CAPITOLO XVIII.
- Akashi?- Kenma sventolò una mano di fronte all'amico, che sussultò appena e si voltò verso di lui.
- Scusami, mi stavi chiamando?- mormorò.
- Bè, si... Tutto ok? Non parli da ieri sera- commentò Kenma.
Era normale vederlo silenzioso di fianco a Bokuto, ma di solito lui e Akashi conversavano tranquillamente... Invece, sia la sera prima a cena che quella mattina a colazione il moro era rimasto in silenzio.
Dopo aver mangiato si era chiuso in biblioteca a studiare, e adesso stava passando il terzo pasto in silenzio.
- Si, sono solo pensieroso- mormorò Keiji.
- Intendi perchè Bokuto ieri...- iniziò Tetsuro.
- Era solo felice per la vittoria- lo interruppe Keiji - sapete che ogni tanto si esalta più del solito-.
- Cerchi di convincere noi o te?- commentò Kenma, e Akashi lo guardò male.
Doveva essere così, non era possibile che ci fosse un'altra spiegazione...
- Hai provato a parlarne con lui?- gli chiese Koushi - È vero che si esalta facilmente, ma non aveva mai fatto così...-.
- No, stamattina ha dormito per riprendersi e ieri ha parlato solo della partita- Keiji lanciò uno sguardo a Bokuto, che stava ridendo con i suoi amici - e poi... Non voglio rischiare di impensierirlo- mormorò.
Meglio che continuasse a pensare... Che, in fondo, per Bokuto non significasse niente.
- Bokuto-san, ieri sei stato bravissimo!- esclamò Shoyo.
- Vero?! Ho fatto tantissimi punti!- dichiarò Koutaro, sorridendo - Una partita magnifica!-.
- Kuroo-san ha detto che lo sarebbe stato di più se ti fossi goduto meglio il dopo partita- affermò Lev.
- Kuroo dovrebbe imparare a stare zitto- borbottò Koutaro.
Gli era venuto normale farlo... Aveva sempre trovato nella sua squadre persone che gli stavano dietro e lo conoscevano, però di solito dato il suo carattere non parlava molto di strategie o simili.
Akashi invece aveva sempre tenuto in conto anche ciò che lui desiderava fare, e il ragazzo era sempre stato piuttosto sorpreso e felice di questo suo modo di fare: anche quel giorno, aveva seguito la strategia che lui aveva suggerito, aveva creduto in lui e nella sua bravura e gli aveva liberato la strada.
Non era riuscito a non festeggiare la loro prima vittoria praticamente di coppia in quel modo, ma non sapeva se Akashi ne fosse felice o meno, dalla sua espressione non riusciva mai a capirlo...
- Bene, il pranzo è finito: potete andare, sta per iniziare il terzo giorno del torneo- dichiarò il preside; velocemente, i ragazzi si alzarono.
Tranne la Karasuno, che quel giorno aveva la pausa, gli altri andarono a cambiarsi e a prendere la scope, prima di disporsi insieme a loro sugli spalti.
La prima partita, tra Fukurodani e Dateko, finì abbastanza in fretta con la vittoria della prima squadra, anche se si notava che Bokuto era parecchio distratto quel giorno.
- Che avevi oggi in campo Bro?- chiese Tetsuro, quando i due arrivarono sugli spalti; Akashi andò a sedersi vicino a Kenma e Bokuto sospirò.
- Non lo so Bro, forse ho fatto un errore...- mormorò; Kuroo alzò gli occhi al cielo.
- Bro, Akashi è in crisi perché pensa che per te sia stato solo un momento- affermò.
Bokuto sbarró gli occhi.
- Ma io...-. Kuroo gli mise velocemente una mano sulla bocca.
- Non mi sembra il caso di urlarlo sugli spalti. Ma dovresti parlarci, quando tornate a casa-. Bokuto annuì: doveva decisamente farlo...
- Stanno entrando in campo- affermò Yaku; quel giorno loro avrebbero dovuto affrontare la Shiratorizawa, ma non si sarebbero persi Seijoh contro Inarizaki per nessun motivo al mondo.
- Le due squadre sembrano più che pronte a combattersi!- urlò Yuji; e in effetti, Oikawa e Atsumu si stavano scambiando dei sorrisi per nulla rassicuranti, sembravano pronti più che altro a uccidersi...
In fondo, dal primo giorno si erano trovati a sfidarsi l'uno con l'altro, e adesso avrebbero avuto l'opportunità per mostrare chi fosse il migliore sul campo.
- La Pluffa e i Bolidi sono in campo!- urlò Yuji.
Iwaizumi e Osamu si lanciarono subito verso la Pluffa; il secondo riuscì ad afferrarla, ma il moro gli rimase attaccato, bloccandogli i movimenti.
- Tsk- il ragazzo lasciò cadere la palla e Atsumu la prese, passandola velocemente ad Aran, che riuscì a tirare negli anelli.
- Capisco- mormorò Toru, continuando a sorridere - Kunimi, posso chiederti una mano tattica adesso?- chiese, voltandosi verso il ragazzo - Dopo faccio entrare Kyotani-.
- Se proprio devo- sospirò Akira, dirigendosi verso gli anelli avversari.
- Utilizzi subito il tuo asso nella manica?- commentò Atsumu, avvicinandosi a Oikawa.
- Davvero divertente che pensi ne abbia solo uno; non dovresti sottovalutarmi in questo modo- commentò Toru - dovresti stare più attento-.
- Dopo che sei stato battuto da Ushijima in quel modo, non penso tu possa tanto parlare- affermò Toru, prima di allontanarsi da lui - Iwa-chan!- urlò.
Il ragazzo annuì e gli passò la Puffa.
- Coprite- urlò Atsumu. I giocatori dell'Inarizaki si avvicinarono a quelli dell'Aoba Joshai; Aran, vedendo che Oikawa si stava avvicinando fin troppo alla porta, provò a seguirlo.
Il ragazzo fece un tiro dalla parte opposta, verso Kunimi.
- È troppo lontano...- mormorò Atsumu; ma Kunimi scattò velocemente in avanti, riuscì a prendere la palla e tirarla nel cerchio.
- Wow, non mi avevi detto che Kunimi non ha mai voglia di fare niente?- chiese Shoyo, voltandosi verso Kageyama.
- Già...- mormorò Tobio, leggermente sorpreso; con lui si muoveva a malapena... Come al solito, Oikawa era riuscito a tirare fuori qualcosa anche da quella pigrizia.
- Questa partita è veramente tesa- mormorò Koushi - hanno entrambi dei Cercatori in gamba che sanno usare bene la squadra, anche se in modo diverso-.
- Già... Miya Atsumu riesce a fare passaggi semplici per tutti, mentre Oikawa è in grado di comprendere le abilità di tutti e usarle al massimo. Sarà una bella battaglia- affermò Daichi.
- Per qualche motivo, mi danno i brividi...- mormorò Asahi.
- A te tutto dá i brividi- rise Yu - però è vero che c'è un'aria strana...-.
- Già- Ryunosuke si guardò intorno; gli sembrava ci fosse qualcosa di strano in generale...
La partita proseguiva a ritmi molto serrati: i due Cercatori continuavano a dare ordini, i giocatori sfrecciavano per il campo seguendo ciò che gli veniva indicato, segnando punti su punti.
Il pericolo dei Bolidi lanciati dall'Inarizaki era alto, ma l'Aoba Joshai l'aveva tenuto in conto; sapeva come muoversi, passava parecchio la palla e attirava i bolidi lontano da chi doveva tirare.
I due Cercatori continuavano a essere più che sicuri delle loro squadre... E ancora di più, della loro vittoria.
- Il Boccino sta per entrare in campo! Oh, e proprio in questo momento la Seijoh fa un cambio! Esce Akira Kunimi, ed entra Kentaro Kyotani!- urlò Yuji.
- Sei pronto, cagnolino rabbioso?- chiese Toru con un sorriso.
- Tsk, vedi di passarmi quella dannata palla- sbuffò il minore.
- Come preferisci. Iwa-chan!- urlò Toru.
Il ragazzo annuì e scattò in avanti, intercettando il passaggio di Aran verso Osamu, e si lanciò verso la porta; Kyotani lo seguì, più che deciso a liberarsi la strada.
Kita si parò di fronte ai due ragazzi, pronto a fermarli; Iwaizumi lanciò la palla a Kyotani e il ragazzo si lanciò contro Kita, sporgendosi di lato sulla scopa e riuscendo a lanciare la Pluffa nel cerchio.
- Evvai!- esclamò Shigeru con un sorriso.
- Speravo che fossi meno esaltato di lui- mormorò Akira, seduto a riprendere le forze.
- Bè, Kentaro ci teneva parecchio a giocare... Voglio incoraggiarlo- affermò il maggiore con un sorriso.
Kunimi gli lanciò un'occhiata, poi spostò lo sguardo su Kindaichi: bè, lui era certo che quel ragazzo sapesse già che lo stava incoraggiando...
Il moro si voltò per un attimo verso di lui e gli rivolse un veloce sorriso, prima di tornare a dirigersi verso uno dei bolidi per liberare la strada a Kyotani.
Intanto, il boccino scattò in aria, ma i due Cercatori lo ignorarono: erano entrambi decisi a fare ancora più punti, non si sarebbero fermati facilmente.
Oikawa osservò la sua squadra: la carica di Kyotani sarebbe durata ancora qualche minuto prima che l'effetto a sorpresa passasse... Kita era intelligente, non a caso era arrivato primo agli esami del terzo anno, e si stava già iniziando ad abituare ai movimenti del ragazzo.
- Pensavi di partire adesso?- commentò Atsumu; Oikawa si voltò verso di lui.
- Bè, non possiamo mica lasciare il Boccino lì per sempre- affermò con un sorriso.
- Spero allora... Che tu non rimanga sul campo per sempre- Atsumu scattò all'improvviso di lato e Oiiawa si voltò, notando i due Bolidi che si stavano fiondando contro di lui.
Si sentì afferrare per i piedi e tirare in basso, riuscendo per un pelo a schivare i Bolidi.
- Grazie Iwa-chan- disse, mentre il ragazzo lo lasciava, permettendogli di scattare verso il boccino.
- Tsk, idiota... Vedi di prenderlo!- gli urlò Hajime; solo lui poteva rischiare una strategia simile...
Oikawa sorride e scattò in avanti; Atsumu era vicino, ma Oikawa gli tagliò improvvisamente la strada.
- Quando fai tanto lo spavaldo...- allungò la mano, afferrando il Boccino, e si voltò verso di lui con un sorriso in volto - assicurati almeno di avere le capacità per vincere-.
- La partita si è conclusa! L'Aoba Joshai vince!- urlò Yuji.
Oikawa continuò a sorridere, gongolando nel vedere gli occhi di Atsumu riempirsi di rabbia.
- Pensi di essere migliore di me solo per questo?- ringhiò Atsumu.
- Oh no, mi credo migliore di te per tanti motivi, ma adesso magari te ne renderai conto anche tu- affermò Toru, prima di volare verso la sua squadra.
Atsumu assottigliò lo sguardo: quel ragazzo... L'avrebbe pagata cara, gliel'avrebbe fatta vedere lui.
- Sei stato grande senpai- affermò Yutaro; quella mossa era stata davvero incredibile...
- Siete stati voi a giocare molto bene, non ce l'avrei fatta senza quelle strategie; stasera si festeggia tutti insieme- dichiaró Toru con un sorriso.
La prossima volta, avrebbe battuto anche Ushijima.
Aprì nuovamente la bocca per dire alla sua squadra di andare a cambiarsi, ma d'un tratto l'attenzione di tutti venne catturata da qualcosa: una grande magia oscura, che si levava da una zona del castello, e pareva una grande minaccia.
- Estraete tutti le bacchette e spostatevi dal campo!- urlò Ikkei, alzandosi ed estraendo la bacchetta.
Lanciò un'occhiata ad Atsumu, ma anche il ragazzo sembrava sorpreso, cosí l'uomo tornò a guardare il castello.
- Atsumu, leviamoci- Osamu afferrò il fratello, allontanandosi con il resto della squadra verso gli spalti.
L'Aoba Joshai fece lo stesso: Oikawa e Iwaizumi, appena atterrati, estrassero le bacchette, rimanendo con Makki e Matsukawa davanti alla squadra.
Kindaichi si parò di fronte a Kunimi, la bacchetta in mano, mentre anche i tre ragazzi del secondo anno si mettevano in posizione.
- Cercate di mantenere la calma e rimanere vicini- ordinò Daichi.
- Se dovessimo essere attaccati, scegliete una persona e cercate di non separarvi da lei: è meglio non rimanere soli in queste situazioni- affermò Koushi, di fianco al ragazzo.
- State più indietro- disse Asahi, stenendo leggermente il braccio per tenere gli altri dietro di lui.
Nishinoya avrebbero voluto ricordargli che potevano combattere anche loro, ma visto che poche volte il ragazzo sembrava così determinato decise di rimanere dietro a controllare quelli del primo anno.
Lanciò uno sguardo a Tanaka che annuì, con il suo stesso pensiero in mente, prima di voltarsi verso i tre ragazzi del secondo anno al suo fianco.
Avevano tutti estratto le bacchette; Kinnoshita e Narita si stavano stringendo uno all'altro, mentre Ennoshita cercava di mantenere un'aria tranquilla, ma stava tremando.
Tanaka allungò la mano, stringendo quella del ragazzo, che si voltò verso di lui, sorpreso.
- Andrà tutto bene- affermò Ryunosuke: qualsiasi cosa fosse stata, non avrebbe lasciato che ferisse i suoi amici.
Ennoshita annuì e tornò a guardare davanti a sé, deciso a non farsi prendere dalla paura.
- Non avere paura, Hitoka-chan- sussurró Kyoko, tenendo la ragazza vicino a sé - ci sono i professori, di sicuro andrà tutto bene- dichiarò.
La minore annuì, anche se come molti stava tremando dalla paura; tra cui Yamaguchi, a pochi passi da lei.
- Tadashi- lo chiamò Kei, e il ragazzo alzò la testa verso di lui - non separarti da me- affermò il biondo, senza guardarlo.
Yamaguchi annuì, leggermente sorpreso, ma anche rassicurato da quelle parole.
- Bokè, vedi di non lanciarti in cose idiota- disse Tobio.
- Hey, non lo farò!- sbuffò Shoyo - Piuttosto, tu non farti prendere dal panico!-.
- Ti sembro in panico per caso?!-.
- Quei due riescono a litigare pure in una situazione simile...- mormorò Keiji.
- Chiunque siate, fatevi avanti! Non vi lascerò toccare Aghashi!- urlò Koutaro con decisione. Akashi tornò a guardarlo.
- Bokuto-san, cerca di non intervenire se non in caso di pericolo- si raccomandò, sperando che il ragazzo non facesse qualcosa di insensato.
- Ormai il gufastro è andato- commentò Tetsuro, lanciando uno sguardo alle sue spalle - capito qualcosa?- chiese, guardando Kenma.
- Forse- mormorò - questo freddo che sta scendendo è innaturale...-.
- Vero- mormorò Tetsuro; non era normale che facesse freddo così all'improvviso...
- Lev, stai buono- sbuffò Yaku, cercando di fare tornare il ragazzo seduto.
- Andiamo Yaku-san, lascia che ti dia una mano a combattere! Non vuoi il mio aiuto?- insistette il minore.
- Vorrei non dover combattere- borbottò Yaku - cerca di stare buono, fai come Inuoka e Shiabayama-.
I due erano rimasti più in disparte, seguendo l'ordine di Yamamoto di stare dietro di lui, e si stavano stringendo uno all'altro, il castano che cercava di tranquillizzare il suo ragazzo.
- Andrà tutto bene Mika, tranquilla: i professori sono pronti alla battaglia- affermò Suguro, cercando di nascondere il suo nervosismo e pensare prima a calmare la ragazza.
- I professori non si sono accorti di una cosa simile dentro al castello- sbuffò Mika - che diavolo stanno facendo?! Non possono muoversi a capire cosa sia?!-.
- Non preoccuparti Mika-chan, sono sicura che andrà tutto bene: ci sono tanti maghi in gamba qui- affermò Misaki, rivolgendole un sorriso.
- È incredibile che tu sia tranquilla, Hana-chan!- esclamò Yuji.
- Diciamo che sono abituata ad agire in situazioni di stress- sussurró la ragazza; in realtà era anche lei parecchio nervosa ma... Voleva davvero credere che sarebbe andato tutto bene.
Doveva stare tranquilla.
- Tendou, mi sembri molto nervoso- disse Wakatoshi, osservando il ragazzo; in un altro momento gli sarebbe sembrato incuriosito dalla situazione...
- Temo di aver capito di cosa si tratti- mormorò il ragazzo, stringendo più forte la bacchetta - tu invece sei tranquillo come sempre, Wakatoshi-kun- ridacchiò.
- Non siamo alle prime armi- affermò Wakatoshi - non preoccupatevi, ci penserò io a proteggervi-.
- Senpai, sei davvero un eroe!- esclamò Tsutomu; avrebbe voluto avere la sua sicurezza.
- Cerca di non provare a fare l'eroe anche tu- sospirò Taichi.
- Finché manteniamo la calma capiremo di sicuro cosa fare- dichiaró Reon.
- Se è ciò che penso... Noi non potremo fare molto- mormorò Eita.
Shirabu serrò appena le labbra mentre il maggiore gli stringeva la mano.
- In ogni caso, non ci arrenderemo facilmente- dichiarò, e il ragazzo annuì con convinzione.
- Sei troppo convinto per essere un ragazzino di fronte a una presenza simile- borbottó Kenji, guardando male Koganegawa.
- Ma perché ci siete voi, senpai! E io so di essere forte!- esclamò il biondo con un sorriso.
- Cerca di non fare troppo lo spavaldo, non sappiamo cosa sia- mormorò Kaname, leggermente preoccupato: non riconosceva quella presenza, però sembrava...
- Andiamo senpai, non essere così tanto spaventato da...- Kenji si bloccò nel vedere Aone fare un passo in avanti.
- Tutto bene?- gli chiese. Il ragazzo gli fece cenno di rimanere dietro e il castano serrò appena le labbra: se anche lui era così nervoso... Poteva essere più seria di quanto pensasse.
Poco dopo, una figura comparve in lontananza.
- Come immaginavo... Sono Dissennatori. Yasufumi, vieni con me insieme agli altri coach; Keishin, tu e i ragazzi rimanere a proteggere gli studenti- ordinò Ikkei, salendo sulla sua scopa e allontanandosi in direzione dei Dissennatori.
- Cosa ci fanno qui dei Dissennatori? Non dovrebbero neanche poter entrate- fece notare Ittetsu, piú che preoccupato, mentre anche loro salivano sulle scope.
- Sicuri di non aver dato il permesso in alcun modo?- chiese Kiyoomi.
- Più che sicuri; rimanete qui con il preside e gli altri professori- si raccomandò Ittetsu, prima di allontanarsi.
- Cosa pensi che stia accadendo?- chiese Moyota, guardando il cugino.
- Non ne ho idea, ma dovrò dire a mio padre di parlare con Azkaban: è un problema, se i Dissennatori sono venuti fino a qui- lanciò uno sguardo alle sue spalle - soprattutto contando che stanno arrivando anche da dietro di noi-.
- Rimanete tutti uniti! Ricordatevi che con loro gli incantesimi normali non funzionano, per cui non provate ad attaccarli!- urlo Keishin; strinse appena la bacchette: ancora i suoi studenti non erano in grado di usare quell'incantesimo... Cosa poteva fare?!
- Professore, noi sappiamo usare l'Incanto Patronum-. Ukai si voltò verso Kuroo, che stava indicando lui, Yaku e Bokuto.
- Lo abbiamo studiato questa estate!- esclamò Koutaro con un sorriso; uno dei pochi incantesimi che aveva imparato senza Akashi, per fargli una sorpresa. Infatti, il ragazzo lo stava guardando con aria piuttosto sorpresa.
Ukai esitò per un attimo.
- Usatelo solo se necessario e si avvicinano troppo, vedete di non esagerare- ordinò, e i tre ragazzi annuirono.
- Uh, parlano dell'Expecto Patronum vero?! Vorrei saperlo usare anch'io!- esclamò Shoyo con un sorriso.
- Raccogliere pensieri felici non è così semplice- gli fece notare Kenma - meglio che per questa volta lasci perdere-.
- Andiamo, tentare non costa nulla- esclamò Shoyo, tirando fuori la bacchetta - in fondo, ne ho avuti tanti di ricordi felici, da quando sono qui con voi! Vero Bakageyama?-.
- Eh?- sbuffò il moro, voltandosi, ma Hinata aveva già chiuso gli occhi per concentrarsi.
Subito gli venne in mente il momento per cui aveva ricevuto la lettera per Hogwarts, quando aveva incontrato i suoi nuovi amici, ciò che aveva visto nello specchio delle brame... E quando era potuto finalmente salire su una scopa da Quidditch, e insieme a Kageyama era riuscito a fare i suoi primi punti!
Puntò la bacchetta davanti a sé.
- Expecto Patronum!- esclamò con un sorriso. Un piccolo raggio azzurro uscì dalla sua bacchetta e pian piano assunse la forma di un piccolo corvo azzurro.
- Ma è super figo!- esclamò Shoyo, mentre il corvo si allontanava da lui e volava verso i Dissennatori.
- Grande Shoyo!- urlò Yu.
- Ma... Come hai fatto?!- esclamò Tobio, mentre tutti si voltavano verso di lui.
- Mh? È così strano?- chiese Shoyo, confuso.
- Quegli esseri sono fatti per risucchiarti via la felicità, non è certo così semplice riuscire a eseguire un incantesimo simile per la prima volta in loro presenza- borbottò Kei.
- Bè, ma io sono con tutti voi no? Che avrei da temere?- chiese il ragazzo, confuso.
- Guardate: stanno andando via piuttosto facilmente- affermò Kyoko, osservando i Dissennatori che si allontanavano velocemente alla vista del piccolo corvo.
- Tendou, tu non vuoi provare?- chiese Wakatoshi, voltandosi verso il ragazzo, che scosse la testa.
- Temo combinerei più danni che altro- ridacchiò Satori - in questo stato... Non è proprio l'ideale-.
Se non ci era riuscito fino a quel momento... Dubitava di poterlo fare adesso.
- Non sono veri Dissennatori- Yasafumi tornò verso gli spalti - sembrano più evocazioni, andranno via facilmente e il loro potere non è tanto forte. Se anche voi tre sapete usare l'incanto, rilasciate i patronus- disse.
Kuroo, Yaku e Bokuto annuirono, prima di allungare le bacchette.
- Expecto Patronum- recitarono.
Una pantera, un gatto e un gufo uscirono dalle loro bacchette, dirigendosi verso i Dissennatori.
- Wow, ma sono super fighi!- esclamò Shoyo.
- Vero?! Sono incredibili!- dichiarò Koutaro - Il mio più di tutti!-.
- Vero!-.
- Cerchiamo di non abbassare la guardia- li riprese Keiji; anche se ormai, anche grazie all'intervento dei professori, i Dissennatori stavano pian piano svanendo e stava tornando in campo l'aria tranquilla di poco prima.
Sakusa si voltò verso il preside Whashijio.
- Immagino sappia che dovrò riportare l'incidente a mio padre; dovremo indagare per capire come siano riusciti sei Dissennatori a entrare a Hogwarts, o anche solo delle loro evocazioni- affermò, e l'uomo annuì mentre si alzava.
Sakusa lanciò uno sguardo ad Atsumu: aveva un'espressione strana in volto... Ma era sembrato parecchio sorpreso nel vedere quegli esseri...
- Attenzione!- la voce del preside, che stava usando Sonor per farsi sentire da tutti, portò l'attenzione dei ragazzi su di lui.
- Per scoprire da dove sia arrivata questa minaccia, dichiaro sospeso il torneo di Quidditch: tutti gli studenti si preparino a tornare a casa domattina. Avviseremo noi le vostre famiglie dell'anticipo: vi faremo sapere se sarà possibile tornare per il tempo deciso, o se serviranno più indagini- dichiarò l'uomo.
Qualcuno ebbe l'idea di protestare, ma visto ciò che era appena successo decisero che era meglio ascoltare e ritornare a casa: al torneo ci avrebbero pensato in un altro momento, non l'avrebbero certo lasciato andare così facilmente.
Sotto lo sguardo attento dei professori, i ragazzi iniziarono a scendere dagli spalti per tornare verso il castello.
Ukai puntò lo sguardo sulla figura di suo nonno, che questa volta non poté fare a meno di sospirare e annuire: stava succedendo qualcosa in quel castello... Ed era meglio che scoprissero cosa, prima che arrivasse una minaccia ben peggiore del Dissennatori.
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