CAPITOLO III.
In poco tempo, il cortile si riempì di gente: Watari salutò i suoi nuovi amici e insieme a Shigeru e Yahaba si allontanarono verso Oikawa, mentre Kita e Ojiro andarono a controllare che i loro tre kohai non avessero fatto danni.
Daisho si allontanò per passeggiare con Mika, e anche Terushima ne approfittò per trascinare in giro Misaki, che quindi aveva dovuto abbandonare la sua chiacchierata con Yachi e Kyoko, che aveva appena presentato.
- Pare che ci siano un po' di persone molto emozionate in giro- mormorò Hitoka, leggermente nervosa: non aveva mai avuto troppe amiche, non sapeva bene come comportarsi... Soprattutto visto che quella ragazza era più grande di lei...
- Da questo punto di vista temo che ti sia andata peggio di me- commentò Kyoko, voltandosi.
Yachi fece lo stesso: in effetti, Hinata, Lev, Inuoka e Koganegawa si erano uniti a Nishinoya, Tanaka e Yamamoto nella loro arrampicata sull'albero, tenuti d'occhio da Asahi.
- Però, sei piccolino ma agile! Come ti chiami?- chiese Yu con un sorriso, guardando Hinata.
- Shoyo Hinata!- esclamò lui.
- È un piacere! Io sono Yu Nishinoya! In che scuola per maghi saresti dovuto andare dopo il Liceo, se non fossi stato scelto?- gli chiese il maggiore, poggiandosi con la schiena a uno dei rami.
- Karasuno!-.
- Dici davvero?! Noi veniamo da lì!- esclamò Yu.
- Oh, quindi saresti stato un nostro kohai!- Ryunosuke scivolò sul ramo vicino a loro.
- Davvero?! Che figata! Non vedo l'ora di imparare tanto da voi, Senpai!- esclamò Shoyo con un sorriso.
I due ragazzi sbarrarono gli occhi e si scambiarono uno sguardo, poi entrambi gli posarono una mano sulla spalla.
- Ti insegneremo tutto ciò che sappiamo- affermarono in coro.
- Dite davvero?! Fantastico!- esclamò Shoyo.
- Voglio anche io un kohai!- si lamentó Taketora - nessuno doveva venire alla Nekoma?!-.
- Noi due- dichiarò So, indicando Shibayama.
- Anche io!- Lev alzò le braccia e quasi volò dall'albero.
Yamamoto si asciugò una lacrima.
- Ho così tanto Kohai!- esclamò, felice.
- Uffa, così però mi sento solo- si lamentó Kanji - non c'è nessuno della Datekò?-.
- Loro- Ryunosuke indicò Moniwa, Aone e Futakuchi.
- Davvero?! Vado a salutarli!- esclamò il ragazzo, scendendo dall'albero e correndo verso di loro - Senpai! Sapete che sarei dovuto venire nella vostra scuola?!- esclamò, facendo voltare i tre verso di lui.
- Meno male che non sei venuto allora- borbottó Kenji.
- Hey!-.
- Non mi stupisco che sia finito in Serpeverde- rise Yu.
- Quel ragazzo lì sotto non è del primo anno come voi?- chiese Ryunosuke; Hinata guardò in basso, e vide Kageyama, che stava osservando da lontano il gruppo di Oikawa riunito, intento a parlare tra di loro.
- Tsk, è quell'antipatico...- borbottò Shoyo - ma non mi piace vedere la gente da sola! Vado a parlarci!- dichiarò.
- Asahi-san, puoi farlo levitare giù?!- chiese Yu.
- Certo- il maggiore alzò la bacchetta, puntandola contro Hinata, che si sentì sollevare.
- Wow, riesci a fare incantesimi senza pronunciare la formula!- esclamò, mentre pian piano tornava a terra.
- Eheh, Asahi-san è davvero forte vero?!- dichiarò Yu, un sorriso fiero in volto.
- Perché ti vanti tu?- rise Ryunosuke.
- Ho imparato da poco- mormorò il maggiore, imbarazzato.
- Grazie mille!- gli disse Shoyo, prima di avvicinarsi a Kageyama - hey tu! Antipatico della carrozza!-.
Il moro si voltò.
- Parli con me?-.
- Certo, sei tu l'antipatico che mi ha sbattuto fuori dalla mia carrozza- borbottó il più basso.
Kageyama lo squadrò per un attimo: in effetti, ricordava quella massa arancione...
- Non ho idea di chi tu sia, tendo a dimenticarmi delle persone poco importanti- dichiarò, e il più basso sbarro gli occhi.
- Ma chi ti credi di essere?! Poco importanti?! Guarda che sei un ragazzo del primo anno proprio come me! E io che ti ero anche venuto a parlare perché mi dispiaceva vederti solo- sbuffò Shoyo.
- Non mi interessa chi è più debole di me- affermò Tobio.
- Come sai che sono più debole di te?! Guarda che siamo finiti nella stessa scuola!-.
- Dovevano in qualche modo dare speranza a quelli come te-.
Hinata sbarró gli occhi: quel ragazzo era da prendere a schiaffi...
- Ma guarda un po' Tobio-chan, ti sei già fatto un amico eh?-. I ragazzi si voltarono, e videro Oikawa andare verso di loro con tutta l'ex Aoba Joshai al seguito. E anche Kindaichi e Kunimi: il Liceo Kitagawa Daichi era una delle poche scuole preparatorie dove insegnavano ai maghi le basi della magia anche prima dell'accademia, e tutto il gruppo di Oikawa ci era passato prima di andare alla Seijoh, per cui si conoscevano. E lo stesso valeva per Kageyama.
- Oikawa-san. Come vedi, la tua previsione si è rivelata errata- dichiarò Tobio, fissandolo - non sono finito in Serpeverde-.
- Si vede che la tua tecnica ha battuto il tuo egoismo; ma pensi che le partite andranno diversamente?- commentò Toru - hai scelto di andare al Karasuno e non venire alla Seijoh per un motivo, in fondo-.
- Oh, volevi venire al Karasuno?! Anche io!- esclamò Shoyo con un sorriso.
- Chissenefrega- sbuffò Tobio.
- Certo che sei proprio antipatico- borbottò il più basso. Oikawa scoppiò a ridere.
- Hai già capito tutto, Chibi-chan; buona fortuna con lui. Ci rivedremo sul campo- affermò, prima di voltarsi e allontanarsi insieme agli altri.
- Campo? Giochi a Quiddicht?!- chiese Shoyo, voltandosi verso Kageyama.
- Naturalmente- sbuffò il moro - e devo battere quello lì, per cui vedi di non intralciarmi-.
- Guarda che io sono un cacciatore provetto!-.
- Ah sì? Quanti punti fai in media?!-.
- Pare che non vadano molto d'accordo- mormorò Tadashi, seduto sul muretto del giardino, di fianco a Tsukishima.
- Tsk, penso sia impossibile andare d'accordo con quel ragazzo... Non sopravviverò ad averlo in camera tutto il tempo- borbottó il biondo.
- Mi spiace che tu sia finito in camera con lui...- mormorò Tadashi - i miei compagni paiono un po' casinisti, ma penso che potrei andarci d'accordo...- non era abituato a tanto casino, ma almeno non sembravano intenzionati a ignorarlo.
Tsukishima gli lanciò un'occhiata.
- Almeno potrai farti nuovi amici- commentò; quel ragazzo aveva solo lui come amico da quando erano alle elementari... Sperava che essere selezionato per una scuola simile gli desse un po' di autostima, Yamaguchi era più preoccupato di rischiare di finire in una casa diversa dalla sua che della scuola in sé. Come effettivamente era successo.
- Già... Però non preoccuparti Tsukki, durante le lezioni e quando potrò starò comunque con te!- dichiarò Tadashi con decisione.
- Non sei mica obbligato-.
- Ma è qualcosa che voglio fare-. In fondo, quel ragazzo lo aveva accettato come suo amico, ed era grazie a lui se era riuscito a impegnarsi nello studio e non aveva più avuto problemi di bullismo... E lui non voleva separarsi da Tsukishima.
- Come vuoi- il biondo afferrò le cuffie che teneva al collo e le indossò; bè, almeno lì dentro aveva un alleato...
- Quei tuoi due kohai non sembrano molto propensi a socializzare- commentò Daichi, che si era seduto insieme a Suga, Ennoshita, Kinnoshita e Narita contro il muretto; i tre più piccoli stavano parlando tra di loro, per cui si era voltato verso il ragazzo al suo fianco.
- Già...- sospirò Koushi - e dire che dovevano venire entrambi alla Karasuno... Sarebbe stata dura gestirli... Anche se tu ce l'avresti di sicuro fatta, sei sempre stato un ottimo capitano-.
- Di sicuro non sarebbe stata semplice- commentò Daichi - anche se con una mano da parte tua qualcosa di sicuro avremmo fatto, sei sempre stato più bravo di me a capire le persone-.
- Cerco solo di vedere le cose dalla loro prospettiva... Visto che ho meno talento di te, devo compensare con altro- affermò Koushi.
Daichi sollevò un sopracciglio.
- Suga...-.
- Non preoccuparti, intendo impegnarmi al massimo per migliorare!- dichiarò Koushi con un sorriso.
Il moro sospirò appena: odiava quando il ragazzo si sottovalutava in quel modo...
- Fammi sapere se hai bisogno di una mano, ok? Anche se siamo in case diverse, non significa che non possiamo più essere amici- dichiarò.
- Non preoccuparti, lo so bene; e poi staremo in squadra insieme no?- fece notare Koushi.
- Quello di sicuro- confermò Daichi. Era rassicurante che, almeno nel Quidditch, le squadre si potessero mischiare... Avrebbe fatto davvero fatica, senza quel ragazzo ad aiutarlo.
- E poi quei due mi dicono che non c'è niente tra loro...- borbottó Yaku, guardando i due ragazzi da lontano; era circondato da idioti...
- Dagli tempo, si conoscono solo da due anni- ridacchiò Tetsuro, seduto di fianco a lui.
Yaku gli lanciò un'occhiataccia, evitando di dire qualcosa solo perché Kenma, anche se era appoggiato alla spalla del moro con gli occhi chiusi, non stava dormendo.
- Piuttosto... Hai visto che Yamamoto ha già reclutato altra gente per la squadra?- disse Tetsuro, alzando lo sguardo sul ragazzo, che stava ancora parlando con Lev, Inuoka e Shibayama.
- Già... Almeno, saremo sicuri di riuscire a formare la squadra- mormorò Yaku, osservandoli.
Shibayama pareva un po' timido, ma si stava lasciando trascinare da Yamamoto, e soprattutto da Inuoka, che invece pareva più allegro. Lev... Stava facendo decisamente troppo casino, ed era troppo alto, gli dava sui nervi.
- Sarà un bene, ci servirà il quidditch per trovare uno sfogo dalle lezioni. Vero Gattino?- chiese Tetsuro, voltandosi verso Kenma.
- Spero non siano troppo irritanti- borbottò lui, facendo ridere il moro.
- Siamo bravi a gestire quelli irritanti- dichiarò Tetsuro con un piccolo sorriso - pensa almeno che non avrai Bokuto in squadra-.
- Ci mancherebbe altro- Kenma aprì appena gli occhi, osservando Bokuto, che visto che era stato separato da Akashi per una mezz'oretta, adesso lo aveva requisito; i due stavano camminando per il giardino e il maggiore gli stava raccontando tutto della sua sala comune.
- È tutto super allegro! E i miei compagni sono super simpatici! Moniwa è un po' silenzioso, ma tutti i miei Kohai, soprattutto del primo anno, paiono super divertenti!- esclamò Koutaro con un sorriso, gesticolando leggermente.
- Sono felice che tu ti stia trovando bene, Bokuto-san- dichiarò Keiji; il maggiore era una persona che si intristiva facilmente, anche se sapeva che probabilmente non sarebbe finito con i suoi amici comunque Akashi temeva che se la sarebbe presa... Ma almeno sembrava stare reagendo bene.
- Non vedo l'ora di iniziare le lezioni! Almeno sarò con Kuroo! Però una volta finito lui dovrà andare da Kenma... Ma tanto tu sarai con Kenma, quindi posso raggiungervi anche io! Così mi puoi spiegare le cose! Sei decisamente più intelligente di me!- esclamò Koutaro.
- Lo farò volentieri- rispose Keiji; non conosceva ovviamente tutti gli incantesimi degli altri anni, ma aveva studiato un po' per cui sapeva come spiegare a Bokuto le cose più difficili.
Non gli dispiaceva, in fondo farlo aiutava anche lui, e nonostante Bokuto fosse parecchio rumoroso gli piaceva passare il tempo in sua compagnia; inoltre, Bokuto sembrava sempre contento quando lui gli dava una mano, e gli faceva piacere vederlo così felice.
Trovava Bokuto una persona fantastica, le sue magie avevano sempre un'aria gioiosa incredibile, e il suo modo strepitoso di giocare a Quidditch era ciò che aveva spinto il maggiore a iscriversi nella sua scuola, per cui faceva volentieri il possibile perché quel lato di Bokuto non dovesse mai svanire.
- Noto che è pieno di gente famosa qui- commentò Satori - a partire da noi, ovviamente-.
- È naturale, avranno riunito persone dalle scuole più conosciute- affermò Eita.
- Probabilmente solo i primini sono stati selezionati più casualmente... Pochi andavano in scuole preparatorie- commentò Kenjiro, lanciando un'occhiata a Goshiki.
- Farò del mio meglio per tenere alto l'onore della Shiratorizawa!- dichiarò Tsutomu; era leggermente nervoso... Ogni tanto aveva incontrato quei senpai, ma li conosceva poco, non voleva rischiare di fare alcun passo falso.
- Non essere così nervoso, essere qui è una novità per tutti- affermò Taichi.
- Certo!-.
- Sei molto emozionato eh?- rise Satori.
- Si! Sono onorato di essere stato scelto, senpai!- dichiarò il moro.
- Anche tu mi sembri parecchio emozionato, Tendou- commentò Wakatoshi.
- Ma certo! Poche persone finiscono qui no? Non possiamo certo sprecare questa occasione!- dichiarò Satori con un sorriso.
Ushijima lo fissò per un attimo. Sapeva che Tendou era stato spesso preso in giro, sia dai suoi compagni babbani quando era ancora piccolo, sia poi tra i maghi: per qualche motivo, trovavano strani il suo aspetto e il suo comportamento, cosa che lui non avrebbe mai compreso.
Però, sapeva che il suo amico di sicuro era felice di aver l'opportunità di andare a una scuola così prestigiosa, per cui tra l'altro quelli che l'avevano sempre preso in giro non erano stati selezionati.
Si era un po' preoccupato quando erano finiti entrambi in SerpeVerde, ma il ragazzo non pareva averla presa come una cosa negativa; per ora.
- Ho sentito che ci sono già stati problemi nella vostra casa- commentò Reon.
- Oh sì! Oikawa ha provato a fare un discorso convincente, ma i Miya non erano molto d'accordo- rise Satori.
Ushijima lanciò un'occhiata al gruppo di Oikawa: era normale che avesse voluto mostrarsi subito, era sempre stato così, si aspettava che avrebbe fatto qualche mossa... Ma Oikawa non sarebbe stato un problema, sapeva come comportarsi con lui.
Con i ragazzi provenienti dall'Inarizaki, invece, non aveva mai avuto alcun rapporto: sperava che non intendessero causare troppi problemi...
- Quindi avete già causato problemi- sospirò Aran.
- Ho solo affermato la mia superiorità- dichiarò Atsumu con un sorriso - mi sembra normale no? Non volevo che Oikawa o Ushijima si montassero la testa-.
- Sei veramente impossibile...- borbottò il più alto.
- Bè, finché non causano problemi seri, possiamo lasciarli fare: in fondo, è giusto che si sappia che anche noi siamo decisi... Ma senza essere scortesi, Atsumu- precisò Shinsuke.
- Perché parli solo con me?- borbottó il biondo.
- Perché sei quello che fa più casino. Vado a fare un giro del cortile per vedere com'è, voi non combinate guai- si raccomandò, prima di allontanarsi.
- Vado con lui... Non fate casini- affermò Aran, seguendolo - temo che faranno più danni di quanto pensiamo... È un problema che siano tutti e tre insieme senza controllo-.
- Bè, in fondo sappiamo come sono fatti: l'importante è che non esagerino. Siamo circondati da persone forti, non avranno così tanta libertà- affermò Shinsuke.
- È questo che mi preoccupa- mormorò il più alto, lanciando loro uno sguardo; sperava che veramente non combinassero guai...
- Perché lasciate sempre che tutta la colpa ricada su di me?- sbuffò Atsumu, voltandosi verso gli altri due, che come sempre avevano espressioni impassibili in volto.
- Tu volevi metterti a fare il gradasso- affermò Osamu.
- E poi è divertente quando ti sgridano- dichiarò Rintarou.
- Tsk, siete pessimi, sareste proprio un'ottima coppia- borbottó Atsumu, voltandosi.
I due si scambiarono uno sguardo: bè, forse...
- Hai già un piano vero?- chiese Osamu, tornando a guardare il fratello. Il biondo sorrise.
- Naturalmente- dichiarò; avrebbe mostrato a tutti chi erano i migliori.
- Oh, non mi aspettavo di trovare tutti qui-. I ragazzi si voltarono mentre Ukai e Takaeda entravano nel cortiletto.
Sapevano che all'inizio probabilmente avrebbero impiegato un po' ad abituarsi e avrebbero cercato di stare con chi erano abituati, ma non credevano di trovarli quasi tutti riuniti nello stesso luogo.
- Buongiorno, professori- dissero alcuni di loro, mentre altri rimasero in silenzio.
- Professore, già che siete qui- Toru si avvicinò ai due - potreste darci informazioni su come organizzarci per il quidditch?- chiese.
I due si scambiarono uno sguardo, sorpresi.
- Bè, pensavamo di parlarvene più avanti ma... In effetti quasi tutti voi giocate, per cui è normale che siate interessati- commentò Ittetsu; e soprattutto, era felice di vederli così propositivi.
Ukai si schiarí leggermente la voce mentre i ragazzi si radunavano attorno a loro.
- Bene. Come vi abbiamo già detto, per il Quidditch potete formare le squadre che volete, anche mischiandovi tra di voi: basta che troviate un professore che vi faccia da responsabile, e sarà fatta. So che molti di voi vengono da squadre di altre scuole; se non siete minimo in sette ma volete comunque rimanere con i vostri ex compagni senza unirvi ad altre squadre, il professore di riferimento vi fornirá di un incantesimo adeguato per creare dei cloni dei vostri vecchi compagni. Per quanto riguarda gli allenamenti, abbiamo vari campi, vi basta prenotarli e sarete a posto- affermò Keishin.
- Ricordiamo che le regole sono leggermente diverse da quelle che si conoscono dalla leggenda- Ittetsu fece un passo in avanti; non si sentiva mai troppo a suo agio a parlare davanti a tante persone, ma quello era il suo campo, poteva farcela - ovviamente, i ruoli sono quelli classici: un Cercatore, tre Cacciatori, un Portiere e due Battitori. Ogni volta che una pluffa finisce in porta sono 10 punti, e catturare il boccino d'oro ne vale 150. Ma ricordate che in questo gioco, il Cercatore, se vuole naturalmente, può aiutare gli altri giocatori e decidere le tattiche di gioco, quindi scegliete con molta saggezza chi sarà nella vostra squadra- affermò.
I ragazzi annuirono: la maggior parte di loro avevano già giocato, e anche chi era al primo anno, anche se non aveva potuto farlo, si era allenato su campi appositi per prepararsi al gioco vero e proprio, per cui erano più che pronti.
- Cercate di creare le squadre entro la fine di settimana prossima, in maniera che possiamo organizzare eventuali tornei e tutto il necessario- ricordò Keishin, e tutti annuirono.
- Bene: adesso, vi daremo le vere informazioni per cui eravamo venuti qui. Innanzitutto, l'orario con le vostre lezioni è appena stato appeso nella bacheca dell'atrio principale, e anche fuori dalle vostre Sale Comuni. Cercate di non fare ritardo: vi abbiamo scritto anche l'orario dei pasti e il coprifuoco- affermò Ittetsu - come abbiamo già detto, se qualcuno di voi avesse bisogno di chiarimenti o altre informazioni, può tranquillamente chiedere al professore responsabile della sua casa-.
- Inoltre, tra due giorni ci sarà il viaggio a Hogsmeade per comprare tutto il necessario che vi servirà per le lezioni. Vi consigliamo di preparare prima ciò che volete portare e acquistare, ci muoveremo tutti insieme quindi non vi sarà possibile tornare indietro prima del tempo- dichiarò Keishin - qualche domanda?-.
Nessuno rispose.
- Molto bene. Allora, potete tornare a rilassarvi; ci vediamo stasera a cena- dichiarò Ittetsu, voltandosi per allontanarsi.
Daichi e Suga si scambiarono uno sguardo e annuirono, prima di alzarsi.
- Asahi- chiamò il moro, e il ragazzo annuì.
- Nishinoya, Tanaka, andiamo- disse, mentre i due ragazzi scendevano dall'altro.
- Shoyo, venite anche voi! È per la squadra!- urlò Yu.
- Arrivo! Andiamo musone!- esclamò Shoyo, voltandosi verso Kageyama.
- Musone?!- sbuffò lui.
- Ma certo! Volevi venire alla Karasuno no?! Dai, non fare storie!- Shoyo gli afferrò la mano e seguì velocemente gli altri, che si stavano riunendo.
- Aspetta... Bokè! Non mi trascinare!- sbuffò Tobio, ma lo seguì comunque.
- Tu cosa farai?- chiese Kyoko con un piccolo sorriso, voltandosi verso Yachi, che sussultò appena- eri curiosa anche tu di questa squadra no?-.
- Sì- mormorò lei; in effetti, era stata la sua scelta prima di scoprire di essere stata presa a Hogwarts...
Kyoko fece un piccolo sorriso.
- Allora vieni anche tu?-. La bionda annuì e la seguì verso il gruppo.
- Voi cosa fate?- chiese Koushi, voltandosi verso Tsukishima e Yamaguchi - anche voi volevate venire da noi no?-.
Yamaguchi lanciò uno sguardo a Tsukishima, che per un attimo rimase in silenzio.
- Bè, tanto vale vedere come sarà la squadra- affermò Kei, sfilandosi le cuffie. Yamaguchi sorrise e i due saltarono giù dal muretto, unendosi agli altri insieme a Ennoshita, Kinnoshita e Narita.
Anche gli altri ragazzi stavano pian piano svuotando il cortiletto; alcuni di loro sapevano già che professore volessero, e intendevano andare subito ad accaparrarselo.
- Professor Ukai- chiamò Daichi, mentre insieme al gruppo raggiungeva Ukai e Takaeda, che si stavano ancora allontanando.
I due si voltarono, leggermente confusi.
- Ditemi- rispose l'uomo.
- Ecco, noi... Vorremmo che lei fosse il nostro allenatore di Quidditch- affermò Daichi, senza girarci troppo intorno.
Ne aveva già parlato con i suoi compagni: in fondo, quell'uomo era il nipote del signor Ukai... Qualcosa doveva voler dire no? Anche se suo nonno non insegnava, non si sarebbero lasciati sfuggire leggende simili.
Ukai sbarró gli occhi.
- Sapete che non sono mio nonno vero?- commentò.
- Ma ha giocato per conto suo, e all'epoca il Karasuno era una grande squadra: vorremmo... Che lei ci aiutasse a tornare a esserlo- affermò Daichi.
Ukai li fissò per un attimo: non aveva previsto nulla di simile, ma la decisione che vedeva negli occhi di quei dodici ragazzi... Era qualcosa che non aveva mai visto, in tutte le scuole in cui aveva insegnato fino a quel momento.
- Secondo me dovresti farlo: in fondo ti piace ancora giocare a Quidditch no?- fece notare Ittetsu con un sorriso.
Il minore ci pensò per un attimo.
- E va bene- disse, e i ragazzi sorrise - ma il vostro responsabile sarà il processor Takaeda, io faccio schifo con l'organizzazione-.
- Eh?!- il moro sbarró gli occhi.
- Vi ringraziamo infinitamente!- Daichi si inchinò e tutti gli altri li imitarono.
- Ecco... Va bene- sospirò Ittetsu - fatemi sapere i vostri nomi domani, intanto preparo le carte-.
- La ringrazio- Daichi si tirò su - ragazzi, andiamo- disse, voltandosi e allontanandosi con gli altri.
- Perché mi hai proposto?- chiese Ittetsu, voltandosi verso l'uomo al suo fianco.
- Come ho detto, io faccio schifo con l'organizzazione; e poi- Keishin si voltò verso di lui, un sorriso in volto - non ti va di passare ancora più tempo con me?- commentò.
Takaeda arrossì leggermente.
- Saremo davanti ai ragazzi- fece notare.
- Si, ma saremo lì insieme- Keishin gli posò le mani sui fianchi, accarezzandoglieli appena - che ne dici? Alleniamo questa squadra insieme?-.
Takaeda fece un piccolo sorriso.
- Volentieri- sussurró; il minore sorrise e si chinò, unendo le loro labbra.
C'erano tante cose che non gli piacevano di quel posto, ma era certo che accanto a quell'uomo... Sarebbe riuscito a fare qualcosa di incredibile.
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