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Instagram (Shkodran Mustafi)

@shkodranmustafi ti ha taggato in una foto.

Velocemente apro Instagram per guardarla. È quella che ho fatto con lui qualche ora fa, mentre stavo per passeggiando per le strade di Valencia. Il suo commento è un semplice cuoricino rosso.
Adesso bisognerebbe dire come ho fatto ad incontrarlo: come dicevo prima, stavo passeggiando sul lungo mare e ho visto un po' di persone vicino ad un ragazzo. Alcuni si stavano facendo foto con lui mentre altri lo stavano filmando con i telefonini. Mi sono avvicinata per curiosità e ho chiesto ad un uomo con in mano un cellulare chi fosse il ragazzo che stava filmando.
"Shkodran Mustafi, difensore numero 5 del Valencia Fútbol Club, chica."
Non sapevo chi fosse però quando ti ritrovi davanti un ' vip non puoi non farci una foto insieme. Questo Mustafi era un ragazzo alto, rossiccio e con la barba. Un bel ragazzo, ci terrei a sottolineare. Lui mi ha guardata con i suoi occhi marroni e mi ha chiesto: "Vuoi fare una foto con me, tesoro?" Io ho annuito. Ha preso il suo telefono dalla tasca dei jeans e l'ha passato ad un ragazzo vicino a lui, credo che fosse suo amico. Il ragazzo ci ha scattato una foto e allora gli ho passato il mio. Ne ha scattata un'altra, Shkodran mi ha chiesto come mi chiamo su Instagram, ho balbettato un "@cristina97" e me ne sono andata. Ammetto che come incontro non è stato granché: avrei potuto farmi autografare qualcosa oppure dirgli due parole, però - adesso - è da tre ore che sto cercando sue informazioni su internet.
È nato il 17 aprile del 1992, il mio stesso giorno solo che io sono del '97. Lui ha 23 anni, io 18. È alto 1.84 m, 19 cm in più di me. Ha giocato in Italia, dove sono nata, però è tedesco di origini albanesi. Adesso gioca sia nella nazionale tedesca che nel Valencia Fútboll Club. In nazionale aveva il numero 21 mentre ora è il 2. Ha una famiglia molto numerosa. Eccetera eccetera... Ed è stato carinissimo a mettere la nostra foto su Instagram. Continuo a cercare informazioni su di lui fino a quando non mi si chiudono gli occhi per la stanchezza.

@shkodranmustafi ti ha inviato una foto.
«Hey Cristina. Ho bisogno di un favore da te, riguarda la foto che ci siamo fatti l'altro giorno. Puoi venire al bar Red Rose alle 15.30? Grazie mille se ci sarai. :)
-Shkodran»

Ecco il mio buongiorno. Rispondo dicendo che mi va bene e che sarei andata. Faccio colazione e poi mi metto a fare i compiti di matematica, la mia spina nel fianco.
Una domenica mattina eccitante direi.
Verso le due e mezza inizio a prepararmi visto che il locale che mi ha indicato Shkodran è circa dall'altra parte di Valencia. Scelgo un outfit semplice: jeans blu ed una t-shirt viola. Poi metto anche un paio di Vans nere. Esco di casa, mi infilo le cuffiette ed inizio a camminare per la strada sulle note di Oh Love! dei Green Day, la mia band preferita.
Alle tre e mezza precise arrivo al bar. Solo che Shkodran non c'è quindi mi siede ad un tavolino ad aspettarlo. Mi faccio portare una Pepsi da bere nell'attesa. Verso le 16.45 un ragazzo con un paio di Rayban si avvicina al mio tavolo.
"Ciao Cristina, sono Shkodran. Scusa per il ritardo." Dice.
"Oh, ciao." Rispondo togliendomi le cuffiette. "Mi vuoi parlare giusto?"
"Sì. Vado dritto al punto: mia mamma crede che tu sia la mia fidanzata."
"Cosa? Ho capito bene?" Sono sorpresa.
"Crede che noi due siamo fidanzati."
"Perché pensa ciò?" Chiedo confusa.
"Ieri sera mio fratello le ha fatto vedere la foto che ho postato su Instagram, quella dove siamo insieme e lei pensa che noi due siamo fidanzati. Vuole conoscerti, mi ha chiamato stamattina tutta contenta." Lo guardo malissimo e lui aggiunge: "Ho provato a dirle la verità ma lei dice che sono tutte balle che mi sono inventato per non portarti a casa dai miei genitori."
"Okay, okay. E quindi io cosa dovrei fare?" Domando confusa.
"Devi venire in Albania per una settimana a casa loro."
"Non ci penso neanche!" Esclamo.
"Dai ti prego."
"No! Non voglio!"
Non ci penso neanche ad andare in Albania con uno sconosciuto.
"Dai, ti prego. Faccio tutto quello che vuoi." Mi guarda facendo gli occhi da cucciolo.
"No. Primo perché no; secondo perché no."
"Dai!" Mi implora e tutti si girano a guardarci.
"Okay." Alla fine cedo.
I suoi occhi da cucciolo sono irresistibili.
"Wow! Grazie mille." Dice abbracciandomi. "Il volo è tra due ore."
"Cosa? Non pensavo di partire subito."
"Ti accompagno a casa tua per prendere la valigia. La mia l'ho già fatta."
"Va bene."
Speriamo di non aver fatto una cavolata.
"Vieni, ti porto con la mia macchina."
Si alza e mi prende per mano. Usciamo dal bar e lui si avvicina ad una Porsche azzurra, sale ed io faccio lo stesso. Parte sgommando e gli do le indicazioni per arrivare a casa mia.
"Mi aspetti qui o vuoi salire?" Gli domando.
"Posso salire?" Annuisco.
Appena apro la porta di casa mi pento di averlo fatto entrare: è tutto in disordine! Piatti sporchi che escono dal lavandino. Vestiti in terra. Scatole di pizza e bottiglie di bevande sopra il tavolino del salotto. L'ordine non è il mio forte.
"Scusa per il disordine, Shkodran." Mi giustifico imbarazzata.
"Tranquilla, io sono anche peggio."
Scoppio a ridere sollevata. Gli faccio strada verso la camera e lui si siede sul letto disfatto.
Prendo un trolley giallo e ci infilo dentro un po' di vestiti alla rinfusa.
"Per quanto staremo via?" Gli domando.
"Circa una settimana." Risponde fissando ogni azione che faccio.
Prendo anche il mio piccolo beauty case e mi trucco, poi lo metto nella valigia. Prendo una golf color crema e lo infilo al posto della t-shirt viola. Cambio anche le scarpe e opto per un paio di ballerine in tinta con il maglione. Mi pettino i capelli mori con le punte chiare in una crocchia disordinata.
"Eccomi, sono pronta." Dichiaro a Shkodran.
"Perfetto. Sei bellissima. Possiamo andare." Dice lui sorridendomi. Arrossisco al suo complimento e lo seguo fuori da casa. Saliamo ancora sulla sua Porsche e andiamo all'aeroporto. Prendiamo il primo volo per l'Albania, Shkodran aveva già prenotato i biglietti e sull'aereo iniziamo a parlare.
"Dimmi cosa dovrei sapere su di te, Cristina." Mi chiede.
"Mi piace giocare a pallavolo, il mio colore preferito è il verde e odio le persone false."
"Tutto qui?"
"Mmh... Amo alzarmi presto alla mattina, odio il caffè freddo e con troppa acqua. Adoro gli animali, in particolari i cani. Al pomeriggio mi piace uscire oppure dormire. Adoro i ragazzi che mi fanno ridere e che non pretendono di fari i fighi a tutti i costi. Mi piace postare foto su Instagram però non mi piace Twitter. Ho un debole per i ragazzi a cui piace divertirsi ma legalmente. Odio il fumo e la droga. Odio il bianco perché non mi trasmette emozioni, ma adoro il nero perché è un colore profondo e puro. Mi piace guardare il tramonto e le stelle... Poi il resto lo scoprirai da solo." Gli sorrido. "Invece a te cosa piace?"
"Odio alzarmi presto alla mattina, odio il tè e credo che non lo berrò mai. Adoro stare in compagnia e mi piace davvero tanto giocare a calcio. Il mio colore preferito è il giallo perché mi infonde allegria. Non mi piace arrabbiarmi e rimanere con il broncio tutto il giorno. Adoro le ragazze che ti dicono la verità senza aver paura di ferirti e odio le ragazze che ti seguono solo perché sei famoso, senza importargli di chi tu sia veramente. Mi piace conquistare la ragazza che mi piace con piccoli gesti. Odio quando le persone si vantato però adoro mettermi in mostra. Adoro il caffè con il latte e mi piace tanto la birra. Non fumo e non mi drogo. Credo che sia tutto."
"Sei un tipo simpatico e carino. Ti trovi estremamente sexy e adoro tanto il tuo modo di vestire." Dico sincera. Mi piace davvero come tipo.
"Anche tu non sei male." Ride. La sua risata è adorabile e contagiosa.
"Vuoi ascoltare della buona musica con me?" Gli domando dopo un po'. È la prima volta che condivido le mie canzoni con qualcuno, di solito le tengo per me.
"Okay. Stupisci, baby. Cosa ascolti?" Mi guarda sorridendo.
"Ti piacciono i Green Day?"
"Sì, conosco qualche canzone però io adoro la musica rap."
"Ascolta questa: si chiama Holiday, è una delle mie preferite." Gli porgo un auricolare e lui lo infila nell'orecchio. È adorabile vederlo muovere la testa a ritmo della musica. Si accorge che lo sto fissando e si gira a guardarmi. Gli sorrido e lui ricambia. Le canzoni successive le scegliamo un po' per uno. Mi fa ascoltare i suoi pezzi preferiti e io condivido i miei con lui. Dopo qualche ora di volo ci addormentiamo, spalla conto spalla.
Veniamo svegliati dalla hostess che ci dice che l'aereo è atterrato. Nell'aeroporto di Tirana ci sono sua mamma ed i suoi fratelli, credo. Shkodran si avvicina alla sua famiglia e li abbraccia tutti. Io rimango in disparte e li osservo imbarazzante.
"Questa è Cristina, la mia fidanzata." Dice Shkodran avvolgendo un braccio intorno ai miei fianchi. Cerco di non trasalire e sorrido a sua madre "Piacere signora Mustafi, io sono Cristina d'Amigos." Le allungo una mano e lei la stringe.
"Piacere di conoscerti Cristina." Eisponde in uno spagnolo perfetto.
"Allora hai visto che ti ho fatto conoscere Cris." Dice Shkodran alla madre.
"Sì figlio mio, venite adesso. Sarete di sicuro stanchi."
Shkodran mi presenta i suoi fratelli e le sue sorelle mentre ci dirigiamo alla macchina. Sembrano simpatici. La mamma di Shkodran dice che sono venuti con un'auto in più, per farci fare il viaggio da soli - a me e a Shkodran. Carichiamo le nostre valigie su una macchina nera e poi ci saliamo.
"Secondo te che impressione ho fatto a tua mamma?" Gli domando subito.
"Le sei piaciuta di sicuro. Allora, riepiloghiamo: ci siamo conosciuti ad una mia partita perché sei l'amica di un mio compagno di squadra e da lì è nata una storia d'amore. Ci siamo messi assieme il 16 dicembre però la nostra storia è rimasta segreta fino a quando non abbiamo fatti i 6 mesi di fidanzamento cioè l'altro giorno. Okay?" Mi spiega.
"Perfetto."
"Se fanno domande lascia rispondere a me, mi inventerò qualcosa al momento e tu annuisci."
"Okay, okay."
Non parliamo più durante il tragitto e quando arriviamo a casa dei suoi, lui va semplicemente in quella che credo sia camera sua ed io senza fare troppe domande lo seguo a ruota.
La sua camera è formata da un letto matrimoniale, un armadio grande ed una scrivania. Le pareti sono tappezzate di poster di calciatori e sopra le mensole a muro ci sono un sacco di oggettini. Tutto ciò mi fa sentire in un ambiente famigliare e caldo.
"Vuoi farti la doccia Cris?" Mi domanda distrattamente.
"Sì, dov'è il bagno?" Lui indica la porta vicino all'armadio e ci entro. Il bagno è spazioso e sui toni del blu. Mi spoglio velocemente e dopo aver preso da un armadietto un'asciugamano entro nella doccia. Il getto d'acqua calda rilassa subito i miei muscoli tesi ed inizio ad analizzare i pro ed i contro di questa "gita". Shkodran mi sembra un tipo a posto però lo conosco solo da due giorni. Posso imparare nuove cose ma sono tanto lontana da casa eccetera eccetera.
"Cris? Posso entrare? Devo prendere una cosa..." Mi domanda Shkodran.
"Sono nuda!" Rispondo io.
"Dai, ti giuro che non guardo."
"Okay. Però fai in fretta."
Sento la porta aprirsi e lui che traffica in cerca di qualcosa. Dopo qualche secondo sento la porta chiudersi. Esco dalla doccia, avvolgo il mio corpo nell'asciugamano ed esco dalla camera. Shkodran è sdraiato sul letto senza maglietta e mi fissa.
"Adesso la faccio io. Vuoi andare in un'altra camera a cambiarti?" Mi domanda.
"No, grazie." Rispondo.
Lui entra nel bagno e poco dopo sento l'acqua della doccia scorrere. Prendo la valigia e tiro fuori un paio di pantaloncini della tuta neri ed una maglietta gialla di Spongebob.
Infilo l'intimo e poi i vestiti. Non so cosa fare e così tiro fuori il telefono ed inizio a messaggiare con i miei amici.

[7 giorni dopo]
"Grazie Cris per essere venuta in Albania con me." Dice Shkodran. Siamo nella sua macchina e siamo parcheggiati sotto il mio appartamento.
"Figurati." Gli rispondo sorridendo. "Mi sono divertita e poi i tuoi parenti sono fantastici."
"Già. Allora niente..." Sembra incerto su cosa dire.
"Rimarremo amici?" Domandiamo all'unisono.
"Sì." Diciamo ancora insieme.
"Cristina, mi piacerebbe uscire con te. Sei libera domani sera?"
"Sì, Shko. Anche a me piacerebbe tanto." Si sporge verso di me e lascia un piccolo bacio sulla mia guancia.
Brividi ovunque! Anche se mi ha baciata più di una volta davanti ai suoi genitori, questo bacio mi fa uno strano effetto. Sarà perché la fatto con sincerità?
Scendo dalla macchina e lui fa lo stesso. Mi aiuta a portare la valigia in casa e quando sta per andare lo blocco.
"Shkodran..." Gli dico.
"Sì, Cris?"
"Non andartene."
"No, ci vedremo anche domani."
"Intendo: non andartene adesso. Mi mancherai."
"Anche tu tesoro. Però devo andare, ho gli allenamenti di calcio."
Mi avvicino a lui e lo bacio passionalmente. Sento la sua barba pizzicarmi le guance ed è una sensazione adorabile.
"Credo di essermi innamorato di te, Cristina." dice Shkodran tra un bacio e l'altro.

FINE.

dedicato a cristinaselva

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