Finito il pranzo i corridoi sono sempre incasinati, davvero un casino immane.

Torno il classe e mi siedo sul mio banco, manca ancora un po' di tempo prima che inizi la lezione, sono abbastanza stanca quindi mi addormento sul banco...

«Che bella.»

«Dorme come un angelo.»

«Perché non sono figa come leii!»

«LASCIATELA IN PACE BRUTTI IDIOTI!»

Mi sveglio.

«OOOOOOH CHE CAZZO FATE!» ritrovo l'intera classe intorno al mio banco.

«T/C-san sii meno volgare.» dice Kageyama.

«Ma non mi scassare la minchia.» dico in italiano affinché lui non mi capisca.

«Cos?» Dice lui.

Lo ignoro, guardandolo negli occhi, lui fa lo stesso e arrossisce.

«Idiota.» dico io.

Intanto la prof entra in classe e inizia la lezione...

Finalmente il primo giorno è finito, è stato un po' traumatico ma figo.

Adesso sto camminando sul marciapiede per arrivare a casa mia.

Adesso che ricordo il liceo l'ho scelto per un ricordo legato al passato.

Un mio amico, che avevo conosciuto in giappone, mi aveva detto che sarebbe voluto andare a quel liceo da grande anche se era lontano da dove ci trovavamo.

Non avevo ben capito il motivo però questa cosa mi era rimasta impressa anche perché lui a me piaceva.

Finalmente sono arrivata a casa.

«Sono a caaasa!» Dico io.

Silenzio.

«SONO A CAAAAASA!» Urlo.

«TI HO SENTITA IDIOTA!» grida mia madre

Che bello l'amore in famiglia.

Vado in camera e vedo un anime, tanto non hanno dato compiti.

Ero all'ultimo episodio la parte più importante quando mi arriva un messaggio da uno sconosciuto.

-Hei T/N-

-Hei sconosciuto chi sei?-

-Ah non mi riconosci?

Smetto di messaggiare con questo idiota. Sarà uno di quei morti di figa della mia classe.

-Rispondi cazzo-

Ma che vuole questo oh.

-Ma che vuoi?-

-Allora non ti ricordi davvero di me...-

Non rispondo, lo blocco, mi ha rotto le scatole.

Finalmente posso vedere l'anime in pa- un messaggio. Ancora.

Questa volta è da Kageyama.

-Ciao T/N-

-Non ho tempo non mi interessa-

-Ma non sai nemmeno cosa volevo chiederti-

-Vivrò senza-

-Stronza-

Basta ora spengo il telefono.

Proprio mentre stavo per spegnere il telefono mi arriva un altro messaggio. MA SONO COSÌ RICERCATA? CIOÈ FATEVI UNA VITA.

Di nuovo un numero sconosciuto

-Ciao sono Nishinoya-

-Ah ciao pidocchioso u.u-

-Scema ahah-

-Oh ma come ti permetti 118!-

-Cos-

-Lascia stare AHAH-

-Comunque ti volevo chiedere se ti va di uscire con me-

-Oh, grazie ma adesso non posso-

-Ok.-

-Sorry-

Chiudo la chat e spengo il telefono.

Riprendo il computer e guardo l'ultimo episodio.

NOOO PERCHÉ È FINITO COSÌ CHE SCHIFO VOGLIO LA SECONDA STAGIONE ORA.

Ma uffa uscirà nel 2019, che stronzi.

Potevo accettare l'invito di Nishinoya tanto per vedere l'ultimo episodio ci avrei messo venti minuti, vabbè inizio un'altra serie.

Dopo aver visto episodi e aver constatato che sono le 4:00 vado a dormire.

La mattina dopo

Aaah che mal di testa atroce, non riesco neanche ad alzarmi.

«T/N ALZATIII.» Urla mia madre.

«Non sei d'aiuto se gridi, ho un mal di testa atroce posso restare a casa?» Dico io massaggiandomi la testa.

«No cara.»

AAAAAH LA ODIO.

Mi preparo e vado a scuola, purtroppo.

Esco di casa, e non curante del mal di testa corro. Mai scelta fu più errata cado a terra sul marciapiede.

E no non c'è un figo della madonna che mi fa alzare e mi chiede se sto bene...

Mi alzo da sola e cammino velocemente, senza correre. PERCHÉ SONO SEMPRE IN RITARDO.

Arrivata a scuola vedo Nishinoya, non so se abbia voglia di parlarmi dopo ieri.

«Ciao T/N-chan!»

«Ma -chan lo dici a tua sorella.»

«Ma dai.»

«Sono più alta di te.» Dico con un sorriso soddisfatto.

«Ma io sono un tuo senpai. Chiamami Noya-senpai e non pidocchioso.»

«Ma io può tutto.»

«Invece no.» Dice lui sorridendo.

Io entro in classe mentre lui va per la sua strada.

«Mi scusi per il ritardo.»

«T/C-san dovresti svegliarti presto la mattina, invece di arrivare in ritardo.» Dice la prof con un sorriso cordiale.

«Scusi oggi ho mal di testa e quindi non ho potuto fare di meglio.» Dico facendo un mezzo inchino dirigendomi verso il mio banco.

«Ehi T/N.» Mi saluta Kageyama.

«Non rompere.»