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CAPITOLO XXIX.

La mattina dopo, Hinata si vide con tutti i tuoi amici omega; gli alfa rimasero leggermente in disparte, anche se riuscirono a tenere Kageyama separato dall'arancione solo per poco.

Avevano finto di fare una normalissima uscita, a cui si erano uniti anche Inuoka e Shibayama, dato che in quei giorni si erano affezionati ad Hinata.

Dopo pranzo, si erano di nuovo divisi per lasciare che l'arancione potesse passare gli ultimi momenti in quella città con Kageyama, cenare con la sua famiglia e poi tornare nelle braccia del moro nelle ore precedenti alla partenza.

Ad una certa ora della notte, quando ormai tutta la città dormiva, ventuno ragazzi sgattaiolarono fuori dalle loro stanze per dirigersi a casa di Daichi e Sugawara.

L'argentato aveva fatto notare che non c'era bisogno che andassero tutti, ma nessuno di loro aveva voluto rinunciare a salutare gli amici in partenza.

Gli ultimi ad arrivare furono Hinata e Kageyama, che si erano intrattenuti con delle attività molto piacevoli prima di salutarsi per un tempo che già a loro sembrava fin troppo lungo.

Quando arrivarono, Daichi li fece entrare nello Stigma.

Iwaizumi fu il primo ad entrare, ed in un attimo si trovò di fronte Oikawa, sorridente.

- Ce l'abbiamo fatta, Iwa-chan- dichiarò Toru.

Iwaizumi sorrise: non l'aveva visto solo per un giorno, eppure gli era mancato alla follia.

- Ce l'hai fatta- allungò la mano e Toru la afferrò, avvicinandosi a lui.

- Ti amo, Iwa-chan- sussurrò.

Adesso, non aveva più motivo di aspettare.

- Ti amo anch'io, Shittikawa- dichiarò, prima di baciarlo.

- Che bel ricongiungimento- borbottò Kei.

- Da Tsukki, sono carini- lo riprese Tadashi.

- Ragazzi, odio dovervi interrompere ma... Dovete andare- mormorò Daichi; anche se, dal modo in cui stringeva a sé il marito, sembrava voler poter dire una cosa del tutto diversa.

Gli altri annuirono.

Tutti insieme, si recarono verso il retro.

- Bene: porto i ragazzi e torno il prima possibile , quando saranno tutti sistemati- dichiarò Taketora.

- Affidiamo la guida a te Tora- affermò Ryunosuke.

- Portali sani e salvi a Tetha- aggiunse Yu.

- Lo farò di sicuro! Vi aspetto in macchina, così avete tempo per i saluti- dichiarò il ragazzo, prima di salire sul furgone.

- Se non ritroverò Kindaichi, vi verrò a cercare- dichiarò Akira, prima di allontanarsi di qualche passo per lasciare i saluti agli altri.

- Non temere. Ragazzi, grazie per l'aiuto; sarete tutti invitati al nostro matrimonio- dichiarò Toru, stringendo la mano di Iwaizumi, che arrossì appena.

- Tobio-kun, vedi di non fare più cavolate- lo riprese poi.

Kageyama fece un respiro profondo; lasciò per un attimo il fianco di Hinata e si mise di fronte a Oikawa e Iwaizumi.

- Oikawa-san. Iwaizumi-San. Io... Mi vergogno a chiedervelo, ma...-.

- Io no- Daichi affiancò Kageyama, con sguardo serio - Oikawa. Iwaizumi. Vi prego. Prendetevi cura di Koushi- il moro si inchinò, lasciando piuttosto sorpreso tutto il gruppo.

- Vi prego, abbiate cura di Hinata- anche Tobio si inchinò.

Sentirono qualcuno poggiargli una mano sulla spalla e alzarono lo sguardo, trovandosi di fronte Oikawa.

- I vostri ragazzi sono al sicuro con noi, non preoccupatevi- dichiarò.

Sugawara raggiunse Daichi e lo abbracció.

- Ti amo- sussurrò.

Daichi lo strinse ancora più forte.

- Ci rivedremo presto, è una promessa- dichiaro.

Kageyama invece, voltandosi, si trovò davanti un Hinata paralizzato.

- Va tutto bene piccolo?- gli chiese, preoccupato.

- Hai pregato Oikawa-san...- sussurrò.

- Per te farei questo e altro- dichiarò il moro.

Hinata gli saltó in braccio e lo bació.

- Forse prima o poi lo perdoneró- borbottò Yu.

Oikawa e Iwaizumi salirono sul furgone, dato che non avevano nessun altro che ci tenevano particolarmente a salutare: dopotutto, erano sempre stati solo loro due, e non avevano bisogno d'altro.

- Saliamo anche noi. Io probabilmente tornerò tra qualche giorno, dopo aver trovato una scusa per andarmene per sempre partirò di nuovo, ma comunque ci rivedremo- affermó Wakatoshi.

- Io no, non tornerò tanto presto, per cui ciao a tutti!- Satori fece un giro ad abbracciare tutti quanti, cogliendo di sorpresa anche Kenma e Kunimi, che non riuscirono a sottrarsi in tempo.

- Spero di rivederti Semi Semi! Anche a te Shirabu! So che in fondo mi vuoi bene!- esclamò, una volta raggiunti i due amici.

- Seh, come no...- borbottò Kenjiro.

- È stato bello conoscerti- dichiarò Eita.

- Forse verremo a trovarti- mormorò Kenjiro.

- Che bello! Grazie mille!- esclamò Satori.

- Grazie a tutti per questa opportunità- Wakatoshi fece un piccolo inchino, prima di salire a sua volta sul furgone insieme a Tendou.

- Vado prima io, così Hinata può rimanere ancora un po' con Kageyama- dichiarò Koushi.

- Mi mancherai tanto, Suga-san- si trovò subito abbracciato da Tanaka.

- Anche tu; vedrò di tornare a farti da mamma appena posso- dichiarò l'argentato.

- Anche a me!- Yu si unì all'abbraccio.

- Certo, tornerò per entrambi. Ma intanto, vi affido a loro due- alzò lo sguardo su Asahi ed Ennoshita e fece un sorriso.

- Non preoccuparti Suga; ci pensiamo noi- dichiarò il primo.

L'argentato si staccò dall'abbraccio con i due ragazzi e andò verso l'amico, stringendo anche lui.

- Posso chiederti di tenere d'occhio anche Daichi? Sai che ogni tanto esagera, soprattutto se non lo freno io- ridacchiò.

- Puoi contarci; tu cerca di riposarti un po'- rispose il castano.

Si diedero un'ultima stretta, poi Suga andò verso Semi e Shirabu.

- Grazie per tutto l'aiuto che ci avete dato- disse.

- Figurati; continuate a chiamarci se avete bisogno- rispose Eita.

Sugawara diede ad entrambi un abbraccio veloce, poi si voltò verso gli altri.

- Vi ho conosciuti per poco tempo, ma penso che siate tutti persone fantastiche, e spero di riuscire a rivedervi presto- dichiarò.

- Sei tu quello fantastico, Sugawara-san- dichiarò Tadashi.

- Grazie a te, molti di noi sono salvi- affermò Koutaro.

- Ti dobbiamo tutti molto- aggiunse Koutaro.

- Non ti ringrazierò mai abbastanza per averlo aiutato- dichiarò Tobio.

- Ragazzi, così me lo fate piangere- Daichi raggiunse il marito, ben sapendo che già era una persona sensibile, e in quel periodo ancora di più.

Lo strinse in un abbraccio e Koushi lasciò andare un paio di singhiozzi.

- Va tutto bene amore, ci rivedremo presto tutti quanti- sussurró Daichi, dandogli un bacio sulla testa.

- Mi sa che devo iniziare anche io a salutare- mormoró Shoyo.

Kageyama lo strinse più forte, poi lasciò che andasse a salutare i suoi amici.

Hinata salutò prima Kunimi, Semi e Shirabu, che conosceva meno, dopodiché ringraziò Inuoka e Shibayama per l'accoglienza.

Diede un abbraccio a Daichi, prima di lasciarlo nuovamente a Sugawara, poi si voltò verso il gruppo con i suoi amici.

- Hinata, ti ho conosciuto per poco tempo, ma sei veramente forte; spero di potermi divertire ancora con te- dichiarò Ryunosuke.

- Anche io, Tanaka-san! Grazie ancora per averci salvati alla Partita!-.

- Figurati! Quando hai bisogno chiamami!-.

- Asahi-san, ti affido Noyassan!-.

- Non preoccuparti, ci penso io a lui-.

- Hey Hey Hey piccoletto! A noi non affidi nessuno?!-.

- Certo che ti affido Akashi, Bokuto-san! Mi raccomando, fallo divertire un po'! Kuuro-san, controlla che Kenma non si dimentichi di mangiare-.

- Ci puoi contare piccoletto; i tuoi amici sono in buone mani-.

Hinata annuì.

- Tsukishima- si voltò verso il biondo.

- Che vuoi?-.

Hinata sorrise.

- Prenditi cura di Yamaguchi, va bene?-.

La sua sincerità era talmente abbagliante che neanche Tsukishima riuscí a rispondere.

Hinata tornò a guardare i cinque rimasti; gli omega che per molto tempo erano stati suoi amici, con cui aveva condiviso momenti belli e brutti, e che era certo non avrebbe mai perso, neanche andando via dalla città.

Andó ad abbracciare Ennoshita.

- Mi raccomando, continua a prenderti cura di loro; ma pensa anche ad essere felice, va bene?-.

- Certo. E tu prenditi cura di te stesso- gli rispose Chikara.

Hinata passò ad Akashi.

- Continua a curare Kenma, temo che Kuuro avrà bisogno di una mano- ridacchiò.

- Lo farò volentieri. Tu fammi sapere come sono le altre città- rispose il corvino, ricambiando il suo abbraccio.

- Ci puoi contare!-.

Hinata passò a Yamaguchi.

- Sei diventato molto più forte in poco tempo. Adesso niente può fermarti!- esclamò.

- È stato anche grazie a te; mi sei sempre stato vicino- dichiarò Tadashi.

- Si ma tu sei sempre stato forte, dovevi solo capirlo! Vedi di non dimenticarlo mai ok?- abbracciò anche lui.

- E tu non dimenticarti mai di noi-.

- Non potrei neanche volendo! Troverò un modo per venirvi a trovare- dichiarò Shoyo, prima di voltarsi verso Nishinoya.

- Shoyo-.

- Noyassan-.

Si fissarono per un attimo, poi praticamente si saltarono addosso.

- Fai tante cose divertenti nella nuova città!-.

- E tu continua a divertirti qui!-.

- Voglio assolutamente esserci quando nascerà il bambino: sarò lo zio che lo porterà a tutte le feste!-.

- Ed io voglio assolutamente esserci al tuo matrimonio!-.

- Ci divertiremo ancora tanto insieme!-.

- Ci puoi scommettere!-.

I due si strinsero ancora per un attimo; Hinata sentiva di stare per cedere, separarsi dai suoi amici era più dura di quanto pensasse.

Però non poteva piangere: aveva ancora qualcuno da salutare.

Si voltò verso Kenma.

- Non ti ho mai ringraziato abbastanza per avermi salvato, quel giorno- mormorò il biondo.

Shoyo gli si avvicinò e gli prese entrambe le mani tra le sue.

- Continua ad essere mio amico per sempre, va bene?- gli disse con il sorriso.

Con sorpresa di tutti, fu Kenma ad iniziare l'abbraccio.

Dopo Akashi, che conosceva da quando era piccolo, Hinata era stato il suo primo amico; separarsene faceva male, ma sapeva che era giusto così.

E poi, avevano entrambi qualcuno che li amava ora: non sarebbero di certo rimasti soli.

Hinata si staccò dall'abbraccio; quando si voltò verso Kageyama, non riuscí più a trattenere le lacrime.

Si fiondó tra le labbra del moro, che gli accarezzò dolcemente i capelli.

- Risparmia i discorsi dolci per quando ci rivedremo, va bene?- sussurrò Tobio.

- Fai in modo che succeda presto o me li dimenticherò- affermò Shoyo, facendo ridere l'altro.

- Hinata, dobbiamo andare- Koushi gli mise una mano sulla spalla, l'altra ancora stretta in quella di Daichi.

Il castano lo accompagnò al furgone, e gli lasciò la mano solo dopo aver dato un bacio a lui ed un altro al suo ventre, al loro futuro bambino.

Kageyama diede un ultimo bacio ad Hinata e si impresse nella mente il suo profumo, prima di lasciarlo salire sul furgone.

Mentre il mezzo partiva, i rimanenti continuarono a salutare con la mano i loro amici e amati, finché il furgone non sparì all'orizzonte.

Dato che era notte fonda, Oikawa e Iwaizumi si addormentarono quasi subito, uno appoggiato all'altro.

Anche Tendou si addormentó in braccio a Uhsijima, che invece rimase sveglio per controllare la strada.

Hinata aveva la testa appoggiata sulla spalla di Suga e stava piangendo silenziosamente, mentre il maggiore gli accarezzava dolcemente la schiena.

- Piangi con me, almeno mi sentirò meno solo- sussurrò Shoyo.

Aveva capito che, in effetti, anche Sugawara aveva bisogno di piangere.

L'argentato lasciò andare le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.

Entrambi continuarono a piangere in silenzio, per il dolore di essersi separati dalla persona che amavano; però, erano certi che i loro alfa avrebbero fatto di tutto per tornare al loro fianco il prima possibile.

Grazie a questa convinzione, poco dopo si addormentarono anche loro.

Vennero svegliati qualche ora dopo da Ushijima, una volta che si trovarono praticamente alle porte della nuova città.

Yamamoto fermò il furgone ed i ragazzi scesero.

- Be', benvenuti a Theta- disse.

- Wow, non ci sono villaggi!- esclamò Shoyo, notando che l'accesso alla città era diretto, al contrario di Beta, dove per raggiungere le abitazioni degli omega dovevi per forza passare dai villaggi degli alfa.

- Qui alfa e omega vivono tutti insieme appassionatamente-.

Si voltarono tutti verso l'origine di quella voce, e videro due ragazzi, con più o meno la stessa differenza di altezza che c'è tra una papera e un papavero, andare verso di loro.

- Ciao Yaku- salutó Koushi, sollevato nel vedere l'amico.

- Ciao Suga. È un po' che non ci si becca vero?- commentó Yaku, andando ad abbracciare l'amico.

- È bello rivederti- confermò il primo.

- Ciao a tutti! Io sono Lev! L'alfa di questo pi... Pilastro molto importante per il piano- Lev bloccò la sua frase quando vide lo sguardo truce del marito.

Yaku all'apparenza era piccolo e indifeso, ma in realtà era piuttosto permaloso, soprattutto sulla sua altezza; e Lev non ci teneva ad essere picchiato.

- Io sono Hinata Shoyo! Come ci si sente ad essere così alti?!- chiese l'arancione.

- Un altro esaltato... È quello che si è dovuto separare dal suo ragazzo?- chiese Yaku, a voce bassa.

- Esatto. Credo gli farà bene la compagnia di uno un po' esaltato come Lev- rispose Koushi.

- Bene. Ragazzi, andiamo: vi portiamo a casa nostra. Suga, Hinata, voi starete da noi: nelle vostre condizioni non vi lascio andare in giro da soli. Per voi due- Yaku indicò Oikawa e Iwaizumi- pomeriggio vi porterò a vedere la vostra futura casa. E intanto porterò te- indicò Tendou- al tuo nuovo posto di lavoro, se lo vorrai accettare; c'è un appartamento libero lì vicino. Per quanto riguarda te...- si spostò su Ushijima - se deciderai di rimanere, l'appartamento del rosso è abbastanza grande per tutti e due. Yamamoto, tu ti fermi a dormire?-.

- Mi piacerebbe, ma voglio tornare indietro ad aiutare il prima possibile. Partirò stanotte- dichiarò.

- Va bene. Allora, andiamo a casa nostra: ormai l'orario del pranzo è passato, avrete una fame da lupi-.

I ragazzi avevano dormito tutto il tempo, ma non appena sentirono la parola "pranzo" uscire dalle labbra di Yaku iniziarono ad avvertire la fame.

- È piccolo ma ha carattere- commentò Toru.

- Io non parlerei della sua altezza, Yaku fa male quando ti colpisce- gli suggerí Taketora.

- Ricevuto-.

Camminarono per una decina di minuti: Yaku parlava tranquillamente con Sugawara, mentre Hinata si stava divertendo con Lev e Yamamoto; le due coppie erano dietro, intente a guardarsi intorno.

All'apparenza, le città aveva le stesse strutture e la stessa composizione di Beta.

Eppure, si percepiva subito un'aria diversa.

Gli omega camminavano tranquillamente per le strade, molti avevano il sorriso, erano sereni, non avevano paura di essere improvvisamente attaccati da un gruppo di alfa.

Entravano nei locali senza bisogno di essere accompagnati, parlavano tranquillamente con gli alfa, nessuno di loro sembrava terrorizzato nel vivere.

- È proprio un altro mondo- commentò Satori.

Ushijima non rispose; aveva sempre pensato che la cosa giusta fosse seguire le regole imposte dalla società, ma si stava rendendo sempre più conto che quelle di Beta erano più che sbagliate.

- Eccoci arrivati; vi faccio accomodare in soggiorno mentre preparo da mangiare. In quanto a voi due- Yaku indicò Oikawa e Iwaizumi - Suga mi ha consigliato di farvi fare un bel giretto in giardino-.

I due alfa si lanciarono uno sguardo confuso, ma dato il sorriso tenero di Sugawara decisero di fare com'era stato detto loro.

Così, mentre Lev mostrava a Hinata e Suga le stanze in cui avrebbero alloggiato e Ushijima litigava con Yaku per dargli una mano in cucina, Oikawa e Iwaizumi si diressero verso l'uscita sul retro.

- Hanno un giardino enorme- commentò Hajime, notando che il prato si estendeva per circa un kilometro.

Oikawa sorrise.

- Penso di aver capito cosa volessero farci vedere- dichiarò, indicando con una mano un arco pieno di fiori in fondo al giardino.

- Romantico- Hajime iniziò a camminare verso quel punto.

- Sembra adatto ad un matrimonio- commentò Toru.

- Per un matrimonio servono un prete e dei testimoni, come minimo- gli fece notare il moro, fermandosi di fronte alla struttura.

- Però...- Toru gli prese entrambe le mani e lo fece voltare verso di lui- non ho mai avuto bisogno di nessun testimone per sapere di essere tuo-.

Iwaizumi lo tirò verso di sé e lo bació.

- Vuoi essere tu il primo?- sussurrò Hajime; intendeva ovviamente il primo a mordere l'altro, il primo a poter lasciare finalmente un segno sulla pelle del ragazzo che amava.

Ma Oikawa diede un'altra risposta.

- Si. Voglio essere il primo ad appartenerti- piegò leggermente la testa, scoprendo il collo.

- Ah no, questa te la levi: ho aspettato anni e ora ti avrò del tutto- dichiarò Hajime, sfilando la maglietta all'altro.

Oikawa sorrise, poi anche lui tolse la maglietta ad Iwaizumi.

Ripresero a baciarsi; entrambi i loro cuori battevano all'impazzata, eppure allo stesso tempo erano tranquilli.

Non sapevano cosa succedesse ad un alfa quando veniva morso da un altro alfa, da quello che sapevano loro erano i primi, ma non gli importava: tutto ciò che sapevano, era che volevano appartenersi, e ora non c'era più nessuno a fermarli.

Iwaizumi inizió a spostare i suoi baci sul collo di Oikawa, che fece scivolare una mano nella sua, mentre con l'altra si stringevano a vicenda.

Il moro lasciò un bacio nel punto giusto: era pronto.

Lo erano entrambi. Non avrebbero più aspettato.

Non era con un omega, eppure i canini di Iwaizumi non ebbero alcuna difficoltà a crescere ed affondare nella pelle morbida di Oikawa.

Il castano chiuse gli occhi, beandosi di quella sensazione: non gli piaceva appartenere agli altri, non gli piaceva lasciare che qualcuno avesse potere su di lui, non gli piaceva che qualcuno lo comandasse.

Eppure, aveva sempre desiderato che Iwaizumi avesse un potere simile.

E adesso, sapeva che niente li avrebbe più separati.

Non appena Iwaizumi si staccò, Oikawa si fiondó sul suo collo, mordendolo nello stesso punto in cui a lui era stato appena inflitto il segno.

Iwaizumi sentì male, ma sorrise: gli piaceva quel dolore.

Aveva sofferto per anni per poter avere Oikawa, e finalmente tutto quel dolore stava avendo un senso.

Quando anche il castano si staccò, Iwaizumi si fiondó nuovamente sulle sue labbra.

Si baciavano e sorridevano, felici perché finalmente si appartenevano, con le mani che vagavano su corpi che adesso appartenevano solo a loro.

In un'altra situazione sarebbero andati molto oltre, ma dato che erano nel giardino di una casa non loro, deciso di limitarsi a continuare a stringersi per un po', prima di rimettersi le magliette, prendersi per mano e tornare nella casa.

- Vedere!- esclamò Shoyo, comparendo davanti ai due.

- Guarda che bel morso!- Toru spostò leggermente la maglietta, lasciando intravedere il segno, leggermente rosso dato che era appena stato fatto.

- Wow, che figata!- esclamò l'arancione.

Non era il primo morso che vedeva, dato che quasi i suoi amici l'avevano, ma tutti avevano capito che aveva bisogno di distrarsi e mostrare allegria, per cui lo assecondarono.

- Quello che ho fatto io è più bello- si vantó Lev.

- E ha fatto un male cane- si lamentò Yaku.

- Sei ancora dell'idea che nessuno deve sapere che hai pian... Le piante. Avete visto che belle piante abbiamo?- chiese Lev.

- Quel piccoletto dev'essere veramente spaventoso- ridacchiò Satori.

- Non ne hai idea- confermò Taketora.

- Pensavo che un alfa non potesse avere un morso- commentò Wakatoshi.

- Noi siamo speciali. Sugawara dov'è finito?- chiese Toru, notando l'assenza dell'argentato.

- È andato a sdraiarsi in camera sua; ormai è all'ottavo mese, è stancante- rispose Yaku.

- Come vi siete conosciuti voi due?- chiese Hajime a Yaku e Lev.

- Il gigante qui ha fatto un viaggetto a Beta e poi ha deciso che doveva a tutti i costi portarmi via con sé- raccontó Yaku.

- Non me ne sarei andato da Beta altrimenti- dichiarò Lev.

- Quando si dice colpo di fulmine- commentò Toru.

- Altro che fulmine... Colpo di scarpa. La prima cosa che ha fatto quando ci siamo visti è stata tirarmi un calcio nello stomaco- borbottò Lev.

- Pensavo volessi attaccarmi! Ricordi com'è Beta no? Ed ero pure in calore-.

- Cosa ci facevi fuori mentre eri in calore?- gli chiese Shoyo.

- Dovevo andare a conoscere Daichi; mica potevo lasciare che il mio migliore amico cambiasse scuola senza sapere a chi lo stavo affidando- dichiarò Yaku.

- Vi volete molto bene vero?- commentò Satori.

- Siamo amici da anni... Per questo mi è dispiaciuto doverlo lasciare, anche se sapevo che era al sicuro. Quando sono arrivato qui e ho saputo che non solo Theta è completamente diversa da Beta, ma anche che Lev ha delle conoscenze nel governo della città, ho contattato subito Suga. Conosco i suoi pensieri "rivoluzionari" e la sua mania di aiutare, e sapevo che non si sarebbe fatto sfuggire l'occasione per salvare delle persone- raccontò l'omega.

- Allora dobbiamo ringraziare anche te- dichiarò Toru.

- Ho solo aiutato Suga, senza di lui mi sarei limitato a dire ciao a tutto e godermi la vita con questo spilungone- rispose Yaku.

- Invece ci stai aiutando! Grazie mille- gli disse Shoyo con un sorriso.

Anche Yaku sorrise.

Sentirono dei rumori provenire dall'altra parte della casa.

- Suga- Yaku iniziò a correre verso la stanza dell'amico, seguito da tutti gli altri.

Entrando, trovarono l'argentato chinato sul pavimento, il volto dolorante, mentre con una mano si teneva il ventre e l'altra l'aveva poggiata sul punto del morso.

- Suga che succede? È il bambino? Hai bisogno di andare in ospedale?- Yaku si precipitò al suo fianco, cercando di capire cos'avesse l'amico.

Sugawara scosse la testa.

- Il bambino sta bene. È... Daichi. Daichi è in pericolo-.

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