CAPITOLO IX.
- Wakatoshi-.
Il ragazzo si voltò e notò la madre ferma sulla soglia della porta.
- Dimmi- le disse.
- Tra qualche tempo ci sarà una riunione del consiglio degli alfa puri. Ti avviso in caso richiedano la presenza anche di quello giovanile- spiegó la donna.
- Va bene, ti ringrazio-.
Il ragazzo pensava che fosse finita lì, ma notó che la donna era ancora ferma sulla soglia.
- Va tutto bene? C'è altro?-.
- Com'è andata la Partita?-.
Ad Ushijima non sembró strana la domanda in sé, ma più che gliel'avesse posta dopo più di una settimana dall'evento.
- Non sono riuscito a parlare con molti omega; la maggior parte stavano provando a nascondersi o erano con altri alfa-.
In realtà c'era stato un omega che gli si era avvicinato, ma non credeva che a sua madre importasse.
- Te lo chiedo perché mi hanno detto di averti visto parlare con un omega... Poco raccomandabile, mentre tornavi a casa-.
L'espressione di Ushijima non mutò.
- L'ho incontrato per caso in strada e gli ho suggerito di andare a casa. Non ci siamo detti altro- dichiarò.
La donna sospirò.
- Sei un bravo ragazzo Wakatoshi, molto ligio al dovere, e questa è una cosa che ho sempre ammirato di te. La Partita poteva essere un'ottima occasione per incontrare un omega degno di te, ma a quanto pare non ha funzionato... Se vuoi, posso chiedere ai miei amici se conoscono qualche omega che potrebbe essere alla tua altezza- dichiarò.
- Non credo che sia necessario: pensavo di iniziare ad andare di più a Beta per delle ricerche, visto che c'è la pausa dagli studi per l'estate. Se non riuscirò a trovare nessuno, approfitterò della tua gentilezza- rispose il ragazzo.
La donna sorrise.
- Molto bene. Allora mi aspetto dei risultati dalle tue ricerche; spero di averli presto- dichiarò, prima di lasciare la stanza.
Come se nulla fosse successo, Ushijima tornò a concentrarsi sui compiti che aveva davanti.
Un altro pensiero aveva però invaso la sua mente: Tendou Satori.
Quel ragazzo era sicuramente uno dei meno degni a portare in grembo i futuri componenti della famiglia Ushijima.
Dopotutto, sapevano tutti che entrambi i suoi genitori l'avevano abbandonato e di come si lasciasse usare dagli alfa per i loro piaceri.
Ushijima aveva sentito una strana storia su di lui: pare che avesse predetto che il figlio prediletto di una famiglia potente sarebbe stato un omega, e quando il ragazzo è stato confermato tale la colpa era stata data a Tendou.
L'alfa ricordó quanto quel ragazzo sembrasse stanco, nonostante si stesse palesemente sforzando di non mostrarlo.
Gli aveva offerto il suo aiuto, ma l'omega l'aveva rifiutato.
Wakatoshi non intendeva ovviamente fare niente senza la volontà dell'altro, ma pensó che forse fosse il caso di passare a vedere come stesse mentre faceva i suoi giri per la città.
Dopotutto, era certo che il rosso fosse piuttosto isolato, e quel particolare gli diede fastidio: non capiva il senso di emarginare qualcuno solo perché possiede delle abilità che gli altri non hanno.
Anzi, lui trovava che quella capacità di predire se i bambini sarebbero diventati alfa o omega potesse tornare molto utile.
Pensò se a sua madre avrebbe dato fastidio, una volta venuto a sapere.
Ma alla donna interessava che lui trovasse un omega degno; sapeva che il figlio era ligio alle regole e avrebbe onorato la sua nobiltà, per cui non le avrebbe dato fastidio se durante la sua ricerca avesse aiutato un omega.
Dopo aver preso quella decisione, per lui fu molto più semplice riprendere lo studio che aveva interrotto con l'arrivo della donna.
Un altro alfa stava ricevendo una visita familiare in quel momento, anche se decisamente meno piacevole rispetto a quella di Ushijima.
- Fratellino! Come va?-.
- Che vuoi Akiteru?-.
- Andiamo, torno a casa dopo tanto e mi saluti così?- commentò il ragazzo, imbronciandosi.
- Mamma, Akiteru è venuto a trovarti- dichiarò Kei, entrando in casa, pronto a dirigersi nella sua stanza.
- Hey! E a me non annunci?!- urlò Saeko, offesa.
- C'è anche sua moglie- aggiunse Kei, mentre la madre compariva sulla soglia.
- Akiteru! Saeko! Che bella sorpresa!- esclamò.
- Mamma, ti lascio un attimo con Saeko; voglio parlare con Kei- dichiarò il ragazzo, seguendo il fratello nella sua camera.
- Facciamoci una bella chiacchierata tra donne intanto!- esclamò la bionda, seguendo la madre dei due ragazzi in cucina.
Akiteru intanto era entrato nella stanza di Kei, che lo stava beatamente ignorando.
- Vedo che sei sempre disponibile per fare due chiacchiere- commentò, sedendosi sul letto alle spalle del minore.
- Devi dirmi qualcosa di importante?-.
- Si, abbastanza-.
- Se l'hai messa incinta, congratulazioni. Insegnerò a tuo figlio come fregarti- dichiarò Kei.
- Che zio modello... Ma comunque no, non l'ho messa incinta. Però, già che sei andato sull'argomento amore...-.
- Mai nominato-.
- ... ti confesso che sono qui per parlare con te. Stai uscendo con qualcuno?-.
- No-.
- Eppure mi hanno detto che ultimamente sei sempre in giro con un omega-.
Kei sollevò un sopracciglio, anche se il fratello non lo vide dati che gli stava ancora dando le spalle.
- Mi fai spiare?-.
- Non è una città così grande, le cose spesso si vengono a sapere per caso. È solo che tu non hai mai avuto molti amici, neanche tra gli alfa, così mi chiedevo se fossi innamorato di questo ragazzo-.
- Ti sembro uno che si innamora?-.
- Tutti si innamorano Kei; anche un ragazzo apparentemente insensibile come te. Sai che mamma non ti fa alcuna pressione; anche se deriviamo da una famiglia pura puoi stare con chi vuoi. Guarda me: la famiglia di Saeko non ha mai spiccato per la presenza di molti alfa, eppure ci siamo sposati-.
- Congratulazioni. Questo cosa c'entra con me?-.
- Voglio solo capire come abbia fatto questo ragazzo a tirarti fuori dal tuo guscio- insistette Akiteru.
- Parli come se fossi diventato una persona completamente diversa-.
- Già il fatto che stai in compagnia di qualcuno è qualcosa di raro-.
- Hai mai pensato che lo faccio per evitare che la gente mi rompa le scatole con la storia del "gli alfa devono contribuire al ripopolamento scegliendosi un omega con cui stare già dall'adolescenza"?-.
- No; non sei una persona che sfrutta gli altri in questo modo. Allora Kei, come stanno le cose?-.
Il ragazzo sospirò: sapeva che il fratello non avrebbe smesso di torturarlo, per cui tanto valeva dargli qualche informazione di poco conto che chiudesse lì la questione.
- L'ho conosciuto alla Partita; era nel gruppo degli amici di Tanaka che mi avete obbligato ad aiutare. È un ragazzo silenzioso e fin troppo impacciato; senza qualcuno che lo protegga è spacciato. Faccio qualche giro con lui quando ho tempo in modo che gli alfa non gli rompano le scatole. Non c'entrano amore o simili- raccontò.
- Dici così, ma il tuo tono è cambiato. Come si chiama?-.
- Non serve che tu lo sappia-.
- Ah no? Capisco... È già un inizio. Be', non ti disturbo oltre. Ma fammi sapere se ci sono sviluppi chiaro?- Akiteru si alzò.
Sviluppi? Secondo Kei non c'era niente da sviluppare.
Gli faceva piacere la sua compagnia, niente di più: non sarebbe mai successo altro.
Però, in effetti era la prima persona con cui riusciva a stare così tranquillamente senza provare l'impulso di andarsene e piantarla in asso.
Probabilmente, se quel ragazzo fosse stato un alfa in classe con lui, sarebbero quasi potuti diventare amici.
- Tadashi Yamaguchi. È il suo nome-.
Il suo era un sussurro, ma Akiteru lo sentì comunque e fece un sorriso.
- Ci vediamo fratellino- salutò, uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.
Tsukishima chiuse gli occhi; da quando era così sentimentale?
Però era vero che quel ragazzo non gli dispiaceva per niente.
Riaprí gli occhi, e vide fuori dalla sua finestra una cosa che gli rovinó quel briciolo di tranquillità che aveva guadagnato passando il tempo con Yamaguchi e poi parlando di lui.
Kageyama Tobio solitamente non usciva spesso, ma ne aveva bisogno per pensare.
Non capiva cosa gli stesse succedendo in quei giorni; sentiva un insistente profumo d'arancia intorno a lui, anche se era certo che non ci fosse.
Però ne sentiva il bisogno.
Se rimaneva fermo per troppo, iniziava a ripensarci e rischiava di perdere il controllo e lanciarsi a casa sua.
Non poteva permetterselo, non più.
- Cerchi qualche altra vittima da stuprare?-.
Si fermò quando sentì una fastidiosa voce fin troppo familiare alle sue spalle.
- Branchi di alfa attaccano un singolo omega tutti insieme ogni giorno e tu vieni a giudicare me perché mi sono fatto fare un pompino?- commentò, voltandosi.
- Uno stupro è sempre uno stupro-.
I due alfa si squadrarono per un attimo.
- Cosa vuoi Tsukishima?- chiese Tobio.
- Non me ne frega niente di quello che fai nella tua vita privata. Ma vorrei capire come mai il Re degli alfa si sta interessando così tanto ad un suo semplice suddito omega-.
- La smetti con quel soprannome?- ringhiò il moro.
- Allora? Hai una risposta per me?-.
- Pensavo non fossero cazzi tuoi- commentò Tobio.
- Esatto. Ma stai creando un po' troppo scompiglio in giro- dichiarò Kei.
Kageyama sorrise.
- È questa la tua motivazione? Vuoi proteggere quel piccolo omega dai capelli verdi? Da quando il grande Kei Tsukishima è così sentimentale?- commentò.
- Ho sentito il tuo odore Kageyama. Forse gli altri non se ne sono accorti, dato il momento e che erano lontani, ma io analizzo ogni situazione. Non emanavi feromoni per raggiungerlo: volevi marcare il territorio. Hai lasciato il tuo odore su Hinata non solo per proteggerlo dagli altri alfa, ma per affermare il tuo dominio su di lui. Vuoi morderlo?-.
- E anche se fosse? Non sono affari tuoi-.
- Lo sono nel momento in cui devo trovarti al centro di una discussione perché dopo due anni hai deciso di rifarti vivo per ricambiargli il favore. Prendi una decisione- Kei si voltò e tornò verso casa.
Non sapeva perché l'avesse fatto, ma non voleva più vedere quella preoccupazione in Yamaguchi; doveva pensare di più a sé stesso e non al fatto che un idiota facesse del male al suo amico.
Kageyama rimase a fissarlo mentre si allontanava.
Non c'era nessuna decisione da prendere.
Quell'omega all'arancia lo attirava, per qualche motivo; non era riuscito a dimenticarlo dalla prima volta che l'aveva incontrato.
Quando l'aveva rivisto alla Partita, non aveva saputo resistere.
Aveva visto quel ragazzo ridere divertito, nonostante la situazione in cui si trovava, e subito quel momento si era sovrapposto all'immagine di lui in lacrime dopo ciò che gli aveva obbligato a fargli.
Si era sentito uno schifo: nessuna giustificazione sembrava funzionare, non con lui.
Voleva rimediare, ma non sapeva se l'unico modo che gli fosse venuto in mente avesse funzionato o no.
Però... A quanto pare, Hinata ne aveva parlato con i suoi amici.
Cos'aveva detto? Dubitava che l'avrebbe mai scoperto.
Quei ragazzi lo odiavano, lo aveva visto dal loro sguardo; e non li biasimava.
Si voltò e riprese a camminare.
Doveva prendere una decisione, ma era difficile quando neanche lui sapeva su cosa.
- Adesso vi parlerò di un progetto molto importante e vi chiederò di prendere una decisione altrettanto importante. Però, prima di dirvi altro, devo essere sicuro che voi manterrete il segreto; sia su questo posto, che su quello che sto per dirvi- affermò Koushi.
- Nessun problema, so mantenere i segreti; non posso dire lo stesso su questo gufastro chiacchierone, ma ci penserò io a tappargli il becco- dichiarò Tetsuro.
- Hey! Io so tenere un segreto! Per esempio non ho ancora detto a nessuno di quella volta che...-.
- Taci o non uscirai vivo da qui- Tetsuro lo fulminò con lo sguardo e Bokuto gli fece la linguaccia.
Poi entrambi diventarono seri e tornarono a voltarsi verso Suga.
Ai suoi lati c'erano Asahi e Nishinoya, ma era il ragazzo centrale a parlare, per cui i due alfa si concentrarono su di lui.
- Immagino che voi sappiate delle regole di Beta che obbligano gli omega ad eseguire ogni ordine degli alfa. Questo ha portato negli anni ad un grande sfruttamento degli omega, che non vengono usati più solo per procreare ma anche per semplice divertimento. Ormai sono pochi quelli che incontrano un alfa deciso a prendersi cura di loro; la maggior parte vengono abbandonati dopo poco tempo, a volte anche mentre sono incinti di alfa che non intendono prendersene- iniziò il ragazzo.
- A proposito, congratulazioni- disse Tetsuro, indicando con un cenno la pancia dell'altro.
Suga sorrise.
- Ti ringrazio. Io sono stato fortunato: ho conosciuto Daichi quasi subito e per fortuna prima non ho subito grandi maltrattamenti. Però, una volta al sicuro, mi sono reso sempre più conto che gli altri omega non avevano la mia stessa fortuna, e volevo trovare un modo per aiutarli. Io e Daichi abbiamo aperto questo bar dove le regole non valgono: invitiamo gli omega e gli alfa che hanno bisogno di un po' di divertimento e relax, e ovviamente solo quelli che non direbbero mai dell'esistenza di questo posto. Il motivo è semplice: qui la legge secondo cui gli omega sono obbligati ad ubbidire agli alfa non funziona. Come potete vedere, si comportano tutti da pari. Facciamo del nostro meglio anche di sopra, ma per non avere problemi e poter dare un posto sicuro agli omega dobbiamo fare in modo che nessuno ci accusi di trasgredire la legge-.
- In effetti, un alfa o un omega che impedisce ad un alfa di... Fare ciò che vuole di un omega, va contro alla legge- commentò Tetsuro.
- Che cosa ingiusta- si lamentò Koutaro.
- Vero? Per fortuna Asahi-san è diverso!- esclamò Yu, sorridendo e guardando l'altro ragazzo, che arrossì appena.
- Hey, anche noi lo siamo!- protestò Koutaro.
- Per questo sappiamo che manterrete il segreto- affermò Koushi.
- Ma c'è qualcos'altro vero?- disse Tetsuro.
Koushi annuì e la serietà tornò a regnare sul tavolo.
- Oltre a Beta, esistono altre città; città lontane, dove le leggi sono diverse. Gli omega non possono andarci da soli, e gli alfa non hanno motivo per andare in un posto dove hanno meno potere, per cui molti in pochi hanno informazioni sulle altre città. Io ho però un amico: un omega che ha conosciuto un alfa che veniva da Theta, una di queste città. Si sono innamorati e l'alfa l'ha portato via con lui. Siamo rimasti in contatto e... Abbiamo avviato un progetto di nome Gamma. Vogliamo fare in modo che gli omega di Beta possano raggiungere Theta. Per farlo c'è voluto del tempo: serve un modo per fare scappare gli omega senza che nessuno se ne accorga, farli arrivare sani e salvi a Theta e creare loro false identità in modo che non possano essere rimandate indietro-.
Il primo passo era fatto: da lì, non si poteva più tornare indietro con le spiegazioni.
- Capisco. In effetti, è un progetto veramente interessante... Anche se questo non risolve il problema di Beta- commentò Tetsuro.
- Lo sappiamo, ma almeno possiamo riuscire ad aiutare qualcuno mentre cerchiamo un modo per fare capire ai regnanti di Beta che è sbagliato- affermò Asahi.
- Volete l'aiuto di due incredibili alfa come noi?- chiese Koutaro, sorridendo e indicandosi con aria fiera.
- Bro, lasciali finire- lo riprese Tetsuro.
- Oltre ai problemi che già dobbiamo affrontare per questo progetto, ne è sorto un altro; avete mai sentito parlare del progetto Delta?- chiese Koushi.
Entrambi scossero la testa.
- È una nuova legge indetta dal Lambda, il consiglio del governo che si occupa dei rapporti tra alfa e omeha. Questa legge obbliga gli omega a trovare un alfa a cui appartenere entro i diciannove anni di età; pare che il governo la voglia utilizzare per rendere Beta e i suoi villaggi più potenti di quelli delle altre città. Pensavamo di avere tempo, perché la legge era ancora molto incerta, ma a quanto pare vogliono proporla in consiglio il mese prossimo-.
- Ma non ha senso! Non è che l'amore arriva quando decidi tu!- sbuffò Koutaro.
- Cosa succede agli omega che non ce la fanno?- chiese Tetsuro.
A rispondergli questa volta fu Nishinoya.
- Da quando diventiamo omega, ci viene fatto capire che l'unico modo che abbiamo per vivere normalmente è legarci il prima possibile ad un alfa, in modo che gli altri abbiano molto meno potere su di noi. In poche parole: verranno schiavizzati a vita. Non avranno più l'opportunità di essere protetti; e anche se dovessero rimanere incinti, probabilmente il bambino verrebbe sottratto loro. Insomma: non potrebbero più vivere-.
- Parli come se tu fossi sicuro che non ti accadrà, ma quest'anno non hai già diciassette anni?- fece notare Tetsuro.
- Nishinoya è nella lista delle persone che saranno trasferite a Tetha. Non l'ho scelto solo perché amico di Tanaka, nostro grande collaborare. Ci sono due cose che tengo in considerazione: innanzitutto, devo essere sicuro che le persone che metto nella lista non diranno mai a nessuno del progetto. E secondo: scelgo elementi che sono più in pericolo degli altri, che se la passano peggio diciamo. Non scelgo chi ha già il morso o deriva da una famiglia potente che riesce bene o male a proteggerlo; ma ragazzi che sono stati abbandonati, o che hanno già dovuto subire fin troppe ingiustizie- spiegò Koushi.
Asahi spostò lo sguardo su Nishinoya.
Sapeva già che il ragazzo era nella lista, glielo aveva detto Tanaka; ma non aveva realizzato che Suga non l'avrebbe mai messo dentro senza motivo.
- Ti stai chiedendo come mai sono nella lista?- chiese Yu, voltandosi verso il ragazzo.
- Non sei obbligato a dirmelo- mormorò lui.
- I miei genitori quando hanno scoperto che ero un omega hanno provato a portarmi via dalla città, così sono stati etichettati come traditori. Io non conoscevo il loro piano, a me era stato detto che saremmo andati in vacanza; mio nonno è un alfa e ha convinto la polizia a lasciarmi con lui. Ma lui è vecchio e probabilmente non riuscirà a proteggermi ancora per molto. Quando se ne andrà, verranno a prendermi e chissà dove finiró- fece un sorriso - non mi perdonerei mai di essermi lasciato togliere la libertà così facilmente-.
- Nishinoya...- mormoró Asahi, non sapendo cosa dire.
Sapeva che quel ragazzo doveva averne passate parecchie come omega, ma non credeva rischiasse così tanto.
- È tutto molto commovente, dico davvero. Mi dispiace per te Nishinoya, e Suga, penso che il vostro progetto sia molto bello. Ma non ho ancora capito perché noi siamo qui- affermò Tetsuro.
- Esatto! Vi daremo volentieri una mano, ma ci avete chiamati per un motivo specifico no?- aggiunse Koutaro.
- Il punto è questo: dobbiamo ritardare l'approvazione di Delta, o sarà tutto molto più difficile. Se il Consiglio Giovanile, di cui voi due fate parte, non accetterà, potremmo riuscire a guadagnare un po' di tempo. Sappiamo che servono tutti e cinque i voti a sfavore per avere qualche influenza, stiamo lavorando anche sugli altri: ma abbiamo bisogno di essere sicuri che voi voterete contro Delta e che ci aiuterete a convincere Tsukishima- spiegò Koushi.
I due alfa si scambiarono uno sguardo.
- Non basta che votiamo contro, per avere influenza dobbiamo parlare con il Consiglio; una semplice votazione tra noi cinque non servirebbe- dichiarò Tetsuro.
- Avremmo già votato contro ad una follia simile, e sono certo che anche Tsukki farà lo stesso. Ma ora che sappiamo quanto sia importante, sicuramente troveremo un modo per parlare con il Consiglio- aggiunse Koutaro.
Sugawara, Asahi e Nishinoya sorrisero.
- Sono veramente felice che la pensiate così- dichiarò il primo.
- Però, abbiamo una condizione- lo interruppe Tetsuro.
Lui e Bokuto non si erano parlati, ma era certo che avessero pensato la stessa cosa.
- Ovvero?- chiese Koushi, tornando serio.
- Kenma Kozume e Keiji Akashi. Devono essere nella lista- dichiarò il corvino.
- Sono entrambi persone riservate e fidate e sono stati abbandonati dalle loro famiglie. Perfetti no?- commentò Koutaro.
Suga sospirò.
- Tanaka mi aveva parlato della vostra situazione... Il punto è che ci sono pochi posti nella lista e c'è un punto a sfavore di quei due ragazzi: voi. Volete morderli no?- fece notare.
- Dubito che riusciremo a convincerli entro un mese. E se dovremo intraprendere una lotta con il Consiglio, avremo meno tempo per stare vicino a loro e proteggerli- rispose Tetsuro.
- Io se Agashi non è al sicuro non mi muovo- dichiarò Koutaro.
Suga li fissò per un attimo.
- Ho lasciato dei posti liberi apposta per queste evenienze. Facciamo così: voi ritardate Delta. Se per la sua attivazione ancora non avrete fatto passi avanti con loro due, o se succede qualcosa che complica la loro situazione, allora li metterò nella lista- concluse Koushi.
I due alfa sorrisero.
- Allora abbiamo un accordo- dichiarò Tetsuro, aggiungendo la mano e stringendo quella dell'omega.
- E non preoccupatevi, Tsukki lo convinciamo noi- affermò Koutaro.
- Meno male- sospirò Asahi, che era rimasto in ansia fino a quel momento.
- Apprezziamo molto- affermò Koushi.
- Hey Suga, conta pure un posto vuoto in più nella lista-.
Tutti e quattro si voltarono verso Nishinoya.
- Cosa intendi?- gli chiese l'omega.
- Rimarrò nel progetto Gamma ad aiutarvi ovviamente. Ma mi tiro fuori dalla lista-.
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