Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Per sbaglio o per proposito, la vita è un rompicapo

Aprile, 18,
non dello stesso anno.

E voi, cosa pensate voi di lei? Lei a cui duole lo spirito ad ogni passo; lei che cede per noia; lei che si ingozza di nicotina e mancato egoismo.

Lei che cammima con la postura sciancata e non ne avete mai letto. Lei che si ripropone ad ogni festevità di cambiarsi. Lei che se ne sta tutta ricurva a leggere i suoi romanzi e preferisce la marmallata alla cioccolata. Lei che ascolta suoni tristi per addormentarsi e che soffre di insonnia. Lei che porta il nome di un colore e nessuno si è mai soffermato su quanto bizzarro potesse apparire.

Celeste: un colore di mezzo. Non troppo azzurro, ma nemmeno eccessivamente blu.

Un colore che non verrà mai sottolineato completamente, che verrà sottovalutato e talvolta confuso, ma esiste. Siate ben accorti poiché c'è ed ogni fine settimana, da un po' di tempo a questa parte, si aliena sulle sponde della cittadina di mare con soli abitanti anziani che ha scelto come rifugio solidale per il suo rancore.

Sarebbe stato assai scontato se fosse andata vai non curandosene, se il taciuto distacco non avesse nosso al suo organismo dilianato.

Ed invece, lei l'ha visto portare fuori il vecchio scatolone con i vinili che gli aveva regalato e gettarlo nei cassonetti. L'ha visto chiudere definitivamente la serranda della sua finestra e poof, terminata per lei ogni chance di spiarlo in punta di piedi in uno dei suoi intimi momenti.

Quanto gradiva, lei, accovacciarsi e osservarlo sedersi sul letto o costruire una delle moine della lego con il suo fratellino. Ma se n'è reso conto, lui, purtroppo inconscio, della mescolanza di emozioni che risiedeva nella quasi donna a procurarsi male alle ginocchia per starlo a guardare ed ha chiuso i battenti.

Ma lei l'ha visto, adagiata sul ripiano del suo bagno (dove prima fumava), che trascinava dietro di sé, ricco di rammarico, la valigia celeste e la caricava nella bella e nuova auto dei suoi nuovi genitori. La postura era quella di un uomo oltraggiato, perfettamente eretta e non si guardava indietro. Certo che l'aveva notata, in pigiama, a struggersi per la lontananza. Ma l'aveva reso indifferente e detestante anche del suo minimale sguardo, cosicché s'è chiuso in auto e non le ha permesso di dedicare le ultime lacrime a quel volto adornato da delle meravigliose lentiggini. I suoi zigomi sporgenti, le sue labbra sottili e serrate, i suoi occhi color cacca di cane.

Sarebbe stato banale, tipico di un film, che lei fosse scesa e avesse smesso di bramare un contatto da quella stramaledetta finestra, ma non l'ha fatto. L'ha lasciato volare via, gli ha permesso di essere felice e sarebbe stato tutto magnificamente tragico se lui se ne fosse almeno un po' accorto.

Lui l'ha dimenticata con la consapolezza che lei fosse una maligna, una falsa, una puttana uscita male. Tenera la notte che l'avrà confortato in questa meticcia credenza, ché ne avrà avuto bisogno.

Lei ha terminato di studiare, ha costruito un rapporto con la madre irrisolta ed ha amato la zia come l'unica famiglia che è stata in grado di meritarsi. Ha allontanato gli altri: non parlava con Andrea, né con Claudia, né con Renato, né con me. Passava i suoi giorni con quell'assurdo parroco di colore che le insegnava a non disintegrarsi.

Un giorno, infine, ha capito da sé come fare ed ha preparato le valigie. Uno zainetto in spalla, il caricatore nella tasca di questo zaino, un trolley alle spalle ed un biglietto sola andata verso una destinazione sconosciuta.

Ha perso il treno, comunque, quindi ne ha dovuti comprare due, di biglietti di sola andata. Ma c'è arrivata e ha avuto, per la prima volta, un incantamento con un posto. Le case leggermente tinteggiate con colori vivaci, i toni pacati dei viandanti e quelli salaci degli abitanti, nemmeno un supermercato ed una padrona d'appartamento assai polemica.

Si sedeva, inizialmente, su una scogliera spigolosa e di sera lamentava un dolore incessante al sedere. Contemplava il silenzio, il meccanismo neutrale di un luogo non percepito ma amato, e se fosse stato tutto scontato, avrebbe vissuto di di aria.

Ma s'è trovata un impiego con un vecchio rincitrullito che ha imparato ad amare. Lui la trattava come una nipote e le ha data la possibilità di agguantare un'opportunità nell'amato mondo editoriale. Quel signore, assai garbato, le ha garantita una rinascita e siede sempre con lei di fronte al tramonto sulle onde azzurre e luccicanti.

È un comfort poter stendersi e perdersi nei miseri ricami di un ambiente non molestato dal sudiciume umano. L'odore della salsedine, i capelli da lavare ogni giorno ed i gabbiani sul balcone. Un bel posto dove correggere dei manoscritti.

Ma non siate malinconici se questa descrizione manca di dettagli; ho imparato a farne senza. La sostanza presiede nella crescita di una giovane donna che ora porta in grembo un figlio di un uomo che la ama e la rispetta, che la tocca con generosità e la fronteggia come con chi reputi alla tua altezza. 

L'ha incontrato per sbaglio un giorno, non vi starò a dire chi sia: ma il suo viso!, il suo viso esserini miei è quanto di più amorevole e delizioso in cui possa aver sperato. Si augura che il nascituro porti gli occhi del suo fragile amante. Immaginatevelo come vi pare più esatto.

Si augura che la sua casetta con poche finestre, la quale dà ad un mare immenso e mai piatto, faccia da rifugio adatto al suo nido d'amore ed ha appostato la culla di colore giallo esattamente di fronte alla vista più bella: quella al cielo celeste.

Lei, adesso, sta cercando una bolletta da pagare, dopo avermi invitata per qualche giorno per raccontarmi di sé, e m'ha appena chiesto se mi infastidisca. Ho scosso la testa dinanzi al caschetto nero che le decora il bel volto delicato e sempre pallido (nonostante il sole che prende!) e nei suoi jeans larghi, sormontati da una maglietta bianca sottolineante la semplicità della vita alla quale si dedica. Non ha rughe, mi dice spesso che è perché si reputa felice.

Non le mancano di certo i soldi, ma non vuole che alcuna cosa sia dovuta. Vuole viaggiare, vedere, scoprire. Vuole che mai più le venga chiusa una serranda per egoismo, vuole abbattere l'egoismo. Ancora non ha capito come. C'ha la casa piena di libri, ad ogni modo, ché ha detto che i libri sono lo specchio dell'anima. Può capire chi sei dal libro che ti attirerà e cercherà di non restare mai più scottata.

L'ho dimenticata una cosa, però! Che pessima narratrice, mi ha resa la vecchiaia. Me ne ricordo adesso che stringe il foglio tra le mani, impietrita ed accovacciata sulle punte dei piedini che si ritrova. Il cuore le fa un salto, il sorriso si increspa ed una lacrima di armonia le attraversa i magnifici occhi color piscia.

Mi stendo e la guardo, continuando a scrivere perché un dettaglio simile mica posso tacervelo! Stringe fra le minuscole dita un disegno vecchio, raggrinzito, piuttosto tenuto male.

Si solleva e poggia il contenitore colorato delle scartoffie sul tavolo di legno chiaro e si viene a sedere accanto a me.

Le sue mani da diciassettene sono proprio ben rappresentate sull'ingiallito foglio. Le chiedo cosa stesse facendo, lei mi risponde che stava stringendo una catenina.

Le chiedo chi gliel'ha disegnato, lei risponde che è stato il suo fiore straordinario e si tocca la pancia cresciuta.

Le chiedo come l'ha avuto e lei si impiega nella più totale felicità in un'espressione rasserenata. Era sotto la mia porta quel giorno in cui pensavo di dovergli un addio, risponde.

Ritratto di Celeste,
probabilmente (se vi piace) olio su tela.
Matilde.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro