CAPITOLO XII.
- Wow Asahi-san, sei diventato ancora più bravo con le pozioni!- esclamò Yu, osservando il ragazzo che stava approfittando della pausa tra lezioni e allenamenti per esercitarsi.
- Ti ringrazio... Sono sempre in ansia quando le devo preparare- mormorò Asahi - quindi sto cercando di allenarmi-.
- Fai più che bene! Forza Asahi-san, so che ce la puoi fare!-.
- Ti ringrazio, ma non serve che fai il tifo in questo modo- mormorò il maggiore, leggermente imbarazzato - a proposito, cos'era quella cosa del premio di cui mi hai accennato?-.
- Bè ecco, per motivarci agli esami Ennoshita ha proposto di darci dei premi in caso l'avessimo passato, e visto che qui c'è poco da fare... Ho pensato che la mia ricompensa sarebbe stata più tempo con te, Asahi-san!- esclamò Yu.
Asahi ringraziò che dovesse rimanere concentrato sulla pozione se non era arrossito subito.
- Come mai... Questo premio?- mormorò, nascondendo un lieve imbarazzo. Quel ragazzo, in effetti, dal primo giorno in cui l'aveva conosciuto aveva cercato di passare del tempo con lui, e spesso non se ne spiegava il perché ma... Gli faceva piacere, Nishinoya era una persona allegra che riusciva sempre a tirarlo su di morale, e ammirava molto i suoi valori.
- Mh? Bè, perché mi piace passare del tempo con te! Kinnoshita lo aveva proposto per Ryu e Chikara, quindi ho pensato di approfittarne per tirarmi dentro anche io! In realtà loro hanno parlato di farmi insegnare nuovi incantesimi e pozioni, ma questo non posso obbligarti a farlo- rise il minore.
Asahi lo fissò per un attimo, poi fece un piccolo sorriso.
- Se vuoi posso insegnarti qualcosa: in fondo, passiamo già tanto tempo insieme, è giusto che tu abbia qualcosa in più come premio no?- fece notare.
- Dici davvero?! Ne sarei super felice!- esclamò Yu - mi insegni l'Amortentia? Mi ha sempre incuriosito!-. Asahi sbarró appena gli occhi.
- Sicuro?- mormorò, e il ragazzo annuì.
- Va bene- mormorò Asahi.
- Evviva! Grazie mille Asahi-san!- esclamò Yu con un sorriso.
- Figurati... A proposito, come mai a Kinnoshita è venuto in mente proprio questo premio?- chiese Asahi, cercando di spostare l'attenzione su un altro argomento.
- Mh? Bè, come sai Ryu è stato per anni innamorato di Kyoko ma... Ha recentemente capito che non è la strada giusta da seguire. Ha sempre avuto un debole per Chikara, per cui fargli passare del tempo insieme è una buona idea, così potrà riprendersi del tutto... E il fatto che la proposta sia venuta da Kinnoshita mi fa ben sperare- affermò Yu; sperava che al suo migliore amico andasse tutto bene...
- Non pensavo che questo incantesimo fosse così difficile- si lamentó Ryunosuke.
- Lo hai scelto tu... Vuoi che cambiamo?- gli chiese Chikara, seduto al banco di fianco a lui - e poi, perché hai scelto proprio Arrestum Momentum?-.
- Bè... Visto che sono sempre tanto impulsivo e mi faccio prendere dal momento, pensavo fosse meglio avere un incantesimo che mi permette di prendere un attimo di respiro e di calma- rise il ragazzo - so che non funziona esattamente così ma... Mi sembrava interessante-.
Ennoshita lo fissò ancora per un attimo, poi annuì.
- Riproviamo, va bene?- disse - Cerco di fare da capo e rispiegarti in modo più semplice-.
- Grazie mille Chikara, sei davvero un angelo con me- sospirò il ragazzo.
- Ma figurati, sei un mio amico, è il minimo- mormorò il moro, osservandolo.
Tanaka pareva veramente emozionato, e lui non sapeva se ringraziare Kinnoshita o ucciderlo... Ma in fondo, era felice di passare del tempo con quel ragazzo.
- Va bene, riproviamo da capo- disse; gli avrebbe insegnato quell'incantesimo a ogni costo.
- Non riesco a capirlo! Non riuscirò mai a fare questo incantesimo!- si lamentó Koutaro - non ne sono in grado! Ci rinuncio!-.
- Non essere così disperato, Bokuto-san: dai, fammi vedere- Keiji, seduto nel portico insieme a lui, gli prese il libro dalle mani: in effetti, Silencio non era proprio un incantesimo adatto a Bokuto...
- Lo provo un attimo e poi te lo insegno, va bene?- disse Keiji.
Gli occhi di Bokuto si illuminarono.
- Dici davvero?! Grazie Aghashi, sei il migliore!- esclamò, abbracciandolo; il ragazzo fece un piccolo sorriso.
- Tu intanto fai i compiti, va bene?- si raccomandò - sai che se non li fai non potrai giocare!-.
- Agli ordini!- esclamò il ragazzo, afferrando la sua piuma e la pergamena: ce l'avrebbe messa tutta!
- Chissà se Bo sta davvero studiando- commentò Tetsuro.
- Io so solo che ha trascinato via Akashi, disperato- Kenma, seduto in biblioteca insieme al moro, scrollò appena le spalle - quel ragazzo dovrebbe imparare a cavarsela di più da solo...-.
- Sai che è fatto così, ma ad Akashi non dà fastidio... Tu hai bisogno di una mano con lo studio?- gli chiese Tetsuro, sporgendosi verso il suo libro.
- No, ci sono- rispose Kenma. Kuroo alzò un sopracciglio.
- Quella parte di Storia della magia non l'avete fatta l'anno scorso?- commentò. Kenma serrò appena le labbra.
- Volevo fare un approfondimento sull'uso della tecnologia nella magia- mormorò. Kuroo lo fissò per un attimo, poi si alzò.
- Vado a cercarti qualche libro che potrebbe aiutarti, magari nella sezione Babbanolgia c'è qualcosa- affermò, per poi allontanarsi.
Kenma fece un piccolo sorriso: in fondo, anche lui era un po' capriccioso ma... Era felice di avere Kuroo al suo fianco.
- Grazie di essere qui- mormorò Satori, fissando la porta di fronte a lui.
- Figurati. Vuoi che entri?- chiese Wakatoshi, ma il ragazzo scosse la testa.
- Lo farò da solo- affermò, e Ushijima annuì.
- Ma guarda un po', anche voi qui?-. I due si voltarono e videro Oikawa e Iwaizumi andargli incontro.
- Oikawa. Iwaizumi. Siete qui per il professore?- chiese Wakatoshi.
- No, andavamo al suo ufficio per una passeggiata di salute- borbottó Toru - ma già che siamo tutti qui, lasciate che vi dica una cosa- puntò il dito contro Ushijima - questa volta, ti batterò- affermò.
Ushijima lo fissò per un attimo.
- Se la tua squadra è rimasta la stessa, dubito che accadrà: te l'ho sempre detto che hai sbagliato scuola. Dovresti cambiare squadra ed entrare nella Shiratorizawa, ora che ancora puoi-.
- Non starò mai nella tua squadra- sbuffò Toru - vi batterò, hai capito? Sarò io a vincere. Andiamo Iwa- si voltò e si allontanò, seguito dal moro, che lo insultò mentalmente per avergli fatto fare la strada per nulla.
- Bè, dovevamo aspettarcelo- rise Satori.
- Oikawa è troppo legato a Iwaizumi, altrimenti sarebbe alla Shiratorizawa- affermò Wakatoshi. Tendou gli lanciò uno sguardo.
- Geloso?- commentò.
- Di cosa?-. Prima che il ragazzo potesse rispondere, la porta alle loro spalle si aprì.
- Mi era sembrato di sentire delle voci... Avete bisogno?- chiese Keishin.
- Oh, buongiorno professore! Volevo avere il mio incontro con il Molliccio!- esclamò Satori, cercando di sorridere.
- Mh? Non mi aspettavo una visita così presto ma... Certo, entra pure. Ushijima tu cosa vuoi fare?- chiese Keishin.
- Io aspetto fuori- affermò il ragazzo; Ukai annuì e rientrò insieme a Tendou, chiudendo la porta alle sue spalle.
- Sei arrivato presto- commentò Keishin - fortuna che ho già portato il Molliccio nel mio ufficio-.
- Bè, sono anni che provo l'Incanto Patronum- rise Satori - quindi sono un po' impaziente-.
Ukai lo fissò per un attimo, poi annuì.
- Bene allora. Ricordi la formula di Riddikulus?- chiese, dirigendosi verso un armadio nel suo studio; Tendou annuì, cercando di mantenere la calma.
- Bene. Se non ce la fai, dimmelo pure non preoccuparti, ognuno ha i suoi tempi- dichiarò Keishin. Tendou serrò le labbra.
- Sono pronto- affermò. Ukai annuì, dopodiché aprí l'armadio.
Per un attimo, non si vide niente; poi, iniziò a compare un'immagine... Ushijima.
Ukai per un attimo non capí, fin quando non vide il molliccio-Ushijima puntare il dito contro Tendou e iniziare a ridere. Il molliccio iniziò a cambiare forma, diventando tutte persone che Tendou conosceva, principalmente della sua squadra, tornando poi a essere Ushijima.
Il ragazzo strinse più forte la sua bacchetta, cercando di rimanere calmo: andava tutto bene, loro non lo avrebbero mai fatto...
- Non è reale Tendou, non sono loro- affermò Keishin, la bacchetta in mano, pronto a intervenire.
Tendou fece un respiro profondo e alzò la mano.
- Riddikulus- pronunciò; il Molliccio, che in quel momento aveva l'immagine di Ushijima, iniziò a diventare più piccolo, e d'un tratto il ragazzo si trovò di fronte un mini Ushijima vestito da ballerina che danzava davanti a lui.
Tendou non riuscì a trattenere una piccola risata mentre Ukai chiudeva l'armadio.
- Sei stato molto bravo- dichiarò, voltandosi verso di lui - vuoi parlare di ciò che hai visto?-. Il ragazzo scosse la testa.
- Va bene così- mormorò Satori - la ringrazio, professore: tornerò- dichiarò, prima di uscire dalla stanza. Quello era un primo passo avanti ma... Avrebbe dovuto cercare di fare molto di più.
- Andata bene?- gli chiese Wakatoshi; il ragazzo annuì e lo fissò per un attimo.
- Mai pensato di dedicarti alla danza, Wakatoshi?- gli chiese, e il più alto aggrottò la fronte.
- No, ma se mi insegni posso provare a fare qualcosa-. Tendou scoppiò a ridere.
- Allora ti insegnerò più che volentieri- affermò.
- Grazie mille per avermi insegnato come fare quella pozione! Non stavo capendo niente di come muovermi!- esclamò Kanji con un sorriso.
- Siamo in sala da pranzo, ma non è che puoi metterti a urlare- sbuffò Tsutomu: e dire che era andato lì con Reon e Taichi per riuscire a studiare un po', invece... Ci fossero stati Semi e Shirabu, almeno Shirabu avrebbe saputo come mandarlo via, ma stavano "studiando" nella sala comune di Corvonero...
Lì in giro c'erano altri ragazzi, ma anche loro stavano facendo un po' di casino quindi non poteva neanche contare su quello per zittire il biondo...
- Ma ci tenevo a ringraziarti!- esclamò Kanji con un sorriso - ti devo un favore!-.
- Allora abbassa la voce!- sbuffò Tsutomu.
- Va bene!- esclamò Kanji, e per un attimo si zittí, facendo tirare un sospiro di sollievo al moro.
Si sentì picchiettare sulla spalla e si trattenne dal pietrificarlo sul colpo.
- Che vuoi?- sbuffò, voltandosi verso il ragazzo.
- Posso contare su di te anche domani?- chiese il biondo con un sorriso.
Goshiki avrebbe voluto mandarlo a quel paese, ma il suo sorriso genuino lo fece desistere.
- Vedrò cosa posso fare- mormorò.
- Grazie mille!- disse Kanji, prima di voltarsi verso il suo libro per riprendere a studiare.
- Pare che Koganegawa abbia trovato qualcuno di interessante a cui rompere le scatole- commentò Kenji - peccato, visto che Moniwa è ad allenarsi speravo che oggi avrebbe fatto più casino- si voltò verso Aone.
- Si, so che non bisognerebbe fare casino mentre si studia, ma era divertente! Se avessi voluto avere silenzio totale, sarei andato in biblioteca-.
- Certo che questa biblioteca è immensa- mormorò Tadashi, guardandosi intorno; si sentiva leggermente in soggezione...
- È la biblioteca di Hogwarts, ha più sezioni di quante sappiamo probabilmente- dichiarò Kei, continuando a scrivere sulla sua pergamena; era felice che quel luogo fosse praticamente vuoto, così non rischiava di sentire casino pure in biblioteca... Gli bastavano le lezioni e gli allenamenti.
Fortuna che almeno i Corvonero erano calmi... Avrebbe potuto studiare nella sala comune, ma Yamaguchi non poteva entrarci ed erano abituati ormai da anni a studiare insieme, non voleva cambiare quella routine.
- Già...- mormorò Tadashi, lanciando uno sguardo al ragazzo - come stanno andando le lezioni?-. Tsukishima alzò un sopracciglio.
- Le fai con me- fece notare, e il ragazzo arrossì appena.
- Lo so, è che... Mi sembri più pensieroso e silenzioso del solito- mormorò Tadashi; Tsukishima non era mai stato di tante parole, però in quel periodo pareva ancora peggio, anche quando erano soli era più cupo...
Tsukishima sospirò appena.
- Un tempo avevo la mia casa in cui tornare e stare tranquillo, adesso pure in stanza trovo quell'odioso di Kageyama e non so mai se avrò un momento per stare da solo- ammise.
Quella era una grande scuola, ma il suo bisogno di avere i suoi spazi lo teneva sempre un po' in guardia.
- Perché non troviamo un posto dove si può stare tranquilli? Magari un po' lontano dal centro del castello ma abbastanza vicino da non fare tardi per le attività... Se vuoi ti aiuto a cercarlo ma poi ti lascio stare lì da solo, non voglio peggiorare la situazione e diventare un peso- propose Tadashi.
Tsukishima lo fissò per un attimo.
- Non sei un peso per me, Yamaguchi- si alzò - la Stanza delle necessità sarebbe un buon luogo, se riuscissimo a trovarla. Vieni con me?-.
Gli occhi di Yamaguchi si illuminarono.
- Certo!- esclamò, alzandosi e seguendolo il ragazzo fuori dalla stanza.
Yaku entrò nella stanza, guardandosi intorno, e notò Lev seduto al suo banco.
- Yaku-san, sei arrivato!- esclamò il ragazzo con un sorriso, alzandosi.
- Bè, te l'avevo detto- mormorò il ragazzo, avvicinandosi a lui.
- Si ma avevo paura che non saresti venuto- ridacchiò Lev - invece sei qui! Ne sono super felice!-.
- Volevi mostrarmi qualcosa no? Ma sappilo, non sono un maestro caritatevole- dichiarò Yaku.
- Me ne sono accorto- borbottò Lev - ma comunque voglio farti vedere!-.
- Perché ci tieni così tanto?- sospirò Yaku.
- Mh? Perché tu sei tanto bravo Yaku-san, io ho ancora molto da imparare ma voglio farti vedere che sono bravo anch'io!- dichiarò Lev.
- Si ma perché a me? Non sono l'unico in squadra-.
- È vero ma... Inuoka e Shibayama sono del mio anno, Yamamoto-senpai non è bravo a scuola, Kenma-san mi ignora e sta sempre con Kuroo-san che quando mi vede vuole farmi subito allenare. Tu invece Yaku-san ci tieni alla mia istruzione e anche al mio allenamento! Sei perfetto!- esclamò, e il maggiore arrossì di botto.
- E attento a ciò che dici! Forza, fammi vedere- borbottò; quel ragazzo non si rendeva minimamente contro...
- Agli ordini!- esclamò Lev, sorridendo: gli avrebbe mostrato tutto ciò che sapeva fare.
Yaku lo fissò, e gli tornarono in mente le prese in giro di Kuroo. Serrò le labbra: forse, stava davvero iniziando ad affezionarsi a quel ragazzo...
- Inizia a piacermi questa situazione sai? Non ti ho mai visto così nervoso- commentò Shinji, divertito.
- Taci Watari- ringhiò Kentaro - ti ho solo chiesto una mano ok? Non rompere. E stai lontano da lui-.
- Va che lui non mi è mai interessato- borbottó Shinji - guarda, sta arrivando-. Kyotani alzò la testa e vide Yahaba dirigersi verso il cortile.
Fece un respiro profondo mentre Watari si allontanava e strinse con forza la sua bacchetta, che teneva dietro la schiena.
- Orchideous- mormorò.
- Hey- salutò Shigeru, avvicinandosi - non pensavo mi chiedessi di vederti così presto-.
- Tsk, non mi piace aspettare- sbuffò Kentaro, tirando fuori i fiori - per te-.
Yahaba sbarró gli occhi.
- Davvero?!-.
- No, adesso vado a darli a un altro- borbottó Kentaro, e il ragazzo lo guardò male.
- Grazie- disse, prendendo i fiori - non pensavo che... Intendessi prorpio questo con appuntamento- commentò.
- Tsk, che altro dovrei intendere?- borbottó Kentaro, sempre più nervoso.
- Sai, hai scoperto pochi fa cosa significa essere amico di qualcuno, e in realtà ero convinto ti piacesse Iwaizumi- fece notare Shigeru.
- Certo che no!- sbuffò Kentaro - Lo ammiro perché è molto forte e basta! Ma mica mi piace, anche perché è sempre attaccato al culo di Oikawa-.
- È un sollievo- mormorò Shigeru.
- Come mai?- gli chiese Kentaro, fissandolo.
Il ragazzo distolse appena lo sguardo.
- Non è che si accettano appuntamenti con chi non ti piace- mormorò.
Kyotani lo fissò per un attimo, prima di avvicinarsi a lui.
- Ecco, io non so tanto di queste cose quindi... È meglio che me lo insegni tu. Dopo quanto tempo ti posso baciare?-. Yahaba sbarró gli occhi, totalmente preso alla sprovvista.
- Io... Mi stai davvero confondendo!-.
- Perché?-.
- Perché non hai mostrato interesse fino a ora e adesso... Non ti capisco- sbuffò il biondo.
- Bè... Sei sempre stato l'unico di cui accettassi la vicinanza, semplicemente solo quando abbiamo discusso ho capito che... C'era un motivo, prima non ci ho pensato- affermò Kentaro.
Yahaba lo fissò per un attimo.
- Certo che sei strano forte- borbottò.
- Lo hai sempre saputo, ma non saremmo qui a fare questa chiacchierata se ti dispiacesse- fece notare Kentaro.
- Anche questo è vero- mormoró il ragazzo, poi sospirò - riguardo alla tua domanda, dipende dalle situazioni. Se non sei sicuro e vuoi andarci piano è meglio aspettare, se invece sei certo e non vuoi più rimandare perché stai impazzendo dalla voglia... Naturalmente dipende anche da cosa vuole fare il tuo partner-.
- Io non sono paziente- borbottó il ragazzo - e tu?-. Yahaba lo fissò per un attimo: quel ragazzo... Lo avrebbe fatto impazzire.
Si avvicinò a lui e gli posò le mani sulle spalle, tirandolo verso di sé; Kyotani non si lasciò cogliere alla sprovvista e si sporse in avanti, unendo le labbra con le sue mentre gli afferrava i fianchi.
Yahaba arrossì appena, ma ricambiò il bacio e si avvicinò leggermente di più.
Si staccarono appena, guardandosi negli occhi, entrambi leggermente imbarazzati.
- Ci facciamo un giro?- mormorò Shigeru; Kyotani annuì e lo lasciò, prima di prendergli la mano per iniziare a camminare.
Yahaba sorrise: alla fine, stava imparando proprio bene...
- Dici che va bene lasciare tuo fratello da solo a girovagare per il castello?- chiese Rintarou, sdraiato sul divano, senza minimamente voglia di alzarsi: tra poco avrebbero avuto gli allenamenti, non aveva voglia di studiare.
- Farebbe casino anche qui- fece notare Osamu, seduto su una poltrona con un libro in mano - e poi, almeno non rompe se è in giro-.
- Questo è vero... Oggi abbiamo la nostra casa tutta per noi- mormorò Rintarou, guardandosi leggermente intorno: erano totalmente soli, tutti gli altri erano fuori...
- Si, è rilassante: lo preferisco a quando è piena, c'è troppo casino- dichiarò Osamu.
- Già...- mormorò Rintarou, spostando lo sguardo su di lui - che ne pensi di tuo fratello e quel moretto?-.
- Mh? Non saprei, Atsumu ci prova spesso con tante persone... Anche se aveva detto che si sarebbe concentrato solo sul mostrare di essere il migliore qui- mormorò Osamu.
- Quindi pensi non faccia sul serio?-.
- Dipende: se penserà che quel ragazzo sia adatto a stare al suo fianco perché ne è degno, di sicuro farà sul serio, altrimenti probabilmente gli starà un po' addosso finché non si farà una bella scopata- dichiarò Osamu.
- Bèz è un adolescente in fondo- mormorò Rintarou.
Osami annuì, e per un attimo ci fu silenzio.
- Tu? Non te la vuoi fare?- chiese il moro.
- Cosa?-.
- Una scopata-. Osamu alzò lo sguardo sul ragazzo, trovandosi i suoi occhi addosso.
- Boh- riabbassò lo sguardo sul libro - sai che ci sono poche persone con cui mi trovo bene, non riuscirei a farlo a caso, mi annoio subito con praticamente chiunque. E non ci tengo a mettermi a conoscere troppa gente- dichiarò.
- Quindi rimangono Kita e Aran, che aspettiamo tutti si mettano insieme, e a meno che tu voglia compiere un incesto...-.
Osamu si voltò nuovamente verso il ragazzo.
- Dove vuoi arrivare?-.
- Non ai venti vergine? Staremo chiusi qui mesi e in estate fa troppo caldo per pensarci-.
Osamu scosse la testa, divertito.
- Da quanto ci pensi?- commentò. Il moro scrollò le spalle.
- Ci troviamo bene insieme no?- si alzò e si diresse verso il ragazzo; Osamu posò il libro sul tavolino, in modo che Suna fosse libero di sedersi a cavalcioni su di lui.
- Vero- confermò - sei anche sexy-.
- Grazie. Proviamo?-.
- Perché no? Tanto, faremo sempre ciò che ci va, no?-.
In quello non era tanto diverso dal fratello, gli piaceva fare ciò che desiderava... E aveva avuto la fortuna di trovare qualcuno che di solito la pensava come lui.
- Esatto- confermò il moro, chinandosi verso di lui.
Le loro labbra si unirono e Osamu lo tirò più verso di sé: avrebbero fatto esattamente... Ciò che entrambi desideravano.
- C'è un incantesimo per esprimere i desideri?- chiese Aran, osservando i libri di fronte a lui.
- Bidibi Bodibi Bu- rispose Shinsuke, seduto al tavolo della biblioteca alle sue spalle.
Aran si voltò di scatto, gli occhi sbarrati.
- Era una battuta?!-. Kita fece un piccolo sorriso.
- Ogni tanto so essere divertente- affermò.
- Si direbbe poco, ma è vero- mormorò Aran, avvicinandosi a lui.
- Cosa vorresti desiderare?- chiese Shinsuke.
- Non dover studiare così tanto di storia...
Preferisco gli incantesimi- mormorò il moro.
- È necessario tutto quanto per riuscite a essere buoni maghi- affermò Shinsuke - se hai bisogno, posso darti una mano-.
- Tu non ne risentirai? Hai sempre voti eccellenti- fece notare Aran.
Si chiedeva come facesse quel ragazzo a completare il suo programma di studio e allenarsi ogni giorno in incantesimi e pozioni senza impazzire... Avevano pure gli allenamenti di Quidditch...
- Basta che mi organizzi in modo da riuscirci- rispose il ragazzo, tirando fuori la pergamena su cui aveva segnato i suoi orari e impegni - a proposito, chissà quando usciranni gli allenamenti per il torneo di Quidditch...-.
- Quindi il torneo lo organizziamo in questo modo?- chiese Keishin, alzando lo sguardo sugli altri professori: ad alcuni non importava molto, mentre gli altri annuirono.
Aveva proposto di fare un girone all'italiana, dove tutte le squadre si sarebbero sfidate tra di loro; visto che erano poche e dispari, era la decisione migliore.
- Direi che è una buona idea- affermò Ikkei - sono proprio curioso di vedere come si svolgeranno queste partite-.
- Anche io- confermò Yasufumi con un sorriso.
- Mi sembra che l'esito sarà chiaro- dichiarò il preside Whasijio - ma vederlo con i loro occhi mostrerà a questi ragazzi quanto sia importante impegnarsi sempre al massimo-.
- Allora, vado ad avvisare gli studenti e ad appendere il programma- affermò Ittetsu, prendendo delicatamente la pergamena tra le mani di Ukai, che annuì.
Il moro osservò per un attimo gli abbinamenti: di sicuro... Non sarebbe stato un torneo per niente semplice.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro