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SPECIAL: YAKULEV

Il castano fece un respiro profondo, guardandosi allo specchio, ed accertandosi di aver fatto tutto.

Inibitori li aveva presi, il percorso l'aveva studiato più volte, sapeva esattamente dove andare, i suoi non erano in casa per fermarlo e di solito a quell'ora non c'era in giro molta gente.

Inoltre quel giorno il Lambda aveva ricevuto visite da un'altra città, quindi aveva detto a tutti di rimanere buoni.

Fece un respiro profondo.

- Sono pronto- affermò, afferrando il cellulare e dirigendosi verso la porta.

Si mise le scarpe, si assicurò di avere dietro gli inibitori e sbirciò fuori dalla porta: non c'era nessuno.

Velocemente, uscì di casa ed iniziò subito a correre, scegliendo le strade meno frequentate dagli alfa e cercando di evitare le persone.

Si fermò, guardandosi intorno; le strade secondarie erano finite... Doveva entrare in quella principale.

Poteva farcela?

- Hey-. Yaku si sentì appoggiare una mano sulla spalla e si voltò di scatto.

Di fronte a lui c'era un alfa, fin troppo alto, con i capelli grigi e gli occhi verdi come smeraldi.

Occhi che, per quanto belli, non avrebbero tenuto inchiodato un omega come Yaku.

- Non mi toccare!- gli tirò un calcio, più forte che potè; l'alfa si accasciò, tenendosi la pancia, in preda alla confusione, ma Yaku non rimase ad aspettare la sua reazione e riprese a correre.

Per fortuna, era quasi arrivato alla sua destinazione: l'incontro era al bar del Liceo, dove speravano ci fossero meno alfa che negli altri luoghi.

Quasi andò contro la porta per la fretta di riuscire ad entrare e mettersi al riparo.

Sospirò, appoggiandosi con la schiena alla porta e respirando a fondo.

- Yaku! Tutto bene?-.

Il ragazzo aprì gli occhi, trovandosi di fronte due persone: una era Suga, il suo migliore amico, e l'altro Takaeda, il barista della scuola.

- Ti stanno inseguendo? Devi nasconderti?- chiese Ittetsu.

- Non credo... Era solo uno, dovrei avergli fatto perdere le mie tracce. Ma se vedete uno spilungone dai capelli grigi avvisatemi- rispose Yaku.

- Potevamo rimandare l'incontro, non serviva che venissi- mormorò Koushi, preoccupato per l'amico.

- Un calore in anticipo non mi impedirà di conoscere il ragazzo che vuole portarti via! Dov'è?- chiese, guardandosi attorno.

Non fu difficile trovarlo, dato che, essendo estate, gli unici nel locale erano loro tre ed un ragazzo moro, che aveva preferito rimanere seduto per evitare di spaventare il ragazzo.

- Vieni- Koushi iniziò a camminare verso il ragazzo e Yaku lo seguì.

- Daichi, lui è Yaku, il mio migliore amico; Yaku, lui è Daichi... Il mio ragazzo- Koushi arrossí appena nel dirlo, non ancora abituato a quella definizione.

- È un piacere conoscerti. Quindi sei tu che hai fatto perdere la testa a Suga eh? Sappi che non lo porterai via senza il mio permesso- dichiaró Yaku, sedendosi.

Non aveva niente contro quel ragazzo in particolare, ma era un alfa, e lui voleva che il suo migliore amico fosse al sicuro.

- Non preoccuparti, è più probabile che sia lui a trascinarmi da qualche parte- rispose Daichi.

- Vedo che hai capito come funziona questo ragazzo- rise Yaku- cosa ti piace tanto di lui?-.

- Bè da subito... Mi ha colpito la sua gentilezza. Anche se sono un alfa, ha visto che mi ero ferito ed ha insistito per curarmi. Nonostante ciò che dovete passare come omega, lui continua ad avere fiducia in tutti quanti- mentre parlava, Daichi allungò la mano, stingendo quella dell'argentato, che a sentire quelle parole era arrossito.

- Ti eri ferito per aiutarmi... E poi, si vede che non sei pericoloso- mormorò Koushi.

Yaku squadrò per un attimo il moro; diciamo che non sembrava proprio un agnellino, ma il suo amico aveva un animo fin troppo buono.

- Mentre mi curava, mi ha fatto innamorare del suo ottimismo, del suo sorriso, della sua visione del mondo... E anche della sua sicurezza, della sua decisione nel proteggere le persone a cui tiene, nella sua volontà di rendere felici gli altri. Voglio tenere tutto questo al sicuro per sempre- dichiaró Daichi.

- Tu sei decisamente il ragazzo perfetto per Suga. Avete la mia benedizione- affermò Yaku.

Dal modo in cui lo stringeva e gli brillavano gli occhi, aveva già capito che ormai il moro era più che innamorato del suo amico.

Desiderava che Suga fosse felice, per cui l'avrebbe lasciato nelle sue buone mani.

- Potete non parlare come se non fossi qui?- mormoró Koushi, ormai completamente rosso.

- Devo assicurami che tu stia con una brava persona! Ha già deciso di morderti no?-.

I due diventarono di nuovo rossi.

- Si, è ciò che vorrei fare... Durante il matrimonio-.

Yaku per poco non cadde dalla sedia.

- State già arrivando al matrimonio?! Va bene che in questo mondo bisogna cercare di sfruttare queste occasioni ma... Non ti sembra di affrettare un po' troppo?- mormorò.

- Non so come spiegarlo Yaku, però sono sicuro... Che lui sia quello giusto, so che è la cosa giusta da fare- dichiaró Koushi.

Yaku sospiró.

- Se ne sei così sicuro... Non posso dirti niente. Ma sappi che il tuo futuro marito avrà ancora più domande- affermò.

La mattinata passò tranquillamente, per essere un mezzo interrogatorio; in fondo, Yaku sapeva che il suo migliore amico non era uno sconsiderato, se aveva compiuto quella scelta voleva dire che ne era sicuro.

E Daichi gli sembrava più che un bravo ragazzo, per cui poteva anche pesare di lasciarglielo.

- Sono felice che vi siate conosciuti- affermò Koushi mentre uscivano dal bar.

- Anche io, adesso che so chi è sono più tranquillo- dichiaró Yaku.

- Hey!-.

I tre ragazzi si voltarono e Yaku si irrigidí.

- È l'Alfa di cui hai parlato prima?- mormorò Koushi, ed il castano annuì.

Mentre l'alfa si avvicinava, Daichi si mise davanti ai due ragazzi, facendogli cenno di lasciare fare a lui.

Il ragazzo si fermò e lo guardò, leggermente confuso.

- Ciao. Sei amico del piccoletto?- gli chiese.

- Piccoletto a chi?- borbottò Yaku.

- Si, loro diventeranno i miei omega per cui... Mi farebbe piacere se non ti avvicinassi troppo a lui- dichiaró Daichi.

- Diventeranno... Entrambi i tuoi omega?- chiese l'alfa.

Daichi annuì; ovviamente era una bugia, ma sperava bastasse a mandarlo via.

L'alfa lo fissò per un attimo; poi, con uno scatto fulmineo, lo superó, afferrò il braccio di Yaku e si mise davanti a lui, allontanandolo appena dai due ragazzi.

- Hey, ma che fai!- esclamò Yaku.

- Avere due omega è davvero una cosa riprovevole! Non lo lascerò in mano ad uno come te; merita qualcuno che lo ami e voglia solo lui- dichiaró l'alfa.

I tre ragazzi si scambiarono uno sguardo, confusi.

- Scusami, chi ti dà il diritto di scegliere tu per me?- sbuffò Yaku.

- Nessuno, ma vorrei che valutassi altre opzioni prima di fare una cavolata! Perché non esci con me?-.

Yaku sbarró gli occhi.

- Ma sei matto?! Neanche ti conosco!- esclamò.

- Bè, per questo vorrei uscire con te... Per conoscerti- rise l'alfa.

Yaku lo fissò, confuso; non capiva perché quel ragazzo si fosse fissato così con lui... Ma era un alfa, non poteva fidarsi.

Il più alto annusò lievemente l'aria.

- C'è profumi di biscotti- commentó.

Suga sbarró gli occhi.

- Yaku, hai gli inibitori?- chiese.

- Sì- mormorò il ragazzo, tirando fuori le pastiglie dalla tasca - però sai che vanno presi quando inizia a sentirsi l'odore... Ed impiegano un attimo a fare effetto- rispose, lanciando un'occhiata all'Alfa.

Lo vide tirare fuori una pastiglia e mettersela in bocca.

- Tu non la hai? Tieni- l'alfa lanciò un'altra pastiglia a Daichi.

- Cos'è?- chiese il moro, confuso.

- Un soppressore no?-.

Nel vedere lo sguardo confuso dei tre ragazzi, l'alfa continuó la spiegazione.

- Per sopprimere i nostri istinti un modo da rimanere vicini agli omega quando sono in calore... Non le avete qui?-.

I tre ragazzi si scambiarono uno sguardo.

- Scusami... Da quale tribù vieni?- gli chiese Daichi, mentre Yaku prendeva gli inibitori.

- Tribù? Mica ricordo tutta la mia discendenza!- esclamò l'alfa.

- Tu... Non sei di Beta giusto?-.

- No: vengo da Theta. Mi chiami Haiba Lev- si presentò.

- E questo spiega molte cose- commentó Koushi.

- Bè, penso che possiamo stare più tranquilli... So che a Theta hanno molti metodi per tenere gli alfa più sotto controllo- disse Daichi.

- Non che questo mi renda molto più sicuro- borbottò Yaku.

- Non sono un pericolo- rise Lev - prima ho visto questo ragazzo e mi sembrava in difficoltà. Volevo aiutarlo, ma mi ha rifilato un bel calcio-.

- Sai, sono un omega in calore, è leggermente pericoloso- borbottò Yaku.

- Hey ragazzi!-.

I quattro si voltarono e videro due ragazzi andare verso di loro.

- Chi sono?- chiese Yaku.

- Due miei amici. Sono alfa, ma sono tranquilli... Più o meno. Si chiamano Tanaka e Yamamoto- affermò Daichi.

- Ciao ragazzi; come va?- chiese Koushi, che aveva già avuto occasione per conoscere i due ragazzi.

- Bene! Lui è il tuo amico che Daichi aveva tanta paura a conoscere? E l'alfa invece?- chiese Ryunosuke.

- Quello è l'idiota!- esclamò Taketora.

- Hey!- protestò Lev.

- Lo conoscete?- chiese Daichi.

- Mia sorella è stata ospitata dalla sua famiglia durante un viaggio studio e li ha invitati qui... Ero in giro con lui ma all'improvviso ha visto qualcosa ed è sparito- sbuffò Taketora.

- Ho visto lui!- esclamò Lev, indicando Yaku.

- È da maleducati indicare!- sbuffò Yaku.

- Oh no, si è fissato... Mi spiace piccoletto, adesso non te lo schiodi più di dosso- sospiró Taketora.

- Piccoletto a chi?- ringhiò Yaku, fulminandolo con lo sguardo.

- Cerchiamo di stare tutti calmi... Lev, ti abbiamo giudicato male, e ti chiediamo scusa per questo, ma come vedi Yaku non è molto propenso ad uscire con qualcuno al momento- dichiaró Daichi.

- Per il momento?! Allora aspetterò!- dichiaró Lev con un sorriso.

- Ma anche no! Senti spilungone, il giorno in cui mi farò sottomettere da un alfa non arriverà prima che io sia arrivato vergine ai trent'anni- dichiaró Yaku.

- Non ti sottometterei in ogni caso, ma se vuoi aspettiamo i trent'anni. Quindi puoi uscire con me no?- commentó Lev.

Yaku lo guardò male.

- Tu sei fuori di testa-.

- Andiamo... Esci con me, solo una volta! Se non ti piacerà, sparirò dalla tua vista- affermò Lev.

Non sapeva bene neanche lui perché si fosse fissato così tanto con quel ragazzo, però gli era sembrato così piccolo... E allo stesso tempo, decisamente molto forte.

Lo attirava e voleva conoscerlo meglio.

- E va bene, allora facciamo così. Domani usciamo: se mi succede qualsiasi cosa, ti faccio ammazzare. Se mi riporti a casa sano e salvo, potrei anche pensare di dire che sei simpatico- affermò Yaku.

- Yaku, sicuro? È pericoloso... Sei in calore; non per Lev, ma per il resto della città- fece notare Koushi.

- Appunto, non avrebbe senso farlo in un giorno normale- affermò Yaku.

- Accetto! Ti terrò al sicuro, Yaku-san!- esclamò Lev.

Yaku non era molto convinto, ma il giorno dopo uscì comunque di casa all'orario stabilito, trovandosi di fronte un Lev sorridente.

- Non essere così felice, non ho ancora detto che mi fido di te- sbuffò Yaku.

- Ma almeno stai uscendo con me! Dove vuoi andare?- chiese Lev.

- Dove ti pare... Si può sapere perché tieni tanto a questa uscita?-.

- Mh? Perché mi piaci-.

Un calcio arrivò dritto sul fondoschiena dell'Alfa.

- Ahia! Perché lo hai fatto?!-.

- Perché ci siamo visti una volta e ti ho preso a calci. Non puoi dire che ti piaccio- sbuffò Yaku.

- Certo che posso! Insomma, quel poco che ho visto di te mi piace: hai un carattere combattivo, e a me piacciono le sfide. Sei forte, e a me piace anche la forza. Inoltre sei molto carino- dichiaró Lev.

Yaku faceva sempre il duro, ma aveva un debole per i complimenti; distolse lo sguardo, sperando che l'altro non notasse il suo rossore.

- Davvero pensi che io sia carino?- mormorò.

- Certo, molto! Entriamo qui?-.

Yaku alzò lo sguardo.

- Certo, è proprio l'ideale entrare in un locale mentre sono in calore- borbottò Yaku.

- Vero che qui non siamo a Theta...- mormorò Lev; lo avevano avvisato che Beta era completamente diversa, ma non pensava fossero a quel livello.

- Theta è così tranquilla?- chiese Yaku.

- Bè, ha i suoi problemi come tutte le città ma... Di sicuro, non ci sono tutti i problemi presenti a Beta. Gli omega sono felici da noi!- esclamò Lev.

- Mi piacerebbe vederla- mormorò Yaku.

Gli occhi di Lev si illuminarono.

- Ti ci porto!- esclamò.

- Non dire idiozie!- prima che Yaku potesse riprendere ad insultarlo, la sua attenzione venne catturata da qualcuno che si stava avvicinando.

- Ma guarda, Yaku Morisuke! Coraggioso andare in giro in queste condizioni- commentó uno dei tre alfa che si erano avvicinati a loro.

- Stai indietro Yaku-san- Lev si mise davanti al ragazzo - e voi lasciatelo in pace-.

- È lui che se ne va in giro in calore- commentó l'alfa.

- È con me, lasciatelo stare- ribattè Lev.

- Non preoccuparti, te lo lasceremo cosciente-.

- Lui sa che non deve ribellarsi, l'ultima volta l'hai scampata con una caviglia rotta no?-.

Yaku serrò le labbra.

- Non mi avrete neanche stavolta- ringhiò.

Si sentì sollevare, ritrovandosi improvvisamente in braccio a Lev, circondato da un profumo di mandorle.

- Adesso non sentite più il suo odore no? Quindi potete tranquillamente andarvene, prima che decida di prendervi a pugni- dichiaró Lev.

I tre alfa avrebbero ribattuto volentieri, ma lo sguardo di Lev bastò a farli allontanare.

- È così che vivete?- mormoró Lev.

Yaku abbassò lo sguardo.

- Puoi lasciarmi andare adesso- affermò.

- Ti tremano le gambe- fece notare Lev.

Yaku serrò le labbra, ma non rispose; non gli piaceva mostrarsi debole.

- Vuoi che ti riporti a casa?- chiese Lev.

- Mi piacerebbe vedere Theta- mormorò Yaku.

- Davvero?! Ti ci porto subito!- esclamò Lev.

- Frena tu, non verrò da nessuna parte con te!- dichiaró Yaku - non da solo-.

- Quindi se invitassi anche gli altri...-.

Yaku non si ricordava nemmeno di aver detto di sì, ma un paio di settimane dopo si trovava all'entrata di Theta con Lev, Suga, Daichi, Yamamoto e Tanaka.

- Guarda Yaku, lì vendono zucchero filato!- esclamò Koushi, indicando un punto poco lontano.

- Suga non possiamo andare da soli; aspettiamo Daichi- gli ricordó Yaku.

- Certo che potete! Casa mia tanto è quella lì- Lev indicò una casa poco distante - vi aspettiamo lì, va bene?-.

- Divertitevi, ci pensiamo noi ai bagagli- affermò Daichi.

- A dopo!- Koushi gli diede un bacio sulla guancia, prima di correre verso lo zucchero filato.

- Suga aspetta!- Yaku lo insegui, guardandosi intorno.

- Yaku, cerca di rilassarti: questa non è Beta- fece notare Koushi.

- Non significa che sia sicura- borbottò Yaku, mentre raggiungevano la bancarella.

- Salve! Come posso servirvi?- chiese l'uomo.

Yaku lo osservò: servirvi? Era un alfa...

- Ne vorremmo due! Uno al cioccolato- dichiaró Koushi, allegramente.

- Subito!-.

- Non sei un pochino troppo rilassato?- borbottó Yaku.

- Yaku, non sono tutti malvagi; prova ad avere un po' più di fiducia nelle persone- ribattè Koushi.

- Dici nelle persone, ma intendi Lev vero?-.

Suga sorrise.

- È un bravo ragazzo Yaku, perché non gli dai una possibilità? Si vede che ci tiene, sono settimane che cerca di fare di tutto per compiacerti- fece notare.

- Si ma... Insomma, non voglio sottomettermi ad un alfa solo perché si mostra gentile- mormorò Yaku.

- Ti sembra che io mi stia sottomettendo a Daichi?-.

- Veramente il contrario- borbottò il più basso, facendo ridere l'amico.

- Non ti sto dicendo di farti mordere domani. Però potresti dargli una possibilità no?- fece notare Koushi.

- Forse... Potrei pensarci- mormorò Yaku.

La verità era che non riusciva più a pensare male di quel ragazzo: era fin troppo spontaneo e irritante per essere un bugiardo.

Però... Non voleva illudersi che sarebbe andato tutto bene.

- Com'è andata la passeggiata?- chiese Daichi, vedendoli rientrare.

- Tutto bene! Questa città è davvero tranquilla- affermò Koushi.

- Vi porterò a vedere tutta Theta: sarà una vacanza incedibile!- esclamò Lev.

E in effetti, i ragazzi si divertono parecchio: Theta aveva molte più attrazioni di Beta, parchi giochi, negozi, cinema e costavano anche meno i ristoranti.

Impiegarono due settimane per riuscire a vederla tutta.

E ovviamente, Lev cercó di fare del suo meglio per fare divertire al massimo un omega un po' basso che risultava fin troppo carino quando si fingeva offeso o provava ad ignorarlo.

Yaku, alla fine, non riusciva più neanche ad ignorarlo davvero: in quelle settimane lì... Si era rilassato e divertito come non mai.

Però, ogni volta che si trovava da solo, mille pensieri invadevano la sua mente.

Si rigirò per l'ennesima volta nel letto, con le parole di Suga che si ripetevano nella sua mente: aveva dato una chance a Lev... E doveva ammettere di starsi veramente affezionando a quell'idiota fin troppo alto e premuroso.

Ma lui viveva a Beta, e Lev a Theta, e inoltre... Non riusciva a distinguere cosa sentisse, se fosse solo un senso di pace e di benessere, o se ci fosse altro dietro.

- Quell'idiota mi ha pure dato la sua camera per dormire...- borbottó; i genitori del minore erano ancora a Beta, per cui avevano la casa tutta per loro.

E se da un lato a Yaku faceva piacere poter avere una stanza tutta sua, dall'altro dormire immerso nell'odore di quel ragazzo non aiutava la sua mente già confusa.

Si alzò, deciso ad andare a bere un po' d'acqua, ma per arrivare in cucina doveva passare davanti alla porta del soggiorno.

E lì, su un divano letto decisamente corto per lui, stava dormendo Lev.

Gli si avvicinò: sembrava quasi tranquillo in quel momento... Eppure, sapeva che, una volta sveglio, avrebbe iniziato di sicuro a fare casino.

Si sedette sul bordo del divano letto, continuando a fissarlo; maledisse il positivismo di Suga che continuava a rimbombargli in mente, convincendolo a seguire il suo istinto.

Così, si ritrovó a sdraiarsi di di fianco a Lev, avvicinandosi appena a lui.

Lo fissò per un attimo, cercando di capire cosa fare; ma in fondo... Non sapeva neanche cosa volesse.

Si voltò per allontanarsi, ma si trovò improvvisamente le braccia di Lev attorno alla vita ed il corpo premuto contro quello dell'alfa.

- Posso abbracciarti, Yaku-san?- sbiscicó Lev, ancora addoremntato.

- Ormai lo hai fatto- borbottó Yaku, facendolo sorridere.

- Tutto bene?-.

- Dormi- rispose Yaku.

Lev lo strinse ancora leggermente e l'omega chiuse gli occhi.

- Lev- lo chiamò.

- Dimmi-.

- Sei eccitato o non mi hai mai detto di avere tre gambe?-.

L'alfa diventó completamente rosso.

- Scusami Yaku-san... Così va meglio?- girò appena il bacino, in modo da non toccarlo con la sua erezione ma continuando ad abbracciarlo.

- Così sei scomodo- mormorò Yaku, voltando la testa verso di lui.

- Non importa: sono felice di averti qui con me, Yaku-san. E poi, ho detto che mi sarei preso cura di te no? Ti sta piacendo Theta?- chiese Lev, aprendo gli occhi e osservandolo.

E come accadeva sempre più spesso, Yaku si perse completamente ad osservare quei due smeraldi così luminosi.

- Molto- mormorò.

Lev continuó a fissarlo, sentendo il bisogno farsi sentire sempre di più nel suo corpo.

- Yaku-san... Posso baciarti?- sussurró.

Yaku deglutì a vuoto: dipendeva tutto da quel momento.

- Sono una persona che... Va fino in fondo. Se adesso mi baci, sappi che è come se accettassi ufficialmente di stare con me, sposarmi e... Mordermi- sussurró.

Gli occhi dell'alfa si illuminarono.

- Intendevo farlo dal primo momento in cui ti ho visto- dichiaró.

- Allora... Puoi baciarmi- mormorò Yaku.

- Fino a dove posso arrivare?- sussurró Lev, avvicinandosi sempre di più.

- Fino in fondo-. La risposta di Yaku bastò a fare cedere l'alfa, che poggiò le labbra su quelle del castano.

Yaku non sapeva cosa aspettarsi, gli avevano parlato male talmente tante volte dei rapporti tra alfa e omega che non aveva neanche più voluto pensarci.

Però le labbra di quel ragazzo... Erano fresche, e gentili, si muovevano appena come per studiare le sue, con la lingua che le stuzzicava ogni tanto come a tirarle nel suo gioco.

Senza quasi accorgersene, Yaku intrecciò le braccia dietro al collo dell'alfa, stringendosi di più a lui; schiuse le labbra, permettendo l'accesso della lingua del più alto.

Non era invadente, anzi, sembrava stesse cercando di trasportarlo in un mondo completamente nuovo dove lui potesse rilassarsi ed essere felice.

E probabilmente ci stava riuscendo, dato che Yaku impiegò qualche secondo a notare che l'alfa si era alzato e, tenendolo stretto, si stava spostando in camera sua.

Lev non intendeva staccarsi da quelle labbra: quel ragazzo così combattivo e tenero allo stesso tempo si stava affidando a lui per scoprire qualcosa di nuovo che gli faceva paura, e lui l'avrebbe protetto ad ogni costo.

Si avvicinó al cassetto della sua scrivania; Yaku cercó di capire cosa stesse tirando fuori, ma non riconobbe gli oggetti, e non ebbe neanche il tempo per pensarci dato che si trovò con la schiena contro il materasso, e le labbra di Lev che stavano iniziando a scendere lungo il suo collo.

Yaku si abbandonò al piacere di quei piccoli brividi che stavano attraversando tutto il suo corpo, e si ritrovó a desiderarne molti più.

Si rese conto che Lev stava andando molto piano, stava tornando sempre sugli stessi punti per lasciarlo abituare, come se aspettasse il permesso per continuare.

Yaku allungò le braccia, leggermente esitante.

- Togliti la maglietta- mormorò.

Lev si tirò su e si sfilò velocemente la maglietta, mentre Yaku faceva lo stesso con la sua, più lentamente e tenendo lo sguardo basso, leggermente timoroso di quale sarebbe potuta essere la reazione dell'alfa.

Lev gli poggiò due dita sotto il mento, facendogli alzare delicatamente la testa ed unendo di nuovo le loro labbra.

Lo fece sdraiare ed iniziò a scendere con i baci, arrivando stavolta fino ai capezzoli; iniziò a stuzzicarne uno con la lingua e a Yaku sfuggì un gemito.

Si maledisse mentalmente, perché aveva appena confermato quanto stesse iniziando a piacergli quella situazione.

Lev sorrise, mordicchiando appena il capezzolo del maggiore, mentre con l'altra mano iniziava ad accarezzargli l'addome, scendendo fino al basso ventre.

Cercó di andarci piano, temeva che Yaku potesse spaventarsi e respingerlo; ma ormai, il maggiore era troppo preso da quelle nuove sensazioni per farci caso.

Lev tornò con le labbra sulle sue e Yaku lasciò che gli sfilasse il resto dei vestiti, permettendogli di toccare punti della sua pelle che fino a poco prima aveva pensato di difendere a costo della vita.

Quando furono completamente nudi, Lev continuó a baciarlo, accarezzandolo dolcemente per farlo abituare al suo tocco; Yaku serrò le gambe attorno alla vita del maggiore, dando sfogo a quel bisogno che sentiva di avere ancora più contatto con lui.

- Yaku-san, stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo- gemette Lev.

- Da quando hai autocontrollo?- Yaku scivoló leggermente più in basso, facendo incontrare le loro erezioni.

Lev gli morse appena il labbro inferiore.

- Sicuro? E io che mi stavo trattenendo per te- rise.

- Non farlo. Ma se mi fai male, ti faccio fuori- dichiaró Yaku.

Lev sorrise.

- Ho questo apposta- allungó la mano e prese il lubrificante che aveva messo sul comodino.

- Cos'è?- chiese Yaku, confuso.

- Lubrificante; serve per diminuire il dolore, diciamo- dichiaró Lev, mentre se ne spalmava un po' su tre dita.

- Devi... Metterle dentro?- chiese Yaku.

- Esatto; così ti abituo per altro- affermò l'alfa.

Yaku guardò in basso e sbarró gli occhi.

- Ma tu sei tutto lungo?!-.

Lev scoppió a ridere.

- Sei pronto?- chiese.

- No- borbottò Yaku, ma allargò comunque le gambe.

Lev gli fece passare il braccio sotto il retro delle ginocchia, sollevandogli appena gambe e bacino, ed iniziò a stimolare da fuori l'entrata del maggiore.

Yaku rilassò appena il suo corpo, preso da un nuovo piacere, ma si maledisse per aver abbassato la guardia quando sentì un dito di Lev penetrarlo.

Si aggrappò praticamente alla schiena dell'alfa, tirandolo verso di lui e facendo unire le loro labbra per sfogarsi.

- Ti odio- si lamentó, facendo ridere Lev.

- Io ti amo, Yaku-san-.

Yaku sbarró gli occhi, ma non fece in tempo a rispondere perché il ragazzo inserì le altre due dita.

Yaku tornó ad aggrapparsi a lui, cercando di ignorare quel bruciore, che in realtà non gli faceva neanche tanto male.

Anzi, più Lev muoveva le dita, più arrivava in fondo, meno Yaku riusciva a sentire il bruciore; al contrario, stava iniziando a diventare piacevole.

Dei piccoli ansimi iniziarono ad uscire dalle sue labbra e Lev si staccò dalla sua bocca con un piccolo sorriso.

- Che fai?- mormorò Yaku.

- Mi piace sentire la tua voce- affermò Lev, chinandosi e dandogli un bacio sul collo.

A Yaku sfuggì un gemito e Lev sorrise di nuovo.

- Yaku-san... Posso fare l'amore con te?- sussurró.

Yaku diventó leggermente rosso.

- Puoi farlo- sussurró.

Lev sorrise e gli diede un ultimo bacio, prima di spostarsi più indietro.

Fece uscire le dita dal ragazzo mentre con l'altra mano prendeva l'oggetto lasciavo sul comodino.

- Cos'è?- chiese Yaku, notando che il ragazzo lo stava usando per avvolgere il suo membro.

- Un preservativo, è per diminuire il rischio di gravidanze. A meno che tu voglia un bambino- rise Lev.

- Mi dai già abbastanza impegno!- sbuffò Yaku.

Lev rise nuovamente mentre si sistemava tra le sue gambe, alzandogli il bacino.

- Potrebbe bruciare un po' Yaku-san- avvisò.

- Dopo ti ammazzo- sbuffò Yaku, facendolo ridere.

Tenendolo fermo per le natiche, Lev iniziò a penetrarlo lentamente; Yaku trattenne il respiro, mentre sentiva la strana sensazione di qualcosa che riempiva il suo corpo, accompagnato da un'eccitazione che stava diventando sempre più crescente.

- Lev, arriva in fondo!- gemette.

L'alfa non se lo fece ripetere due volte e si spinse ancora più in fondo.

- Non così tanto!- sbuffò Yaku, cercando di riprendere fiato e di non fare vedere quanto gli stesse piacendo.

- Da questa posizione non posso arrivare più in fondo- rise Lev - però se faccio così...- alzò ancora di più il bacino all'omega, spingendosi più in fondo.

Yaku inarcò la schiena, rilasciando un urlo di piacere, mentre Lev si chinava in avanti e riprendeva a baciargli il collo.

Gli piaceva troppo baciare quella pelle candida, sentire il profumo di biscotto del ragazzo, poterlo tenere stretto a sé in quel modo.

Così forte e così fragile... Amava entrambe quelle cose di lui.

Yaku non riuscí più a trattenere i gemiti, immerso in quel profumo di mandorle, mentre sentiva il minore spingersi con forza dentro di lui mentre lo stringeva con dolcezza.

Aveva perso completamente il controllo, si abbandonò a quel piacere, tra le braccia di Lev, lasciando che fosse lui a decidere cosa fare del suo corpo.

E Lev se ne prese cura, accarezzandone ogni centrimetro con le dita e le labbra, beandosi di quei suoni melodiosi che lo spingevano ad andare sempre più a fondo, facendo sentire completo il ragazzo sotto di lui.

Yaku sentì il suo corpo rilassarsi mentre iniziava a venire, ma la sua mente era ancora in sobbuglio, completamente rapita da quel ragazzo.

Si tenne stretto a lui mentre l'alfa iniziava a venire, senza smettere di baciare la pelle dell'omega.

Continuó a dargli dei teneri baci per qualche minuto, prima di alzarsi per andare a buttare il preservativo e tornare sdraiato al suo fianco.

- Come stai?- gli chiese.

- Bene- mormorò Yaku; forse, non era mai stato così bene.

- Yaku-san... Trasferisciti qui con me-.

Yaku sbarró gli occhi e fissò il ragazzo.

- Lev...-.

- Voglio prendermi cura di te, voglio renderti felice; hai detto di voler arrivare fino in fondo no?- fece notare l'alfa.

- Si ma...- Yaku esitó un attimo - ho bisogno di pensarci un'attimo- mormorò.

- Hai tutto il tempo che ti serve, Yaku-san-.

Il maggiore annuì; aveva bisogno di parlarne con Suga.

- Ti ha chiesto di andare a Theta con lui?!- esclamò Koushi.

- Perché sei sorpreso di questo e non del sesso?- borbottò Yaku.

- Perché vi ha sentiti tutta la casa. Cosa risponderai?-.

Yaku sbarró gli occhi, ma decise di sorvolare sulla questione.

- Non lo so Suga. Una grande parte di me vorrebbe rispondere di sì ma... Non voglio andarmene e lasciarvi qui. E poi, chi mi assicura che durerà per sempre?- mormorò.

- Yaku, io sto per cambiare scuola, e a dire la verità ero terrorizzato dal pensiero di lasciarti solo. Anche se te ne vai, non vuol dire che non saremo più amici. E per quanto riguarda l'altra questione... Non si può mai essere sicuri sui sentimenti, ma lui per te è speciale no?- fece notare Koushi.

- Più di quanto ammetta- mormorò Yaku.

- Tra un mese ci sarà il matrimonio. Prenditi fino ad allora per pensarci, e scegli in base ai tuoi sentimenti- disse Koushi.

- Ci proverò- mormorò Yaku, ma non aveva idea di dove l'avrebbero portato i suoi sentimenti.

Non ebbe neanche tempo di pensarci, perché il mese successivo lo passò tra un Suga emozionato ed agitato e un Lev che usciva con lui non appena aveva dieci minuti liberi.

Yaku si trovava sempre meglio con quel ragazzo, si rilassava quando era con lui, ma quando si trovava di nuovo da solo arrivava la paura.

Mentre osservava il suo migliore amico sposarsi, si stupí del fatto che non si stesse sentendo solo, com'era successo quando Suga gli aveva detto di aver trovato qualcuno.

Forse perché anche lui aveva trovato qualcuno che non lo faceva sentire solo.

Si voltò verso Lev, che come tutti gli altri stava applaudendo, felice.

Come faceva a sapere che quei sentimenti sarebbero durati per sempre?

Si voltò nuovamente verso Suga, che sorrideva felice.

Neanche lui poteva esserne certo, eppure... Si stava fidando dei suoi sentimenti.

Riguardó verso Lev: quel ragazzo... Sapeva che non stava mentendo su ciò che provava.

Ma come poteva essere sicuro... Che sarebbe durata?

Non poteva saperlo. Però...

- È stato un matrimonio fantastico vero?- commentó Lev, mentre riaccompagnava l'Omega a casa.

Yaku annuì.

- Tutto bene, Yaku-san?- chiese Lev.

- Lev... A Theta, com'è visto il morso?- chiese Yaku.

- Non si usa più molto, per evitare che gli alfa la usino come scusa per avere il possesso di un omega. Perché me lo chiedi?-.

- Un morso... Dura fin quando durano i sentimenti. Per stare con te... Devo essere certo che i tuoi sentimenti dureranno- affermò Yaku, fermandosi.

Lev fece lo stesso, guardandolo negli occhi.

- Yaku-san, se il morso ti farà stare più tranquillo, non esiterò a farlo. Ma io voglio che tu sappia che in qualsiasi caso, l'amore che provo verso di te potrà solo aumentare- dichiaró.

Yaku serrò appena le labbra: lo stava facendo davvero? Voleva fidarsi completamente di lui?

- Allora... Verrò a Theta con te- sussurró.

Gli occhi di Lev si illuminarono.

- Evviva!- prese il maggiore tra le braccia ed iniziò a girare - come sono felice! Grazie Yaku-san, vedrai che ti renderò felice!-.

Yaku arrossí appena.

- Idiota... Come fai a sapere che tu sarai felice?-.

Lev lo fissò e sorrise.

- Lo so e basta- affermò.

L'aveva saputo dal primo momento: semplicemente, lo sentiva; e non l'avrebbe lasciato andare.

- Sei davvero un idiota- mormoró Yaku, appoggiando la testa sul suo petto.

Però in fondo... Si era innamorato di quell'idiota.

E dovette ringraziare che quell'idiota aveva conoscenze ai piani alti di Theta se riuscirono ad organizzare il suo trasferimento senza problemi.

- Non mi avevi detto che avremmo vissuto da soli- Yaku arrossì, mentre sistemava i bagagli nella sua nuova camera.

- In realtà questa è casa tua, ma sarò qui ogni volta che mi vorrai- dichiaró Lev con un sorriso.

- Non pensare di potertene andare idiota! Sono qui per te dopotutto- borbottó Yaku, ed il sorriso dell'alfa si allargò.

- Come sono felice di sentirtelo dire, Yaku-san!- esclamò.

- Quando... Quando hai intenzione di mordermi?- mormorò Yaku.

Lev fece un piccolo sorriso.

- Seguimi- lo prese per mano, dirigendosi verso il cortile.

- Certo che questa casa è magnifica- sussurró Yaku, guardandosi intorno.

- Solo il meglio per te, Yaku-san! Guarda, ho fatto mettere un arco!- esclamò.

Yaku guardò davanti a sé ed arrossì appena nel vedere l'arco di fiori davanti a lui: sembrava quello di un matrimonio.

- Lo farò non appena sarai pronto, Yaku-san- dichiaró Lev, fermandosi di fronte all'arco.

Yaku gli lanciò uno sguardo, e d'un tratto tutti i suoi dubbi scomparvero.

Di cosa aveva paura? Dopotutto, quel ragazzo lo aveva protetto dal primo momento.

E anche se fosse successo qualcosa... Ormai non era più a Beta, poteva vivere una vita vera.

Quel ragazzo l'aveva salvato, e in qualsiasi caso ciò non sarebbe mai cambiato.

- Facciamolo adesso- decise.

- Sicuro, Yaku-san? Sono in calore- gli fece notare il minore.

- Ancora meglio. Devo pregarti?- commentó Yaku, e Lev scosse la testa, sorridendo.

- Certo che no- sussurró, prima di chinarsi a baciarlo.

Lo prese in braccio, i loro cuori che battevano all'impazzata uno contro l'altro, seguendo lo stesso ritmo.

Delicatamente, Lev iniziò a scendere con i baci; Yaku si strinse lui, e stranamente sentì l'ansia svanire.

Era con Lev: non poteva succedergli nulla di male.

Si rilassó completamente mentre l'alfa raggiungeva il punto giusto.

I suoi canini si allungarono, diventando più affilati, ed affondarono nella carne del ragazzo.

Yaku si strinse a lui, sentendo il dolore espandersi per un attimo nel suo corpo.

Eppure... Era bello.

Le lacrime iniziarono a scivolare sulle sue guance mentre Lev si staccava.

- Tutto bene?- sussurró l'alfa.

- Più che bene- mormorò Yaku, poggiando la testa sulla sua spalla.

Era felice, non era mai stato così felice, non si era mai sentito così bene. E sapeva che era tutto merito di quel ragazzo.

Lev non capì come mai stesse piangendo, ma non disse niente e continuó a cullarlo tra le sue braccia, fin quando Yaku non decise che era giunto il momento di rientrare in casa e finire di sistemare.

Yaku sentì il telefono suonare e rispose alla chiamata.

- Ti manco già così tanto?- commentó.

- Certo che si! Come sta andando lì?- chiese Koushi.

- Tutti bene. Mi... Bè... Ho il morso- mormorò Yaku con un sorriso.

- Davvero?! Sono super felice! Mi devi raccontare tutto poi!- esclamò Koushi.

- Non c'è molto da raccontare- rise Yaku - lí come sta andando? Tra poco inaugurate il bar no?- disse Yaku.

- Esatto! E a proposito...- il tono di Koushi si fece più serio e anche Yaku diventó più attento - ho in mente un piano, e mi serve il tuo aiuto-.
















Dato che c'è più gente che ama la YakuLev di quanta mi aspettassi, ecco a voi uno speciale su come si sono conosciuti i nostri aiutanti da Theta!

Un piccolo regalo per chi passa San Valentino da single come me ahahah

Spero vi sia piaciuto❤️ (ps, grazie mille per tutte le letture che sta ricevendo questa storia! Mi rendono davvero felice 🥰)

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