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CAPITOLO XXVII.

- Wow Kenma, quel morso è incredibile!- esclamò Shoyo.

- Bello quasi quanto il mio- dichiarò Yu.

- È solo un morso- borbottò Kenma.

Si trovavano nuovamente tutti a casa di Inuoka e Shibayama.

Kageyama era seduto su una poltrona, con Hinata sulle ginocchia; Kenma, Akashi e Yamaguchi erano sul divano di fianco; Nishinoya, Asahi, Ennoshita, Tanaka e Yamamoto avevano deciso di mettersi sul tappeto; Iwaizumi e Kunimi erano in disparte in un angolo; Semi e Sugawara parlavano tranquillamente, il primo con di fianco Daichi, il secondo con di fianco Shirabu che stava ascoltando Tendou parlare; i due padroni di casa erano sul pavimento a parlare con Hinata.

Stavano tutti cercando di comportarsi normalmente, senza pensare troppo al fatto che in quel momento Kuuro, Bokuto, Tsukishima, Oikawa e Ushijima erano insieme al consiglio degli adulti per fare respingere completamente la legge contro gli omega.

- Crediamo che una legge simile limiti troppo la libertà non solo degli omega, ma anche degli alfa. Approvare questa legge sarebbe del tutto fuori luogo e porterebbe solo panico nella nostra città- concluse Toru.

Avevano lasciato parlare lui a nome di tutti perché era il più persuasivo tra loro, anche se ovviamente avevano deciso tutti insieme cosa dire.

Il discorso filava alla perfezione, e i ragazzi potevano vedere dalle espressioni dei loro genitori che ne erano stati convinti; tutti tranne uno.

- Toru. Scusami se te lo chiedo, ma devo accertarmi che i tuoi interessi privati non influenzino le tue parole. Con questa legge, la tua unione con Akira Kunimi avverrà ancora prima; non è che vuoi negare l'approvazione di questa legge per non esserne costretto?- commentò la madre del ragazzo.

Quando aveva deciso di parlare a nome di tutti, Oikawa sapeva bene che la donna avrebbe tirato fuori quel discorso.

Ma aveva rassicurato gli altri: ci avrebbe pensato lui.

Lui era Toru Oikawa. E aveva un obiettivo: poter stare con Iwaizumi.

Se convincendo sua madre poteva riuscirci, allora avrebbe convinto sua madre.

- In realtà, questo patto va a svantaggio della nostra unione. Mi hai detto che Yutaro Kindaichi è morto, ma un morso può durare anche dopo la morte, se i sentimenti erano forti. Kindaichi e Kunimi erano molto giovani quando l'omega è stato morso, e so per certo che l'alfa era in calore quando è accaduto. Nonostante la sua morte, niente ci assicura che il morso di Kunimi sparirá entro i suoi diciannove anni. E poi, dato che hai tirato fuori questa storia, non sarai forse tu a stare confondendo i tuoi obiettivi privati con il tuo ruolo nel consiglio?-.

Tutti gli occhi si spostarono sulla donna; se era rimasta sorpresa dal discorso del figlio, non lo diede a vedere.

- Volevo solo accertarmene: non ho altro da dire- affermò.

- Allora dire di passare alla votazione. Sappiamo già che il voto dei ragazzi è non approvare la legge Delta. Voto anch'io contro- dichiarò la madre di Kuuro.

- Anche io- si aggiunse il padre di Bokuto.

- Io pure- convenne il padre di Tsukishima.

- Anche io voto contro- dichiarò la madre di Uhsijima.

Mancava solo una persona.

Se anche lei avesse votato contro, forse non sarebbero riusciti solo a rimandarla, ma anche ad eliminarla completamente.

- Sono contro anch'io- dichiarò la madre di Oikawa.

- Perfetto: riferirò al Lambda la nostra decisione. Se nessuno ha altro da aggiungere, possiamo chiudere qui la riunione- dichiarò la madre di Ushijima.

Nessuno aveva altro da dire, per cui la riunione fu decretata conclusa.

I ragazzi finsero di avere tutti altre cose da fare ed uscirono, reincontrandosi dopo pochi minuti non molto lontano dalla sede della riunione.

- Ce l'abbiamo fatta!- esclamarono insieme Tetsuro e Koutaro, abbracciandosi.

- Modestamente, il mio discorso è stato fantastico- dichiarò Toru.

- L'abbiamo scritto tutti insieme- gli ricordò Kei.

- Si ma l'ho detto io!-.

- Non dovremmo tornare dagli altri?- fece notare Wakatoshi.

- Decisamente- dichiarò Tetsuro.

- Andiamo!- Koutaro iniziò a camminare, seguito dagli altri.

Arrivarono a casa di Inuoka e Shibayama in molto meno tempo del previsto.

Quando il padrone di casa aprì la porta, Kenma e Akashi si trovarono quasi soffocati dall'abbraccio dei loro fidanzati.

- Ce l'abbiamo fatta!- urlò Tetsuro, mentre Bokuto riempiva il suo ragazzo di baci.

- Iwa-chan, indovina chi ha il ragazzo più persuasivo del mondo!- esclamò Toru.

- Oh lo so bene- dichiarò Hajime, tirandolo verso di sé per baciarlo.

- È andato tutto bene?- chiese Daichi a Tsukishima, mentre Yamaguchi si alzava per raggiungerlo.

- Tutto il Consiglio ha votato contro- dichiarò Kei.

- Ma è grandioso!- Koushi sorrise, sollevato: almeno quella era fatta.

- Siete stati bravissimi, Wakatoshi-kun- dichiarò Satori, avvicinandosi all'alfa per dargli un bacio.

Nessuno aveva ben capito che genere di rapporto ci fosse tra quei due, ma erano tutti troppo felici per farci caso.

- Hai perso il tuo piccoletto Tobio?- commentò Toru, notando l'assenza di Hinata dalle gambe del moro.

- È andato in bagno- dichiarò lui.

- In un momento così importante?- Yu si alzò, non molto convinto.

- Quando scappa scappa- commentò Ryu.

- Vado a vedere se sta bene- mormorò Kenma, staccandosi dalla presa di Kuuro e dirigendosi verso il bagno.

- Shoyo? Stai bene?- chiese.

Non ottenne risposta, ma vide che la porta era leggermente aperta.

Sentì dei rumori provenienti dall'interno.

- Shoyo, sto entrando- dichiarò Kenma, aprendo la porta.

Trovò l'amico in ginocchio davanti al water, pallido, intento a vomitare.

- Oh mio dio Shoyo! Qualcuno venga ad aiutarmi!-.

L'urlo di Kenma attirò l'attenzione di tutti quanti, primi fra tutti Kuuro, Kageyama e Nishinoya, che si precipitarono verso il bagno.

- Piccolo che hai?- Tobio fece per avvicinarsi, ma si trovò la strada bloccata da Nishinoya e Tanaka.

- Che cazzo gli hai fatto?- ringhiò il primo, mentre Akashi li superava per andare ad aiutare Hinata.

- Niente! Fatemi andare da lui!- Tobio provò a superarli, ma non ci riuscì.

- Shoyo, che succede?- mormorò Kenma.

Hinata non lo sapeva; avrebbe voluto dire ai suoi amici che Kageyama non centrava niente, ma non riusciva a parlare bene.

Sapeva solo che all'improvviso aveva iniziato a girargli la testa e aveva sentito il bisogno di vomitare, ma non ne capiva il motivo.

- Portategli dell'acqua calda con lo zucchero- ordinò Kei.

Yamaguchi e Shibayama si diressero velocemente verso la cucina per fare com'era stato detto.

- Non ti lasceremo avvicinare finché non saremo sicuri che non gli hai fatto niente- dichiarò Ryu.

- Ma che cazzo pensate che gli abbia fatto? Io lo amo!- esclamò Tobio.

- Così tanto che l'hai usato solo per il sesso!- sbuffò Yu.

- Ho detto e fatto tante cazzate, ma adesso sono sincero! Vi prego, fatemi andare da lui!-.

- Ragazzi!- Koushi sbatté con forza la porta contro il muro, attirando l'attenzione di tutti.

- È Hinata che sta male; cerchiamo di rimanere calmi e capire cosa stia succedendo, prima di giungere a conclusioni affrettate, va bene?-.

Gli altri annuirono, leggermente intimoriti da quella nuova versione di Suga.

- Hinata, come ti senti? Ti viene ancora da vomitare?- chiese Keiji.

L'arancione scosse la testa.

- Riesci ad alzarti?-.

Scosse nuovamente la testa.

- Di recente hai mangiato qualcosa di strano o simili?- chiese Eita.

Di nuovo, Hinata scosse la testa.

Tendou superò il gruppo ed entrò in bagno; si accucciò di fronte ad Hinata e gli mise una mano sulla pancia.

- È un omega- dichiarò dopo un attimo.

- Be' si... Hinata è un omega no?- ricordò Koutaro, confuso.

- Bro, non penso parli di lui- mormorò Tetsuro.

- Tendou... Stai dicendo che... Hinata è...- mormorò Tobio.

Il rosso annuì.

- È incinto. Congratulazioni-.

Hinata e Kageyama si fissarono negli occhi, mentre una miriade di emozioni prendeva piede dentro di loro.

Felicità, perché stavano per avere un bambino; ansia, perché non avevano la più pallida idea di come si facesse ad essere genitori; paura, perché sapevano che futuro attendeva un omega a Beta; amore, verso quella piccola creatura concepita appena un giorno prima, ma che già amavano alla follia.

Kageyama superò Nishinoya e Tanaka, che questa volta non gli impedirono di lanciarsi a terra di fianco ad Hinata e stringerlo tra le sue braccia.

L'arancione iniziò a piangere per le troppe emozioni, ma erano principalmente lacrime di gioia.

Non che avesse mai pensato troppo a crearsi una famiglia, dopotutto era ancora giovane, ma sapere che dentro di lui stava crescendo il figlio suo e di Kageyama... Anzi, del ragazzo che lo amava...

- Un attimo fa tu... Hai detto che mi ami...- sussurrò.

- Certo che ti amo piccolo. E amerò alla follia anche questo bambino- dichiarò Tobio, dandogli teneramente un bacio sulla testa.

Sugawara si portò una mano alla pancia.

- Tutto questo trambusto ha svegliato anche lui- sussurró con un sorriso.

- Ragazzi, torniamo tutti in soggiorno, che ne dite?- propose Daichi.

Il gruppo annuì e tornò verso il soggiorno; Hinata si fece trasportare da Kageyama, dato che si sentiva ancora un po' debole.

- Congratulazioni- gli disse Tadashi, mentre gli porgeva un bicchiere di acqua calda e limone.

- Grazie- Shoyo gli sorrise mentre prendeva il bicchiere.

- Hinata non è in calore, come ha fatto a rimanere incinto?- chiese Ryunosuke.

- È molto raro che accada, ma può succedere, soprattutto tra i giovani- rispose Chikara.

- Cavolo Shoyo, pensavo di essere più avanti di te ma mi stai raggiungendo!- commentò Yu.

- Non posso certo perdere!- esclamò Shoyo, facendo ridere l'amico, che dopo un attimo tornó a guardare Kageyama con aria truce.

- Fagli del male e ti faccio fuori- dichiarò.

- Non lo farò per nessun motivo al mondo-.

- Sono felice per il piccoletto, per Tobio un po' meno- borbottó Toru.

- Sei proprio una merda- commentò Hajime.

- Sei cattivo Iwa-chan... Senti, Guess Monster-.

- Che c'è?- chiese Satori, voltandosi verso il castano.

- Sei sicuro della tua previsione? Il bambino sarà un omega?-.

- Non ho mai sbagliato- dichiarò Satori.

Hinata fu improvvisamente assalito da un dubbio; si voltò di scatto verso Kageyama.

- Tu avevi bisogno di un alfa per aiutare la tua famiglia! E invece io... Avevi ragione, non sono quello giusto per farcela, per colpa mia adesso...-.

Dato che stava iniziando ad andare in panico, Kageyama lo zittí con un bacio.

- Non mi importa più nulla del potere o di una stupida aristocrazia. Tu sei quello giusto per me, non ho alcun dubbio. E poi, non cresceremo questo bambino qui: noi andremo via, ricordi? Lo terremo al sicuro- dichiarò.

Hinata si calmò e sorrise, rassicurato.

- Ragazzi, a questo proposito... C'è una cosa che vi dobbiamo dire- dichiarò Daichi, allungando la mano e prendendo quella di Sugawara, che abbassò lo sguardo.

- È successo qualcosa?- chiese Ryunosuke, preoccupato.

- Abbiamo ricevuto una visita, a seguito della quale abbiamo deciso che...- Koushi non riuscì a finire la frase.

Sapeva che era la cosa giusta da fare, ma non riusciva a dirlo.

Daichi gli strinse più forte la mano e decise di continuare lui al suo posto.

- Anche Koushi partirà per Theta- dichiarò.

Un mormorio sorpreso si espanse per tutto il gruppo.

- Cos'è successo di così grave?- chiese Asahi.

Daichi raccontó loro della visita di Kita e Ojiro.

- Io rimarrò qui finché non sarò sicuro che sia tutto a posto; ma non posso rischiare che succeda qualcosa a loro- dichiarò il castano.

- In un'altra situazione, mi sarei rifiutato di andare. Ma... Devo pensare al bambino. Non possiamo metterlo in pericolo- mormorò Koushi.

Quasi contemporaneamente, Asahi e Tanaka si alzarono ed andarono ad abbracciare il ragazzo.

- Non preoccuparti, ci penseremo noi ad aiutare Daichi- dichiarò il secondo.

L'argentato sorrise.

- Grazie ragazzi. La partenza è fissata tra due giorni: Yamamoto, posso chiederti di andare ad avvisare Yaku?-.

- Nessun problema- dichiarò il ragazzo.

- Io non so quanti siano i posti sul furgone, ma non siamo troppi?- chiese Toru, che dalle precedenti informazioni aveva capito che fossero al completo.

Sugawara stava per rispondere che avevano già pensato a come sistemarsi, ma fu preceduto da Kageyama.

- Può prendere il mio posto. Io non verrò- dichiarò.

Hinata si voltò di scatto verso di lui.

- Ma cosa stai dicendo? Non avevi detto di non volerti separare da me?-.

- Non vorrei infatti; fidati, stare al tuo fianco è la cosa che più voglio al mondo. Ma piccolo, abbiamo contro persone potenti: voglio rimanere ad accertarmi che non possano in alcun modo arrivare a voi e fare del male a te o al bambino. Ti raggiungerò il prima possibile, te lo prometto-.

Kageyama non avrebbe mai pensato che avrebbe potuto prendere quella decisione, ma dopo aver sentito Daichi e Sugawara aveva capito che era un sacrificio necessario per poter stare al fianco del ragazzo che amava.

Hinata invece, complici la stanchezza e le troppe emozioni, non lo capiva.

- Allora mordimi- ordinò.

- Piccolo, te l'ho già detto: non voglio farlo finché non sarò sicuro di poter stare al tuo fianco-.

- E allora perché sembra che tu stia facendo di tutto per non rimanerci?!- Shoyo si alzò di scatto.

Non capiva. Perché non potevano semplicemente stare insieme?

- Ti sbagli: io...-.

- Tu hai bisogno di un alfa che mandi avanti la tua famiglia. E da me non puoi averlo. Comodo mandarmi via vero? Se non mi mordi, non sarai neanche obbligato a riconoscerlo come tuo figlio! Così potrai dimenticarti dell'omega con cui ti sei divertito per un po' e tornare al tuo obiettivo principale vero?!-.

- Piccolo...-.

- Lasciami in pace! Ti detesto!- Shoyo uscì velocemente dalla stanza, con gli occhi pieni di lacrime.

Kageyama abbassò lo sguardo, incapace di fare altro.

- Io ti ammazzo- dichiarò Yu.

- Yu, cerca di stare tranquillo; Kageyama sta facendo del suo meglio. Vieni qui-.

L'omega lanciò un'ultima occhiataccia al corvino prima di andare a sedersi sulle gambe del suo ragazzo.

- In realtà, capisco cosa intende... Insomma, anche io ho detto una cosa simile a Chikara: di aspettare finché non potrò stare davvero al suo fianco- mormorò Ryunosuke, facendo arrossire appena il ragazzo al suo fianco.

Quella frase calmó leggermente Nishinoya; in fondo sapeva che Kageyama aveva ragione, ma vedere l'amico in quello stato lo mandava fuori di testa.

- Kageyama, non penso che il tuo ragionamento sia sbagliato: in un certo senso, ho fatto la stessa cosa- dichiarò Daichi.

- Ma Hinata è uno che si fa prendere molto dalle emozioni, e in pochi minuti ne ha vissute veramente tante; secondo me dovresti parlarci tranquillamente- aggiunse Koushi.

- Dubito che al momento mi voglia parlare- mormorò Tobio.

- Vado io; tu aspetta un po'- dichiarò Kenma, alzandosi ed uscendo dalla stanza.

Si diresse verso quella che era stata la stanza di Hinata nei giorni che aveva passato da Inuoka e Shibayama.

- Shoyo, sto entrando- avvisò, prima di aprire la porta.

Trovò l'amico sdraiato a pancia in su sul letto, con un cuscino stretto tra le braccia, intento a piangere.

Kenma chiuse la porta e salí sul letto, mettendosi a pochi centimetri dalla testa dell'amico.

- Lui mi abbandonerà, non gli importa di me- sussurrò Shoyo.

Kenma fece un respiro profondo.

- Shoyo, sai quanto detesti Kageyama ma... Credo stia facendo la cosa giusta- dichiarò.

- Lo dici solo perché così non dovrò più stare con lui- mormorò Shoyo.

- Ti sbagli. È vero che lui non mi piace, anzi stavo per fermare Asahi dal fermare Nishinoya che gli voleva saltare addosso-.

Hinata impiegó un attimo a metabolizzare le frase, poi sorrise: aveva degli amici veramente fantastici.

- Scusami se avevo tenuto nascosto di stare con lui. È che...-.

- Avevi paura della nostra relazione. E in effetti, all'inizio non capivo. Però... Ti ho visto felice con lui; non facevi il tuo solito sorriso alla "voglio farvi credere che andrà tutto bene", era un "sta andando tutto bene". Non ci hai detto di lui perché sai che è sincero e non volevi rinunciare a lui-.

- Avevate ragione voi, non gli importa di me-.

- Pensavo lo stesso di Kuuro, eppure...- Kenma si portò una mano sul morso e fece un piccolo sorriso - eppure lui mi ha dimostrato il contrario. Tutti noi abbiamo sempre odiato gli alfa, e più di tutti io ho sempre odiato quelli come Kageyama. Però Shoyo, quella che aveva non era l'espressione di uno a cui non importa nulla di te. Lo sta facendo per proteggerti; so che ti senti abbandonato, ma lo sta facendo per te-.

Kenma non avrebbe mai pensato di dire qualcosa in favore di Kageyama; non lo stava certo facendo per lui, voleva solo che l'amico continuasse ad essere felice.

E se Kageyama poteva farlo sorridere, per quanto a lui stesse antipatico, doveva accettarlo.

- Allora perché non vuole mordermi?- mormorò.

- Shoyo, il morso non dev'essere una garanzia; anche se gli sono stati attribuiti molti significati, nasce come un simbolo d'amore e di appartenenza. Che senso ha morderti senza stare con te? Sono certo che Kageyama non voglia tarparti le ali in alcun modo, per questo finché non sarete insieme non lo farà-.

Hinata realizzó che Kenma aveva ragione: anche senza la storia del bambino, Kageyama gli aveva già detto che lo avrebbe morso solo una volta che fossero stati al sicuro insieme.

- Te l'ha detto no? Lui ti ama-.

Si, gliel'aveva detto; e lui sapeva che era vero.

Aveva solo paura, paura di trovarsi da solo, di essere abbandonato da qualcuno di troppo importante per perderlo.

Non voleva, voleva rimanere con lui.

Ma Kageyama lo stava facendo per lui... E per il loro bambino.

Si stava comportando da egoista, per il corvino probabilmente quella era stata una scelta davvero difficile.

Però aveva pensato prima a lui e al loro futuro.

Si sentiva un idiota per essersi fatto prendere dal panico.

Sentirono bussare alla porta e un attimo dopo Kageyama entrò nella stanza.

- Posso?- chiese, titubante.

- Kageyama!- Shoyo si lanciò giù dal letto e corse ad abbracciarlo.

Kenma li superò, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta.

Tornò al piano di sotto e andò a sedersi sulle gambe di Kuuro, che rimase piuttosto sorpreso da quel gesto, ma lo abbracciò volentieri.

- Come sta?- gli chiese Yu.

- Faranno pace in un attimo- rispose Kenma.

- Meno male- sospirò Tadashi.

- Stai bene? Mi sembri pallido- gli chiese Kei, a voce così bassa che solo il verde lo sentí.

- Be' Hinata è sempre stato una persona allegra, vederlo crollare in quel modo mi ha un po' destabilizzato. Ma sono certo che si riprenderà- dichiarò Tadashi.

- Anche tu sei una persona forte- mormorò Kei.

- Certo che Tobio-kun non ha un minimo di tatto... Poteva parlarne prima con lui invece di prendere decisioni da solo- sospiró Toru.

- È sempre stato così, lo sai- commentò Hajime.

- Lo so bene. Speriamo che riesca a tenersi stretto il piccoletto, non troverà un altro che lo sopporti-.

E in effetti, Kageyama non aveva alcuna intenzione di lasciare andare Hinata, stretto tra le sue braccia.

- Scusami, ho pensato solo a me, dovevo capirlo perché lo vuoi fare, mi dispiace- singhiozzò Shoyo.

- È stata colpa mia piccolo; avrei dovuto parlarne prima con te e spiegarti i miei motivi. Ma ti giuro che lo sto facendo solo per noi, per poter stare per sempre con te- Tobio gli accarezzi dolcemente i capelli e Hinata sollevò appena lo sguardo.

- Mi assicurerò che nessuno possa farti del male; dopodiché ti raggiungerò e rimarrò al tuo fianco per sempre. Va bene?- si chinò e gli diede un bacio nel punto in cui, qualche tempo dopo, intendeva lasciare il suo morso.

Succhiò leggermente la pelle; Hinata chiuse gli occhi e gli permise di lasciargli un segno violaceo.

- Aspetta solo un altro po'. Va bene?- sussurrò Tobio.

Hinata annuì.

- Ti aspetterò finché sarà necessario. Tu però...- si portò una mano sulla pancia - torna in tempo, va bene?-.

- Certo piccolo, non temere-.

L'omega sorrise e si alzò in punta di piedi, unendo le sue labbra con quelle di Kageyama.

- Torniamo dagli altri?- gli chiese, concluso il bacio.

Kageyama annuì; lo prese in braccio, in modo che non dovesse sforzarsi troppo, e si diresse verso il soggiorno.

- Il Re ha recuperato la sua principessa?- commentò Kei.

- Tsukki- lo riprese Tadashi.

- Dí ciò che vuoi, non mi importa- dichiarò Tobio, tornando a sedersi sulla sua poltrona.

- Non vorrei interrompere questo toccante momento di gruppo, ma io tra poco dovrei morire; come siamo organizzati per la partenza?- chiese Toru.

- Tu starai a casa nostra da dopo la tua "morte". Con tutti gli altri ci incontriamo domani notte, partiremo prima dell'alba- spiegò Koushi.

- Ricevuto- Toru si voltò verso Iwaizumi - ce la farai a stare un giorno senza di me?-.

- Sopravviverò. Quanto dovrò fingermi disperato per la tua morte?-.

- Mi fido della tua recitazione. Be', io vado- dichiarò Toru.

- E Kindaichi?- lo bloccò Akira.

- I miei hanno trovato la base dei Miya; stanno cercando di capire se sia lì dentro. Ho già dato tutte le informazioni a Daichi- rispose Toru, e Kunimi annuì.

- Be', ci vediamo ragazzi- Toru fece un gesto di saluto con la mano ed uscì insieme ad Iwaizumi.

- Non sarà sospetto il fatto che non saremo insieme?- gli fece notare il ragazzo.

- Per questo ti accompagneró a casa. Dopodiché, se qualcuno ti chiederá qualcosa, dirai che ci eravamo separati perché io dovevo vedermi con Kunimi, e che probabilmente è stato qualche omega che mi voleva per sè o simili-.

- Tu cerca di non farti male-.

- Certo che no, Iwa-chan: non ti lascerò con un fidanzato sfregiato, non preoccuparti-.

Mentre parlavano, erano arrivati davanti alla casa di Iwaizumi.

Il ragazzo aprì la porta e trascinó Oikawa dentro con sé, premendo con forza le labbra sulle sue.

- Stai attento Toru- sussurrò. Non poteva perderlo.

- Lo farò; anche tu. Ricordati che ti amo, Iwa-chan-.

Il moro lo baciò nuovamente.

- Ridimmelo quando saremo di nuovo insieme-.

Oikawa sorrise.

- Lo farò. Ci vediamo presto, Iwa-chan- gli diede un ultimo bacio prima di uscire dalla casa.

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