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CAPITOLO XLVIII.

- Così... Domani si torna a casa- commentò Rintarou, osservando fuori dalla finestra.

- Da quando ti piace fare il drammatico?- Osamu lo raggiunse e lo affiancò, continuando a osservarlo.

- Non mi piace. Pensavo solo che è divertente che tuo fratello abbia passato l'ultima settimana chiuso in infermeria con intorno gli Auror a fargli domande- dichiarò Rintarou - tu te la sei cavata con un paio di giorni di interrogatorio-.

- L'hanno presa come la bravata di un ragazzo che voleva creare qualcosa di nuovo... Visto che è stato ferito anche lui, Atsumu li sta convincendo che la sua mente era stata traviata. Probabilmente ci terranno d'occhio per un po', ma se non farà altre cazzate non avrà ripercussioni-. Suna annuì.

- Piuttosto... Sono preoccupato più di come l'abbia presa Kita-.

- Sicuro di stare bene?- mormorò Aran, che stava passeggiando insieme al ragazzo per i corridoi della scuola; gli aveva chiesto di fare un giro una volta finite di preparare le valige, in modo da distrarlo da ciò che era accaduto.

- Sí- rispose Shinsuke. Aran lo fissò per un attimo, prima di allungare la mano e afferrare la sua, fermandolo.

- Kita, non è colpa tua: tu sei un ragazzo fantastico, hai cresciuto quei tre per due anni al meglio- dichiarò.

- Però... Lo ha fatto comunque- mormorò Shinsuke, senza guardarlo.

- Non sei loro padre Kita, loro ti sono sempre stati grati per ciò che hai fatto. Atsumu... Sai com'è fatto, cerca sempre un modo per mostrare di essere diverso e avere qualcosa in più degli altri. Non è colpa tua-. Kita non rispose: razionalmente lo sapeva, eppure per tutto quel tempo non aveva voluto credere che sarebbe potuta accadere una cosa simile.

Aveva sempre fatto del suo meglio, invece...

- Kita- Aran gli prese dolcemente il volto tra le mani e lo fissò negli occhi - sono sicuro che adesso non farà più nulla di simile. So che parlandoci riuscirà a capire che ha commesso un errore, e che adesso... Con noi e Sakusa al suo fianco, andrà meglio-. Kita fece un piccolo sorriso.

- Grazie, hai ragione... Appena posso ci vado a parlare. Sei... Davvero, grazie-. Kita non era bravo a esprimere i suoi sentimenti, ma sapeva che il ragazzo lo avrebbe capito.

- Questo e altro per te- mormorò Aran, osservandolo: lo vedeva raramente sorridere così... Era felice di vederlo più rilassato.

Si chinò e posò le labbra sulle sue.

Kita sbarró per un attimo gli occhi, preso alla sprovvista, prima di chiuderli e abbandonarsi tra le braccia del ragazzo.

Aran dopo pochi secondi si staccò, sperando di non aver fatto nulla di male.

- Scusami, ero un po'... Preso dal momento- mormorò - è che tu... Mi piaci da tanto. Farò il possibile per riuscire a continuare a stare al tuo fianco-.

- Non ne avevo idea- sussurró Shinsuke - ma ne sono... Davvero felice. Con te al mio fianco... Mi sento più tranquillo-. Aran fece un sorriso: era tutto ciò che gli serviva per rimanere sempre con lui.

- Rimarremo insieme anche se non sarò più qui, lo sai vero?- sussurró Tetsuro, sdraiato a letto, con Kenma di fianco a lui, mentre gli accarezzava i capelli.

- Lo so- mormorò Kenma - se parli così sembri più ansioso di me-.

- Bè, neanche io sono abituato a stare senza di te. Tu sarai qui con tutti i tuoi amici, io invece... Tranne qualche birra con Bokuto e delle chiacchierate con Yaku, dovrò affrontare tutto il mio futuro senza averti lì con me- mormorò Tetsuro, continuando ad accarezzarlo - e so che neanche tu ti sentirai sicuro-.

- No, è vero- mormorò il minore- ma come hai detto tu, io sarò al sicuro- si tirò leggermente su e lo fissò negli occhi - sei sempre stato una persona forte, intelligente e coraggiosa Tetsuro, sono sicuro che riuscirai a fare tutto ciò che desideri. Sarò con te, possiamo contattarci quando vogliamo, e se togli le vacanze di mezzo sono nove mesi... Per Natale potrei chiedere il permesso di venire da te-.

- Dovresti passarlo con i tuoi amici; verrò qui io, così potremo passarlo insieme. Ma avremo tutto il tempo futuro per stare insieme, lo sai- dichiarò Tetsuro - non sono pazzo come Bokuto, aspetterò ancora un po' per farti la proposta, ma intanto che tu sarai qui io cercherò quella casa-.

Kenma sorrise e si chinò per baciarlo: non vedeva l'ora... Di passare il resto della sua vita in quella casa con lui.

- Sicuro che vuoi che venga a casa tua?- chiese Satori, mentre finiva di preparare la sua valigia.

- Certo- Wakatoshi si voltò verso di lui - perché non dovresti?-. Sapeva che la famiglia di Tendou non sarebbe rimasta a lungo insieme al figlio, anzi probabilmente, come accaduto durante l'estate, avrebbero fatto in modo di allontanarsi prima del suo arrivo.

Solo che in quella occasione Tendou non avrebbe avuto la possibilità di tornare a scuola, ormai aveva concluso la sua istruzione ed era il momento che entrasse nel mondo del lavoro; e Ushijima non voleva assolutamente lasciarlo solo.

- Non vorrei disturbare, in fondo dovrò andare per forza a un corso di pasticceria e anche fare parecchi esperimenti...-.

- Vorrà dire che ti darò una mano con l'assaggio-.

- Sei il migliore Wakatoshi-kun!- esclamò Satori, gettando le braccia al collo del ragazzo, che lo strinse leggermente a sé: si sarebbe preso cura di quel ragazzo in modo che potesse essere felice... A ogni costo.

Sentirono la porta aprirsi.

- Oh, siete ancora qui?- commentò Toru - Se dovete fare cose lunghe fatelo dopo, altra gente deve preparare le valigie- fece per chiudere la porta, ma la voce di Ushijima lo richiamò.

- Oikawa-. Il ragazzo si voltò.

- La prossima volta, vincerò io-. Il ragazzo sorrise.

- La prossima volta, vinceremo ancora noi- dichiarò, prima di uscire dalla stanza.

- Avete fatto pace?- gli chiese Hajime.

- Mi starà antipatico per sempre- borbottó Toru - ma adesso che l'ho battuto, mi sento molto meglio!-.

- Sei una vera merda- sbuffò Hajime.

- Iwa-chan! Sei cattivo!- esclamò Toru.

- Sei tu che sei uno stronzo!- Hajime gli tirò un piccolo scappellotto, poi gli posò una mano sulla spalla - Ma in fondo, sei una brava persona-.

Oikawa sorrise.

- Probabilmente perché ho te al mio fianco, Iwa-chan- dichiarò. Anche il moro sorrise.

- Non ti libererai facilmente di me. Forza, andiamo a salutare anche gli altri... Intendo parlare con Kageyama?-.

- Penso abbia da fare con il suo piccoletto... Ma forse, farò un salto a prenderlo in giro più tardi-.

- Cavolo, io non voglio rimanere giorni senza allenarmi... Bakageyama, devi venire da me durante la pausa ad allenarti a Quidditch!- dichiarò Shoyo, incrociando le braccia al petto, mentre osservava il campo da Quidditch di fronte a loro.

- Sai che passerà più o meno un mese vero? Poi torneremo qui- fece notare Tobio.

- Appunto! Non posso certo non allenarmi per un mese!- esclamò Shoyo - Anche tu no?!-.

- Certo che no! Ti passo a prendere ogni mattina, così ci alleniamo!- dichiarò Tobio - vedi di essere puntuale!-.

- Io sarò super puntuale! Anzi lo sarò più di te, visto che ci alleniamo a casa mia!-.

- Vorrà dire che mi accamperò fuori!-.

- A sto punto meglio che dormi in casa!-. Arrossirono entrambi per un attimo.

- Se a tua madre non dispiace...- mormorò Tobio.

- Basta che facciamo silenzio- dichiarò Shoyo, facendogli l'occhiolino.

- Non sono io che urlo come un pazzo- borbottò il moro.

- E di chi è la colpa?!-. Si guardarono male per un attimo.

- Faremo silenzio, così mamma ti farà stare da noi e potremo stare insieme e allenarci quanto vogliamo!- dichiarò Shoyo.

- Sono più che d'accordo. Vuoi andare a salutare i tuoi amici, visto che tra poco andiamo?-. Il più basso annuì e i due si presero per mano, allontanandosi per andare a salutare gli altri.

- Sono felice di potervi salutare! Siete stati degli amici fantastici!- esclamò Taketora, abbracciando i due davanti a lui, mentre Reon e Taichi si tenevano leggermente in disparte.

- L'avevo detto che non dovevamo venire... Io me li subirò pure l'anno prossimo...- borbottò Taichi.

- Bè, è stato divertente anche per me passare del tempo con voi- dichiarò Shinji con un sorriso.

- È vero, il nostro gruppetto di single è stato una buona compagnia- affermò Kaname, anche lui con un piccolo sorriso.

- Vero?!- Taketora si staccò con un piccolo sorriso - Chi rimarrà l'anno prossimo, sappia che non sfuggirà alle nostre riunioni!-.

- Ricevuto- rise Shinji, mentre Taichi si preparava già a trovare delle buone scuse per scappare.

- Bene, adesso che vi ho salutati- Taketora si voltò - andrò a salutare per l'ultima volta anche la mia dea!-.

Kyoko starnutí appena.

- Tutto bene?- le chiese Hitoka, seduta all'ombra dell'albero di fianco a lei.

- Sí, solo uno starnuto improvviso... Come ti senti al pensiero che l'anno prossimo io e le altre ragazze non ci saremo?- chiese la maggiore.

- Un po' preoccupata- ammise Hitoka - ma di sicuro arriveranno altre ragazze, per cui mi farò forza e cercherò di farci amicizia ed essere una guida per loro.

- Sei proprio coraggiosa Hitoka-chan- affermò Kyoko con un sorriso

- È perché ho incontrato voi che ora so di poterlo fare! Tu sei nervosa al pensiero che dovrai iniziare a lavorare nel mondo adulto?- chiese Hitoka.

- Leggermente ma... So che potrò contare su di te e su tutti i nostri amici, quindi in qualche modo me la caverò di sicuro- affermò Kyoko: adesso, era decisamente più sicura di potercela fare.

- Potrai contare su di me ogni volta che avrai bisogno- dichiarò Hitoka con un sorriso; questa volta, non si sarebbe più tirata indietro di fronte a nulla.

- Ho deciso, e non mi tirerò indietro: l'anno prossimo... Inizierò ad apprezzare lo studio- dichiarò Ryunosuke con convinzione.

- A vent'anni, è anche ora- rise Chikara, seduto nel porticato di fianco a lui - come mai questa decisione?-.

- Bè, ormai sono adulto! È il momento che impari ad assumermi le mie responsabilità! Altrimenti come faccio a mandare avanti bene la nostra famiglia? Mia sorella mi ucciderebbe- dichiarò Ryunosuke.

Ennoshita diventò completamente rosso.

- Bè... Non devi certo farlo da solo... Io ti aiuterò di sicuro- affermò con un piccolo sorriso. Anche il sorriso di Tanaka si allargò.

- Grazie mille! So di poter contare sempre su di te!- esclamò, abbracciandolo. Ennoshita sorrise e si poggiò appena a lui: adesso, non aveva decisamente più alcun dubbio.

- Tsk, quel ragazzo mi fa incazzare- borbottó Kentaro, guardando male Tanaka, poco distante da dove si erano sistemati lui e Yahaba.

- Chi si somiglia...- sospirò Shigeru.

- Potrebbe piacerti anche lui, se è così simile a me... In quel caso, dovrei ucciderlo- borbottò il ragazzo. Yahaba alzò gli occhi al cielo.

- Tu e la tua gelosia ingiustificata... Non sarei rimasto con te tutto questo tempo se dovessi lasciarti per qualcun altro, per cui vedi di stare tranquillo- si sporse a dargli un bacio sulla guancia - l'anno prossimo voglio vederti parlare un pochino di più almeno con quelli della nostra squadra, va bene?-.

- Va bene...- borbottó il ragazzo - ma solo per te-. Yahaba fece un sorriso e posò la testa sulla sua spalla.

- Sono certo... Che aiuterà anche te-.

- Pare che i nostri Kohai non abbiano più bisogno di noi, eh?- commentò Takahiro, osservando i due ragazzi da lontano - Peccato, mi piaceva stuzzicarli-.

- Avrai modo di farlo con i tuoi futuri colleghi- affermò Issei - e poi, ci sarà ancora Oikawa da prendere in giro-.

- Hai più che ragione- rise Takahiro - andiamo a festeggiare l'ultimo giorno qui? In fondo, questo posto è stato importare anche per noi-.

Il moro sorrise.

- Andiamo- disse; anche se in quella storia erano stati un po' figure secondarie, in fondo avevano loro i loro ricordi in quel luogo, e li avrebbero tenuti stretti fino alla fine.

- Non pensavo saremmo tornati qui... Ricordo che avevi detto che prima di ogni altra cosa volevi metterti con me, ma non pensavo saresti venuto a vedere- dichiarò Hana, mentre apriva la porta.

- Bè, adesso stiamo insieme, no?!- esclamò Yuji con un sorriso - Voglio riuscire a diventare una persona sempre migliore, per cui mi piacerebbe sapere cosa potrebbe aspettarmi!-. Misaki fece un piccolo sorriso: a lei sembrava già che fosse cresciuto...

Terushima si fermo davanti allo specchio delle brame e osservò ciò che vi compariva all'interno: era lì, insieme ad Hana e al loro bambino, come un padre che sapeva fare divertire ma era anche responsabile... Ed erano tutti e tre parecchio felici.

Sorrise: avrebbe fatto di tutto perché quel suo desiderio si potesse avverare.

- Quanto dediderei che tu rimanessi qui Yaku-san... Non posso fare ben due anni senza vederti!- si lamentó Lev, seduto con il ragazzo nella sala da pranzo.

- Non è che proprio non ci vedremo per due anni- gli fece notare Yaku - ci saranno varie occasioni-.

- Lo so... Ma saranno poche...- mormorò il minore, dispiaciuto. Yaku si morse appena il labbro inferiore: avrebbe voluto rispondere a tono come sempre, ma non ce la faceva nel vedere il ragazzo così triste... Anche perché dispiaceva pure a lui.

Si alzò e andò a sedersi di fianco a Lev.

- Lev, ascolta; hai impiegato mesi a conquistarmi e convincermi a stare con te... Sei stato davvero paziente, e ce l'hai messa tutta, quindi riuscirai a stare in pochino senza di me, se sai che dopo potremo stare tranquillamente insieme, no?- fece notare.

- Quindi tu mi aspetterai Yaku-san?! Ci posso contare?!- chiese il minore, fissandolo negli occhi.

- E dove vuoi che vada?- borbottò il ragazzo - Ormai, non riesco a immaginarmi con nessuno altro, e con tutto il tempo che impiegherò a crearmi bene la mia vita fuori da qui non è che avrò tempo per incontrare qualcuno... Mi piaci tu Lev, non potrei andarmi a cercare qualcuno altro, per cui vedi di non farmi preoccupare e fare il bravo-. Il minore sorrise.

- Lo farò! Per stare con te, lo farò volentieri!- esclamò, chinandosi e unendo le labbra con le sue.

Yaku alzò gli occhi al cielo, prima di chiuderli e ricambiare il bacio: già, non avrebbe mai potuto amare un altro idiota simile...

- Sei davvero idiota sai?- borbottó Tsutomu, osservando il ragazzo tentare di ripulirsi da tutta la terra che stava cadendo sul pavimento della serra.

- Volevo cercare di fare crescere un fiore per te, ma non sono riuscito molto bene nell'incantesimo- rise Kanji.

Goshiki alzò gli occhi al cielo.

- Veramente idiota- borbottó; però, era un idiota così dolce...

Si avvicinò per aiutarlo a levarsi un po' di terra di dosso.

- Magari, durante questa pausa dalla scuola, potremmo vederci un pochino... Visto che questa estate non sono molto stato molto collaborativo, possiamo recuperare- mormorò.

Gli occhi di Koganegawa si illuminarono.

- Dici davvero?!- prese le mani del ragazzo tra le sue, un sorriso in volto - Ne sarei super felice!- esclamò.

- Bè, mi sembra il minimo, visto che stiamo insieme- Tsutomu distolse appena lo sguardo, imbarazzato - e poi, mi fa piacere passare del tempo con te...-.

- Anche a me fa super piacere!- esclamò Kanji - Ti porterò in tanti posti bellissimi!-.

- Non abbiamo così tanto tempo- fece notare il moro, divertito; ma era certo... Che con lui si sarebbe sicuro divertito parecchio.

- Quei due si divertono nella serra, e noi non possiamo concludere il nostro giro...- borbottò Kenji.

Aone gli indicò il terreno ai loro piedi.

- Lo so che è stato questo il punto in cui ci siamo baciati, ma è partito tutto dalla serra quindi volevo farci un salto- sospirò il castano. Aone gli mise una mano sulla spalla.

- Si, un pochino sono preoccupato... In fondo, l'anno prossimo Moniwa non sarà con noi. Però...- un piccolo ghigno comparve sul suo volto - questo significa anche che potrò guidare la squadra come voglio. Gli daremo ancora più filo da torcere!-.

Aone fece un sorriso.

- Ci riusciremo di sicuro- affermò. Futakuchi sorrise e annuì: avrebbero continuato a fare del loro meglio con tutti loro stessi.

- Guarda Asahi-san, ci ho messo tutto me stesso e alla fine ci sono riuscito! Ho creato da solo l'Amortencia!- esclamò Yu, passando una piccola ampolla al ragazzo seduto sul letto di fianco a lui.

- Quando ti sei messo a farla?- chiese Asahi, sorpreso.

- Non volevo farmi beccare da te, così ho raccolto gli ingredienti pian piano e l'ho fatta negli ultimi giorni... Non ho mai fatto una pozione da solo, però ci tenevo a fartela avere, così anche quando saremo separati ti sembrerà di avermi con te!- esclamò Yu - Spero che sia venuta bene!-.

Asahi sfilò delicatamente il tappo dell'ampolla e fece un piccolo sorriso: sì, quello era decisamente il profumo di Nishinoya.

- È venuta benissimo- dichiarò, voltandosi per lasciargli un bacio bacio sulla guancia - grazie, è stato davvero un bel pensiero-.

- Figurati! Immagino che sarai parecchio in ansia al pensiero di essere lì fuori, quindi ricordati che io e gli altri della squadra siamo sempre con te!- esclamò Yu.

- Me lo ricorderò di sicuro: mi avete insegnato tanto, soprattutto tu, non me lo dimenticherò facilmente- dichiarò Asahi, mentre si infilava l'ampolla in tasca; avrebbe creato una cordicella per potersela appendere al collo.

Si voltò verso Nishinoya.

- Anche tu, chiamami quando hai bisogno, va bene? Cercherò di aiutarti in ogni modo possibile-.

- Lo farò- Yu lo abbracciò - mi mancherai - sussurró-.

- Anche tu. Tra un anno... Ti verrò a prendere, così poi... Potremo stare insieme- sussurrò Asahi, e il ragazzo sorrise: non vedeva l'ora che arrivasse quel momento.

- Non volevo proprio arrivasse questo momento... Ora dovrò fare veramente l'adulto...- borbottó Suguro, facendo ridere la ragazza seduta sulla panchina di fianco a lui.

- Bè, ormai abbiamo finito ogni scuola possibile, a meno che tu voglia continuare a studiare è il momento di pensare al futuro- dichiarò Mika.

- Studiare non ha mai fatto per me ma... Forse rincomincerò a giocare a Quidditch, mentre mi cerco un lavoro- mormorò Suguro; nn on aveva giocato solo per un anno ma... Gli era mancato quello sport.

Mika sorrise e allungò la mano, posandola su quella del ragazzo.

- Sarò felice se lo farai... Mi piaceva tanto vederti giocare- dichiarò. Anche il ragazzo sorrise e strinse più forte la sua mano: probabilmente così avrebbe dovuto rincontrare anche Kuroo e l'idiota biondo ma... In fondo, quell'avventura non era stata per nulla male.

- Alla fine non è stato così male essere qui- mormorò Akira, sdraiato sul suo letto.

- Davvero? Ti sei divertito?- Yutaro chiuse le loro valigie e si diresse verso di lui, sedendosi al suo fianco.

- Ora non esageriamo- borbottò il più basso, facendolo ridere - però... Non è stato così male. Penso che potrò sopravvivere altri due anni- dichiarò.

Kindaichi fece un piccolo sorriso.

- Farò di tutto perché ci riusciamo- dichiarò, sdraiandosi al suo fianco e stringendolo appena a sé.

- Ne sono sicuro- sussurró Akira; con lui era certo... Che avrebbe potuto affrontare tutto.

- L'anno prossimo ci toccherà affrontare una bella situazione... Diventeremo i più grandi della scuola- sospirò Hisashi.

- Fortuna che c'è Ennoshita con noi, che ormai è abituato a tenere sotto controllo i più piccoli, o non saprei da dove iniziare- commentò Kazuhito.

- Già... Impiegheremo un po' ad abituarci- sussurro il biondo - ma dopo un po', dovremo diventare in grado di cavarcela da soli, non possiamo sempre fare affidamento sugli altri-.

- Non preoccuparti, vedrai che ce la faremo- dichiarò il moro, stringendo la sua mano - in fondo, siamo diventati più forti-. Kinnoshita sorrise e annuì: ce l'avrebbero fatta di sicuro.

- Dici che ce la faremo l'anno prossimo a essere Senpai fighi come Yamamoto-senpai?- chiese Yuki, mentre finiva di sistemare i bagagli.

- Certo che sì! E in caso contrario, il Senpai sarà qui con noi, per cui potremo chiedere a lui!-.

- Hai ragione! Sai, ero molto insicuro quando sono venuto qui, però... È una bella scuola- dichiarò con un sorriso.

- Si! È decisamente una scuola bellissima!-.

- È stata un'avventura bellissima! Tu non pensi Aghashi?!- esclamò Koutaro, che stava praticamente saltellando in giro per i corridoi, visto che aveva deciso di farsi un ultimo giro insieme ad Akashi.

- Si, hai proprio ragione- confermò Keiji.

- Prima quel bosco che in realtà era finto, poi ci sono state tante lezioni... Però siamo anche andati a Hogsmeade più volte! E siamo stati grandi nel torneo! Più volte!- esclamò il maggiore - Inoltre qui ti ho baciato Aghashi! Oh, e abbiamo fatto tante cose che non si devono dire- rise, facendo arrossire appena il minore.

- È stato... Veramente un bel periodo- mormorò Keiji.

- Ho odiato gli esami... Ma ho amato il torneo! E anche stare qui con tutti voi e tutti gli incantesimi che ho imparato! E il bagno di cioccolato che mi hai regalato! E la super battaglia contro i cattivoni! Mi sono divertito tanto!-.

- Sono contento che tu ti sia divertito in questo modo, Bokuto-san- dichiarò Keiji.

- Anche io!- continuando a sorridere, il ragazzo si voltò e corse verso di lui, prendendogli le mani tra le sue - Quando uscirai da qui, prepareremo tutto per il nostro matrimonio!-.

Il minore arrossì leggermente.

- Prima dovresti concentrarti sul tuo futuro, Bokuto-san- sussurró.

- Ma nel mio futuro ci sono il Quidditch... E te al mio fianco! Non mi serve altro! Quindi rimarrai con me, vero?!-. Akashi sorrise.

- Certo- affermò.

- Evviva! Fantastico!- esclamò Koutaro - Non vedo l'ora! Ti amo tanto Aghashi!-.

Il ragazzo sorrise.

- Anche io- sussurró; in fondo gli era impossibile... Non amare quel ragazzo.

Anche se il periodo con lui in quella scuola era finito, era certo che insieme a quel ragazzo... Avrebbe avuto ancora molti momenti felici da vivere.

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