CAPITOLO XXIX.
- Oh, così vi siete messi insieme?! Sono felice per te!- esclamò Shoyo, seduto in giardino insieme a Kenma.
Non era riuscito per un po' a parlare con l'amico, visto che tra lezioni e allenamenti, contando anche che erano in due case diverse, avevano fatto fatica a vedersi, per cui stava approfittando di quel giorno senza lezioni.
Kenma annuì.
- Sí; pensavo fosse innamorato di Tsukishima ma... Pare che non fosse così- mormorò con un piccolo sorriso.
- È un bene che vi siate chiariti, altrimenti sareste stati mali entrambi ancora a lungo- dichiarò Keiji. Kenma annuì.
- Già, a saperlo lo avrei fatto prima ma... È sempre stato Kuroo a gettarsi in cose nuove, per cui pensavo di non avere molta possibilità di agire- mormorò Kenma - fortuna che mi sbagliavo-.
- Tu sei molto meglio di quell'antipatico di Tsukishima- borbottó Shoyo - solo Yamaguchi riesce a sopportarlo, e mi chiedo come!-.
- Probabilmente perché si conoscono da tempo... Alcuni fanno fatica a comprendere Bokuto, anche se si tratta di due cose diverse- dichiarò Keiji, lanciando uno sguardo al suo ragazzo, che stava passeggiando per il giardino parlando animatamente con Kuroo.
- Bokuto-san è davvero fantastico! Ed è un Cacciatore incredibile!- esclamò Shoyo con un sorriso.
- È vero- sussurró Keiji - è fantastico sotto molti punti di vista-.
- Mi chiedo ancora come una persona come te sia finito con lui... Si vede che gli opposti si attraggono- sospirò Kenma.
- Bè, per me non è così strano... Bokuto ha portato tanta gioia nella mia vita e mi ha mostrato un mondo nuovo, penso sia normale che abbia finito per affezionarmi così tanto a lui- dichiarò Keiji.
- Come vi invidio, voi siete riusciti a trovare qualcuno che vi ami alla follia! Io ho sempre avuto problemi in ste cose- si lamentò Shoyo.
- Anche con Kageyama?- gli chiese Kenma.
- Perché me lo chiedete tutti?- borbottò il minore.
- Perché tu e Kageyama... Vi comportate come una coppia sposata da tempo che litiga spesso ma in realtà si ama molto- dichiarò Keiji - senza contare che tu sei l'unico con cui lui abbia legato davvero, da quando siamo qui, e visto il suo carattere è una cosa molto bella-.
Hinata per un attimo non rispose: se non era solo Tanaka a farglielo notare, forse...
- Con Kageyama è... Diverso- mormorò.
- Cosa intendi?- gli chiese Kenma.
- Quel ragazzo mi fa irritare alla follia e spesso è davvero antipatico- borbottò Shoyo - ma allo stesso tempo, sento come se lui comprendesse i miei desideri, e so che anche se litighiamo in realtà ci divertiamo entrambi a sfidarci, è il nostro modo di fare e ci aiuta ad avere qualcuno con cui farlo. Lui, a parte quando fa lo spocchioso, non si lamenta mai davvero della mia vitalità, e in fondo è bello parlare con lui e passarci del tempo insieme, ormai è praticamente il primo che mi viene in mente quando ho qualcosa da raccontare... Per non parlare dell'intesa che abbiamo in campo! Mi sento sempre fortissimo quando sono con lui!- i suoi occhi si illuminarono al ricordo di tutti quei momenti insieme: era davvero bellissimo...
- Se dici così, sembra proprio che tu ne sia innamorato- commentò Kenma - hai mai pensato che potrebbe ricambiare?-.
- Io... Non lo so- Shoyo abbassò nuovamente lo sguardo - a volte penso di sì, in fondo si è mostrato geloso nei miei confronti, e non sembra dispiacergli la mia compagnia. Ma ultimamente... Da quando abbiamo iniziato ad allenarci separati, parliamo meno, non passiamo più le pause insieme, e non ci vediamo più la mattina per allenarci. Io... Non lo so, forse si è reso conto che non gli servo per vincere...-.
- Non penso sia quello Shoyo; magari è solo concentrato su ciò che sta facendo, ma dubito che improvvisamente si sia dimenticato di tutto- fece notare Kenma.
- Lo voglio sperare, ma con lui non è come per te e Kuroo o Akashi e Bokuto... Non lo conoscevo già prima, non posso avere la certezza che parlandoci in ogni caso rimarremo uniti. Quindi forse... Mi conviene non dire niente- mormoró Shoyo.
Kenma e Akashi si scambiarono uno sguardo, leggermente preoccupati: non avevano idea di cosa provasse Kageyama, quindi era difficile dargli qualche consiglio.
Hinata alzò lo sguardo verso il cielo: sperava solo di poter tornare con lui com'erano un tempo...
Kageyama si trovava al secondo piano, sul balcone, e stava osservando il ragazzo da lontano. Ormai ci passava davvero poco tempo, e la cosa non gli stava piacendo per niente, ma stava faticando a seguire il consiglio di Suga... Come faceva a sapere se fosse la cosa giusta?! Non si era mai sentito in quel modo prima!
Tra l'altro passava ancora le lezioni dei Patronus insieme al professore, al contrario di Kenma e Akashi che ormai si erano spostati, e persino Kindaichi e Kunimi, Yachi e Aone... Quindi non poteva neanche chiedere l'aiuto di Hinata; cosa poteva fare?
- Quel ragazzo attira parecchio, eh?-. Si voltò di scatto, trovandosi davanti Atsumu Miya.
- Che ci fai qui?- sbuffò.
- Calmati calmati- rise il biondo - volevo solo parlarti, visto che sei qui da solo-.
- Non mi va di parlare con te-.
- Che caratteraccio... Ci credo che Hinata abbia iniziato a stancarsi di te-. Kageyama serrò le labbra.
- Cosa vuoi?- ringhiò.
- Solo parlare, te l'ho detto- Atsumu sorrise - il mio Omi è lontano, quindi cercavo la compagnia di qualche altro single mentre lui non c'è... Ma dato che tu non vuoi, posso chiedere a Hinata di stare un po' con me?-.
Kageyama fece un passo verso di lui, un'aria minacciosa in volto.
- Non ti avvicinare a lui- ringhiò.
- Mh? Non penso possa deciderlo tu... Non sei mica il suo ragazzo, no?-. Kageyama strinse i pugni: era vero, non aveva alcun diritto sulla vita di Hinata ma... Non voleva che quel ragazzo si avvicinasse a lui, per nessun motivo al mondo.
- Stagli lontano- ringhiò.
- Facciamo così- il sorriso di Atsumu si allargò - al torneo, se ti batterò... L'anno prossimo, sparirai dalla vita di Hinata e lo lascerai a me, va bene?-.
Prima che Kagayema potesse rispondergli, o ucciderlo, sentì una voce alle sue spalle.
- Perché non inizi a sparire tu? Vorrei parlare con il mio Kohai-. I due ragazzi si voltarono, e videro Oikawa andare loro incontro.
- E chi saresti tu per darmi ordini?- commentò Atsumu.
- Facciamo così: se riuscirai a battermi a Quidditch, potrai rispondere, altrimenti sparisci dalla mia vista, va bene?- affermò Toru con un sorriso. Il biondo lo fulminò con lo sguardo.
- Aspetta il giorno in cui ti batterò- affermò, prima di allontanarsi.
- Tsk, quel coso mi fa irritare più di te- sbuffò Toru.
- Che ci fai qui, senpai?- chiese Tobio, leggermente confuso; non è che fosse così felice di stare solo con lui.
- Sono venuto a darti una piccola lezione: sappilo, se non agisci entro Natale ti chiudo in una stanza con quel piccoletto. Iniziate a darmi sui nervi- sbuffò il maggiore, incrociando le braccia e appoggiandosi a una delle colonne.
Kageyama sbarrò gli occhi.
- Cosa...-.
- Non mi fraintendere, non mi importa della tua vita, soprattutto sentimentale: ma voglio sfidarti al massimo della tua forza, e non posso farlo se non riesci neanche a guardare quel ragazzo in faccia. Per cui, datti una regolata e parlaci; e non farti ingannare da quel biondino, il piccoletto non lo guarda nemmeno. Ma smetterà di guardare anche te se non ti muovi- dichiarò Toru - Natale è tra un mese e mezzo, vedi di trovare un bel regalo-.
Kageyama lo fissò per un attimo: non sapeva come mai Oikawa avesse voluto dirgli tutto quello, soprattutto dopo anni che non si parlavano ma... Avrebbe accolto quegli ultimi consigli da lui.
Annuì, sapendo che ringraziandolo lo avrebbe solo fatto arrabbiare, poi si allontanò.
Oikawa sospirò e alzò lo sguardo verso il cielo. Lui aveva sprecato tanto tempo senza ammettere i suoi sentimenti... Non voleva che Kageyama facesse il suo stesso errore, e si ritrovasse solo a rincorrere i suoi desideri.
Lo aveva osservato in quei mesi, e probabilmente se non fosse stato per la sua bravura... Lo avrebbe ancora considerato come un suo caro Kohai. Per una volta, poteva forse per metà mettere da parte il suo odio. Forse.
- Ti senti meglio ora che hai fatto la tua buona azione quotidiana?- chiese Hajime, raggiungendolo.
- Io faccio sempre buone azioni- dichiarò Toru, e il moro alzò gli occhi al cielo.
- Certo...- si posò di fianco a lui sulla colonna e le loro mani si sfiorarono leggermente - come ti senti? Era un po' che non ci parlavi-. Oikawa per un attimo non rispose; poi, con sorpresa del moro, gli strinse appena la mano.
- Non so perché io lo abbia fatto- mormorò - lo odio, odio ciò che mi è successo, odio che sia così bravo e odio che adesso lui si stia rifacendo una vita. Però... Non ho potuto non aiutarlo-.
- È perché in fondo sei una brava persona, Oikawa- Hajime allungò la mano libera e gli scompigliò appena i capelli - fingi di essere tanto duro, ma ci tieni a quel ragazzo, oltre al tuo desiderio di vendetta vuoi che lui sia felice, e sai che solo quel ragazzo potrà accettare com'è davvero. Anche tu hai impiegato un po'... Ad accettarti e farti accettare no?-.
Oikawa annuì: si, anche lui aveva impiegato un po' a comprendersi e farsi comprendere...
- Però io avevo te, Iwa-chan- mormorò - per quanto fossi testardo, ho sempre avuto te a tenermi sulla retta via. Lui... È stato abbandonato a sé stesso-.
- Hai fatto ciò che credevi giusto per te sul momento. Non pensarci più- rispose Hajime, carezzandogli appena la mano con il pollice - sono certo che non ce l'abbia con te-.
Oikawa annuì; lo sperava davvero tanto...
- Dici che impiegheranno ancora tanto a mettersi insieme?- commentò Takahiro, osservando i due ragazzi da lontano.
- Noi non ci abbiamo messo molto meno- fece notare Issei.
- È vero, ma è divertente prendere in giro Oikawa quando è in crisi per qualcosa di simile, visto che non capita mai- affermò Takahiro, e Matsukawa alzò gli occhi al cielo.
- Penso proprio che dovremo dargli qualche consiglio...- mormorò.
- Lo seguiranno?-.
- Spero proprio di sì; di sicuro, potrebbe aiutarli-.
Intanto, contrario di Kageyama, Yaku aveva deciso di provare a seguire il consiglio di Suga... Anche se non sapeva bene come fare.
- Sono stato molto felice che tu mi abbia chiesto di accompagnarti Yaku-san!- esclamò Lev.
- Dovevo solo andare a prendere degli ingredienti per pozioni... E i miei amici erano occupati- mormorò Yaku, leggermente nervoso.
Che pessima idea, adesso che si trovava con il ragazzo non aveva idea di che cosa dire... Fingere di stare cercando negli scaffali era molto più interessante, anche se ricordava a malapena cosa dovesse prendere.
- Tutto bene Yaku-san? Mi sembri nervoso... È perché non arrivi agli ingredienti in alto?- chiese Lev. Yaku gli lanciò un'occhiataccia.
- Certo che sai come fare irritare le persone, eh? Certo che ci arrivo- sbuffò, mettendosi in punta di piedi; non vedeva assolutamente niente, ma ricordava più o meno dove fossero le cose e gli sembrava che...
- Attento!- Lev gli circondò velocemente la vita con un braccio, tirandolo verso di sé, mentre con l'altra mano bloccava i vasetti che stavano per cadere.
- Qualcuno deve averli sistemati male... Stai bene?- mormorò, voltandosi verso di lui.
- Si- sussurró Yaku, leggermente rosso: erano davvero parecchio vicini...
- Stai bene Yaku-san? Dico davvero, mi stai facendo preoccupare... Sei strano- mormorò Lev, osservandolo.
- Potresti lasciarmi andare?- borbottó il maggiore.
- Se ti lascio mi scappi e poi non me lo dici più, quindi ti tengo stretto- ridacchiò Lev, portando anche l'altro braccio attorno alla sua vita.
- Sei un idiota- sbuffò Yaku, poi abbassò appena la testa: forse era il momento buono per parlare, in fondo anche se fosse andata male al massimo la sua vita sarebbe tornata a prima che conoscesse quel ragazzo...
- Lev tu... Perché mi stai sempre così vicino?- mormoró.
- Mh? Perché penso che tu sia una persona fantastica, Yaku-san! E non solo come Portiere! Sei un ottimo amico, e anche se hai un carattere un po' scorbutico sai essere davvero gentile, ed è bellissimo come ti imbarazzi per poco, sei super tenero! E poi sproni sempre i tuoi amici a modo tuo, e la tua sincerità anche se a volte sembra esagerata aiuta sempre a migliorare. Io sono un po' stupido su certe cose, quindi avere qualcuno che sia sincero con me mi aiuta molto a migliorare!- dichiarò Lev con un sorriso.
Yaku lo fissò: il volto di quel ragazzo splendeva di sincerità... Ovvio che non riusciva a staccarsi da lui, era troppo luminoso.
- È colpa tua- borbottó.
- Che cosa?- chiese Lev, confuso.
- Se ultimamente sono così confuso- sbuffò Yaku - è colpa tua che sei sempre così onesto e sincero e mi mandi fuori di testa. Davvero, non potresti essere... Non lo so, meno limpido ogni tanto?!-.
- Ma non è una brutta cosa essere sinceri, no?- fece notare Lev - E poi... In che senso ti confondo?-.
- Io ti piaccio?- gli chiese Yaku, fissandolo negli occhi; era stato parecchio diretto, era anche leggermente rosso, ma non gli sembrava che il ragazzo fosse particolarmente sorpreso.
Il sorriso di Lev si allargò.
- Mi piaci tanto, Yaku-san!- esclamò - E sono felice che tu ci stia pensando! Vuol dire che ho una possibilità?! Sarebbe fantastico!-.
Yaku lo fissò per un attimo.
- Io non... Non sono sicuro di ciò che provo- mormorò; in fondo non aveva mai provato sentimenti simili, come poteva saperlo?
- Posso aiutarti a capirlo!- esclamò Lev con un sorriso - Sono qui anche per questo!-.
- E se alla fine non dovessi... Essere innamorato di te? Ci staresti male- mormorò Yaku.
- Vorrà dire che farò di tutto per farti innamorare di me!- dichiarò il minore.
Yaku lo fissò per un attimo: quel ragazzo... Era davvero incredibile.
Allungò le mani, posandole sulle sue guance, e lo tirò verso di sé, unendo le loro labbra.
Lev rimase per un attimo sorpreso, ma poi tirò leggermente il ragazzo verso di sé, ricambiando il bacio mentre lo stringeva appena.
Yaku chiuse gli occhi: non sapeva se veramente il minore gli piacesse, ma di sicuro quel bacio era la cosa più giusta che potesse fare.
Doveva davvero ringraziare Suga...
- Complimenti, sei riuscito a evocarlo perfettamente!- esclamò Daichi con un sorriso, osservando il corvo patronus di Suga che volteggiava di fronte a loro. Il ragazzo sorrise.
- Ad Halloween un po' di persone sono venute a chiedermi aiuto e... Visto quanto mi sono sentito felice nell'aiutare, ho pensato che magari mi avrebbe potuto aiutare come cosa, e infatti sta funzionando- si voltò verso Daichi - anche tu ci stai riuscendo, giusto?-.
Il moro annuì.
- La squadra ci sta dando parecchie soddisfazioni, per cui questa cosa mi sta aiutando- dichiarò - anche con questo incantesimo stanno migliorando tutti... Nonostante mi preoccupino un pochino quelli del primo anno-. Apparte Hinata, e Yachi che ora ci stava provando, gli altri tre parevano ancora molto insicuri sulla questione...
- Kageyama sta imparando ora come comportarsi con i suoi sentimenti, per cui penso che sia normale come cosa- affermò Koushi - per quanto riguarda Tsukishima e Yamaguchi... Penso proprio che debbano un po' imparare a darsi una mano a vicenda-.
- Tsukki scusami, potresti aiutarmi con questo esercizio?- chiese Tadashi, alzandosi dal letto e avvicinandosi a Tsukishima, seduto alla scrivania.
Visto che quel giorno non avevano molto da fare, si erano chiusi nella Stanza delle necessità a studiare e avere un po' di pace.
- Fai vedere- Kei prese la pergamena del ragazzo e la posò sulla scrivania, iniziando a osservarla.
Yamaguchi lo osservò.
- Va tutto bene? Ultimamente... Sei parecchio pensieroso- mormorò.
- Sono gli allenamenti, mi stancano parecchio- rispose il biondo - i consigli di Kuroo mi rimangono in testa pure mentre non mi sto allenando, è seccante-.
Yamaguchi rise leggermente.
- Però ti stanno aiutando, no?- fece notare. Il biondo esitò per un attimo, poi annuì.
- A te come sta andando con Shimada?- chiese Kei, mentre iniziava a segnare a Yamaguchi ciò che aveva sbagliato.
- Molto bene!- esclamò Tadashi - Penso di stare migliorando molto... Magari uno di questi giorni ti faccio vedere-. Tsukishima annuì e il minore si morse appena il labbro inferiore.
- Hai saputo di Kuroo e Kenma?- chiese.
- Difficile non saperlo- mormorò Kei - stanno sempre appiccicati. Anzi, Kuroo mi ha detto che mi starà meno vicino perché "il mio gattino è geloso". Come se l'avessi mai voluto vicino...- borbottó.
Yamaguchi si sentì rilassato a quelle parole: gli sembrava che Tsukishima stesse bene... Dopo aver sentito le voci, anche lui aveva temuto che tra il ragazzo e Kuroo ci fosse qualcosa, ma per fortuna non sembrava essere così.
- A te... Non piace nessuno?- mormorò Tadashi.
- Sai che sei l'unico che sopporto. Tieni, stai attento a non distrarti- gli rispose Kei, passandogli il foglio.
- Grazie- mormorò il minore; era un sollievo, e allo stesso tempo non sapesse se significava che avesse qualche speranza...
Tsukishima gli lanciò un'occhiata: non solo lo sopportava, andava ben oltre ma... Non era il momento di dirglielo; Yamaguchi si stava concentrando per andare avanti con lo studio e il Quidditch, e aveva deciso che non sarebbe più stato lui a tirarlo indietro, per nessun motivo.
- Per quale motivo siamo noi qui a spiare quei due?- borbottò Taichi, in piedi sul balcone del secondo piano, guardando verso il cortile interno.
- Ordini di Tendou- rispose Reon.
- Voleva qualcuno a tenere d'occhio il nostro primino- sospirò Eita.
- Non può farlo lui invece di starsene in stanza con Ushijima?- borbottò Kenjiro.
Semi si chinò verso il suo orecchio.
- Dopo ci pensiamo noi a starcene un po' in stanza- sussurró.
Per non fare vedere che era arrossito, Shirabu si chinò a guardare in basso, dove Goshiki, seduto sul prato, stava parlando con Koganegawa.
- Davvero ti va bene?- mormorò il moro.
- Dovresti smetterla di chiedermelo- rise Kanji - ti ho già detto che per me non è un problema, no? È normale che vuoi concentrati sul Quidditch, io non sarò un peso-.
- Si ma te l'avevo detto prima di... Baciarti- il moro si chiedeva ancora come mai lo avesse fatto, era stato completamente preso dal momento. Però, non era stato per niente male...
- Che male c'è a venire da me quando vuoi un bacio?- rise il ragazzo.
- Non posso mica sfruttarti per questo- borbottó Tsutomu.
- Ma non è sfruttarmi! Capisco bene il tuo bisogno, per cui per me non è un problema non poter stare sempre insieme a te e cose simili; ti lascerò il tuo spazio per il Quidditch, e quando potrai staremo insieme, va bene? In fondo, al momento io non ho molto da fare, per cui non è un problema aiutarti con le tue cose- dichiarò Kanji con un sorriso.
Goshiki continuò fissarlo: quel ragazzo era fin troppo luminoso e gentile...
- Sei... Davvero dolce- mormorò, posando la testa sulla sua spalla - sicuro che... Ti va di provare?-.
- Certo- il biondo allungò la mano e prese la sua - ne sono più che convinto!-. Il ragazzo fece un piccolo sorriso: in fondo, forse non c'era niente di male nel provarci...
- Non voglio provare a fare amicizia con la gente- borbottò Kentaro - non posso continuare a parlare solo con te?-.
- Ti ho semplicemente chiesto se possiamo studiare noi due insieme a Watari, visto che abbiamo gli stessi esami- fece notare Shigeru - e poi, lo conosci da due anni-.
- Lo tengo d'occhio da due anni, è diverso- borbottò il ragazzo.
Yahaba alzò gli occhi al cielo.
- Solo stavolta, va bene? Cerca di non fare casino, siamo in biblioteca-.
- Solo, quel ragazzo non mia convince- borbottò Kentaro.
- Non ci ha mai provato con me, è solo una tua paranoia-.
- Come fai a saperlo?-.
- Perché sa che sono asessuale- Shinji si sedette di fronte a loro, un piccolo sorriso in volto - quindi non sono attratto dal tuo ragazzo. E no, non ne sono neanche innamorato, è solo un amico-.
Kyotani lo fissò per un attimo, po' si voltò verso Yahaba.
- Potevi dirmelo prima- borbottó.
- Tempo fa non sapevo che ti facessi tutte queste paranoie, ed è una cosa di Watari, non potevo certo dirtelo io: dovresti fidarti un po' di più- affermò Shigeru - ore che sei più tranquillo, possiamo studiare?-.
Kyotani annuì e tornò a guardare i suoi libri.
- Pare siano tornati a studiare- commentò Hisashi; Narita annuì.
- Mi fa un po' paura quel ragazzo, per fortuna non hanno visto che ci siamo anche noi in biblioteca- mormorò, e Kinnoshita rise leggermente.
- Spero solo non facciano troppo casino... So che siamo solo a novembre, ma gli esami saranno a febbraio e dopo avremo il torneo... Sembra tutto così vicino che mi viene il nervoso- sospirò.
- Posso capirti... Non possiamo neanche contare troppo su Ennoshita, adesso che è stato completamente rapito da Tanaka- rise Kazuhito - potremmo al massimo chiedere a Suga e Daichi, ma almeno nello studio vorrei che non dovessimo contare suoi sugli altri-.
- Stai facendo tanti progressi nel Quidditch; adesso concentriamoci sugli esami, dopo penseremo a quello, va bene?-.
Kinnoshita sorrise e annuì, prima di tornare a concentrarsi sul libro: in fondo, erano a novembre... La fine dell'anno si stava facendo sempre più vicina, e forse anche qualcos'altro.
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