CAPITOLO XVI.
Nishinoya premette nuovamente le labbra contro quelle dell'altro.
Sentiva il cuore battere all'impazzata, e non era solo per la frenesia di quei baci.
- Stai bene?- sussurrò Asahi, accarezzandogli lentamente un fianco.
Nishinoya annuì.
- Solo impazienza- dichiarò con un sorriso.
E inoltre, la fragranza d'acero del maggiore, ancora più forte dato il calore arrivato quel giorno, stava aumentando un bel po' la sua eccitazione.
Anche Asahi sorrise e lo bació nuovamente.
Nishinoya, che era a cavalcioni su di lui, si alzò e si diresse davanti allo specchio.
Aveva parlato del morso con Suga, che da brava mamma gli aveva spiegato come fosse; l'argentato aveva anche specificato di averlo voluto fare davanti allo specchio per poter vedere il momento in cui sarebbe diventato completamente del ragazzo che amava.
A Nishinoya l'idea era piaciuta e aveva deciso che avrebbero fatto lo stesso.
Asahi lo affiancò.
Attendeva quel momento da quando aveva fatto quella proposta a Nishinoya.
Era sempre stato un ragazzo insicuro, ma su quello non aveva alcun dubbio: voleva stare con lui.
Quando aveva visto Daichi e Suga sposarsi aveva pensato che lui non avrebbe mai avuto la fortuna di stare con qualcuno che lo amasse davvero, qualcuno in grado di andare oltre il suo aspetto e di vedere ciò che gli altri si rifiutavano di vedere.
Il ragazzo davanti a lui aveva una forza incredibile, e lui intendeva rendergli onore ogni giorno della sua vita.
Nishinoya riprese a baciarlo e Asahi gli sfilò delicatamente la maglietta.
- Sei pronto?- gli chiese.
Nishinoya annuì e spiccó un salto, atterrando praticamente in braccio all'altro, con le gambe intorno alla sua vita.
Asahi mise una mano sotto la sua gamba e l'altra sulla sua schiena per sostenerlo.
- Quanto ti ci vuole per raggiungere il livello di calore necessario?- gli chiese Yu.
- Con te così, mi basteranno pochi secondi- dichiarò Asahi, facendo sorridere il minore.
Ripresero a baciarsi; Asahi iniziò a rilasciare i suoi feromoni, sia per preparare il suo corpo che per aiutare quello di Nishinoya a rilassarsi.
Non doveva preoccuparsi di avere troppo controllo, non ora che stava per farlo suo.
Nishinoya avvertì il lieve cambiamento di Asahi, ma non era teso.
Era emozionato, oltre che eccitato: nella stanza stava iniziando a diffondersi anche il suo odore.
Capí subito quando Asahi era pronto.
Il maggiore staccò le labbra da quelle dell'omega ed iniziò a baciargli il collo, fino ad arrivare al punto tra esso e la spalla sinistra in cui solitamente si lasciava il morso.
Lasciò una serie di baci anche lì, ma Nishinoya sapeva bene che si stava solo preparando.
La presa di Asahi si fece leggermente più forte: stava per accadere.
Nishinoya appoggiò le mani sulle spalle dell'altro e guardò dritto nello specchio: era pronto.
Sentì qualcosa di leggermente appuntito sfiorargli la pelle.
Come accadeva in quelle situazioni, i canini di Asahi si fecero molto più affilati, apposta per poter lasciare un segno profondo.
Si appoggiò delicatamente sulle pelle dell'altro e, un attimo dopo, la penetrò con tutta la sua forza.
Nishinoya sentì una scarica di dolore partire dalla spalla e puntare dritto al cuore, come se qualcuno avesse usato un pugnale per tagliargli la pelle e renderlo completamente vulnerabile.
Si strinse forte alle spalle di Asahi, imponendosi di non piangere e non chiudere gli occhi.
Nonostante il dolore, voleva ricordarsi quel momento con il sorriso.
Durò solo pochi secondi; Asahi si staccò e lo guardò negli occhi, accarezzandogli dolcemente la schiena.
Entrambi potevano avvertire i loro cuori battere completamente all'unisono, come se si fossero sincronizzati su una stessa vita.
- Tutto bene?- chiese Asahi.
Nishinoya sorrise e si fiondó sulle sue labbra; se possibile, ci stava mettendo ancora più passione di prima.
Asahi capí subito quali fossero le sue intenzioni; non aveva bisogno di chiedergli se fosse sicuro, sapeva che lo era.
Inoltre, l'aveva appena morso, era in calore e Nishinoya aveva un profumo buonissimo.
Non sarebbe stato di certo lui a tirarsi indietro.
Mentre le loro lingue si scontravano, Asahi camminò fino al letto; avrebbe voluto fare sdraiare l'altro ragazzo, che però non sembrava intenzionato a staccarsi da lui, che quindi finì di nuovo sotto con l'altro a cavalcioni su di lui.
- Non è il momento di togliere questa, Asahi?- sussurrò Yu, iniziando ad alzargli la maglietta.
Asahi in un altro momento sarebbe sicuramente arrossito, ma i suoi sensi erano completamente traviati dal calore e dal profumo di Nishinoya.
Poggiò le mani sui pantaloni del minore.
- Non è il momento di togliere questi, Yu?-.
Il tono profondo e sensuale che aveva usato fece letteralmente venire la pelle d'oca a Nishinoya.
Si ricordó ciò che gli aveva detto Ryu: Asahi in calore era anche peggio di lui.
Fece un sorriso malizioso e decise di volerlo stuzzicare ancora un po'.
- Perché non me li togli tu, Ashai-san?- sussurró, mentre con una mano accarezzava l'evidente rialzo dei pantaloni dell'altro.
Il modo in cui l'aveva chiamato, in quella situazione ebbe proprio l'effetto che Nishinoya sperava: Asahi stava perdendo la testa.
Iniziava a trovarsi in quello stato semi-confusionale nel quale il piacere prendeva il sopravvento, ma riusciva ancora a ragionare.
In un attimo, ribaltò la situazione e Nishinoya si trovò con la schiena sul letto, le gambe leggermente sollevate e aperte e la figura di Asahi che troneggiava su di lui.
Sapeva che, con la sua imponenza, avrebbe potuto fargli male; ma sapeva anche che non l'avrebbe fatto, e ciò lo eccitava parecchio.
- È questo che vuoi?- sussurrò, poggiando le mani sui suoi pantaloni e quasi strappandoglieli via, con una prepotenza che Nishinoya non pensava potesse avere.
Asahi sentiva il bisogno fisico di avere il corpo dell'altro, ma era la prima volta e non voleva esagerare.
Si sfilò la maglietta e si chinò a baciare il corpo dell'altro, scendendo sempre di più.
Nishinoya rilasciò un gemito quando lo sentí usare la lingua sulla sua cappella.
Strinse con forza il lenzuolo: era quella, la sensazione di cui gli aveva parlato Shoyo.
Però, complice il profumo che lo avvolgeva e attutiva i suoi sensi, aumentando il piacere, non sentiva quella sensazione simile al dolore di cui l'amico gli aveva parlato.
Anzi, voleva avere molto di più.
Asahi sentiva il corpo dell'altro fremere d'impazienza; sorrise e prese in bocca il suo membro, inziando a muoversi lentamente.
Nishinoya automaticamente inizió a gemere, inarcando leggermente la schiena mentre stringeva le lenzuola sotto di lui.
Il suo odore si fece sempre più forte, raggiungendo presto la parte che Asahi ancora stava cercando di tenere sotto controllo.
Si sfilò il membro dell'altro dalla bocca; l'omega si riappoggió al materasso per riprendere un attimo fiato, mentre l'alfa si liberava degli ultimi indumenti che aveva indosso.
Nonostante il momento, Nishinoya rimaneva il più energico tra i due.
Si tirò su, praticamente fiondandosi contro Asahi e unendo le loro labbra.
Il maggiore però quella volta non si fece intimidire; delicatamente, prese la mano dell'altro e la portó verso la sua intimità.
- Vuoi confermare le parole di Tanaka?- sussurrò.
Nishinoya ne rimase sorpreso, ma non si tirò indietro; con le labbra ancora attaccate a quelle di Asahi, iniziò ad accarezzare il membro dell'altro.
Era vero che Tanaka gli aveva detto che gli alfa erano più dotati degli omega, ma il suo primo pensiero fu che in pochi potessero competere con la grandezza di Asahi.
Il maggiore stava facendo di tutto per non saltargli addosso, ma stava per perdere il controllo.
Così, si staccò dalle labbra dell'altro ed avvicinò due dita alla sua bocca.
Nishinoya lo guardò, leggermente confuse.
- Se non le lubrifichi fa male- gli spiegó il maggiore.
- Lubrificare?- Yu aveva sentito che si poteva fare, ma avevano sempre detto loro di scordarsi un trattamento simile.
Asahi fece un sorriso dolce.
- Si fa così- prese la mano libera dell'altro e si avvicinò le dita alle labbra; se ne mise in bocca due ed iniziò a leccarle e succhiarle lentamente.
Nishinoya fece un sorriso furbo.
- Ho capito- dichiarò.
Asahi gli lasciò la mano e Nishinoya la fece scorrere sul suo petto, mentre si avvicinava con la bocca alla mano del maggiore, mettendosi praticamente a quattro zampe.
Lentamente, aprì la bocca e circondó due dita del maggiore, in modo decisamente più sensuale di come aveva fatto l'alfa.
Inizió a muovere più velocemente anche la mano che teneva sull'intimità dell'altro, muovendo lievemente anche il corpo per assecondare i suoi stessi movimenti ed iniziando anche a rilasciare più feromoni.
Quell'insieme di nuovi elementi più che eccitanti fecero scattare Asahi; non appena sentì di avere le dita abbastanza lubrificate, la sua mano si sfilò dalla bocca di Nishinoya.
Con il braccio libero strinse a sé il minore, che ancora non aveva smesso di segarlo, mentre avvicinava l'altra mano alla sua apertura.
Nishinoya si aggrappó con un braccio al suo corpo, mentre con l'altra mano continuava a procurargli piacere.
Sentì un lieve fastidio quando Asahi inserí un dito nella sua apertura, ma non ci fece molto caso; invece avvertì molto bene la sensazione di piacere scaturita dal gesto del ragazzo.
Permette con forza le labbra su quelle di Asahi, che lo strinse a sé mentre faceva entrare anche il secondo dito ed iniziava a muoverle.
- Asahi, ti prego facciamolo- gemette Yu, che sentiva come se il suo corpo stesse per esplodere sotto quei colpi continui.
Asahi aveva a sua volta raggiunto il limite, per cui non se lo fece ripetere due volte.
Sfilò le dita e Nishinoya tolse la mano dal membro dell'altro.
Gli poggiò le mani sui fianchi e Nishinoya le poggiò le sue sulle spalle di Asahi.
Asahi lo fece sollevare leggermente, sistemandolo sopra al suo membro, e, tenendolo saldamente per i fianchi, lo fece scendere, penetrandolo pian piano.
A Nishinoya si mozzó il fiato mentre sentiva il membro dell'altro riempirlo pian piano, fino ad arrivare a farlo sentire fisicamente completo.
Ma nonostante questo, sapevano entrambi che non era entrato tutto.
Asahi si fermò un attimo, in modo che l'altro riuscisse ad abituarsi; Nishinoya poggiò la testa sulla sua spalla e fece un respiro profondo, prima di avvicinare la bocca all'orecchio dell'alfa.
- Fai in modo che un giorno possa entrare tutto- sussurró.
Un attimo dopo, si trovò con la schiena contro il materasso, avvinghiato ad Asahi che si spingeva selvaggiamente dentro di lui, ormai in preda all'istinto più totale.
Smisero completamente di ragionare; il piacere aveva catturato entrambi, i loro odori e gemiti si diffondevano nella stanza mentre i loro corpi caldi e sudati si univano sempre di più.
Quando Asahi diede al minore un bacio sul morso fatto poco prima, Nishinoya sentì un tipo diverso di scarica invaderlo.
Con quel poco di regione che ancora aveva, Nishinoya decise che voleva lasciargli anche lui un segno.
Riuscì a tirarsi leggermente su; aveva visto Tanaka farlo, per cui sapeva più o meno come muoversi.
Poggiò le labbra sul petto di Asahi ed iniziò a succhiare leggermente la pelle.
Il maggiore lo lasciò fare mentre aumentava ancora di più il ritmo.
Fu la prima volta in vita sua in cui Nishinoya esaurì la sua infinita riserva di energia; quando entrambi vennero, crollò con la schiena sul materasso, respirando affannosamente.
- Stai bene?- gli chiese Asahi, semisdraiato al suo fianco, tornato il solito ragazzo gentile di sempre.
Nishinoya sorrise.
- È stato fantastico! E devo assolutamente dire a Ryu che aveva ragione- dichiarò.
Asahi sorrise e si chinò a dargli un bacio.
- Adesso hai anche tu un mio segno- dichiarò Yu.
- Ne sono più che felice- affermó il maggiore.
Nishinoya si tirò leggermente su ed abbracciò l'alfa.
- Ed io sono felice di essere diventato tuo- sussurrò.
Si era appena reso conto di quanto fosse bello appartenere a qualcuno che ti ama davvero.
E quanto fosse magnifico il sesso.
Qualcuno però, stava per avere il pensiero opposto.
Yamaguchi aveva sempre avuto paura di tutto, eppure in quel periodo era più rilassato.
Probabilmente il sapere che ci fossero persone che stavano mettendo in gioco la loro vita per provare a salvare quelli come lui lo aiutava, così come vedere che molti suoi amici stavano trovando qualcuno di importante per loro.
Era un po' preoccupato per ciò che Ennoshita aveva raccontato essere successo, ma era certo che ne sarebbero occupati i loro amici.
Sicuramente, parte della sua tranquillità era dovuta a Tsukki.
Le giornate passate con lui erano rilassanti: per quanto parlassero poco, si trovava veramente bene in sua compagnia.
Forse era presuntuoso pensarlo, ma gli sembrava che anche il biondo stesse iniziando ad abituarsi alla sua compagnia.
Era anche venuto a sapere il nome di suo fratello; il biondo aveva fatto un buon dieci minuti a lamentarsi di lui, qualche giorno prima.
Quella mattina gli era sembrato che anche Hinata stesse meglio, anche se nella videochiamata che avevano fatto avevano parlato più che altro del grande momento di Nishinoya, che probabilmente stava avvenendo in quel momento.
Lui aveva sempre sperato di morire vergine, nonostante sapesse che un giorno qualche alfa probabilmente avrebbe deciso di porre fine a quel sogno.
Però, dopo che sia Hinata che Nishinoya gli avevano detto che il sesso non faceva per forza male ma dipendeva dall'alfa, aveva iniziato a pensare a come potesse essere.
Gli venne per un attimo in mente come sarebbe stato vedere Tsukishima senza maglietta e si sentì arrossire.
Era così impegnato con il suo imbarazzo che per un attimo non si accorse di una cosa: dei rumori proveniente dalla porta d'ingresso.
Aggrottò la fronte: i suoi erano fuori città, chi poteva essere?
Si alzò, leggermente tremante, ed uscì dalla stanza.
Fissò per un attimo la porta dall'altra parte del corridoio: si, i rumori provenivano decisamente da lì.
Cautamente, scese le scale, andò in soggiorno e sbircio dalla finestra.
Sbarró gli occhi: erano tre alfa. E stavano per buttare giù la porta.
Velocemente, si voltò e corse in stanza.
Cosa poteva fare? Ovviamente non chiamare la polizia, probabilmente gli avrebbero riso in faccia, e i suoi non c'erano...
Non sono il tuo protettore. Ma chiami se hai bisogno.
Prese il cellulare, e sentí un rumore ancora più forte: avevano rotto la porta.
Fece appena in tempo a inviare un messaggio con scritto "aiuto" che tre alfa entrarono in camera sua.
Uno gli strappó il cellulare dalle mani mentre un altro gli bloccava le braccia dietro la schiena.
(ATTENZIONE: SCENE UN POCHINO FORTI)
- Ma chi abbiamo qui? Un omega tutto solo soletto?- ghignó, avvicinando il suo corpo a quello di Yamaguchi, strusciando il pacco contro il suo sedere per fargli vedere che era già eccitato.
Yamaguchi era completamente terrorizzato: non riusciva a dire niente, né a muovere un muscolo.
Era solo immobile e tremava.
- Ma che bravo, non si ribella- commentó il terzo alfa, avvicinandosi a lui.
Il ragazzo alle spalle dell'omega gli lasciò le braccia, infilando però le mani nei suoi pantaloni e finendo subito sull'intimità del verde.
Il terzo gli sfilò per niente delicatamente la maglietta e gliela arrotolò attorno ai polsi, in modo da bloccarglieli insieme; Yamaguchi sentì che il ragazzo alle sue spalle iniziava a lasciargli una scia di languidi baci sul collo.
- Dato che sei così sottomesso, saremo gentili- sussurrò, mentre l'alfa che prima gli aveva preso il telefono si avvicinava.
Yamaguchi vedeva a malapena, aveva il respiro affannato, il corpo che tremava, la testa sembrava sul punto di esplodergli e anche i suoni gli giungevano ovattati.
Però udì molto bene la frase del ragazzo davanti a lui.
- Puoi dare la colpa di tutto questo al caro Kei Tsukishima-.
Le gambe gli cedettero e si trovò sul pavimento, ancora con le mani legate.
Sentì qualcuno afferrarlo per i fianchi, tirandolo lievemente su in modo che fosse praticamente a quattro zampe.
Le lacrime iniziarono a cadere sulle sue guance, anche se non emise alcun suono.
Sentì una mano prenderlo per i capelli e tirarlo leggermente in avanti; le sue labbra si scontrarono con qualcosa di leggermente duro.
- Succhia puttana- ghignó qualcuno.
D'istinto, Yamaguchi aprì la bocca; se la trovò immediatamente occupata e per poco non vomitó.
Non dovette fare niente: il ragazzo si muoveva avanti e indietro nella sua bocca da solo.
- Fagli delle foto; voglio che quello stronzo veda il suo amico completamente sottomesso a noi- ordinò l'alfa, mentre Yamaguchi sentiva qualcuno sfilargli i pantaloni ed i boxer.
Una mano si posò sulla sua intimità, e se per un attimo aveva quasi sperato di provare quell'eccitazione di cui gli avevano parlato i suoi amici, in quel momento ebbe solo paura.
Si sentiva impotente, completamente in preda all'ansia, non riusciva a fare niente, neanche a pensare.
- Ma come, non sei neanche un po' eccitato? Dobbiamo rimediare-.
Sentì qualcosa entrare dentro di lui: troppo piccolo per essere il membro di uno degli alfa, ma anche se era solo un dito gli fece male.
Bruciava troppo; Yamaguchi continuò a piangere, senza sapere cos'altro fare.
Per lui era finita.
Sentì l'alfa sfilarsi dalla sua bocca, ma gli strinse più forte i capelli.
A Yamaguchi sfuggì un gemito di dolore e sentì qualcuno colpirlo al volto con uno schiaffo.
- Taci- ringhiò uno degli alfa.
Yamaguchi inizió a piangere più forte mentre l'alfa dietro di lui inserì anche un secondo tipo.
Il dolore era insopportabile, e lui non aveva più forze.
Se non fosse stato per la presa sui suoi capelli, sarebbe stato probabilmente accasciato a terra.
Il ragazzo che gli teneva la testa gliela spinse in basso, lasciando la presa e facendolo picchiare contro il pavimento.
- Prenditelo- ordinò l'alfa.
Yamaguchi sentì le sue gambe venire aperte ancora di più ed un terzo dito provocargli un'ulteriore scarica di dolore, che gli fece perdere i sensi.
(FINITE, PIÙ O MENO)
Tsukishima non aveva mai corso così velocemente in vita sua.
Era scattato appena ricevuto quel messaggio, ma anche se non era a casa si trovava comunque lontano dalla casa del verde.
Aveva provato a chiamarlo e a scrivergli, ma non gli rispondeva.
Aveva mandato messaggi a Kuuro e Bokuto, ordinando loro di andare a controllare, ma anche loro erano piuttosto lontani.
Aumentò il passo: era veramente preoccupato, non era da Yamaguchi comportarsi così.
Fosse stato un altro avrebbe pensato che probabilmente era solo un modo per attirare l'attenzione, ma non lui.
Non Yamaguchi.
Era il ragazzo più puro che avesse mai conosciuto.
Era veramente nei guai.
Si spinse allo stremo delle sue forze, rimpiangendo di non aver voluto fare alcuno sport che aumentasse la sua resistenza o velocità, fino ad arrivare alla casa di Yamaguchi.
Anche vedendola in lontananza, capì subito che qualcosa non andava: alfa, ne sentiva l'odore.
Quando vi arrivó davanti, notò che la porta era stata buttata giù.
Entrò senza esitare e seguì l'odore fino alla camera del ragazzo.
La scena che si trovò davanti non se la sarebbe mai dimenticata: c'erano due alfa in piedi, che ridevano mentre scattavano delle foto, e uno dei due aveva i boxer abbassati; Yamaguchi era per terra, svenuto, completamente nudo, con le mani legate e dietro di lui un alfa che stava per...
Il terzo fu il primo a vederlo e sbiancò.
Prima che potesse avvisare i suoi amici, Tsukishima ne aveva colpito uno con un pugno; non era molto forte, ma l'effetto a sorpresa aiutava.
Rilasciò i suoi feromoni, in modo da stordire lievemente i tre alfa.
Quando quello con i boxer abbassati si voltò verso di lui, gli tirò un calcio in un posto per niente piacevole.
Probabilmente, gli aveva appena tolto la possibilità di scopare per sempre.
Si avventó contro il terzo, che intanto si era rialzato per cercare di scappare, e sferrò un pugno anche a lui.
Il primo intanto si era ripreso, e stava per colpirlo, ma il suo pugno venne intercettato da una mano che si strinse attorno al suo polso.
- Hai fatto incazzare gli alfa sbagliati- ringhiò Tetsuro, torcendogli il braccio dietro la schiena fino a spezzarglielo, facendolo gridare.
- Adesso la spazzatura va fuori- dichiarò Koutaro, afferrando per i capelli sia l'alfa col braccio spezzato sia quello senza più possibilità di riprodursi e trascinandoli fuori dalla stanza.
Al suo posto entrarono Kenma e Akashi, che avevano seguito i due ragazzi quando questi ultimi avevano dichiarato che era probabilmente successo qualcosa di grave.
Si fiondarono subito da Yamaguchi; Kenma gli slegó i polsi mentre Akashi gli rimetteva delicatamente i pantaloni.
Intanto, Kuuro aveva tirato un pugno anche al terzo alfa, che venne colpito con un calcio da Tsukishima.
- La pagherete cara!- ringhiò, continuando a colpirlo.
- Tsukki, calmati- ordinò Tetsuro, mentre Bokuto rientrava in stanza per sbattere fuori di casa anche il terzo.
- Calmati un cazzo!-.
- Senti, lo so che sei arrabbiato: ma legalmente non hanno fatto nulla di male. Siamo tre aristocratici, se adesso non perdi la testa possiamo trovare un modo per fargliela pagare; ma se impazzisci, non avremo possibilità-.
Tsukishima fece un respiro profondo: lui era quello sempre razionale.
Doveva calmarsi.
Si voltò verso Yamaguchi, che i suoi amici avevano appena sdraiato sul letto.
Fece per andare verso di lui, ma Kuuro lo bloccò per un polso.
- Devi andare in ospedale: hai il labbro spaccato- dichiarò.
Tsukishima si portò il dito al labbro, e quando lo tolse era pieno di sangue.
Non si era neanche accorto di essere stato colpito.
- Non me ne vado da qui- dichiarò.
- Si invece. Rimarrà Bokuto, e stanno arrivando anche gli altri; ma tu devi andare in ospedale. E poi non sappiamo se Yamaguchi vorrà degli alfa nella sua stanza, quando si sveglierà- gli fece notare Tetsuro.
Tsukishima serrò le labbra: sapeva che il suo amico aveva ragione, ma non voleva andarsene.
Però, Kuuro non l'avrebbe lasciato rimanere: se voleva tornare in fretta, doveva assecondarlo.
- Muoviamoci- ordinó, uscendo dalla stanza.
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