Credo che Christian abbia ragione. È come se avessi scritto sullo zerbino: Benvenuti. Entrate e servitevi pure.

- State esagerando - replicai decisa. - E poi, dove volete che vada, altrimenti?

- Da me.

Sia io che Tyler restammo a bocca aperta. Lo guardai per capire se stesse scherzando ma, al contrario, aveva un'espressione mortalmente seria. Voleva davvero che passassi la notte da lui?

- Per me non è un problema, ho una stanza in più e.. - si grattò la testa. - Solo accetta per farmi stare più tranquillo. Per favore. 

Lo guardai. Sembrava così disperato all'idea che mi potesse davvero succedere qualcosa di brutto. E anche se non riuscivo a capire fino in fondo il motivo di tanta insistenza, accettai.

- Va bene - dissi. Se ci teneva così tanto, allora potevo farlo.

- Bene - mi fece eco lui. - Se vuoi puoi prendere le tue cose, sai..

Annuii ancora facendo cenno di aver capito e scesi dall'auto.

Oddio, avrei dormito a casa di Christian.

E si, nonostante non capissi il motivo della sua insistenza, ero curiosa di scoprire qualcosa in più su di lui. Vedere la sua casa. Sarebbe stata la classica casa da scapolo che si vede nei film, piena di bottiglie di birra e biancheria sparsa ovunque?

Presi un piccolo zaino e ci misi ciò che mi serviva, inclusa la divisa da lavoro e ritornai alla macchina. Christian mi sorrise mentre mi mettevo comoda sul sedile e poi ripartì.

- Non vedevo l'ora di festeggiare la vittoria con un bel pigiama party..Di che colore vuoi farti lo smalto, Chris?

Eravamo appena arrivati a casa di Christian. Risiedeva in un condominio con portineria, al terzo piano. E la sua casa era grande: tre camere da letto, due bagni e un salotto enorme. Molto pulita e ordinata.
Arredata con quelli che avevano tutta l'aria di essere mobili abbastanza costosi. Fu osservando il posto in cui viveva che mi resi conto di quando gli fruttassero realmente gli incontri illegali.
Non mi stupiva che Ty preferisse passare il suo tempo lì piuttosto che nei dormitori universitari; ne avevo anch'io esperienza e sapevo che se non eri abbastanza fortunato da trovarti un coinquilino con cui andare d'accordo, i tuoi anni potevano risultare tutt'altro che piacevoli. Soprattutto quando la coinquilina in questione, tornava a casa con un ragazzo diverso ogni sera e si divertiva tutta la notte, impedendoti di dormire. Lei la chiamava "vita universitaria", io la chiamavo "mi chiedo come riuscirò a tenere gli occhi aperti durante il mio tirocinio in ospedale di otto ore". E si, purtroppo dovevo riconoscere di essere in parte invidiosa.

- Sai, noi ragazze, durante i pigiama party non passiamo tutto il tempo a metterci lo smalto, giochiamo anche a fare la lotta coi cuscini - dissi a Ty prendendomi una pausa prima di aggiungere con tono sensuale: - Nude.

Questo attirò tutta la sua attenzione su di me. - Completamente? - mi chiese. Tratteni una risata.

- Completamente.

Vidi Christian alzare gli occhi al cielo mentre si sfilava la maglietta e la gettava sul divano. Per un attimo mi scordai della presenza di Tyler che sembrava sul punto di mettersi a sbavare. E forse anch'io ero sul punto di farlo.

- E dimmi tu e le tue amiche ne fate tanti di pigiama party? E ammettete anche i ragazzi?

Questa volta risi di gusto. - No, spiacente.

- Ti sta prendendo in giro, idiota - s'intromise Christian divertito. Si era appoggiato sullo stipite della porta con le braccia incrociate. Una posa molto sexy.

- Oh no - dissi assumendo un'espressione innocente e piegando la testa di lato. - Lo facciamo davvero. Non immagini nemmeno quanto sia divertente.

In parte era vero. Una volta io, Blair e alcune ragazze avevamo fatto la lotta coi cuscini, ma non nude. Non completamente, almeno ma a mia discolpa potevo dire che avevamo bevuto qualche bicchiere di troppo.

- Non stai scherzando? - mi chiese Christian guardandomi scettico. Ora erano in due a pendere dalle mie labbra.
Pff, uomini.

- Allora, dove dormo? - chiesi cambiando completamente discorso e lasciandoli a bocca asciutta. Christian mi rivolse un'altra occhiata prima di dirmi di seguirlo.

Mi condusse per il corridoio fino a fermarsi alla seconda porta a destra. - Ecco la stanza degli ospiti.

Aprì la porta e si fece da parte per lasciarmi entrare. La camera era abbastanza grande per una persona, con le pareti bianche, un letto ad una piazza e un tappeto a forma circolare in stile impero. Un comodino in legno verniciato di bianco con su una lampada addossati alla parente. Era carina, a parte il bianco che faceva tanto stanza di ospedale. Si vedeva che non fosse mai stata usata o che comunque nessuno l'avesse usata da un bel po'.

- Va bene? - mi chiese entrando dietro di me.

- Certo - gli sorrisi. Non mi sarei lamentata, soprattutto non dopo che era stato così gentile da ospitarmi.

- Bene. Se hai bisogno di qualcosa, la mia camera è quella di fronte - disse indicandola. - Non esitare a chiedere, intesi?

- Intesi. Grazie - dissi addolcendo la voce.

Sulle sue labbra si formò un ghigno. - Devo ammettere che sono contento che tu dorma qui stanotte, anche preferirei che lo facessi nel mio di letto. Con me.

- Christian..

- Buonanotte, Thia - mi interruppe avvicinandosi e baciandomi. Un bacio sulle labbra e uno sulla fronte prima di sussurrarmi nell'orecchio: - Prima o poi.

Mi chiusi la porta alle spalle con un gran sorriso sulle labbra. Quel 'prima o poi' pronunciato con la sua voce così sexy mi fece rabbrividire dalla testa ai piedi. Significava forse che lui voleva qualcosa di più da me? Beh, di sicuro io volevo molto, molto di più da lui. Soprattutto dopo i baci di stasera, la mia mente non faceva altro che riempirsi di immagini di me e lui intenti ad esplorare i nostri corpi e lasciarci andare l'uno al piacere dell'altra.

Immagini di Christian che durante la notte entrava nella mia camera e si metteva con me sotto le coperte. Probabilmente si sarebbe messo su di me e mi avrebbe guardata con un sorriso malizioso, che potevo scommettere aveva già fatto molte vittime di sesso femminile.
Mi avrebbe accarezzata ovunque; mi sembrava già di sentire le sue mani e la sua lingua scendere lungo il mio corpo, tastandolo e assaporandolo.
Ero certa che mi avrebbe fatto provare un piacere che mai avevo sperimentato prima.

Chiusi gli occhi permettendo che quella fantasia scorresse nella mia testa e lasciai che una mano scorresse più in basso, verso il mio centro. Avrei dovuto provare vergogna per quello che stavo facendo ma sapere che lui era a pochi metri da me, mi faceva fremere di eccitazione.

Era già nel letto? Comodamente sdraiato, nudo ~ perché non mi sembrava il tempo da indossare un pigiama per dormire ~ e magari anche lui stava pensando a me..

Era il primo ragazzo che mi ritrovavo a desiderare così intensamente da fantasticarne in questo modo. Ma non potei farne a meno e quella notte mi lasciai andare prima di addormentarmi con il sorriso sulle labbra.

Quando mi svegliai il giorno dopo e uscii dalla camera, la casa era ancora silenziosa. Probabilmente i ragazzi stavano ancora dormendo e non me ne meravigliai visto che io ero comunque solita alzarmi presto la mattina. Mi preparai nel bagno di Christian in fondo al corridoio, decorato con un motivo a mosaico sui toni del blu e il pavimento a piastrelle bianco. Mentre mi lavavo i denti osservare la sua doccia mi fece arrossire al pensiero di lui là sotto. Con l'acqua scorrergli sul corpo atletico e perfetto.

Dovevo. Smetterla.

Camminando piano e facendo attenzione a non svegliarli andai in cucina. Avrei preparato la colazione per i ragazzi, mi dissi mentre cercavo le uova e trovai un po' di bacon nel suo frigo. Cominciai anche a cantare una canzone che ascoltavo alla TV da giorni accompagnandomi con un piccolo balletto.

- Credo che dovresti venire più spesso a dormire da me se posso godermi questo risveglio.

Mi spaventai sentendo la voce di Christian alle mie spalle e per poco non feci cadere tutte le uova che avevo fatto saltare in padella. Spegnendo il fuoco mi girai verso di lui.

Se ne stava lì appoggiato sullo stipite della porta ~ come la sera prima ~ completamente a suo agio, a braccia e gambe incrociate e mi osservava con un ghigno decisamente molto sexy. Ed era quasi nudo se non per un paio di boxer scuri calati abbastanza bassi da lasciare intravedere i riccioli chiari alla base del pube.

Cazzo.

Era così bello. Anche appena alzato con i capelli arruffati e gli occhi color miele assonati.

- Buongiorno - mormorai non riuscendo a staccare gli occhi dai suoi addominali e dalla sua tartaruga che si facevano sempre più vicini ad ogni passo che faceva verso di me. Oddio, ieri mi ero toccata immaginando di accarezzarli con le labbra.

- Buongiorno - mi rispose lui prendendomi per i fianchi. Alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi. Lui scese lentamente sulle mie labbra, me le catturò in un bacio lento e profondo, accarezzando la mia lingua delicatamente. Vibrai dalla testa i piedi.
Le mie braccia salirono per allacciarsi al suo collo e Christian cambiò leggermente angolazione vivacizzando il bacio. Adoravo il modo in cui mi baciava succhiandomi di tanto in tanto il labbro.
Mi lasciai sfuggire un sospiro appena prima che lui mi sollevasse sul ripiano e si mettesse tra le mie gambe. Si appiccicò ancora di più a me fino a che sentii il rigonfiamento premere contro il mio stomaco. E anche se non chiaramente visibile come per lui, quel bacio mi stava facendo lo stesso effetto.
Le sue mani seguirono un percorso in altezza dai miei fianchi fino alle costole risalendo sotto la canottiera. Non portavo il reggiseno.
Raggiunse la rotondità del mio seno che prese a ricalcare con le dita.

- Christian - ansimai quando raggiunse il capezzolo destro. Lo prese tra due dita contorcendolo e tirandolo e subito dopo lo massaggiò con il pollice. Fece lo stesso con l'altro capezzolo. Gli strinsi le gambe ai fianchi per cercare di calmare l'ondata di calore che mi stava pervadendo.
Non riuscii a trattenere un gemito mentre inarcavo la schiena e mi spingevo di più verso le sue mani che mi toccavano.
Questo era decisamente meglio delle mie fantasie notturne. E pensare che non eravamo arrivati nemmeno al sodo.

Christian sfregò il suo bacino contro il mio. Entrambi emettemmo un gemito.

Perdere la verginità in una cucina non sarebbe stato molto romantico ma in quel momento non mi importava. Lo volevo davvero troppo.
Le sue labbra lasciarono le mie e scorsero sulla mia pelle, dal collo sempre più giù.
Sapevo che avrebbero raggiunto e sostituito le sue dita che ancora stavano lavorando sui miei seni. E, cavolo, non aspettavo altro..

- Ne ero sicuro, cazzo. Potevate almeno prendervi una stanza.

Santo Cielo. No.

Chiusi gli occhi per la frustrazione. Era la dannata seconda volta che ci ritrovavamo a questo punto e non andavamo oltre perché venivamo interrotti. Prima Caleb e adesso Tyler. L'avrei picchiato.
Se prima non l'avesse fatto Christian che mi stavo stringendo così forte i fianchi che probabilmente mi avrebbe lasciato i segni.

- Ehi, Tyler - dissi incerta mentre cercavo di sistemarmi la maglietta. Aspettai che Christian si allontanasse da me e scesi dal ripiano riprendendo il mio posto davanti ai fornelli come se niente fosse successo. La verità è che passato il breve momento di eccitazione, rabbia e frustrazione ora ero imbarazzata. Tanto da sentire le mie guance in fiamme.
Presi un respiro profondo e sentii il biondo fare lo stesso schiarendosi la gola.

- Hai un tempismo davvero formidabile, amico - disse a denti stretti. Aveva la voce leggermente arrochita ed ero sicura che non fosse a causa del sonno.

Ty si limitò a fare un ghigno. - Non sono io quello che lo stava per fare in cucina.

L'altro rispose con un grugnito mentre prendeva i piatti per mettervi dentro le uova (che nel frattempo si erano freddate e non avevo avuto il tempo per fare la pancetta, già).

- Davvero bellezza, mi chiedo cosa ci trovi in lui sempre con quell'aria da cavernicolo. Perché diciamocelo, Ty-Rex potrebbe darti tutto quello di cui hai bisogno.

- Ty-Rex? - domandai divertita sedendomi al tavolo accanto a Christian.

- Esatto. Ty-Rex, il mio..

- Tyler! - urlammo in coro, Christian con voce più dura.
- Smettila di provarci con lei - aggiunse posandomi una mano sulla coscia con gesto possessivo. Un gesto che trovai molto sexy; si, trovavo tutto di lui molto sexy.

- Visto? Non capisco proprio cosa ci trovi nei suoi modi da Neanderthal.

- Disse quello che parla come un cazzo di gangster degli anni novanta.

Ed ecco che ricominciavano a battibeccare. Ma io ero troppo concentrata sulla mano di Christian che aveva cominciato distrattamente ad accarezzarmi la gamba con movimenti lenti. E tutta l'eccitazione che avevo accumulato prima ritornò prepotente. Bastava il suo tocco e mi accendevo come una lampadina il giorno di natale. Capii chiaramente che avrei fatto di tutto perché io e lui potessimo finalmente concludere ciò che avevamo iniziato due volte; per la prima volta volevo davvero un ragazzo. E quel ragazzo era Christian KAYO Parker.

- A che ora devi essere al lavoro? - mi chiese finendo le sue uova.

Merda. Il lavoro.

Dovevo essere lì alle nove per l'apertura del mattino ed l'orologio della cucina mostrava le otto e mezza. Fantastico. Sarei arrivata in ritardo poco ma sicuro.

- Merda - dissi ad alta voce scendendo dalla sedia e precipitandomi in camera. Doccia. Per prima cosa avevo bisogno di una doccia.

Quando ritornai dai ragazzi portavo la divisa del lavoro, pantaloni neri e maglietta con lo stampo del negozio e un quarto d'ora di tempo rimasto. Tyler era impegnato in una telefonata mentre Christian mi fece un sorriso e prese le chiavi della macchina.

- Ti accompagno - disse avviandosi verso la porta. Lo seguii amandolo nella mente.

- Grazie per il passaggio.

- Non devo ringraziarmi, l'ho fatto per stare un po' soli senza Tyler di mezzo - mi fece l'occhiolino. - Va tutto bene? Parlo di ieri, non sei rimasta troppo sconvolta?

Aggrottai la fronte. Come poteva pensare che fossi sconvolta? Era stata una delle esperienze più eccitanti della mia vita. - Certo che sto bene, Christian. E smettila di preoccuparti per me, non è stato niente di sconvolgente anzi vederti combattere è stato.. - eccitante. Ecco cosa stavo per dire ma mi trattenni.

- È stato..? - mi incalzò togliendo per un attimo gli occhi dalla strada e puntandoli su di me.

- Eccitante - mormorai arrossendo. Lo vidi alzare le sopracciglia e poi fare un sorrisetto malizioso.

- Eccitante - ripeté quasi incredulo scuotendo la testa. La parola eccitante (che stavamo ripetendo fin troppe volte) con la sua voce maschile suonava molto (si, lo so) eccitante. Adoravo il modo in cui sorrideva. I suoi occhi color miele luccicavano insieme al suo sorriso. Si passò una mano tra i capelli biondo cenere riportandola sul volante.

- Ed io che non volevo assolutamente coinvolgerti in tutta questa merda. Tu lo trovi eccitante.

- Trovo vedere combattere te eccitante - specificai. - E poi mi interessa ciò che fa parte di te, della tua vita.

Mi irrigidii sul posto. Perché diavolo non potevo starmene zitta. No, io dovevo dire proprio una frase così stupida.
Ci conoscevamo solo da una settimana e io me ne uscivo con questa frase da: sposiamoci domani.
Sapevo di ragazzi che dopo frasi del genere si defilavano come dei topi che cercavano di fuggire dalla trappola. E probabilmente io avevo appena rovinato tutto con Christian.
Stupida.

- Cioè..io intendevo dire che.. - cercai di rimediare senza trovare niente di intelligente.
Christian non disse niente e ormai eravamo arrivati al parcheggio del negozio. Parcheggiò e spense la macchina.

Il cuore mi si fermò nel petto. Doveva proprio finire tutto così, proprio ora che le cose cominciavano a funzionare?
Cominciò a girarsi dalla mia parte e nello stesso momento abbassai la testa per non guardarlo. Preferivo non vederlo mentre mi stava per scaricare.

Passarono un paio di secondi e lui non disse niente. Due dita cercarono il mio mento e lo sollevarono delicatamente fino a quando i nostri sguardi non si incrociarono. Fece scivolare la mano con cui mi toccava dietro la testa afferrandomi la nuca e mi attirò a sé.
Christian mi diede un bacio lento, dolce. Avevo la leva del cambio che mi premeva sulla pancia ma in quel momento non vi feci caso, troppo presa dal suo bacio.

- Sei così dolce, Thia. Dolce ed eccitante - fece infine parlando sulle mie labbra. Feci un timido sorriso anche se dentro di me gioivo all'idea che mi trovasse eccitante (okay, cominciavo ad adorare quella parola).
- Quello che ti vorrei fare, dannazione.

Mi diede un altro bacio e mi sciolsi. Se quello che voleva fare a me corrispondeva anche solo alla metà di quello che io volevo fare a lui, non l'avrei più lasciato andare.

Si staccò di nuovo da me e per poco non emisi un gemito di protesta. Le sue dita trovarono una ciocca color caramello dei miei capelli e la portarono dietro l'orecchio.

- Ora va al lavoro, Thia - ordinò con tono serio ma con una sfumatura scherzosa.
Il lavoro, giusto. Certo. Il lavoro.

Gli sorrisi scendendo dalla macchina. - Ciao, Christian.

- Ciao, dolcezza.

Entrai in negozio con dieci minuti di ritardo.

- C'è qualcosa che mi vorresti dire? - mi attaccò subito Blair.

- Ehi, B. Scusa il ritardo.

Mi diressi verso lo spogliatoio e mi tolsi la giacca. La mora si mise le mani sui fianchi e assunse la posizione del 'non ti muovi di qui finché non mi avrai detto tutto'.

- Perché non mi parli di quel ragazzo sexy che ti sei appena fatta davanti all'entrata? - insistette.

- Si chiama Christian.

I suoi occhi castano si strinsero in due fessure sospettose. Risposta sbagliata.

- Tutto qui? Dove vi siete conosciuti e soprattutto perché non me ne hai parlato?

- È una storia lunga, Blair - cercai di sviare mentre cominciavo a prendere le prima magliette da sistemare sugli scaffali. Lei fece lo stesso.

Sapevo che non si sarebbe arresa. Era la mia migliore amica, condividevamo tutto e il fatto che non volessi parlarle di Christian la insospettiva, ovviamente.

- Ho tutto il tempo del mondo - replicò infatti. Mi morsi il labbro. Avrei potuto inventarmi una scusa qualsiasi e dirle che l'avevo incontrato in palestra ma Blair faceva yoga con me. E non volevo mentirle. Solo che questo avrebbe significato rivelarle di tutta la faccenda degli incontri e sapevo che sarebbe andata su tutte le furie per non averglielo detto ma avevo fatto una promessa a Christian e non volevo tradire la sua fiducia, anche se sapevo per certo che se glielo avessi chiesto Blair non avrebbe aperto bocca.

Però, Blair era Blair. Lei mi conosceva da quando avevamo cinque anni.

- Possiamo parlarne a pranzo? - le chiesi. Almeno saremmo rimaste sole, lontane da occhi indiscreti.

- D'accordo - acconsentì.

Il nostro turno finì intorno a mezzogiorno e Blair non perse tempo per farmi l'interrogatorio. Avevamo comprato due panini al bar di fronte e poi ci eravamo chiuse nella sua auto. Era stata una mia richiesta per avere privacy.

- Prima devi promettermi che non lo dirai a nessuno.

- Perchè?

- Blair - la implorai con lo guardo.

- Okay.

- Ho incontrato Christian circa una settimana fa - cominciai prendendo un profondo respiro. - Ecco, il fatto è questo: mi sono ritrovata ad assistere ad un suo incontro di boxe. C'era un mucchio di gente lì, tutti spingevano così ho rischiato di cadere e gli sono praticamente finita addosso. Anche ieri sono stata ad un suo incontro e poi ho dormito a casa sua, per cui stamattina è stato lui ad accompagnarmi qui.

- E come mai sei finita ad un incontro di boxe?

- Sai, quando mi hai chiesto di spiare Ryan? Ci sono arrivata seguendolo, anche lui era lì.

La sua espressione si fece pensierosa. Sapevo già quale sarebbe stata la sua prossima domanda. - C'è una cosa che non quadra. Se si fosse trattato solo di un incontro di boxe non avresti avuto alcuno motivo per mentirmi e invece l'hai fatto. Quindi sputa il rospo.

Un altro respiro profondo. - Non era un semplice incontro di boxe. Si tratta di combattimenti illegali, con scommesse e tutto. Per questo non te l'ho detto. Christian mi aveva fatto promettere di non farne parola.

- Quindi lo vedi da una settimana a mia insaputa?

- No - affermai. - Ci siamo rivisti solo ieri dopo che l'ho cercato. Voleva tagliare anche me fuori da tutta questa storia.

Rimanemmo in silenzio per un po'. Sapevo che si era arrabbiata; le sue labbra erano strette in una linea sottile e le braccia incrociate al petto.
- Avresti dovuto dirmelo.

- Lo so Blair ma non si trattava solo di me.

Altro silenzio.

- L'avete fatto?

- No - risposi capendo perfettamente a cosa si riferisse.

- Perchè se l'aveste fatto me l'avresti detto, giusto?

- Certo. Te l'avrei detto subito - confermai. Ed era vero.

- Bisogna ammettere che ci guadagneresti con uno così. Insomma non l'ho visto bene ma quel che ho intravisto mi è bastato - commentò. - E da come vi baciavate sembra che vi piacete parecchio.

Sorrisi tra me e me. Speravo davvero che quello fosse l'effetto che facevamo visti da fuori. - A me piace parecchio. Non so come spiegarlo ma voglio lui. Voglio che sia lui.

- Capisco cosa intendi. Provo le stesse cose per Ryan.
Mi sorrise. - Sono ancora arrabbiata con te per avermi tenuta all'oscuro ma in un certo senso capisco. Solo promettimi che d'ora in poi me ne parlerai.

- Promesso - dissi senza esitare. - E tu, ti prego, non rivelare niente a nessuno. Nemmeno a Ryan, devi far finta di esserne all'oscuro.

Sbuffò ma annuì. - È un peccato perché mi piacerebbe partecipare a uno degli incontri.

Risi. Ne avrei parlato con Christian la prossima volta che ci saremmo visti. Tanto avevo già intenzione di dirgli di aver rivelato tutto a Blair. Speravo solo che non si sarebbe incazzato troppo.

Quando tornai a casa ero esausta. Mi buttai sotto la doccia calda per rilassare i muscoli e dopo mezz'ora mi decisi ad uscire. Avevo pensato a Christian per tutta la durata.
Non che fosse strano. Da quando mi aveva lasciata a lavoro non pensavo ad altro che a lui. Ed ero contenta di poterne parlare apertamente con Blaire.

Mi asciugai e mi infilai un paio di culotte in pizzo. Era il mio piccolo segreto ma amavo la lingerie e soprattutto quella raffinata e in pizzo. Mi chiesi se Christian avrebbe apprezzato il mio intimo.
Speravo di sì.
Lo immaginavo mentre mi ammirava e restava affascinato da qualcosa di sexy che avevo indossato solo per lui.
Feci un piccolo giro su me stessa ammirandomi allo specchio. Chissà come mi vedeva attraverso i suoi occhi.

Non indossai il reggiseno e mi infilai dentro una delle magliette di mio padre che usavo come pigiama.
Mio padre era un amante del rock per cui collezionava un sacco di magliette dei suoi artisti preferiti. Indossavo la sua maglia preferita, quella degli AC/DC, la cui scritta si era un po' sbiadita a causa dei continui lavaggi. Ma non l'avrei mai buttata, era uno dei suoi ricordi.

Mi buttai subito a letto e mi rannicchiai sotto le coperte. Erano quasi le ventitré. Controllai il cellulare per vedere se vi era qualche messaggio e poi lo appoggiai sul comodino.
Qualche minuto dopo stavo già cominciando ad addormentarmi.

Fu allora che sentii dei colpi alla portafinestra che dava sul balcone. I miei occhi si aprirono e all'improvviso fui sveglissima.
Altri colpi. Scattai a sedere. Il cuore cominciò a battermi forte nella gabbia toracica. Restai zitta e cercai di non muovermi più. Meglio far credere che non ci fossi.

"È come se avesso scritto sullo zerbino: Benvenuto. Entrate e servitevi pure."

Accidenti. Le parole di Tyler mi rimbombarono nella testa amplificando la mia paura.
Altri colpi, questa volta più forti.

Anche quella notte mia madre non ci sarebbe stata. Ero sola.
Mi sembrava di essere in uno di quei bruttissimi film dell'orrore e per poco non andai nel panico. Che cosa dovevo fare, adesso?

Merda.

Il telefono. Ce l'avevo proprio lì vicino. Lo presi con mano tremante e schiacciai sulla tastiera il numero di emergenza.

- Thia!

Riconobbi subito quella voce anche se leggermente ovattata dal vetro. Il sollievo accarezzò il mio corpo tranquillizzandomi all'istante. Ma la rabbia mi montò dentro alla stessa velocità.

Dio, mi aveva fatto prendere un colpo.

Mi chiamò di nuovo e mi affrettai a scendere dal letto ed andare ad aprire la portafinestra.

Era Christian.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro