CAPITOLO XXVI.
- Un viaggio?-.
Ushijima annuì.
- Beta al momento è economicamente stabile; volevo controllare i territori nei dintorni, per vedere se esista un modo per espanderci. Starò via solo qualche giorno- spiegò Wakatoshi.
- Mi sembra un'ottima idea. Sei nervoso per il consiglio di questo pomeriggio? È raro che voi ragazzi vogliate discutere qualcosa direttamente con noi- commentò la donna.
- Ci è parsa essere una questione piuttosto importante e preferiamo farvi sapere al meglio cosa ne pensiamo-.
- Comprendo e sono d'accordo: tra qualche anno sarete voi al nostro posto, è giusto che iniziate a preoccuparvi per la vostra città. Volevo solo assicurarmi che la presenza del nostro ospite non centrasse con questo rinnovato interesse politico-.
La donna fino a quel momento aveva parlato come se fossero soli, ma in realtà c'era una terza persona nella stanza.
Data la pericolosità della situazione, Ushijima aveva deciso che Tendou sarebbe rimasto a casa sua fino al giorno della loro partenza.
Il suo marchio non sarebbe bastato ad allontanare eventuali alfa mandati dai Miya, e Semi stava iniziando a temere per l'incolumità di Shirabu, per cui non poteva chiedergli di tenere d'occhio anche Tendou.
- Come ti ho già detto, lui è solo un amico che sto aiutando perché si trova in una situazione difficile- spiegò il ragazzo.
- Sei sempre stato un ragazzo buono Wakatoshi. Quello che non mi spiego è come mai per aiutarlo tu abbia dovuto morderlo-.
- Tendou rischiava di subire delle violenze superiori a quelle che dovrebbero essere consentite. Trovo che il suo dono potrebbe essermi utile, per cui ho deciso di provare a tenerlo per un po' al mio fianco-.
- In che modo potrebbe essere utile?-.
- Voglio provare a capire come riesce a predire se una persona sarà alfa o omega. In questo modo, si potrebbe agire molto prima nel prendere decisioni importanti- spiegó Wakatoshi.
Tendou rimase in silenzio; Ushijima gli aveva chiesto di non parlare davanti alla madre, dato che lei non era molto d'accordo con il fatto che lo ospitassero, e lui intendeva rispettare il suo volere.
Sapeva che l'alfa non aveva interesse per quello, ma se serviva a convincere la donna, avrebbe retto il gioco.
- Capisco; in effetti, è una buona idea. Volevo solo essere sicura. Secondo me non conta più di tanto chi deciderai di sposare, ma so che eviterai certi... Elementi- dichiarò.
- Tranquilla; non ho intenzione di sposarlo-.
Nuovamente, Tendou non poté dire nulla; dopotutto, lo sapeva già. Ma non significava che ne fosse felice.
La donna annuì.
- Puoi pure tornare in stanza- affermò.
Ushijima si alzò e si diresse verso la sua camera, seguito dal rosso.
- Sei stato bravo, Wakatoshi-kun: l'hai convinta!- esclamò Satori, praticamente saltando al collo dell'altro.
Gli cinse la vita con le gambe e l'alfa, per evitare che cadesse, gli mise le mani sui fianchi.
- Ho solo detto ciò che sta succedendo-.
- Omettendo qualche particolare che mi ha permesso di restare. Grazie, Wakatoshi-kun- Satori sorrise e lo bació.
- Tendou, non sei obbligato a farlo: ti ho già morso- gli ricordó Wakatoshi.
- Non ti bacio mica perché mi sento obbligato- ribatté Satori.
La verità, era che l'altro aveva il sapore più buono del mondo.
E profumava di gelsomino.
- Cosa c'è che non va, Wakatoshi-kun?- chiese Satori, notando che l'altro non rispondeva.
Non che di solito fosse uno di molte parole, ma in quel momento sembrava particolarmente immobile e sovrappensiero.
- Stavo solo pensando che...- Wakatoshi distolse lo sguardo mentre ripensava a ciò che aveva detto prima: "non ho intenzione di sposarlo".
- Per la prima volta, ho mentito a mia madre-.
- Non si dicono le bugie, Koutaro-.
- Non ho detto nessuna bugia!-.
- Quindi non hai mangiato le caramelle che tenevo da parte per Kenma?-.
- Perché tenevi da parte delle caramelle per Kenma? Devo essere geloso?-.
Akashi sospirò e si avvicinò al letto, sul bordo del quale era seduto Bokuto.
Avvicinò il viso al suo con espressione seria.
- Le tengo perché quando Kenma non sta bene gli piace mangiare caramelle, e io sono il suo migliore amico. Quindi vorrei sapere come mai hai mangiato le caramelle che c'erano nel mio cassetto-.
Bokuto abbassò lo sguardo.
- Sono nervoso- ammise.
- Per questo mi hai detto di non averle mangiate tu? Non volevi che sapessi che sei nervoso?-.
Il maggiore annuì.
- Io sono quello che deve proteggerti, Agashi; tu pensi a scrivere critiche alla società, e io ti copro le spalle. Che figura ci faccio se sono io quello spaventato?-.
Bokuto aveva sempre vissuto senza preoccuparsi troppo di ciò che aveva intorno: aveva il potere, aveva degli amici, e il suo carattere allegro e spensierato gli permetteva di passare sopra alle cose brutte che accadevano.
Da quando aveva conosciuto Akashi però, si era reso conto che non tutti erano fortunati come lui, e che aiutare chi non aveva avuto le sue stesse occasioni di sorridere gli piaceva.
Soprattutto se si trattava di Akashi.
Adesso che erano arrivati ad una svolta, si era reso conto di quanto fosse effettivamente impreparato.
Se si fosse trovato davanti quei due gemelli, avrebbe sicuramente protetto Akashi ad ogni costo... Ma non sapeva se ci sarebbe riuscito.
Quel ragazzo contava su di lui, aveva lasciato che lo mordesse; e solo ora si era reso conto di tutte le responsabilità che si era assunto quando aveva deciso di volere Akashi al suo fianco.
Solo che lui non sentiva di essere particolarmente responsabile; poteva davvero aiutarlo?
Akashi intuí quali fossero i pensieri del maggiore; dopotutto, in quelle settimane era stato praticamente un libro aperto per lui e ormai aveva imparato a capirlo.
Si sedette al suo fianco e prese le mani dell'alfa tra le sue.
- Koutaro, io non cerco protezione. Ho sempre saputo che essere un omega è difficile, e che la mia lotta non sarebbe stata facile. Non mi sono fatto mordere da te per farti sentire obbligato a proteggermi, ma perché so che posso affidarmi a te: so che rimarrai sempre al mio fianco, che sei disponibile per ascoltarmi, che posso contare su di te. Ma questo non significa che il tuo unico compito sia proteggermi. È vero, questo periodo è difficile e io ho bisogno che tu mi aiuti a rimanere al sicuro. Ma il modo migliore che hai per rendermi felice è essere quello di sempre: un ragazzo solare e sorridente, sempre disponibile, che mi ascolta ed è sempre pronto a farmi ridere. Puoi farlo per me?-.
Bokuto non poté fare a meno di sorridere.
- Per te posso fare di tutto, Agashi- dichiarò.
Akashi sorrise e gli diede un bacio sulla fronte.
- Ti senti meglio?-.
Bokuto annuì.
- Akashi... Quanto vuoi che io sia spontaneo e sincero?- gli chiese.
- Devi esserlo il più possibile- dichiarò Keiji.
- Bene. Allora sappi che... Vorrei che tu venissi a letto con me- ammise.
Akashi non rispose, più per la sorpresa di quell'affermazione che per altro.
- So che prima di morderti ho detto che preferivo avere la tua mente, ed è vero: posso anche rinunciare per sempre al sesso, se a te non va di farlo. Però poi ho sentito Kuuro che mi raccontava di lui e Kenma e... Ho iniziato a fantasticare. Forse è anche colpa del calore ma... Vorrei davvero fare l'amore con te. Ma solo se vuoi ovviamente! Non siamo certo obbligati; tu ti sei già fidato dandomi la tua mente e...-.
Prima che potesse partire con un altro monologo d'ansia che Akashi sapeva già dove sarebbe finito, il corvino lo baciò.
- Per me va bene- sussurrò.
Bokuto sbarró gli occhi.
- Però l'ultima volta che hai pensato che stessimo per farlo mi sembrava che tu non fossi pronto...-.
- È vero; ma non posso sapere se lo sono o no se non ci provo, giusto?- fece notare Keiji.
Bokuto sorrise e lo bació nuovamente.
- Stai per vedere un Bokuto Koutaro piuttosto malizioso. Sei pronto?- sussurrò.
- Non vedo l'ora- dichiarò Keiji.
Ripresero a baciarsi.
Bokuto di solito si faceva sempre prendere dal momento, ma dato il comportamento molto più tranquillo e mite di Akashi non voleva esagerare subito.
Non era la prima volta che usava la lingua, per cui quasi subito la inserì nella bocca del corvino, mentre gli accarezzava delicatamente la coscia.
In realtà, Akashi era più che tranquillo.
Aveva già affrontato ciò che temeva di più: donare ad una persona la propria mente, darle potere sui suoi pensieri, lasciare che li influenzasse.
E con Bokuto, sapeva di aver fatto la scelta giusta; come sapeva di starla facendo in quel momento.
Per farlo capire a Bokuto, allungò le mani e gli sfilò la maglietta.
- Non ti facevo così intrepido, Agashi- sussurrò Koutaro.
Akashi poggiò le mani sul petto dell'altro, accarezzandolo lentamente mentre osservava il suo fisico scolpito.
- È merito di ciò che mi hai insegnato, senpai-.
Akashi conosceva le parole, e conosceva Bokuto, per cui sapeva bene cosa sarebbe successo dopo quella frase.
- Spogliati- ordinò Koutaro.
Proprio come il giorno in cui si erano conosciuti.
Questa volta però, Akashi non si tirò indietro.
Si alzò, spostandosi di fronte a Bokuto, e lentamente iniziò a sfilarsi la maglietta.
Bokuto non si perse nessun movimento dell'altro; fissò i muscoli del corvino, la sua pelle candida, e il morso che gli aveva lasciato.
Era certo che sarebbe durato per sempre.
Il morso, non lui: lui si stava eccitando anche solo a guardare l'altro.
Akashi finí di togliersi la maglietta e la lanciò contro Bokuto, che la prese al volo.
- Ho la maglietta di Agashi!- esclamò Koutaro, felice, portandosi l'indumento vicino al volto per annusarlo.
Sapeva vagamente di cocco, come il suo ragazzo.
Akashi gli si avvicinò; poggiò il ginocchio sul letto, in mezzo alle gambe dell'altro, e la mano sulla sua coscia, mentre si chinava verso di lui per baciarlo, rilasciando la sua fragranza.
Bokuto lanciò via la maglietta e circondò con le braccia il corpo di Akashi, lanciandosi all'indietro sul letto e portandolo con lui.
Continuando a baciarlo, il corvino si mise in ginocchio ed iniziò a slacciarsi i pantaloni, mentre il profumo del miele di espandeva nella stanza, senza però coprire quello di cocco.
Bokuto lo lasciò fare, accarezzandogli dolcemente la schiena ed i fianchi, ma non appena l'altro si trovò completamente nudo una sua mano scivolò inevitabilmente sulla natica del fidanzato.
Akashi iniziò a slacciare anche i pantaloni dell'alfa, che invece gli accarezzava il fondoschiena e ogni tanto si spostava sulla sua intimità, facendo sfuggire qualche gemito al corvino.
Akashi temeva di sentirsi troppo impacciato e a disagio, ma in realtá era più che tranquillo.
Bokuto era riuscito ad aiutarlo, a fargli trovare qualcosa di buono in ciò che stava facendo, a salvarlo dal suo blocco e aiutarlo nella sua lotta.
E lui voleva ringraziarlo al meglio.
Bokuto sollevò leggermente il bacino, in modo che l'altro fosse più comodo a sfilargli i pantaloni ed i boxer.
Akashi si staccò dalle sue labbra e si spostò più in basso.
Non l'aveva mai fatto, non aveva idea di come sarebbe andata, ma avrebbe sicuramente fatto del suo meglio.
Senza esitare, prese in bocca il membro dell'altro.
Bokuto non era alla sua prima volta; negli anni lui e Kuuro si erano divertiti molto con alcuni omega, sempre con il loro consenso ovviamente.
Però, era certo che nessuno lo avesse mai fatto sentire come in quel momento: era come sentirsi in paradiso con un angelo a tua più completa disposizione.
Bokuto però era una persona tanto egocentrica quanto altruista, e ci teneva che per Akashi quel momento fosse memorabile.
- Agashi, vieni qui- sussurrò, accarezzandogli i capelli.
Gli dispiacque dover rinunciare a quel piacere, ma quando vide gli occhi di Akashi posarsi nei suoi capí che stava facendo la scelta giusta.
- Tutto bene?- gli chiese Keiji, non capendo quell'interruzione, mentre raggiungeva il bicolore.
Bokuto allargò le braccia e lo abbracció.
- Certo, anzi sei magnifico. Però, per una volta proporrò di non concentrarsi su di me e mi occuperò di te- dichiarò, facendo scivolare la mano fino al membro dell'altro.
Inizió a muoverla delicatamente; Akashi appoggiò la fronte sul letto, poco sopra la spalla di Bokuto, mentre iniziava ad ansimare leggermente.
Strinse la mano che aveva poggiato sul petto del maggiore, che intanto gli stava lasciando dei teneri baci tra i capelli.
- Sei bellissimo Agashi- sussurró, inziando a muovere più velocemente la mano.
- Koutaro...- gemette.
Per la prima volta in vita sua, Akashi non riusciva a pensare lucidamente; il suo corpo stava prevalendo sulla sua mente, le sue emozioni stavano cacciando ogni briciolo di razionalità che aveva acquisito negli anni.
Ma gli andava bene così.
Con Bokuto, poteva lasciarsi completamente andare.
- Dimmi-.
- Ti amo-.
Bokuto sorrise.
- Ti amo anch'io- dichiarò, lasciandogli un ultimo bacio.
Delicatamente, lo fece girare con la schiena sul materasso, tornando su si lui.
Inizió a baciargli il collo, tenendolo per mano mentre con l'altra continuava a procurargli piacere.
Akashi chiuse gli occhi: non gli importava più di nulla, dei gemelli Miya, del loro piano, dei suoi articoli, della fuga; gli importava solo di essere con Bokuto.
E stava dannatamente bene.
Bokuto sentiva il suo ragazzo ansimare mentre baciava la sua pelle candida, poteva vederlo fremere leggermente sotto il suo tocco, avvertiva la sua pelle farsi sempre più incandescente.
Sorrise: avrebbe voluto farlo sentire così per sempre.
Tornò a baciarlo e Akashi affondò la mano libera nei suoi capelli, accrezzandoli dolcemente.
- Ti senti pronto?- sussurrò Koutaro.
Akashi annuì: per lui, era più che pronto.
Come tutto il mondo, anche lui aveva sentito i racconti di Nishinoya sulla sua prima volta.
Per quanto non ci tenesse particolarmente a conoscerli, in quel momento era felice di non essersi dovuto basare sui balbettii di Kenma, che aveva concluso con "vale la pena sopportare un po' di dolore".
E se Kenma sopportava il dolore e la fatica, allora doveva essere qualcosa di veramente bello.
Bokuto spostò la mano dal suo membro, accarezzando dolcemente il labbro inferiore dell'altro, che aprì appena la bocca per permettergli di infilarci le dita.
Tenendo l'altra mano stretta in quella di Akashi, il bicolore iniziò a baciare il suo petto.
Si sentiva veramente fortunato ad avere l'onore di poter stare con qualcuno di speciale come Akashi.
Diede un bacio al segno del morso e gli venne improvvisamente un'idea.
- Agashi, sposiamoci!- esclamò.
Akashi sbarró gli occhi e per poco non si strozzò.
- Tutto bene?- Koutaro si affrettó a sfilargli la mano dalla bocca.
- Sono solo rimasto sorpreso- mormorò Keiji, poi sorrise - per me va bene-.
Bokuto fece un sorriso a trentadue denti.
- Evviva! Mi sposo con Agashi!- esclamò Koutaro, inziando a riempire il corvino di baci.
Akashi non poté fare a meno di mettersi a ridere; era veramente felice di avere Bokuto.
- Devo dirlo subito al mio Bro!- esclamò il bicolore.
- Kou, forse prima dovremmo finire ciò che stiamo facendo- gli ricordò Keiji.
- Oh, vero! Sei un genio Agashi!- esclamò Koutaro, dandogli un bacio.
Fece per staccare la mano, in modo da sistemarsi meglio, ma Akashi gliela strinse, impedendogli di lasciarlo.
Fu il corvino ad alzare le gambe e posizionarle sulle spalle dell'alfa, che sorrise ed iniziò a baciare l'interno coscia del suo ragazzo, lasciando anche dei piccoli morsi.
Akashi iniziò a sentire nuovamente la mente annebbiata, complice il profumo dell'altro che era aumentato d'intensità, ma gli andava bene così.
Con Bokuto, poteva lasciarsi andare.
Il maggiore fece scivolare un dito dentro di lui.
Akashi serrò la presa sulla mano del bicolore ed il dolore svanì quasi subito.
- Continua- sussurrò.
Voleva continuare a lasciarsi andare, voleva continuare a stare con lui.
Rimanere tra le sue braccia era tutto ciò che desiderava.
Bokuto non se lo fece ripetere due volte ed inserí anche le altre dita, per poi iniziare a muoverle.
- Dimmi quando ti senti pronto- sussurró, continuando a baciargli l'interno coscia.
Akashi annuì; lui sentiva già di essere pronto, ma sapeva che il suo corpo aveva bisogno di abituarsi.
Chiuse gli occhi, lasciando che lievi ansimi uscissero dalle sue labbra.
Teneva stretta la mano di Bokuto: sapeva che non l'avrebbe lasciato, ma voleva ricordargli anche lui c'era, che non l'avrebbe abbandonato.
Ma su quello, Bokuto non aveva alcun dubbio: il pensiero di separarsi da Akashi non l'aveva mai sfiorato.
- Kou, sono pronto- sussurró Keiji.
Ormai, quello che stava avendo non gli bastava più.
Voleva Bokuto, completamente.
- Sicuro di essere preparato a sufficienza?- gli chiese Koutaro, con un sorriso malizioso sul volto.
- Si, ne sono sicuro... Senpai-.
Bokuto tirò fuori le dita ed avvicinò il suo membro all'entrata dell'altro.
- Allora, vediamo di insegnarti qualcosa- sussurrò, spingendosi dentro di lui.
Ad Akashi non fece male, anzi: sentì subito il piacere invadere il suo corpo.
Di più, ne voleva di più.
Eppure, Bokuto era rimasto fermo dentro di lui, riprendendo a baciargli l'interno coscia.
- Kou- si lamentò.
- La prima cosa che ti insegnerò, è che bisogna sempre chiedere per favore- dichiarò il maggiore, lasciandogli un altro morso sulla coscia.
- Kou, per favore- mormorò Keiji.
- Per favore cosa? Non posso mica leggerti nella mente- commentò il maggiore.
- Forse no, ma io sì. E so che non vedi l'ora di iniziare a muoverti, di spingerti dentro di me, di farmi provare piacere, di sentirmi gemere...- mentre parlava, Keiji allungò la mano libera, posandola sul petto del maggiore e muovendola lentamente.
- Che ne dici? Ho studiato abbastanza bene, senpai?- strinse più forte la mano di Bokuto.
L'alfa rimase un attimo immobile, incantato dalle labbra e dagli occhi dell'altro.
Quando riacquisí lucidità, iniziò a muoversi in modo quasi selvaggio dentro Akashi, che non riuscì più a dire o a pensare a niente; ma gli andava più che bene così.
Bokuto si chinò ed iniziò a leccarlo seguendo la linea dei suoi muscoli.
Akashi strinse il lenzuolo sotto di lui; Bokuto se ne accorse e gli prese anche quella mano, intrecciando le dita con le sue.
I suoi colpi erano sempre più veloce; nonostante fosse un ragazzo silenzioso, Akashi non poté fare a meno di iniziare a gemere.
Bokuto lo osservò per tutto il tempo, con il respiro ansimante, e un lieve sorriso sul volto.
Aveva con lui il ragazzo migliore che potesse avere. E Akashi voleva lui. Tutto quello, lo voleva solo da lui.
Bastava questa consapevole per renderlo il ragazzo più felice del mondo.
Si accorse che Akashi stava per venire ed aumentò ancora il ritmo, finché non vide l'altro iniziare a venire.
L'espressione che fece era talmente eccitante che anche Bokuto venne, quasi contemporaneamente al corvino.
Senza lasciargli le mani, uscì da dentro di lui e lo strinse a sé.
- Hai un corpo stupendo- dichiarò Koutaro.
Akashi, che stava ancora cercando di riprendere fiato, sorrise.
- Ed è solo tuo- dichiarò.
- Sei veramente dolce Agashi!- esclamò Koutaro, tornando a riempirlo di baci.
Rimasero sdraiati a farsi le coccole ancora per un po', prima di decidere di alzarsi.
Non molto dopo, Bokuto sarebbe dovuto andare al consiglio, per cui si fecero entrambi una doccia veloce ed uscirono dalla stanza.
Si fermarono di fronte a quella di Kenma.
- Bro, avete cinque secondi per vestirvi prima che spalanchi la porta!- urlò Koutaro, iniziando a bussare.
- Bro non ci bastano!- ribattè Tetsuro.
- Non è un mio problema- Koutaro aprí la porta.
- Aspetta Kou!- Keiji provò a fermarlo, ma inutilmente.
Si trovarono davanti un Kuuro in boxer, con le braccia aperte per coprire la figura di Kenma, seduto sul letto intento a cercare la maglietta.
- Al mio Kitty non piacere essere visto senza maglietta- dichiarò Tetsuro.
- Agashi, chiudi gli occhi! Non puoi vedere nudo nessun ragazzo al di fuori di me!- urlò Koutaro, cercando di coprire gli occhi di Akashi con le mani.
- Kou, non preoccuparti: sei l'unico che mi interessa- dichiarò Keiji, superando i due ragazzi.
Prese da terra la maglietta di Kenma e la porse all'amico.
- Ti fa male?- chiese, indicando il morso fatto il giorno prima.
- No, è passato da subito. A te ha fatto male?- chiese Kenma, che dall'espressione dell'amico aveva già capito cosa avessero appena fatto.
- L'ho sentito appena-.
Sia Kuuro che Bokuto osservarono la scena con un sorriso dolce sul volto.
- Siamo davvero fortunati- dichiarò Tetsuro.
- Puoi dirlo forte Bro-.
- Hai i capelli super scompigliati-.
- La tua schiena sembra il giochino di un gatto-.
- Al mio Kitty piace essere aggressivo-.
- Ad Agashi invece piacciono i giochi di ruolo-.
- Ma se invece di raccontarvi le vostre scopate vi preparaste?- sbuffò Kenma, lanciando la maglietta di Kuuro addosso al corvino.
- Agli ordini Kitty-.
- Agashi mi dai un bacio?- chiese Koutaro, allargando le braccia.
- Vai a fare qualche gioco di ruolo- borbottò il corvino.
I due alfa si scambiarono un'occhiata.
- Bro, mi sa che li abbiamo messi troppo in imbarazzo- sussurrò Tetsuro.
- Come rimediamo?- mormorò Koutaro.
Si scambiarono uno sguardo d'intesa, dopodiché entrambi si avvicinarono ai due omega.
- State lontani!- esclamò Kenma.
Ma era tardi: Bokuto aveva già incastrato Akashi tra il suo corpo ed il muro.
- Non ho detto nulla di sbagliato, giusto Agashi? Dopotutto, a te piace chiamarmi...- non finì perché si trovò le labbra del corvino sulle sue.
- Risparmialo per dopo- sussurrò Keiji, e Bokuto sorrise.
- Con me non sarà così facile, lo sai- dichiarò Kenma, guardando male Kuuro.
- Lo so. Però se vuoi posso iniziare a dire quanto io ti ami, quanto tu sia bello appena sveglio, quanto sei carino quanto sorridi, quanto sei sexy mentre ti...-.
- Ok ho capito tolgo il broncio! Ma voglio subito un bacio- dichiarò Kenma.
Kuuro sorrise; allargò le braccia e Kenma si accomodó tra esse, trovandosi le labbra contro quelle di Kuuro.
- Adesso rivestiti però, dobbiamo andare- sussurrò il biondo.
- Forse prima potremmo...- Tetsuro fece scivolare la mano verso il fondoschiena dell'altro.
- Kuuro!- Kenma lanciò uno sguardo ad Akashi e Bokuto, che però erano troppo concentrati sul loro bacio per accorgersene.
Il biondo sospirò e tornó a guardare Kuuro.
- Quando torniamo in stanza, va bene?- sussurrò.
Il corvino sorrise e gli diede un bacio.
- Agli ordini Kitty. Bro, muoviamoci!- urlò Tetsuro, rivestendosi velocemente.
- Andiamo Bro!- esclamò Koutaro, iniziando ad andare verso la porta.
Kenma e Akashi si scambiarono uno sguardo e sorrisero; erano davvero fortunati ad averli.
E con anche i nostri gufetti ormai appagati, auguro a tutti buon anno nuovo!
E già che ci sono, ne approfitto per farmi pubblicità da sola: ho iniziato un paio di progetti; il primo, che per chi ha letto i miei special "Natale in 2D" non è una novità, è una raccolta di One Shot basate su canzoni e coppie a richiesta. Chiunque di voi ne voglia uno, non deve fare altro che scrivermi una canzone, una ship (i miei criteri più o meno li conoscete, cerco di essere larga di vedute ahhaah) e se volete altri dettagli, per esempio se finisce bene o male etc; ed io provvederò a scriverla. Oggi pubblicherò la prima che mi è stata chiesta; non avrò la stessa puntualità che ho con le FF "ordinarie", ma cercherò di non farvi attendere troppo. La trovate sotto il nome "Song for 2D", se vi va datele un'occhiata!
Il secondo progetto è qualcosa di più piccolino: per un anno, ogni giorno pubblicherò i nomi e le foto dei personaggi che compiono gli anni quel giorno (quelli che conosco ovviamente), con un piccolo commento da parte mia su cosa penso di loro. Se vi va date un'occhiata pure a quello, si chiama "365 days".
Detto questo, vi lascio a festeggiare il vostro nuovo anno!❤️ Al prossimo capitolo!
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