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19. Please don't hate me"

Tre giorni che se ne è andato e non gli ho ancora parlato. Quando il mio telefono si illumina per la decima volta nell'ultima mezz'ora, alla fine lo spengo. Non posso più preoccuparmi di litigare.

Onestamente non so cosa succederà, voglio che stiamo bene, si tratta di Hunter, l'amore della mia vita, l'uomo con cui voglio passare il resto dei miei giorni, ma non lo lascerò continuare a farmi del male così.

"Emily" dice zia Karen e mi distrae. Sbatto le palpebre un paio di volte e sorrido scusandomi.

"Scusa" dico "mi sono persa per un minuto".

"Capisco" Lei risponde, la pietà è scritta chiaramente sul suo viso e lo odio.

Ho scoperto ieri, dopo una conversazione approfondita con zia Karen, che sapeva che mia madre era tornata.

Sono delusa e sconvolta dal fatto che non me l'abbia detto, ma capisco che stava solo cercando di proteggermi.

"Tu ed Hunter starete bene" mi dice Karen e spero e prego che abbia ragione, non so se sopravviverò senza Hunter al mio fianco.

Non mi sarei mai aspettata che sarebbe tornato a New York. Quando gli ho detto di andarsene non ho mai pensato per un secondo che se ne sarebbe andato davvero.

Ero arrabbiata in quel momento e non lo volevo attorno a me, volevo solo un po' di spazio, non mi aspettavo che me lo desse sul serio.

"Lo so" provo a fare un sorriso ma è forzato e imbarazzante. "Sai dove si trova?" Chiedo volendo cambiare argomento parlando di qualsiasi cosa tranne che me e Hunter.

Sa che sto parlando di mia madre senza dover chiedere, lei annuisce.

Mi mordo il labbro, ho pensato molto a lei di recente, perché se n'è andata? Perché non mi ha chiamata o addirittura mi ha fatto sapere che stava bene? Tutti questi pensieri mi hanno dato alla testa, non solo da quando è tornata, ma da quando se n'è andata. Almeno una volta al giorno mi sono chiesta perché ha fatto quello che ha fatto e mi ha lasciata quando avevo più bisogno di lei.

Devo ammettere che sono incuriosita da quello che ha da dire.

"Vuoi vederla?" Karen chiede e io scrollo le spalle. Non ne sono nemmeno sicura. "Nessuno potrebbe biasimarti se lo facessi. Hai domande a cui bisogna rispondere".

Prima ancora che me ne renda conto, sto cadendo a pezzi, la mia testa cade tra mie mani e le lacrime mi cadono liberamente sul viso. "La odio Karen. La odio" singhiozzo, il mio petto fa male alle parole che non avrei mai pensato di dire.

"Lo so tesoro" Lei sussurra leggermente mentre mi avvolge tra le sue braccia. Mi lascia piangere finché non riesco più a tirar fuori le lacrime, i miei occhi sono pesanti e gonfi e sono sicura di essere un disastro totale.

La sua camicia bianca a fiori è bagnata dalle mie lacrime, ma non sembra che le dispiaccia.

Tiro su con il naso quando alla fine mi allontano, asciugandomi gli occhi con la manica della mia maglia. "Grazie" le dico sinceramente. È l'unica famiglia che mi è rimasta, sono grata che sia qui per me.

"Non ringraziarmi, Emily, ti voglio bene." Dichiara facendomi sorridere. "Perché non chiami Hunter? Sono sicura che gli piacerebbe sentirti".

"Non posso" le dico. "Non ancora." Lo voglio, davvero, ma non gli farò sapere quanto sto male, è già stressato abbastanza senza dover aggiungere il mio dramma alla sua lista. "Non voglio appesantirlo"

"Forse questo è il problema, entrambi vi state tenendo le cose dentro nella speranza di poterlo affrontare da soli, ma alla fine, avete bisogno l'uno dell'altra per superarlo".

Penso alle sue parole per un secondo e finalmente lo capisco, Hunter non mi sta nascondendo le cose per farmi del male, lo sta facendo perché pensa che sia meglio per me.

"Non sei un peso Emily. Assolutamente. Hunter ti ama con tutto se stesso, non cosa che non farebbe per aiutarti" mi strofina dolcemente la mano con la punta delle dita prima di lasciarla andare e mettersi dritta al suo posto. "Vado a fare il caffè, torno subito."

Tiro fuori il mio telefono e lo accendo, compaiono altri tre messaggi da Hunter.

(11.02) Hunter:

Per favore parlami. Sei così testarda.

(11.04) Hunter:

Mi dispiace tanto per tutto Emily, quando ti ho fatto la proposta ho promesso di renderti felice per il resto della nostra vita e in questo momento non lo sto facendo. So di essere un stronzo egoista, ma per favore rispondi al telefono o almeno mandami un messaggio. Questo silenzio mi sta uccidendo.

Anche i suoi messaggi sembrano disperati. Se non avessi così tanto bisogno di lui in questo momento, risponderei con qualcosa di impertinente su come avrebbe dovuto pensarci prima di chiudermi fuori, ma non lo faccio. Ho bisogno di sentirlo e dirgli che lo amo, non mi importa se non si apre finché è lì per me quando ho bisogno di sfogarmi.

Preferirei che parlasse con me piuttosto che con la fottuta piccola signorina perfetta con cui lavora, ma se si sente più a suo agio nel farlo con lei, ubriaco o no, allora mi va bene.

Non mi preoccupo di leggere il terzo messaggio, clicco su chiama e squilla una volta prima che risponda.

"Em"

"Uhm, ehi." Sembro fottutamente imbarazzante, io ed Hunter non siamo mai stati così da quando eravamo scopamici, amici con benefici o come volete chiamarlo.

Sento il suo sospiro dall'altra parte del telefono e immagino i suoi bellissimi occhi che si chiudono. "Odio tutto questo." ammette e io ridacchio dolcemente.

"Anch'io"

"Mi manchi, Emily, sono stato seduto qui con il mio telefono in mano, aspettando che tu chiamassi" dice.

"Ho parlato con Karen, mi ha fatto capire alcune cose" rispondo, le mie dita tremano leggermente, non so perché sono così nervosa, è solo Hunter. Quest'uomo sa tutto quello che c'è da sapere su di me, quando sono spaventata o lunatica, quando ho bisogno di un abbraccio e quando ho bisogno di essere lasciata in pace, sa come farmi ridere e cosa fare quando sono preoccupata. Nessuno mi conosce meglio di lui.

"Mi hai distrutta Hunter"

"Per favore non odiarmi" Sembra così in conflitto , così triste e voglio abbracciarlo.

"Non potrei mai odiarti, ero arrabbiata, mi dispiace di essere stata una stronza".

"Hai tutto il diritto di esserlo." Dice e so che la pensa davvero così.

"Hai fatto un casino, ma non sono più arrabbiata" lo ammetto. Come potrei essere arrabbiata con lui per aver fatto ciò che pensa sia giusto?

"Sono pronto a dirtelo, Emily. Tutto. Non potevo prima, ma voglio mostrarti che non importa cosa, vieni sempre prima". Dice di corsa "Tu e la nostra relazione sareste sempre la mia priorità".

Sorrido alle sue parole. Gli ultimi giorni sono stati un inferno per me e per lui.

"Per favore, vieni a New York" sospira e sento il mio cuore battere più forte. Sono contenta che voglia vedermi tanto quanto io voglio vedere lui.

"Non posso" dico e sento qualcosa sbattere attraverso la linea, penso che abbia preso a pugni qualcosa. Alzo gli occhi al cielo ma continuo. "Devo vedere mia madre" lo informo. Anche se è qualcosa a cui ho pensato per un po', è una decisione presa sul momento.

Ho bisogno di vederla. Anche se sento il bisogno di prenderla a pugni in faccia.

"Vengo con te se vuoi." Hunter si offre ma scuoto la testa.

"No, va bene. Non ci vorrà molto." Sento che questo è qualcosa che devo fare da sola. Se necessario, posso confidarmi con Hunter dopo. "Non appena avrò finito lì, però, salirò sul primo aereo per vederti" gli dico con un sorriso.

Il pensiero mi eccita. Ho bisogno di baciarlo e sentire le sue mani su di me, ho bisogno di sapere che stiamo bene, le parole non mi bastano.

"Non vedo l'ora" dice. "Ti amo, Squirt"

"Anche io ti amo." Rispondo. " Ci vediamo presto"

Non voglio riagganciare, ma so che devo. Mia madre non andrà da nessuna parte purtroppo, ma preferirei farla finita con questa storia.

"A presto" risponde Hunter, posso sentire il piccolo sorriso nel suo tono e mi solleva all'istante mentre la linea cade.

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