CAPITOLO XI.
Tsukishima aspettó che Yamaguchi fosse entrato in casa, ma questa volta, invece di dirigersi verso la sua abitazione, si voltò e tornò all'ingresso della via.
- Perché diavolo mi state pedinando?- sbuffò, voltandosi verso l'inizio della via, dove dietro ad una panchina si erano "nascosti" Kuuro e Bokuto.
- Se stiamo in silenzio forse se ne va- sussurrò Koutaro.
- Ma se dobbiamo parlarci- gli ricordó Tetsuro, alzandosi.
- Oh, giusto- anche il bicolore si alzò.
- Allora? Che volete? Devo tornare a casa- chiese nuovamente Kei, spazientito.
- Finito il giretto con il tuo innamorato torni insensibile?- commentò Tetsuro.
- Non è il mio innamorato- ribatté Kei, mentre i due ragazzi lo raggiungevano e gli mettevano le braccia attorno alle spalle.
- Adesso ti rapiamo per un po'- dichiarò Koutaro.
- Cosa?-.
- Tranquillo, ti portiamo solo in un posto meno affollato. È una questione seria- ribatté Tetsuro.
- Io con voi non vengo da nessuna parte- dichiarò Kei.
- Neanche se abbiamo informazioni che possono cambiare la vita del tuo caro Yamaguchi?-.
Dopo quella frase di Kuuro, Tsukishima non disse più niente.
- Qui c'è meno gente- dichiarò dopo un po' che camminavano.
- Bro, fai casino- ordinò Tetsuro.
- Sapete che Agashi oggi mi ha detto che sono più intelligente di quello che mostro?! Ci credete?!- Koutaro iniziò praticamente ad urlare.
Tsukishima avrebbe voluto tirargli un ceffone, ma capí che lo stava facendo per coprire la voce di Kuuro.
Il corvino gli spiegò più dettagliatamente possibile ciò che Sugawara aveva detto loro la sera prima.
Tsukishima non aveva mai ascoltato così attentamente un discorso di Kuuro.
Gli sembrava perfettamente comprensibile che qualcuno stesse cercando di ribellarsi a quella società che lui stesso trovava insensata, ma non credeva che ci fosse in ballo qualcosa di così grande.
- È ovvio che voteró contro ad una legge simile; mica voglio essere obbligato a sposarmi entro tre anni per salvare qualche omega. E so anche come convincere Ushijima- dichiarò.
I due rimasero talmente sorpresi che anche Bokuto smise di parlare.
- Davvero?!- esclamò.
- E abbassa la voce! Non doveva essere un segreto?!- lo riprese Kei.
- È che mi sorprendi sempre Tsukki!- si difese Koutaro.
Tsukishima alzò gli occhi al cielo.
- Presentatemi a questo ragazzo, così parlo con lui e gli dico che ci penso io Ushijima- dichiarò.
- Sapevo che avresti capito Tsukki- affermò Testuro, rilassato.
- Bokuto, perché invece di fissarmi non mi chiedi semplicemente "perché non chiedi in cambio che Yamaguchi venga messo nella lista"?- sbuffò il biondo dopo un attimo.
- Wow Tsukki, da quando sai leggere nella mente?!- esclamò Koutaro, ridendo.
Tsukishima alzò gli occhi al cielo.
- Però adesso devi rispondere- affermò Testuro.
- Perché non sono idiota come voi: se quel progetto è fatto per salvare gli omega, è chiaro che nel momento in cui siete voi a salvarli non ha più senso. E poi, avete pensato al fatto che se verranno spediti lì non potrete più vederli tutti i giorni?-.
- Ovvio che sì! Ma vogliamo che loro siano al sicuro. E poi noi siamo alfa, possiamo andare a Theta molto più facilmente- dichiarò Koutaro.
- È questo che hai pensato su Yamaguchi? Che vuoi essere tu a proteggerlo e non vuoi rischiare di vederlo di meno?- chiese Tetsuro.
- Ti sbagli: io non sono come voi. Se Yamaguchi ha diritto di stare su quella lista, ci starà. In caso contrario...-.
- Ci penserai tu a proteggerlo? Eh Tsukki?- commentò Koutaro con un sorriso ammiccante.
- Ti sbagli. Se avrà bisogno gli darò una mano. Ma io non sono precipitoso come voi: non giurerò totale protezione ad un ragazzo che conosco appena solo perché lo tollero più degli altri- affermò Kei.
- Tsukki, il punto è proprio che lo tolleri: quante altre persone tolleri?- gli fece notare Tetsuro.
Tsukishima per una volta non riuscí a ribattere subito.
- Mia madre...?-.
La risposta fece scoppiare a ridere gli altri due.
- E tacete! Scrivete a questo Sugawara e vediamo di organizzarci in fretta, così poi posso andarmene a casa- sbuffò il biondo.
- Lo chiamo subito- affermò Tetsuro.
La chiamata fu piuttosto veloce; per fortuna, dato che Koutaro stava continuando a prendere in giro Tsukishima per la sua "cotta di tolleranza" ed il biondo stava cercando un posto per nascondere il suo cadavere.
- Ti ci portiamo domani sera- dichiarò il moro.
- Perfetto; allora vi saluto- il biondo si allontanò senza permettere ai due di dire altro.
- Sempre gentile eh?- borbottò Koutaro.
- Almeno lo abbiamo convinto. Domani, entrerà nel gruppo una persona in più-.
In realtà, probabilmente sarebbero state più di una le persone che avrebbero presto conosciuto il loro piano.
- Stavo pensando di parlarne con i ragazzi- dichiarò Yu.
- Intendi Ennoshita, Hinata, Yamaguchi, Kenma e Akashi?- gli chiese Asahi.
Nishinoya annuì.
I due erano usciti quel pomeriggio, questa volta senza incidenti dovuti al calore o simili.
Erano tornati al parco, seduti sulla gabbia da scalare, e questa volta si stavano divertendo come due ragazzi normali.
- Ne ho già parlato anche con Suga tempo fa. So che loro non lo obbligherebbero mai a metterli nella lista, e potrebbero aiutarci a capire se gli omega che vi sono dentro siano affidabili. Inoltre non mi sembra giusto continuare a tenerli all'oscuro di un posto sicuro in cui rifugiarsi- spiegò il minore.
- In effetti, non hai tutti i torti... Soprattutto ora che Tanaka ha quelle informazioni su Oikawa. Suga vuole fare in modo di parlarci domani; perché non porti i ragazzi al Lambda? Così dirá tutto una volta sola- propose Asahi.
- Non è una cattiva idea. Sperando che Tanaka riesca a portarsi dietro Oikawa... Ieri alla fine si è un po' distratto mentre ne parlavamo- Yu rise al ricordo.
- Intendi quando ha quasi sfondato la porta della stanza in cui eravamo per farti una lavata di capo di dieci minuti sul fatto che ti sei escluso dalla lista? Per poi dire: "capisco; come sempre, hai fatto la scelta più figa Noyassan. Sono d'accordo con te" non appena ha lasciato che di spiegassi?- commentò Asahi.
- Esatto! Sapevo che avrebbe capito, ma è bello vedere che si sia preoccupato per me- dichiaró il minore con un sorriso.
- Anch'io sono preoccupato per te- ammise l'alfa.
- Perché sto mettendo il mio futuro nelle mani di un ragazzo che conosco da due settimane e che è talmente insicuro di sé stesso da pensare di poter perdere il controllo e farmi del male senza motivo?-.
Asahi distolse leggermente lo sguardo, imbarazzato.
- È solo che non so se posso darti ciò che meriti- mormorò.
Era felice che il minore si affidasse così tanto a lui, ma non voleva che rinunciasse a una possibilità così grande in quel modo.
- Guarda che tu non devi darmi niente: ciò che merito lo prendo da solo. Tu devi solo esserci- dichiarò Yu.
Non voleva qualcuno che lo proteggesse: aveva le sue battaglie da combattere e ci sarebbe riuscito da solo.
Ma se avesse potuto averlo al suo fianco, sarebbe stato ancora più felice.
Asahi si trovò a chiedersi per l'ennesima volta come mai, tra i due, fosse il minore, l'omega, il più piccolo a rassicurare lui, e non il contrario.
Allungò la mano, poggiandola su quella di Nishinoya, che si sentì lievemente arrossire mentre spostava lo sguardo su quello di Asahi.
- Sei un ragazzo veramente forte, Nishinoya- dichiarò.
- Te l'ho detto: sei debole solo se decidi di esserlo- affermò Yu.
- Hai ragione. Scusami se quella volta ti ho gridato contro; ero confuso, era la prima volta che qualcuno diceva di fidarsi di me e volermi al suo fianco e ho perso il controllo. Però non voglio farti del male: sono certo di poter resistere-.
Asahi era felice di essere riuscito a scusarsi; almeno prima di vedere il sorriso malizioso sul volto di Nishinoya.
Il minore fece scivolare via la sua mano da quella di Asahi e si alzò, rimanendo per un attimo in equilibrio sulla costruzione.
Dopodiché, veloce come un fulmine, si sedette sulle gambe di Asahi, con il volto rivolto verso quello del maggiore.
- Sicuro di poter resistere?- sussurrò, avvicinando lievemente il viso al suo.
Asahi sbarró gli occhi e per poco non cadde all'indietro.
- E dire che non sono nemmeno in calore- ridacchiò Yu.
- Te l'ho già detto, sei comunque attraente- mormorò Asahi.
- Questo non me l'avevi detto. Non esplicitamente- gli ricordó Yu e Asahi si sentì avvampare ancora di più.
Alzó lo sguardo sul sorriso del minore e non poté non sorridere a sua volta.
- Allora te lo dico adesso: sei attraente. Per me probabilmente più che per gli altri- dichiarò, poggiandogli una mano sul fianco.
Nishinoya sentì il corpo bollente nel punto in cui l'aveva toccato ed il calore arrivò fino alle sue guance, facendole diventare rosse.
- Come siamo coraggiosi oggi- commentò.
- Nishinoya. Tra pochi giorni io... Sarò in calore- lo avvisò Asahi.
- Se pensi che rinuncerò a vederti solo perché hai paura di saltarmi addosso, sappi che vengo a cercarti a casa- dichiarò Yu.
- Non dovrai venirmi a cercare: ti ci porterò io. Quando arriverà il mio prossimo calore... Voglio morderti- dichiarò.
Nishinoya sbarró gli occhi.
Il morso fatto durante il calore dell'alfa era ancora più forte di quello normale e durava molto di più; per questo Oikawa non mordeva mai durante il suo calore.
La durata non cambiava per quelle coppie che si sarebbero amate per sempre, dove quindi il morso già sarebbe durato all'infinito.
Ma dava un senso diverso: era qualcosa di più profondo, che ti faceva sentire marchiato nell'anima, che faceva capire ancora di più quanto l'alfa o l'omega fossero uniti.
Daichi, Semi e Yahaba avevano tutti e tre morso i loro omega durante il calore.
Anche Asahi voleva farlo.
Voleva che Nishinoya potesse sapere sempre quanto ci tenesse a lui; quanto, nonostante si conoscessero da poco, volesse rimanere per sempre al suo fianco.
- Asahi-san...- mormoró Yu.
Non sapeva cosa dire.
Si era affezionato subito a quel ragazzo, aveva sentito che c'era qualcosa di speciale il lui e avrebbe voluto non lasciarlo mai.
Ma non credeva che anche l'altro provasse le stesse cose, almeno non da subito.
- Togli pure il San, Nishinoya. A dire la verità, sei più maturo di me quindi non avresti già dovuto usarlo-.
Nishinoya sorrise.
- Non è che Suga ti ha messo troppa fretta?- commentò.
- Suga non c'entra. Anche se non dovessimo decidere dentro un mese, io vorrei comunque stare con te. In realtà, una parte di me è felice che tu voglia rimanere... Non avrei sopportato di non vederti più- ammise.
- Neanche io. Però voglio essere sicuro che tu non lo faccia solo perché ti senti in dovere di proteggermi- affermò Yu.
- Non è così. Ovvio, voglio anche proteggerti: ma non lo faccio per questo- dichiarò Asahi.
- E perché lo fai?- sussurrò Yu, avvicinandosi ancora leggermente a lui.
L'aveva ormai capito, ma voleva sentirselo dire.
Però, Asahi non lo disse.
Preferì avvicinarsi a sua volta, facendo unire le loro labbra.
Nishinoya rimase talmente sorpreso da immobilizzarsi, anche se le sue labbra si schiusero, permettendogli di ricambiare il bacio.
Era imprigionato tra le braccia dell'altro, eppure non si era mai sentito così libero.
Anche Asahi lo sentì: un nuovo coraggio farsi strada dentro di lui, annullando le paure che aveva avuto per anni, come se il fatto che quel ragazzo all'apparenza così fragile rispetto a lui si fosse affidato proprio a lui, potesse spazzare via tutto il disagio ed i sentimenti negativi provati per anni con le altre persone.
Durò solo pochi secondi; quando si staccarono, Asahi si portò le mani davanti al volto, resosi improvvisamente conto di ciò che aveva fatto e si sentì morire dall'imbarazzo.
Nishinoya era rosso quanto lui, ma vedere l'espressione quasi shockata dell'altro lo fece ridere.
Asahi spostò leggermente le mani per guardare Nishinoya e, nonostante l'imbarazzo fosse ancora presente, sorrise.
- Sei fantastico Asahi!- esclamò Yu, slanciandosi in avanti.
Asahi si ritrovò sdraiato sulla gabbia, ma non ebbe il tempo di preoccuparsene perché sentì le labbra di Nishinoya nuovamente sulle sue.
Gli circondó il corpo con le braccia, tirandolo ancora più verso di sé.
Nishinoya, passata la sorpresa, aveva deciso di approfittare della situazione.
Poggiò le mani sulle guance di Asahi, approfondendo il bacio.
Shoyo aveva ragione: non faceva male, anzi; era veramente bello.
Sentì la lingua di Asahi contro i suoi denti e gli permise l'accesso; quando si scontró con la sua, avvertì come un nuovo fuoco che si espandeva in lui.
Asahi conosceva bene la sensazione di essere eccitato, la viveva da anni durante il suo calore; però per la prima volta non era una totale perdita di controllo.
Era come essere in mezzo ad una tempesta, ma una di quelle dove la pioggia non ti impedisce di vedere e il vento non ti impedisce di sentire.
Era una sensazione meravigliosa, soprattutto quando iniziò a sentire il profumo emanato dai feromoni di Nishinoya.
Avrebbe potuto provarla per sempre.
Però, si accolse di una cosa: c'era qualcuno che li osservava.
- Nishinoya, c'è qualcuno- sussurró.
- E allora? Ci stiamo solo baciando- gli fece notare il minore.
- Fammi solo controllare chi è, va bene?-.
Anche se controvoglia, Nishinoya si tirò su, dando anche ad Asahi l'opportunità di rimettersi seduto.
Si voltò, e vide una figura non molto distante da loro, che guardava nella loro direzione.
- Che ci fa qui Ushijima? Pensavo non girasse in questa zona- commentò Yu.
- Più che altro... Perché ci sta fissando?- mormoró Asahi, senza smettere di fissare l'altro alfa.
Dopo un attimo, Ushijima iniziò a camminare verso di loro.
- Aspettami qui- mormorò Asahi, sollevandolo dalle proprie gambe per farlo risedere sulla gabbia e potersi alzare.
Nishinoya sarebbe voluto andare con lui, ma Asahi gli sembrava determinato, per cui decise di aspettare.
Il castano scese dalla gabbia, mettendosi praticamente di fronte a Wakatoshi, che intanto li aveva raggiunti.
- Tu sei Asahi Azumane- affermò.
- Esatto. E tu Ushijima Wakatoshi-.
Il nuovo arrivato annuì e spostó lo sguardo sull'omega.
- Sei Yu Nishinoya-.
Il ragazzo avrebbe potuto rispondere in molti modi sarcastici, ma avevano bisogno di quel ragazzo dalla loro parte.
Per cui, si limitò ad annuire.
- Vedo che ci conosci bene- commentò Asahi.
- Per vivere al meglio in una società devi conoscerne i suoi membri. So i nomi di tutti gli alfa e gli omega che hanno circa la mia età; inoltre, il caso dei Nishinoya è spesso usato come cattivo esempio su come non seguire le regole possa fare del male- affermó Ushijima.
Nishinoya serrò i pugni.
- I miei genitori cercavano solo di proteggermi- dichiarò.
Ushijima lo fissò per un attimo.
- Vieni qui- ordinò poi.
- Potresti non dargli ordini?- intervenne Asahi.
Sapeva bene quanto Nishinoya detestasse ricevere ordini; lui stesso aveva deciso che non gliene avrebbe dati, anche se fosse diventato il suo alfa.
Nishinoya meritava di essere libero.
- Non ha alcun morso, è obbligato ad eseguire gli ordini di ogni alfa che gliene vuole dare- dichiarò Ushijima.
Nishinoya serrò i pugni e si alzò, scendendo dalla struttura ed andando di fianco ad Asahi.
- Cosa vuoi?- chiese in tono duro.
- Come sta tuo nonno?-.
- Vuoi sapere tra quanto tempo finirò per la strada completamente in balia della società che potrebbe decidere di usarmi solo per sfornare cuccioli di alfa?-.
Ushijima ignorò il commento acido dell'altro: non gli interessava cosa la gente pensasse di lui, finché ciò non gli impediva di ottenere ciò che voleva.
- Ho saputo che è malato. In quel caso, si spiegherebbe come mai un omega così ribelle come te abbia improvvisamente deciso di farsi sottomettere da un alfa- affermò.
- Io non mi faccio sottomettere proprio da nessuno!- ringhiò Yu.
Asahi gli mise una mano sulla spalla per calmarlo.
- Wakatoshi, la situazione di Nishinoya non c'entra niente con la nostra relazione. Ti pregherei di non parlare di cose di cui non sei a conoscenza-.
Nishinoya lo riconobbe subito: il tono calmo che Asahi usava in quelle situazioni, nascondendo la rabbia per evitare scontri inutili.
- Chiedo scusa allora, ho frainteso. In ogni caso, Asahi Azumane, devi stare attento quando decidi chi proteggere. La tua famiglia tra una o due generazioni potrebbe entrare nella nobiltà, se non commetti errori- affermò Wakatoshi.
- Io sarei un errore?- ringhiò Yu.
- Un alfa, soprattutto se nobile, deve scegliere una persona degna che possa portare in grembo la sua prole- dichiarò l'alfa.
- Io penso che sia più importante stare con qualcuno che ci faccia stare bene. Non ci rinuncerò solo per ottenere un ruolo che non mi interessa- ribatté Asahi.
Le sue parole riuscirono a calmare leggermente Nishinoya, che stava per saltare addosso a Ushijima e tirargli un pugno.
- Se non ti interessa, allora non mi intrometteró più. Ci vediamo- Wakatoshi fece un cenno con il capo e si allontanò.
Non era certo il suo obiettivo principale interrompere i due giovani, ma quando li aveva visti si era sentito in dovere di avvisare un suo compagno alfa della possibilità di venire usato per avere protezione.
Ma pareva che Asahi fosse consapevole della situazione in cui si trovava, per cui lui non aveva niente da ridire.
Si era semplicemente trovato a passare di lì per caso; era andato a Beta, e come si era ripromesso aveva deciso di fare visita a Tendou, ma non era a casa.
Così, aveva vagato un po' per la città, ma senza riuscire a trovarlo.
Decise quindi che era il caso di tornare a casa: anche quel giorno, non aveva trovato un omega che facesse al caso suo.
Però, aveva trovato una coppia interessante.
"Io penso che sia più importante stare con qualcuno che ci faccia stare bene".
Anche per Ushijima era ovvio che ci fosse bisogno di una certa affinità per passare la vita insieme, ma era anche consapevole che non fossero sentimenti giovanili come l'amore a contare quando si compivano scelte simili.
Trovare qualcuno degno di portare il suo cognome: era quello che doveva fare, nient'altro.
Era certo che, anche così, sarebbe stato bene.
- Quello lì non sta bene; è proprio un antipatico- borbottò Yu.
- Nishinoya... Perché non mi hai detto che tuo nonno è malato?- chiese Asahi, voltandosi verso di lui.
Non era arrabbiato, più preoccupato.
- Non è una cosa di cui mi piace parlare particolarmente. Sia io che nonno sappiamo che non gli rimane molto tempo, ma lui vuole vedermi vivere al massimo, per cui ignoriamo la cosa e ci comportiamo come al solito. Per questo non te ne ho parlato- gli spiegò Yu.
Asahi si voltò verso di lui e lo abbracció, lasciando sorpreso il minore.
- Sei veramente forte, Nishinoya. Ma se hai bisogno io ci sono, va bene? Ricordatelo sempre- sussurrò.
Nishinoya sorrise.
- Non dovresti smetterla di chiamarmi per cognome?- gli fece notare.
Asahi sorrise a sua volta.
- Come desideri, Yu-.
- E comunque, la prossima volta che compare uno come Wakatoshi, fingerò che tu mi abbia ordinato di ignorarlo- borbottò l'omega, facendo ridere Asahi.
- Vuoi ancora chiedere ai tuoi amici di venire domani sera?- gli chiese.
- Si. Anzi, mando subito loro un messaggio- dichiarò Yu, staccandosi dall'abbraccio per tirare fuori il cellulare.
Kenma osservò il messaggio, leggermente confuso.
Sentì bussare alla porta della sua camera; dato che Kuuro se n'era andato da un po', poteva essere solo una persona.
Infatti, quando aprì si trovò di fronte Akashi.
- Anche a te sembra strano questo messaggio?- chiese il corvino.
- "Domani vi porto in un posto speciale che potrà proteggervi. Non preoccupatevi, ci saranno anche i vostri amati alfa!"- lesse Kenma.
- Pensi centri con... Il modo in cui ha conosciuto gli alfa?- chiese Keiji.
- Non ne ho idea, Nishinoya è imprevedibile- sospirò il biondo.
Anche Ennoshita era convinto che significasse quello.
Si trovò a chiedersi se ci sarebbe stato Tanaka; era un po' che non lo vedeva, ma l'altro ragazzo continuava a scrivergli quando aveva tempo libero.
Non aveva idea di quali fossero effettivamente i suoi impegni, ma immaginava che centrassero con qualcosa di molto importante
Sicuramente a tempi debito avrebbe saputo tutto anche lui.
Non era l'unico a pensarlo: Yamaguchi aveva immaginato si trattasse di qualcosa di importante, ma non ci aveva pensato più di tanto.
Aveva sorriso concentrandosi sulla seconda parte: se nel gruppo degli alfa c'era anche Tsukki, questo avrebbe significato passare ancora più tempo con lui.
Sperava davvero che fosse così.
Al contrario, Hinata aveva cercato di pensare solo al fatto che il suo amico volesse condividere un segreto con lui, ignorando la seconda parte.
Nishinoya aveva Asahi, Yamaguchi per qualche motivo andava d'accordo con Tsukishima, mentre Bokuto e Kuuro si erano praticamente trasferiti da Akashi e Kenma.
Pensò ad Ennoshita, ma poi si ricordó di come il ragazzo sembrasse interessato a Tanaka.
A quanto pare, era l'unico solo.
- Non pensare a Kageyama idiota, lui voleva solo fare sesso- mormorò.
Se non si fosse convinto di quello, ne avrebbe solo sofferto.
Sperava di non rivederlo più, in modo da potersene dimenticare presto.
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