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CAPITOLO XXXIII.

Yamaguchi rimase talmente rapito dal profumo di limone che aleggiava nella stanza, che per un attimo non riuscì a reagire ai baci di Tsukishima.

Si riprese dopo un attimo e ricambió subito il bacio: dopotutto, lui amava i baci di Tsukishima.

E il biondo amava alla follia il profumo di fragola che stava iniziando ad emanare Yamaguchi.

Ormai vivevano ufficialmente insieme, anche se non avevano una dimora fissa: sia i genitori di Tsukishima che quelli di Yamaguchi voleva tenere con loro i due giovani per un po', così alla fine avevano deciso che avrebbero vissuto un po' da una parte e un po' dall'altra mentre cercavano una dimora più stabile.

Anche il fratello del biondo si era proposto per ospitarli, ma lui aveva declinato non molto gentilmente l'offerta, anche se spesso passavano a trovarli.

Ma dopo che Akiteru li aveva beccati in momenti poco opportuni, il biondo aveva deciso che non gli avrebbe più parlato finché non fosse riuscito a concludere ciò che aveva iniziato.

E quel momento stava arrivando.

- Tsukki- sussurrò Tadashi, lievemente sorpreso nel sentire la mano dell'altro sulla sua coscia.

- Dimmi-.

- E se... Rimanessi incinto?-.

- Allora ci prenderemo cura di nostro figlio. O preferisci usare uno di quegli strani metodi contraccettivi portati da Theta?-.

Yamaguchi scosse la testa e sorrise.

- Volevo solo che fossimo consapevoli di tutte le possibilità- dichiarò.

- Lo sai che penso sempre a queste cose. Tu rilassati, ok? Ci penso io-.

Yamaguchi annuì: sapeva che, finché stava con lui, sarebbe andato tutto bene.

Ripresero a baciarsi, Yamaguchi sdraiato sul letto, Tsukishima, senza occhiali, semisdraiato su di lui, che si teneva leggermente su con i gomiti.

Il biondo gli aveva ripetuto più volte di stare tranquillo e che con lui era al sicuro, ma dati i precedenti trascorsi di Yamaguchi preferiva andarci piano.

Il verde, al contrario, ormai non ci pensava più a ciò che era successo appena due mesi prima: sapeva che Tsukishima non gli avrebbe mai fatto del male, sapeva di essere al sicuro con lui.

Fu proprio l'omega il primo ad alzare lentamente la maglietta dell'altro, fino a sfilargliela.

Tsukishima sollevò di qualche centimetro la maglietta di Yamaguchi, iniziando a lasciargli qualche bacio sul ventre, e salendo sempre di più man mano che toglieva la maglietta.

Si spostò sul fianco del suo ragazzo, provocandogli un piccolo brivido di piacere, e capendo che quella zona era più sensibile vi ci fermò per qualche istante, lasciandoci sopra un succhiotto.

Yamaguchi inarcò leggermente la schiena, chiudendo gli occhi e ansimando appena.

Tsukishima riprese la salita, fino a togliere completamente la maglietta all'altro mentre gli mordicchiava leggermente il capezzolo.

L'omega si trovò a serrare la presa sul lenzuolo quando il biondo iniziò a baciargli il collo.

- Tadashi, per una volta, non stare zitto- sussurrò Kei.

Yamaguchi aprì la bocca e lasciò andare nuovi ansimi; il biondo era sia sollevato dal fatto che all'altro stesse piacendo, sia eccitato dalla sua eccitazione.

Mentre lui continuava a baciargli il collo, Yamaguchi allungò timidamente una mano, poggiandola sul petto del biondo e carezzandolo lievemente.

Tsukishima si staccò dal suo collo e Yamaguchi fece per togliere la mano, ma il biondo gliel'afferró.

- Non essere così insicuro, volevo solo baciarti; tienila qui- sussurrò, prima di poggiare le labbra su quelle morbide dell'altro.

Yamaguchi sorrise e continuò la sua esplorazione, finché, complici l'annebbiamento del profumo di Tsukishima e del movimento delle sue labbra, si trovò a sfiorargli da sopra i pantaloni la zona dove la sua erezione stava facendo fatica a rimanere nei pantaloni.

Allungò anche l'altra mano ed iniziò a slacciargli i pantaloni.

Tsukishima portò una mano in basso, facendo lo stesso con i pantaloni del verde.

Si staccarono un attimo dal bacio per spogliarsi completamente a vicenda, poi tornarono nella stessa posizione di prima.

A Yamaguchi non dispiaceva affatto andare lentamente, né tutte le attenzioni che il biondo gli stava riservando; ma non sapendo quale fosse il suo limite, non voleva rischiare di rovinare tutto.

Inoltre, l'eccitazione stava iniziando a prendere il sopravvento.

Allungò nuovamente la mano, più titubante di prima; Tsukishima, capendo cosa volesse fare, poggiò la mano su quella del verde, portandola verso il suo membro.

Gliel'appoggiò lí, lasciando che fosse lui a decidere cosa fare, mentre spostava la mano sulla sua coscia, aprendogli leggermente le gambe.

Yamaguchi inizió a muovere leggermente la mano, e quando vide che al biondo sembrava piacere aumentò sia la forza della presa che il ritmo.

Tsukishima era sempre stato una persona parecchio silenziosa, eppure neanche le labbra premute contro quelle del suo ragazzo gli impedirono di lasciarsi sfuggire qualche ansimò.

Yamaguchi amava sentire la sua voce, e in quel momento decise che voleva sentire molto di più.

- Tsukki, puoi sdraiarti?- sussurrò.

Tsukishima non sapeva esattamente cosa volesse fare, ma annuì.

Gli diede un ultimo bacio, prima di sdraiarsi lentamente al suo fianco.

Yamaguchi si tirò su e si spostò sopra di lui, riprendendo a baciarlo mentre continuava a muovere la mano.

Il biondo gli morse appena il labbro inferiore, facendogli rilasciare un gemito che lasciò stordito il biondo quel tanto che bastava per permettergli di scendere con i baci, seguendo il percorso inverso a quello che l'altro aveva fatto poco prima.

Tsukishima avrebbe voluto ricordare a Yamaguchi che non era obbligato a farlo; anzi, aveva già dato praticamente per scontato che l'omega avrebbe impiegato un po' ad abituarsi e prendere coraggio.

Ma dato che era stato direttamente il verde a farsi avanti, non voleva rischiare di mandarlo in panico riempiendolo di raccomandamenti.

E poi, più Yamaguchi si avvicinava alla sua meta, più Tsukishima sentiva il corpo fremere; non voleva fermarlo.

L'omega si fermò poco sopra l'erezione dell'altro, leggermente titubante.

Si ricordó di tutto ciò che gli avevano detto i suoi amici: era bello. Bisognava solo farlo con la persona giusta; e lui l'aveva trovata.

Senza più esitare, prese in bocca il suo membro.

Tsukishima strinse forte le coperte, sentendosi invadere dal piacere.

- Adesso chi è che non dovrebbe stare zitto?- sussurrò Tadashi, staccandosi un attimo.

- Taci Yamaguchi- ansimò Kei.

- Agli ordini Tsukki- Tadashi riprese in bocca la sua erezione ed iniziò a muovere leggermente la testa, usando la lingua in alcuni punti.

Tsukishima non riuscì più a trattenere gli ansimi; sentí il profumo di fragola farsi sempre più forte e capí che non avrebbe retto a lungo.

Sentì il tocco delicato di Yamaguchi mentre gli accarezzava la gamba e gli sfuggì un lieve gemito.

- Che succede Tsukki? Va tutto bene? Ti ho fatto male? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- chiede Tadashi, in panico, alzandosi di scatto.

Tsukishima lo fissò per un attimo, confuso, poi scoppiò a ridere.

- Sei unico; come fai a preoccuparti per uno che sta gemendo grazie a te?- per qualche motivo, non riusciva a smettere di ridere.

Yamaguchi annuì, non riuscendo a parlare, completamente rapito da quel suono tanto bello quanto raro.

- Vieni qui- Kei indicò il materasso di fianco a sé e Yamaguchi si sdraiò.

Tsukishima voltò la testa, poggiò la mano sotto il suo mento e riprese a baciarlo dolcemente.

In un attimo, si ritrovò di nuovo sopra di lui.

Entrambi non avrebbero resistito ancora per molto, lo sapevano bene.

Tsukishima, stavolta più velocemente di prima, ma sempre in modo dolce, iniziò a scendere lungo il corpo dell'altro, sempre più in basso.

- Piega le gambe- sussurrò.

Yamaguchi fece come gli era stato detto; Tsukishima gli sollevò leggermente il bacino, avvicinandosi poi alla sua apertura ed iniziano a leccarla.

Il verde, colpito da quelle nuove scariche di piacere, strinse con forza le lenzuola e si lasciò sfuggire un paio di gemito.

- Entra- lo pregò.

- Tadashi, rischio di farti male; prima dovremmo lubrificare con le dita- gli fece notare Kei.

- Non voglio-.

- Yamaguchi-.

- Per favore- Tadashi sollevò leggermente la testa e lo guardò negli occhi - voglio farlo-.

Tsukishima sospirò; sollevò leggermente le gambe di Yamaguchi, facendole poggiare sulle sue spalle in modo da avere un accesso più libero, e gli porse la mano.

Yamaguchi la afferrò.

- Ci penso io- sussurrò Kei, alzando leggermente il braccio e lasciando un bacio sul dorso della mano dell'altro, che sorrise ed annuí.

Tsukishima si sistemó meglio, poi iniziò a penetrarlo lentamente.

Yamaguchi era già pronto per il dolore, ma in realtà non gli fece granché male.

O forse, il dolore fu semplicemente superato dal piacere e dal profumo dell'altro che stava agendo come da tranquillante.

Quell'effetto passó non appena Tsukishima si accorse che Yamaguchi si era abituato alla sua presenza, ed iniziò a muoversi più velocemente.

L'omega non riuscì più a rilasciare i gemiti, che riempirono la stanza e fecero azionare ancora di più Tsukishima, che aumentò il ritmo.

Il profumo di fragola stava diventando talmente forte che Tsukishima iniziò a non capire più niente; si accorse solo dopo che stava venendo, in contemporanea al suo ragazzo.

Uscì da dentro di lui e si sdraiò al suo fianco.

- Wow- sussurrò Tadashi.

- La prossima volta che intendi prendere l'iniziativa come prima, vedi di farmelo sapere in anticipo; non ero psicologicamente pronto- lo sgridó Kei, facendolo ridere.

- Scusa Tsukki- Tadashi fece per mettersi seduto, ma tornò subito giù.

- Mi sa che alla riunione mi ci devi portare in braccio- mormorò.

- Oh no, dovremo subirci tutte le loro battute...-.

- Se Tsukishima non riprende a parlare con suo fratello le meno... Mia sorella sta continuando a lamentarsi con me- borbottò Ryunosuke.

- Non stai riprendendo a lamentarti solo perché non lo vuoi fare vero?- chiese Chikara.

- Assolutamente si-.

Ennoshita si lasciò sfuggire una risata.

- Hai proposto tu di farlo-.

- Si ma non sono più tanto sicuro-.

- Se lo fai dopo avrei una bella ricompensa-.

Bastarono quelle parole convincere Tanaka a fare un paio di passi e suonare il campanello.

La porta si aprì, ma si richiuse subito dopo.

- Ho già visto questa scena...- borbottò Ryunosuke, riprendendo a suonare.

- Vattene via!-.

- Apri, voglio ringraziarvi!-.

La porta si aprì di nuovo.

- Tu. A noi- commentò Kentaro.

- Si. Dopo la nostra liberazione siete andati subito via ma... Oikawa ci ha detto che siete stati voi a chiamare gli omega e dire alla polizia dove fossimo- dichiarò Ryunosuke.

Yahaba affiancò Kyotani.

- Non potevamo certo lasciarvi nei guai- affermò.

- Lui si- borbottò Kentaro, ricevendo una gomitata dal marito.

- Comunque, vi ringraziamo ancora- dichiarò Chikara.

- Figuratevi. Volete entrare a bere qualcosa?-.

- No!- esclamò Kentaro.

- No grazie, tra poco dobbiamo andare per...- proprio in quel momento, il cellulare di Ryunosuke squilló.

- Pronto Noyassan?-.

- Ryu! Corri!- esclamò Yu.

- Guarda che neanche tu stai correndo- borbottò Asahi, che portava il minore sulle spalle.

- Perché io devo chiamare. Ryu, corri!-.

- Agli ordini!-.

- Bene, ora posso scendere e correre anch'io- dichiarò Yu.

- Non devi chiamare anche Hinata?-.

- Vero!- Yu riprese il cellulare e chiamò il contatto del suo amico.

- Non rispondere- sussurrò Tobio.

- Potrebbe essere importante- mormorò Shoyo.

- Più importante di questo?- Tobio lascio un lieve morso sul collo del suo fidanzato, prima di iniziare a baciare la sua schiena nuda.

Hinata sospirò, ma non si lasciò distrarre.

- Lasciami almeno vedere chi è- allungò la mano per prendere il telefono.

- Chissà se riuscirai a rispondere- sussurrò Tobio, aprendogli leggermente le gambe.

- È Noyassan!- Shoyo si tirò su di scatto, quasi facendo volare Kageyama dal letto.

- È ora?!- chiese, rispondendo.

- Si, correte!-.

- Ricevuto! Chiamo Kenma e arriviamo!-.

- Kenma, ti sta squillando il telefono- fece notare Tetsuro.

- Akashi me lo passi?- chiese Kenma.

Il corvino passò il telefono al biondo, che continuò tranquillamente a giocare mentre rispondeva.

- Ma come fa?- borbottò Koutaro.

- Ho un talento naturale. Pronto Shoyo? Capisco, finiamo la partita e arriviamo- Kenma mise giù il telefono.

- Sta nascendo- dichiarò.

- Andiamo subito!- esclamò Koutaro, scattando in piedi.

- Ti consiglio di finire di giocare, Bro, o Kenma ti uccide- affermò Tetsuro, divertito.

- Ma io voglio andare!-.

- Kou, non faremo tardi: anche perché non ci faranno entrare subito-.

Le parole di Akashi bastarono a calmare il bicolore, che tornò seduto e finì di giocare.

Intanto, Hinata aveva avvisato anche Oikawa e Iwaizumi, che dopo essere passati a prendere Kindaichi e Kunimi si stavano dirigendo verso l'ospedale.

- Sicuri che possiamo andare anche noi?- chiese Yutaro.

- Certo: quella povera creatura ha bisogno di un po' di magnificenza- dichiarò Toru.

- Questo non spiega come mai ci sia anche tu-.

- Cattivo Iwa-chan!- Toru mise il broncio e Iwaizumi si affrettó a fermarsi e baciare appassionatamente il suo ragazzo.

- A te piace quando sono un po'... Cattivo- sussurrò, stringendogli appena la natica.

- Non ne hai idea- mormoró Toru, prima di baciarlo nuovamente.

- Noi andiamo, prima che vomiti- borbottò Akira, superandoli insieme a Kindaichi.

- Aspettate, devo essere il primo a... Ma che ci fanno tutti qui?- Toru bloccò la sua frase nel vedere che praticamente tutto il gruppo stava arrivando in quel momento davanti all'ospedale.

- La diva sempre per ultima eh?- commentò Yu, vedendoli arrivare.

- Ci avete detto voi di fare con calma perché ancora non era nato- borbottò Akira.

- Si ma siamo tutti emozionati!- esclamò Shoyo, saltellando.

- Io veramente sarei rimasto volentieri a casa a fare qualcos'altro...- borbottò Tobio.

- Quello lo facciamo tutti i giorni- lo riprese il suo ragazzo.

- Ma potete farlo anche se sei incinto?- gli chiese Kenma.

- Come se questo potesse fermare Kageyama- ridacchiò Koutaro.

- A noi non ci fermerebbe- Tetsuro alzò la mano ed il suo migliore amico gli batté il cinque, facendo alzare gli occhi al cielo ai loro fidanzati.

- Il dottore ha detto che possiamo senza problemi, per ora- dichiarò l'arancione.

- E a proposito... Yamaguchi, perché hai la posizione di uno a cui è stato messo un palo in... Oh mio dio lo avete fatto!- esclamò Ryunosuke.

Tsukishima alzò gli occhi al cielo mentre Yamaguchi diventava completamente rosso.

- C'è bisogno di farlo sapere a tutta la città?- commentò il biondo.

- Tu adesso ci racconti tutto!- Shoyo e Nishinoya presero Yamaguchi per le braccia, allontanandolo dal gruppo per farsi raccontare il grande evento.

Per fortuna, a salvarlo dall'imbarazzo più totale arrivarono Yamamoto, Inuoka e Shibayama.

- Hey ragazzi! Come va?- salutò il primo.

- Ciao Tora; finalmente siete arrivati- commentò Ryunosuke.

- Yaku-san ci ha detto di andare sul retro; in teoria non dovremmo entrare tutti, ma faranno uno strappo alla regola- spiegò So.

- Corriamo allora!-.

Praticamente tutto il gruppo si lanciò alla carica, mentre Oikawa, Hinata, Nishinoya, Tanaka e Bokuto facevano a gara a chi arrivava prima per poter essere i primi a comparire davanti agli occhi del bambino che stava per nascere.

Arrivarono alla porta sul retro; non fecero in tempo a protestare nel trovarla chiusa che questa fu aperta da Tendou.

- Ecco qui la famiglia al gran completo!- esclamò il rosso, mentre Ushijima lo raggiungeva.

- Dovreste ringraziare Satori: ha chiesto al dottore un favore per farvi entrare- dichiarò l'alfa.

- Grazie mille Tendou- dissero in coro i cinque precipitosi, prima di superarli e continuare la loro gara, anche se smisero di correre dato che si trovavano in un ospedale.

Gli altri li seguirono, più con calma.

- Asahi Azumane-.

Asahi si voltò, sorpreso di sentirsi chiamare da Uhsijima; anche Nishinoya si bloccó, tornando al fianco del suo ragazzo.

Tendou raggiunse Uhsijima, che gli mise un braccio attorno alle spalle.

- Avevi ragione: è meglio stare con qualcuno che ci fa stare bene- dichiarò.

Asahi sorrise.

- Sono felice che tu abbia scelto questa strada- dichiarò.

Ushijima annuì, e dato che non avevano più niente da dirsi ripresero anche loro a camminare.

Andarono in una sala d'aspetto secondaria; quel giorno non c'era praticamente nessuno in ospedale, per cui Tendou aveva potuto chiedere di farla riservare per i suoi amici.

Quando il gruppo arrivò, dentro c'erano già Yaku, Lev, Semi e Shirabu.

- Come sta?- chiese Ryunosuke.

- L'hanno portato in sala parto una decina di minuti fa, non sappiamo altro- rispose Yaku.

- Ma sta accadendo entro i termini previsti e non sembravano esserci problemi, per cui dovrebbe stare andando tutto liscio- aggiunse Eita.

Il gruppo si sistemó nella sala d'aspetto.

Nonostante fossero tanti, e soprattutto molto rumorosi, nessuno fiató nei minuti successivi.

Sapevano che, nella stanza vicina, si trovavano due persone che avevano fatto davvero tanto per loro.

Daichi e Sugawara si erano sempre ritenuti persone normali; forse più fortunati di altri, dato che si erano incontrati molto giovani, ma sicuramente non credevano di avere qualcosa di speciale.

Eppure, agli occhi di tutti avevano fatto qualcosa di magnifico: avevano dato una forma al loro desiderio di aiutare gli altri, riuscendo a salvare molte persone.

Grazie al loro Stigma, Nishinoya e Tanaka si erano potuti reincontrare; l'omega aveva potuto chiedere protezione per la Partita, dove la maggior parte di loro avevano potuto incontrarsi.

Grazie a loro sia Oikawa e Iwaizumi, che Tendou, avevano avuta un'altra possibilità di rifarsi una vita nel modo che desideravano davvero.

Ed era stato anche grazie al suo incontro con Oikawa, avvenuto tramite Sugawara, che Hinata aveva potuto avvicinarsi a Kageyama, e il moro aveva capito quanto ci tenesse a lui... Come Uhsijima era arrivato a comprendere ciò che era davvero giusto per la loro felicità.

Grazie a quei due ragazzi, molte vite erano cambiate, e molte altre l'avrebbero fatto.

Beta ancora non era completamente a posto ovviamente: il governo si era appena riformato, e sotto consiglio di alcuni membri del governo di Tehta stava creando nuove leggi che tutelassero tutti i cittadini, e che approvassero anche l'unione tra due alfa o tra due omega.

Inoltre, Beta non sarebbe più rimasta isolata come lo era in quel momento, ma avrebbe iniziato ad intraprendere rapporti con le città vicine, prima di tutte proprio Theta.

E tutto questo, per la maggior parte lo si doveva proprio a quei due ragazzi che, in quel momento, stavano per affrontare un'altra grande sfida: diventare genitori.

Daichi strinse più forte la mano del marito.

- Ci sei quasi tesoro; ancora un ultimo sforzo-.

- È facile per te! Non sei tu a dover spingere mentre ti aprono per fare uscire un bambino dal tuo corpo! Non ci sono delle pinze?!- urlò Koushi, in preda al dolore nonostante gli antidolorifici che gli avevano dato.

All'inizio il dottore era rimasto schockato da quell'aggressivitá; dopotutto, tutti conoscevano Sugawara per il suo carattere sempre mite e solare.

Daichi si era ritrovato a sorridere: dopotutto, amava anche quel lato dell'argentato.

Ma sapeva anche che sarebbe morto se non avesse trovato un modo per confortarlo.

- Lo so tesoro, non posso neanche immaginare il dolore che stai provando. Però pensa a questo: tra poco, potrai stringere tra le braccia il nostro bambino. Nostro figlio. Tra qualche giorno lo porteremo a casa, nella cameretta che abbiamo preparato apposta per lui, che crescerà con due genitori che gli vogliono un bene dell'anima e un gruppo di zii pronto a fare qualsiasi cosa per lui. Immagini quanto sarà felice?-.

A Sugawara, nonostante il dolore, sfuggì un sorriso.

Poi gli venne un'altra fitta e strinse più forte la mano di Daichi.

- Un ultimo sforzo e ci siamo- annunciò il dottore.

- Forza tesoro, sei forte: so che puoi farcela- Daichi continuò ad incoraggiare il marito, fin quando non sentirono il suono di un pianto che si espandeva nella stanza.

- Ce l'hai fatta tesoro, sei stato bravissimo- sussurrò Daichi, dandogli un bacio sulla fronte.

Un attimo dopo, in braccio a Sugawara c'era una bellissima bambina addormentata.

L'argentato, con le lacrime agli occhi, si voltò verso il marito.

- Daichi... È la nostra bambina...- sussurrò.

- Ed è bellissima, proprio come te- dichiarò il moro, dando un bacio prima sulla fronte del marito e poi su quella della figlia.

Rimasero per un attimo in silenzio, estasiati, a fissare quel piccolo tesoro che avevano tra le braccia.

- Mi sa che dobbiamo fare entrare il branco là fuori- sussurrò Koushi dopo un po'.

- Sei sicuro?-.

- È meglio, prima che sfondino la porta- ridacchiò l'argentato.

Daichi sorrise.

- Allora vado a chiamarli- dichiarò, alzandosi.

Non fece in tempo ad aprire la porta che tutti i loro amici entrarono di corsa nella stanza.

- Ma che bella!-.

- È una femminuccia!-.

- Come si chiama?-.

- Avete già deciso chi sarà il padrino?-.

- È carina quasi quanto me!-.

La bambina continuava a dormire, ignorando il gruppo di persone che la stava riempiendo di complimenti.

- Ha già capito come trattarli- ridacchiò Daichi.

- È proprio vostra figlia. Come ti senti amico?- gli chiese Asahi, affiancandolo.

Daichi spostò lo sguardo su Sugawara, che a sua volta alzò leggermente la testa per guardarlo e gli sorrise.

- Non potrei essere più felice- dichiarò.

Dopo anni di lotte, adesso potevano finalmente essere felici.


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