Rivelazioni
Juliet era sdraiata sul letto e dava le spalle alla porta aperta della stanza e quando Half passò di lì, ritrasse le ali fino a farle scomparire nella schiena e si fermò ad osservarla per qualche secondo, poggiandosi con la spalla allo stipite e incrociando gambe e braccia.
“Lo so che sei qui” bisbigliò lei. Lui sciolse le gambe e fece un passo verso l’interno della camera, studiandola da un altro punto di vista. Ai piedi del letto c’era la scrivania dagli scaffali ricolmi di libri e cd. Quando si accorse che la stanza era piena di poster che lo raffiguravano, avvertì un violento colpo allo stomaco e deglutì.
“Mi dispiace per prima” confessò grattandosi la nuca “sono stato maleducato”
“Va bene così. Dopo tutto era una stupida piuma”
“ No” fece altri due passi e si curvò verso di lei, bloccandole ogni via d’uscita, ponendo le mani sul materasso. “Non va bene così.” Concluse lui, con voce profonda e sensuale.
Lei volse lo sguardo verso il suo viso: sembrava un deja vù.
I suoi occhi blu che la sovrastavano e quel sorriso dolcissimo. Si sentì accaldata, il cuore le batteva ferocemente e le sue guance erano infuocate.
Lui le sfiorò il naso con l’indice donandole un sorriso sghembo mentre si sedeva accanto a lei. Juliet si drizzò di scatto rivolgendogli la schiena, tenendo sempre tra le braccia il cuscino.
Abbassò il viso e sentì le sue dita sfiorarle il collo, mentre le faceva scivolare i capelli sulla spalla. “ Al posto della piuma ti regalo questo” disse lui, agganciandole la propria collana.
Juliet la prese sul palmo e la osservò a lungo, sfiorando i numeri incisi. Poi impallidì perché sapeva che quella collana era molto importante per lui. L’aveva letto da qualche parte, ne era sicura. Così si alzò e si rivolse a lui con lo sguardo accigliato “perché fai questo? Tu nemmeno mi conosci”.
Half abbassò il viso sorridendo e si gettò con la schiena sul lettino, mettendo le mani dietro la nuca.
“So molto più di te di quanto io non sappia su di me” affermò volgendo lo sguardo verso di lei “ so che la tua canzone preferita è ‘Your guardian angel’, che il tuo libro preferito è ‘Il bacio dell’angelo caduto’ e che vorresti diventare una scrittrice.”
La ragazza lo fissò ad occhi sbarrati e a bocca aperta per lo stupore “t..tu” iniziò indicandolo “come fai a sapere queste cose? Mi pedini? Sei uno stolker?”
Lui iniziò a ridere e si mise seduto di fronte a lei “No” scosse la testa mentre sul suo viso si disegnava un sorriso sincero “Vorrei solo…” si fermò prendendole la mano “ essere quell’angelo che ti salverà dal tuo passato. E vorrei che tu mi aiutassi a costruire il mio.”
Juliet deglutì mentre ancora il cuore non aveva smesso di palpitare violentemente. “c..come fai a sapere che vorrei cancellare una parte del mio passato? Rispondi maledizione!” gli domandò tutto d’un fiato con voce altera e gli occhi pieni di lacrime: l’aveva aspettato per cinque anni e avrebbe voluto scoprire di più sul suo conto. Sapeva che era un eroe, certo, ma non sapeva cos’era, chi era.
Invece lui, lui sapeva tutto di lei e questo non le piaceva, la inquietava.
Il volto di Half si scurì e si bagnò le labbra prima di risponderle. “ Questo pomeriggio, come quelli degli ultimi cinque anni, ti stavo osservando dal tetto della vostra villetta al mare, e non chiedermi il perché. So solo che devo proteggerti, perché se ti accadesse qualcosa non lo sopporterei. Io…” rise “ io sono attratto da te e non so con certezza nemmeno questo. Forse perché sei stata la prima ragazza che ho salvato e che ho temuto di perdere.” Juliet socchiuse le labbra per dire qualcosa, ma si trattenne. Gli si sedette accanto e intrecciò le dita a quelle di Half. Lo sguardo del giovane angelo si posò sulle labbra rosee di Juliet e poi sui suoi occhi.
“So che vuoi cancellare quella parte del tuo passato perché il mio udito è molto più sviluppato di un normale essere umano, quindi quando hai bisbigliato io ho sentito. Ed è per questo che mi hai visto volteggiare sopra la tua testolina.” disse, scompigliandole i capelli “ però mi sono concentrato troppo sul tuo visino e non ho visto l’albero, nonostante la mia vista acuta” facendole un sorriso sghembo, tenendole il mento alzato con l’indice a pochi centimetri dalle sue labbra.
Lei poteva sentire il suo respiro e il sapore di menta inebriarle i pensieri, ma come qualsiasi angelo che si rispetti, non andò oltre. Si staccò di colpo e si alzò, lasciando Juliet con le labbra chiuse a cuoricino.
“Devo farmi una doccia e cambiarmi, non sarebbe giusto presentarmi così ad una cena da amici. Non credi?” le chiese aprendo le braccia e mostrando schiena e addominali pieni di sabbia. Il viso della ragazza si infuocò e volgendo lo sguardo verso la scrivania gli domandò “ s…si certo, ma dimmi una cosa: perché ti sei tenuto la penna dicendo che lo fai per me?”abbassando lo sguardo.
Il giovane si accovacciò davanti alle ginocchia della ragazza “ perché mi stanno dando la caccia, non so chi siano, perciò non posso permettere che ti scoprano. Non devono sapere che io tengo a te, anzi ad essere sincero dovresti stare molto attenta alla piastrina, perché se la vedessero al tuo collo potrebbero capire subito. Perciò non dire nulla e nascondila sotto le magliette. Se ti chiedono dì che è di un tuo amico che è partito per l’esercito. Io me ne farò una copia.”
La ragazza corrugò la fronte e con aria interrogativa gli chiese “ ma allora riprendila, perché ci tieni tanto che sia io a portarla?”
“ Perché tuo zio Zac, era tra i primi che vidi al mio risveglio nel laboratorio” rispose alzandosi e dirigendosi fuori dalla porta.
“ Mio zio Zac?” ripeté lei “ ma se mio zio è uno scienziato pazzo rinchiuso in manicomio.”
Half si fermò sulla soglia, e rivolgendole le spalle “ti dovresti chiedere il perché” affermò.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro