CAPITOLO IV.
Non appena arrivò il momento in cui gli omega avevano il permesso di andare a casa, Tsukishima aprì nuovamente il lucchetto, e tenendo stretto Yamaguchi inizió a camminare verso la porta.
Kuuro e Bokuto superarono la corda; il primo circondò la vita di Kenma con un braccio e lo tirò verso di sé, mentre il secondo mise un braccio attorno alle spalle di Akashi.
Shoyo si era trovato di nuovo con Yamamoto, mentre Nishinoya aveva dichiarato di volersi fare proteggere da Asahi, lasciando così Ennoshita a Tanaka.
Uscirono tutti insieme e poi si separarono, perché Kenma e Akashi dovevano tornare al dormitorio.
- Così vivete al dormitorio eh? Le vostre famiglie non lavorano qui?- chiese Tetsuro.
- No, si sono liberate dei figli omega. Potresti lasciarmi ora, per favore?- rispose Kenma.
- Ci sono ancora degli alfa in giro, meglio di no. Ti dó fastidio?-.
- Non mi piace molto il contatto umano, soprattutto con gli alfa sconosciuti- ammise Kenma.
Kuuro sorrise per la sincerità del ragazzo.
- Tranquillo, non ti terrò più del necessario. Ma non posso lasciarti scappare dal tuo amico: codice da bro- dichiarò Tetsuro.
- Codice da che?-.
- Da Bro-.
- Poi dicono che il mio linguaggio da gamer è strano- borbottò Kenma.
- Gamer? Ti piacciono i videogiochi?-.
- Si-.
- Solitamente si chiede "e a te?"-.
- Non mi interessa, perché dovrei chiedertelo?-.
Kuuro scoppiò a ridere.
- Educazione?-.
Kenma alzò gli occhi al cielo.
- A te piacciono?-.
- Non ho mai giocato, preferisco stare all'aria aperta-.
- Immaginavo-.
- Sei un detective Kitty?-.
Kenma lo guardò a metà tra il sorpreso e l'irritato.
- Kitty?-.
- Non so il tuo nome. E in una società dove siamo praticamente un branco, tu sembri un tenero gattino solitario. È un soprannome adatto- dichiarò Tetsuro.
- Se lo dici tu- borbottò Kenma.
Kuuro tolse il braccio dalla sua vita e continuarono a camminare in silenzio.
Al contrario di Bokuto e Akashi: il prima stava parlando da quando avevano iniziato a camminare.
- Sai chi sono le famiglie di alfa puri più potenti in giro?!- interrogò.
Akashi ci pensó un attimo.
Lui era piuttosto informato e studioso; i suoi amici dicevano che sarebbe potuto essere uno di quegli omega con voti talmente alti da finire nella nobiltà, ma lui non voleva.
Il suo obiettivo non era una vita migliore per lui, ma per i suoi amici e, possibilmente, tutti gli omega.
- Tsukishima, Bokuto, Kuuro, Oikawa e Ushijima- elencò.
- Esattamente! Quindi se giri con me puoi stare tranquillo; due sono miei amici, e gli altri due sono tranquilli. Be' Oikawa non tanto, ma con me sei super al sicuro!- esclamò Koutaro.
Akashi annuì, certo che non avrebbe più avuto occasione di camminare insieme a Bokuto, ma non voleva specificarlo e vedere di nuovo quell'espressione triste.
Poco dopo, i quattro ragazzi arrivarono al dormitorio.
- Se volete potete lasciarci qui, ormai siamo arrivati- affermó Keiji.
- No, dobbiamo fare una cosa- dichiarò Koutaro.
- È per la vostra sicurezza- aggiunse Tetsuro, raggiungendoli con Kenma.
I due omega si scambiarono uno sguardo confuso, ma non protestarono; era meglio non rischiare di farli arrabbiare.
Così, continuarono a camminare fin quando non arrivarono alle porte delle loro stanze, che per fortuna erano vicine.
- Bene; allontanavi leggermente, potrebbe darvi fastidio- li avvisó Tetsuro, mentre Bokuto spostava il braccio dalle spalle di Akashi.
I due omega si allontanarono di qualche passo mentre i due alfa si mettevano di fronte alle porte delle loro stanze.
Chiusero gli occhi ed iniziarono a rilasciare dei feromoni molto potenti.
Stranamente, non diedero troppo fastidio a Kenma e Akashi.
Il primo fu colpito da un forte profumo di resina, che portò la sua mente a pensare a qualcosa di limpido e pulito, di puro.
A malapena sentì il profumo di miele che invece aveva completamente invaso il corpo di Akashi, che aveva avvertito una strana sensazione di calore nell'annusare quella fragranza dolciastra.
Dopo un paio di minuti, i due alfa aprirono gli occhi.
- Non è forte come un morso, ma per un paio di giorni dovreste essere al sicuro- dichiarò Testuro, mentre tornavano verso di loro.
- E così non vi scorderete di noi!- esclamò Koutaro.
Sia Kenma che Akashi evitarono di dire che sarebbe stato difficile dimenticarsi di persone come loro.
- Vi ringrazio- disse Keiji.
- Non essere così formale! E pensa alla mia proposta, va bene?- gli rispose Koutaro, facendogli l'occhiolino.
- Andiamo Bro. Ci vediamo Kitty- salutó Tetsuro, poi i due si allontanarono.
- Che proposta?-.
- Kitty?-.
Chiesero in coro Kenma e Akashi.
Si fissarono un attimo e scossero la testa.
- Quei due sono strani- dichiararono in coro.
- Andiamo a dormire?- chiese Keiji, cercando di capire se l'altro avesse bisogno di compagnia o stesse bene.
- Si, sono stanco. A domani- mormorò Kenma.
Si salutarono ed entrarono ognuno nella propria stanza.
Kenma si mise subito il pigiama ed iniziò a giocare con la sua console; Akashi invece, prima di cambiarsi, mandò un messaggio sul gruppo che avevano con i loro amici per avvisare loro che era tutto ok.
I ragazzi non risposero dubito, stavano ancora tornando a casa.
Hinata, Nishinoya, Tanaka e Yamamoto stavano parlando e scherzando come se fossero abituati a quella situazione.
Dietro Asahi, Ennoshita e Yamaguchi conversavano più tranquillamente, mentre Tsukishima rimaneva in silenzio.
- Io sono arrivato, abito in questa via- affermò Tadashi, fermandosi di fronte alla via di casa sua.
- Guarda che anche se ci sono le vacanze dobbiamo vederci- dichiarò Shoyo, facendo sorridere il verde.
- Certo, non preoccuparti-.
- Anche se sono pochi passi, non penso sia saggio che tu vada da solo- mormorò Asahi.
Non voleva allarmare gli altri, ma c'erano degli alfa in giro.
- Vado io. Così poi posso mollarvi qui ed andarmene a casa- dichiarò Kei.
- Sempre gentile eh Tsukishima?- borbottò Ryu.
- Ti ringrazio- Tadashi gli fece un sorriso che Tsukishima ignorò.
- Lo faccio per staccarmi da questi idioti- dichiarò, iniziando a camminare.
- Grazie di tutto. Ci vediamo- salutò Tadashi, affrettandosi a seguirlo.
Caló il silenzio mentre compivano i pochi passi che li separavano dall'abitazione del verde.
- Ecco... Grazie mille- mormorò Tadashi, fermandosi di fronte a casa sua.
- Intendi ringraziarmi ancora per molto? Ti ho già detto che non l'ho fatto per te- sbuffò Kei, che non vedeva l'ora di andarsene a casa.
- Però mi hai aiutato comunque, quindi è giusto che ti ringrazi- dichiarò Tadashi.
Tsukishima lo fissò per un attimo, senza rispondere.
- Inizia a esserci odore di fragola. Entra in casa, prendi degli inibitori e non uscire nei prossimi giorni- gli ordinò il biondo.
- Certo. Ancora...- Tadashi capí che scusarsi ancora avrebbe significato farsi odiare dall'altro, per cui si limitò a sorridere.
- Ci vediamo- salutó, prima di entrare in casa.
Yamaguchi, dato che era in calore, tenne tutte le porte e le finestre chiuse; per cui non si accorse che Tsukishima, prima di andarsene, aveva rilasciato di nuovo i suoi feromoni, riempiendo l'aria di un pungente ma piacevole odore di limone, in modo da allontanare tutti gli alfa nelle vicinanze.
Una volta che non ne sentí più l'odore, si allontanò anche lui.
- Quel Tsukishima non lo capisco, è davvero antipatico- borbottò Shoyo.
- È fatto così: non riesce a comportarsi gentilmente, almeno all'apparenza. Però ha mandato via quel montato di Kageyama- rispose Ryu.
A sentire quel nome Shoyo venne scosso da un brivido, ma cercó di ignorarlo.
- Io devo andare da questa parte- affermó, fermandosi davanti ad un bivio.
- Lo accompagno io; ci becchiamo dopo qui ragazzi- affermò Taketora.
- Ci sentiamo Shoyo!- salutò Yu, prima che il gruppo si separasse.
- Un giorno Noya dovrà dirmi come ha fatto a conoscervi- dichiarò Shoyo.
- Quando sarà più sicuro. Sappi solo che è molto figo!- esclamò Taketora.
- Wow, allora voglio assolutamente saperlo! Oh, questa è casa mia- affermò, fermandosi di fronte alla sua abitazione.
- Allora ci separiamo qui; se ci sarà occasione spero si rivederti!- lo salutó Taketora.
- Ci sarà sicuramente!- Shoyo lo salutò con la mano ed entrò in casa, mentre Yamamoto si allontanava.
Nessuno dei due si accorse che qualcuno li aveva seguiti.
Un alfa si era staccato da un altro "branco" con il preciso scopo di scoprire dove abitasse Hinata.
Non avrebbe agito quella sera però: c'erano troppe persone in casa.
Avrebbe atteso che il ragazzo fosse a casa da solo e che non ci fossero in giro i suoi amici alfa.
Così, dopo essersi segnato l'indirizzo, si allontanò.
Intanto anche Nishinoya ed Ennoshita erano quasi arrivati a casa.
- Quel ragazzo è sempre così pieno di energie?- chiese Asahi ad Ennoshita, notando che Nishinoya stava praticamente girando intorno a Tanaka mentre parlavano.
- Non ne hai idea... Però per questo va tenuto d'occhio, a volte si butta senza pensare- sospirò Chikara.
- L'ho notato- commentò Asahi, senza staccare gli occhi da Nishinoya.
- Fra, ma la domanda di prima cos'era?- commentò Ryu, con un sorriso malizioso in volto.
- Che c'è? Solo voi alfa potete scherzare sul sesso?- rise Yu.
Loro erano fatti così, scherzavano anche su quelle cose; era una di quelle amicizie dove potevano tranquillamente insultarsi ridendo, e nessuno se la sarebbe presa.
- Ti attira Asahi eh? Dovresti vederlo quando è il calore allora- rise Ryu.
- E tu mi aiuterai ovviamente, vero?-.
- Non c'è neanche da chiederlo- i due si batterono il cinque.
- Anzi, facciamo così. Hey Asahi, accompagna tu Noyassan a casa; non ci sono mai andato passando da questa strada e non vorrei confondermi e andare dall'altra parte- affermò Ryu, fermandosi e voltandosi.
In realtà conosceva benissimo la strada per andare da Nishinoya, ma questo Asahi non poteva saperlo.
- Oh, va bene. Ci ribecchiamo qui?-.
- Certo. Ci vediamo fra; poi ci organizziamo per... Quello- dichiarò Ryu.
- Sei il migliore Ryu; a presto- si salutarono e presero due strade diverse.
- Quindi conosci Daichi e Suga eh?!- commentò Yu.
- Si; ero in classe con Suga alle elementari, e con Daichi alle medie- rispose Asahi.
Si sentiva un po' nervoso; il ragazzo che aveva davanti era piuttosto sconsiderato, e temeva che, se avessero incontrato degli alfa, non sarebbe riuscito a tenerlo a bada.
Faceva un po' ridere che l'altro fosse più tranquillo di lui.
- Ho sentito che Suga ha studiato con voi-.
- Si è sposato con Daichi in prima liceo, quindi ha fatto un anno con noi, poi entrambi hanno mollato per... Be', lo sai. Piuttosto, tu come hai fatto a conoscerli?-.
- Tramite Ryu-.
- Dovevo aspettarmelo- commentò Asahi, facendo ridere l'altro.
- Senti, ti va di uscire qualche volta?-.
Asahi si bloccó a quella proposta.
- Uscire?- chiese, confuso.
Non era uno che andava particolarmente spesso a Beta, ma le poche volte che ci era stato tutti gli omega che aveva incontrato gli erano girati alla larga.
Non solo perché era un alfa, ma anche per il suo aspetto: in molti gli dicevano che faceva paura, anche se in realtà era lui il primo ad essere spesso terrorizzato senza motivo.
Invece quel ragazzo, così minuto in confronto a lui, non aveva avuto alcuna esitazione a mostrare interesse per la sua compagnia.
- Suppongo che non ci siano problemi- mormorò.
- Evviva! Allora scambiamoci i numeri... Cavolo, ho lasciato il telefono a casa. Ti dò il mio, posso?- Yu allungò la mano.
Era sconsigliato portarsi il telefono alla Partita: non poteva di certo essere usato per chiamare aiuto, anzi rischiava di rompersi.
Asahi tirò fuori il proprio telefono e o passò al minore, che vi armeggiò un attimo prima di restituirlo.
Asahi controllò il nuovo numero che aveva in rubrica.
- "Little thunder"?- mormorò.
- Wow, suona bene detto da te! Non dimenticarti di scrivermi, va bene? A presto!- Yu gli diede un veloce bacio sulla guancia prima di entrare in casa sua.
Asahi rimase bloccato, e per un attimo non capì cosa fosse successo.
Quando lo realizzò, sentì il volto andargli in fiamme.
Abbassò lo sguardo, e pensó che fosse meglio scrivere subito all'altro, in modo che avesse il suo numero.
Rimase un attimo indeciso su cosa scrivergli, poi gli mandò un semplice:
Buonanotte
Asahi
Nishinoya era appena entrato in camera sua quando sentì il cellulare vibrare.
Lo afferrò e non potè evitare di sorridere quando vide il messaggio.
Decise di rispondergli subito:
Ci vediamo presto
Poi mandò un messaggio anche a Tanaka:
Tu mi farai da testimone
Tanaka non lesse subito il messaggio perché stava ancora camminando con Ennoshita.
- Devo ringraziarvi per quello che avete fatto. Se non ci aveste aiutati per noi sarebbe stata la fine- affermò Chikara.
- Per Noyassan questo ed altro! Lo conosco da anni, non avrei mai potuto lasciarlo al suo destino- dichiarò Ryu.
- Però non sai la strada per casa sua?- commentò il moro.
- Be', quella era... Una piccola bugia- ammise Ryu.
- L'avevo immaginato. Sono certo che, in un mondo normale, Nishinoya sarebbe ancora più libero di quanto non sia adesso-.
- E sappiamo bene quanto ami essere libero- rise Ryunosuke.
- Decisamente. Se Asahi può aiutarlo, sono disponibile a fingere di non aver visto niente- dichiarò Chikara.
- Noyassan si circonda sempre delle persone migliori!- esclamò Ryu, ridendo.
Ennoshita sorrise. Quel ragazzo gli ricordava Nishinoya, solo un po' più testa calda ma meno avventato.
A Tanaka invece Ennoshita ricordava Daichi: avevano lo stesso modo di comportarsi da padri responsabili.
Solo era meno severo e più insicuro.
D'un tratto, Tanaka diventò serio.
- Quanto manca a casa tua?-.
- È quella in fondo. Perché?- gli chiese Chikara.
- Alfa. Non faremo in tempo- Ryu afferrò Ennoshita per un braccio, sbattendolo con poca forza contro il muro al suo fianco e avvicinando il corpo al suo, facendolo trovare schiacciato contro la parete.
- Scusa- sussurrò, avvicinando le labbra al suo collo.
Ennoshita chiuse gli occhi, cercando di non mettersi a tremare dalla paura, mentre sentiva l'altro iniziare a rilasciare una dolciastra fragranza al pompelmo.
- Rilasciali anche tu. Così penseranno che ci stiamo accoppiando- sussurrò Ryu, mentre il gruppo di alfa iniziava a passare dietro di loro.
Lanciarono qualche sguardo, ma quando nell'aria iniziò a diffondersi anche la fragranza di margherite di Ennoshita se ne andarono con qualche commento divertito.
- Sono andati- Ryu alzò la testa ed entrambi disattivarono i feromoni.
- Grazie mille- mormorò Chikara, aprendo gli occhi.
- Di nulla- Ryu si voltò per non fare vedere che era arrossito.
- Andiamo, è pericoloso- dichiarò, riprendendo a camminare.
Ennoshita annuì e lo seguì; no, non era come Nishinoya, aveva qualcosa di diverso.
- Grazie di nuovo- gli disse, una volta giunto sulla porta di casa.
- Ci rivedremo tramite Noyassan- dichiarò Ryu.
L'altro sorrise e gli fece un saluto con la mano prima di entrare in casa.
Tanaka si voltò e si portò le mani sul volto, che stava tornando ad andare a fuoco.
No: non era decisamente come con Daichi.
- Calmati Ryu, devi tornare indietro- mormoró, dandosi un paio di schiaffi sulle guance.
Una volta che si fu calmato, iniziò a camminare verso il punto con cui si sarebbe dovuto incontrare con Asahi e Yamamoto.
Intanto, dall'altra parte della città, altri due ragazzi si erano fermati prima di tornare a casa, ma per motivi ben diversi.
- Iwa-chan, sei piuttosto vorace stasera- commentò Toru, quando ebbe un attimo di respiro dalle labbra dell'altro.
- Lo sai che vederti fare il coglione mi irrita- sbuffò Hajime, lasciandogli dei baci sul collo mentre insinuava una mano nei pantaloni dell'altro.
- Io direi piuttosto che ti eccita- ridacchiò Toru, ma smise quando avvertì la mano dell'altro sfiorare la sua intimità.
Iwaizumi non l'avrebbe mai ammesso: non avrebbe mai ammesso quanto la genialità e le abilità da manipolatore di Oikawa lo eccitassero, e quanto odiasse vederlo circondato da omega ben sapendo che, il giorno in cui l'altro sarebbe stato obbligato a scegliere con chi stare, lui non sarebbe rientrato nelle possibilità.
Ma nonostante questo, non poteva fare a meno di lui.
Ogni parte del suo corpo e della sua mente era attratta da Oikawa, era sempre stato così e sarebbe sempre stato così.
Era stato sul punto di mollare tante volte, ma non riusciva a rinunciare all'unica persona che lo facesse stare veramente bene.
- Rilascia il tuo profumo per me- sussurrò, quasi pregandolo.
Oikawa serrò le labbra: avrebbe fatto di tutto per lui, ma così rischiava di perderlo.
- Se ci scoprissero...- non riuscì a continuare perché l'aria inizió ad impegnarsi dell'odore di liquirizia emanato dal moro.
- Pensavo ti eccitasse il rischio- sussurrò Hajime, mentre continuava a muovere la mano sull'intimità dell'altro.
Oikawa sorrise: quel ragazzo lo conosceva fin troppo bene.
- Solo perché è una serata speciale- dichiarò, appoggiando una mano sulla spalla del moro per tirarlo verso di sé mentre poggiava l'altra sul suo petto, ovviamente sotto la maglietta.
L'odore di nocciola si mischió alla liquirizia, aumentando l'eccitazione dei due alfa che tornarono a baciarsi, pronti a saltarsi addosso.
- Non dovreste farlo in una strada pubblica-.
Iwaizumi si staccò di scatto ed entrambi si voltarono.
- Ushijima. Che ci fai qui?- chiese Toru.
Iwaizumi fece per staccarsi, ma Oikawa gli afferrò il polso, bloccando la mano dell'altro nei suoi boxer.
Il moro si rilassó; se Oikawa era calmo, allora era tutto sotto controllo.
Come sempre, si affidò a lui.
- Torno a casa. Cosa che dovreste fare anche voi-.
- Penseranno che ci siamo trattenuti con qualche omega-.
- Anche se le vostre fragranze sono forti e potrebbero coprire la fragranza di un omega, basta vedervi per capire che non lo state attaccando in due- dichiarò Wakatoshi
- E che vuoi fare? Dirlo a mia madre?- commentò sarcasticamente Toru.
- Ciò che fate non è affar mio. Ma sapete entrambi come funziona: dovreste conoscere degli omega, invece di continuare questo giochetto-.
- Non posso provare sentimenti per un alfa solo perché lo sono anch'io?- Toru, come a dimostrazione delle sue parole, lasció un bacio sul collo di Iwaizumi, che sapendo bene cosa volesse fare l'amico voltò il viso verso di lui per baciarlo.
Dopo un attimo, i due si staccarono e Oikawa tornò a guardare Ushiwaka.
- Allora? Ci lasci continuare?- chiese Toru.
- A maggior ragione, se provi dei sentimenti per lui dovresti finirla. Iwaizumi è un alfa di rango inferiore, quindi non badano a lui in molti; ma tu, Oikawa, vieni da una famiglia nobile pura. Prima o poi sarai obbligato a sceglierti un omega per mandare avanti la tua dinastia- dichiarò Wakatoshi, superando i due.
- Il mio era un consiglio. Se vuoi prolungare le vostre sofferenze, fatelo pure- concluse prima di allontanarsi.
Iwaizumi serrò le labbra.
- Quanto mi fa incazzare- borbottò Toru, prima di tornare a guardare il moro.
Gli poggiò una mano sulla guancia, obbligando l'altro a fissarlo negli occhi.
- Ti amo Iwa-chan, lo sai- dichiarò.
- Si, lo so-. Hajime lo sapeva; ma sapeva anche che non bastava.
- Ti amo anch'io- si fiondó nuovamente sulle labbra dell'altro, deciso a rendere di nuovo loro quel momento prima di dover rinunciare all'altro per sempre.
Ushijima continuava a sentire i loro odori, ma lo ignoró: ce n'era un altro in quel momento che attirava la sua attenzione.
- Tendou Satori. Per quanto ancora intendi seguirmi?- si fermò e si voltò.
Poco dopo, una figura slanciata si fermò di fronte a lui con un sorriso in volto.
- Sei molto attento, Wakatoshi-kun. Ma ti sbagli: non ti sto seguendo. Io abito in periferia, nelle zone vicino agli alfa- affermò.
Ushijima lo guardó: aveva delle tracce di rossetto sbavato, non indossava più la camicia e anche i pantaloni ormai erano quasi del tutto inutilizzabili.
- Dovresti muoverti a tornare a casa allora. Ci sono molti alfa ubriachi in giro a quest'ora-.
- Oh lo so bene, li incontro quasi sempre. Anche se questa sera sono un po' più stanco del solito- commentò il rosso.
Ushijima rimase in silenzio ancora per un attimo.
- Ti accompagno a casa- dichiarò, voltandosi e riprendendo a camminare.
Tendou sbarró gli occhi.
- Dici davvero?!- chiese, raggiungendolo velocemente.
- Noi alfa siamo più forti di voi omega, è nostro dovere proteggervi- dichiarò.
- Ma non avete quest'obbligo solo con gli omega a cui vi legate?- commentò Satori, incrociando le braccia dietro alla testa.
- Nessuno ci impedisce di aiutare un omega bisognoso di aiuto- affermò Ushijima.
- Sanno tutti che non ho bisogno di aiuto-.
- Si, ho sentito parlare del Guess Monster. Tendou Satori, tu hai bisogno d'aiuto come chiunque altro- dichiarò, fermandosi.
Tendou rimase sorpreso a quelle parole.
- Casa tua è questa no? Ha il tuo odore- affermó Wakatoshi.
Tendou non si era neanche accorto che fossero arrivati a casa sua, ma Ushijima non dimenticava un odore dopo averlo sentito; e di sicuro, l'odore di cannella di Tendou era inconfondibile.
Il rosso sorrise.
- Grazie del passaggio, Wakatoshi-kun. Ma non preoccuparti per me: ce la faccio anche da solo- dichiarò, dirigendosi verso casa sua.
Non dissero più niente, ma Ushijima rimase a guardarlo finché non entrò in casa.
Dopodiché, si diresse anche lui verso la sua abitazione.
Una volta chiusa la porta, il sorriso di Tendou svanì dalle labbra.
- Mi fa male tutto- mormorò, massaggiandosi una spalla; aveva il corpo distrutto dopo quella serata.
Aveva bisogno di un bagno caldo ed una bella dormita.
"Tendou Satori, tu hai bisogno d'aiuto come chiunque altro".
Per la prima volta, qualcuno l'aveva considerato alla pari di tutti gli altri.
Però si sbagliava: lui non aveva bisogno d'aiuto.
Lui era un mostro.
Non aveva bisogno di nessuno.
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