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Un angelo?

Quei tre gli si stavano avvicinando grugnendo, quando spalancò le ali all'improvviso, facendoli sobbalzare e indietreggiare di qualche passo a bocca aperta.

" Che c'è? adesso avete paura?" domandò loro con un ghigno compiaciuto.

"Tu...t..u" lo indicò il primo tremante.

"io...io cosa? Aspetta non dirmelo, sono così bello da far paura, vero?"
Si avvicinò di pochi passi, mentre i due colleghi dell'omone partivano in ritirata sbraitando.

Ferito nell'orgoglio, abbandonato dai suoi complici, il tizio accigliò lo sguardo verso Half puntando la pistola ad altezza d'uomo.

"Non farlo!" esclamò d'istinto la ragazza. "Tu zitta!" le urlò di rimando il criminale.

" No no no" intervenne Half muovendo l'indice a sincrono " non si usa questo tono con una ragazza ferita fisicamente e psicologicamente"
Si scurì in viso, posò lo sguardo al suolo e vedendo scintillare la lama del coltellino che aveva gettato uno dei criminali, lo prese con uno scatto e lo puntò al collo dell'uomo, spingendolo con il braccio contro la parete del vicolo.

Gli bisbigliò all'orecchio:
" Ti conviene pentirti di quello che le hai fatto" gli disse col fiato sul collo.
" E se non lo facessi?"
Non avrebbe dovuto chiederglielo.

Il giovane angelo lo prese per il collo e lo trasportò, con un battito d'ali, su, su, sopra il tetto del palazzo adiacente al vicolo.
Da quell'altezza si poteva vedere tutta la città e i fari delle macchine apparivano come lucciole.

"Allora?" gli domandò mentre l'uomo scalciava e gridava terrorizzato.
"Dato che non rispondi..." lo lasciò cadere nel vuoto e lo riprese con uno scroscio di risa.
"Ti prego, ti prego lasciami andare" lo supplicava invece la vittima di quel gioco. La voce dell'uomo fece alzare il mento ai passanti che indicavano Half. Alcuni bambini lo incoraggiavano a lasciarlo cadere, ma non l'avrebbe mai fatto, sapeva che lui non era la giustizia ma che era solo al suo servizio.
" Scommetto che anche la ragazza vi ha chiesto di lasciarla andare. Dunque, ti penti?" Ripeté.
" Si s..si " balbettò impaurito il criminale.
Un sorriso soddisfatto comparve sul viso di Half. Anche questa volta aveva compiuto la sua missione. Un altro punto a favore del bene, mancava solo l'ultimo passo.
Si diresse quindi alla stazione di polizia per consegnare il malvivente nelle mani della giustizia, e mentre planava sopra i tetti delle macchine, i cittadini gridavano il suo nome, incoraggiandolo.

Poggiò il piede sull'asfalto di fronte alla stazione di polizia e lasciò andare l'uomo che barcollava in preda a vorticosi giramenti di testa.
"Ecco, adesso finisci l'opera. Entra e costituisciti" gli ordinò portando le mani sui fianchi.
L'uomo si appoggiò ad un lampione, fissò la porta dell'entrata e rivolse uno sguardo rabbioso ad Half, seguito da un grugnito. Il giovane lo guadò corrugando la fronte, l'angolo del labro si alzò disegnando un mezzo sorriso, alzò lo sguardo al cielo e poi fissò l'uomo con gli occhi cerulei per ricordargli quello che avrebbe passato se non gli avesse ubbidito.

In quel momento stava passando di là il padre di Juliet che appena lo vide gli fece un largo sorriso, esclamando:
"E' sempre un piacere vederti Half . Dove ci sei tu la giustizia trionfa sempre! Come va?"
"Il soli.." si fermò per prendere dal colletto il furbetto che stava cogliendo l'occasione per darsela a gambe.
"Il solito. Lo porti dietro le sbarre. C'è una ragazza che ha bisogno di aiuto, conviene che la portiate in ospedale." Fece per andarsene ma si rigirò " ah!" esclamò" Meglio che mandiate una donna," fece un profondo sospiro "comprende?... Io devo prendere i due che mi sono sfuggiti di mano."
" Nessun problema e...aspetta!" lo fermò prima che spiccasse il volo. Si era piegato sulle ginocchia e aveva teso i muscoli delle gambe, pronto a a partire.
Il giovane si girò di scatto ad occhi spalancati.
" Cos'è successo?" domandò preoccupato.
"Ti vorrei invitare a cena da me stasera, per ringraziarti di tutto quello che stai facendo per la polizia e per la città" concluse il tenente.

Half tirò un sospiro di sollievo: aveva pensato di non aver compiuto appieno il suo dovere, di aver fatto qualcosa di sbagliato o di non aver fatto qualcosa. Voleva che tutti fossero orgogliosi di lui, per questo si sforzava di fare il massimo. Drizzò la schiena, e con un sorriso rispose "accetto volentieri sire".
Forse finalmente non era più solo. Forse poteva avere degli amici.

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