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CAPITOLO II.

Le carrozze non impiegarono molto ad arrivare al castello; alcuni dei ragazzi erano più emozionati dal fatto che veramente sembrassero trainate dal nulla, ma sapendo che erano i thestral la maggior parte era solo contenta di non poterli vedere... E felice di stare per arrivare.

Solo poche persone in fondo stavano avendo quell'occasione, e nessuno di loro intendeva rischiare di sprecarla in alcun modo.

Quando avevano ricevuto le loro lettere, era stata data loro anche indicazione di lasciare i loro bagagli sulle carrozze, visto che ci avrebbero pensato gli elfi domestici a portarle nelle loro stanze, per cui i ragazzi scesero a mani vuote di fronte all'immenso portone del castello.

- Non ho ancora capito perché dobbiamo essere noi ad accoglierli, siamo professori come tutti gli altri- borbottó una voce maschile all'interno.

- È normale, siamo tra i più giovani!- rise un'altra voce maschile, che pareva decisamente più emozionata - e po', potremo accogliere i primi studenti di Hogwarts! Sorridi!-.

I ragazzi si scambiarono uno sguardo confuso, ma visto che il portone si stava aprendo decisero di non dire nulla e concentrarsi sulle due figure che stavano comparendo dall'altra parte di esso.

Erano due uomini: uno moro, con i capelli mossi, un paio di occhiali in volto e l'espressione emozionata; l'altro era più alto, biondo, alcuni piercing sul volto, e pareva decisamente più scocciato. Entrambi indossavano la tunica nera da maghi che era stata consegnata a tutti gli studenti.

- Benvenuti, studenti!- esclamò il moro - io sono Ittetsu Takaeda, uno dei vostri professori responsabili! Seguiteci pure, vi condurremo alla sala grande: lì verrete smistati nelle vostre case e potrete andare a riposare- dichiarò.

- Io sono Keishin Ukai: mi raccomando, ricordate che avete ottenuto un grande privilegio, per cui cercate di non sprecare questa opportunità comportandovi male!- disse, prima di voltarsi - seguiteci-.

- Non essere così duro, sono appena arrivati- sussurró Ittetsu, voltandosi a sua volta e iniziando a camminare; Ukai gettò un'occhiata alle sue spalle, assicurandosi che li stessero seguendo, prima di tornare a guardare l'uomo di fianco a lui.

- Non è colpa loro, sono nervoso per come stanno gestendo le cose- mormorò Keishin.

Il moro abbassò appena la testa.

- Lo so, ma cerchiamo di non fare pesare la cosa sui ragazzi... Questa è pur sempre una grande scuola, saranno emozionati ma anche nervosi, è giusto che stiano in un ambiente tranquillo-.

Ukai sospirò: aveva ragione, però...

Raggiunsero poco dopo la sala grande e il biondo si voltò verso i ragazzi.

- Per adesso distribuitevi come preferite lungo i tavoli- disse loro, mentre il gruppo entrava, guardandosi intorno.

I quattro tavoli, il quinto dei professori in fondo alla sala, le decorazioni del soffitto e delle pareti... Mancavano solo i fantasmi e sarebbe stato tutto come avevano sempre letto.

Bè, tranne per il fatto che non avevano idea di chi fossero i professori dietro al tavolo, ma quello era un altro discorso.

Si distribuirono per i quattro tavoli, mentre Ukai e Takaeda raggiungevano i professori.

- Ottimo lavoro- disse uno di loro; Ukai lo fulminò con lo sguardo.

- Taci nonno- borbottò, e l'uomo lo guardò male.

- Non dire taci a tuo nonno!- sbuffò - e non pensare di sederti, devi spiegare le regole-.

- Eh?! Perché io?!-.

- Perché l'ho appena deciso. Niente in contrario, vero Washijo?- chiese Ikkei, voltandosi verso l'uomo che occupava il posto centrale del preside.

- Per me non c'è alcun problema- dichiarò lui, continuando a fissare di fronte a sé.

Keishin sbuffò, ma si portò davanti al seggio e si schiarí appena la voce; quanto odiava tutto quello...

- Molto bene: mentre vi spiego le regole, il professor Shimada passerà tra di voi con il cappello parlante- dichiarò, mentre un uomo dai capelli lisci mori e un paio di occhiali in volto si alzava dal suo posto, con in mano un cappello marrone.

Qualche ragazzo sbuffò; sapevano bene che le cose non sarebbero andate esattamente come nella Leggenda, ma alcuni speravano di salire sul palco a turno, invece...

- Voi non fateci caso; quando avrà completato il suo lavoro, il cappello annuncerà la divisione tra le quattro case, e a quel punto vi scorteremo nelle vostre camere- continuò Keishin, mentre Shimada si dirigeva verso i ragazzi per iniziare il giro - la vostra casa di appartenenza serve per segnalare il vostro dormitorio e il vostro professore responsabile. Non potete entrare nelle sale comuni e nelle camere delle casate altrui, ma fino a mezzanotte, ovvero il coprifuoco, siete liberi di incontrare membri di altre case in tutti gli spazi comuni.

- Le lezioni non saranno divise per casate, tutto quelli del primo anno saranno insieme, così come quelli del secondo e del terzo. Neanche le squadre di Quidditch, al contrario di ciò che potevate aspettarvi, saranno divise per casate: molti di voi già giocavano, per cui siete liberi di formare la squadra che preferite, basta che troviate un professore disponibile. E no, mio nonno non intende allenare nessuna squadra-.

Un lieve malcontento si diffuse tra alcuni di loro: Ikkei Ukai era piuttosto famoso per la sua bravura nel Quidditch, anche se pareva si fosse ritirato purtroppo... Alcuni non sapevano nemmeno fosse professore lì, ma anche solo potergli chiedere un consiglio sarebbe stata una grande opportunità.

- Nei prossimi giorni, vi porteremo a Hogsmeade per comprare tutti i materiali necessari. Per quanto riguarda l'esercitazione singola, è proibito compiere qualsiasi magia, pozione compresa, in luoghi dove potreste ferire gli altri: vi lasceremo le aule aperte apposta per esercitarvi, se ne avrete bisogno, e i professori sono sempre a disposizione per dei chiarimenti ovviamente.

- Siete tutti adolescenti, per cui lasciate che avvisiamo di un'ulteriore regola: non ci saranno problemi con le relazioni, tuttavia qualsiasi gesto inadeguato da parte di una coppia sarà severamente punito, così come la trasgressione delle altre regole. Se qualcuno di voi ha bisogno di uscire in giorni non specificati, o di altro, ne vada a parlare con il professore responsabile. Ricordate che qui non siamo nella leggenda, per cui se qualcuno ha dubbi sulle regole chieda prima di fare danni. Avete delle domande?-.

Tutti rimasero in silenzio, anche perché Shimada stava passando con il cappello, quindi l'attenzione di molti di loro si era concentrata su di lui.

- Molto bene. Naturalmente, sono vietati anche duelli fatti fuori dalla supervisione di un professore, quindi cercate di non causarvi problemi e di andare d'accordo. Preside, vuole dire altro?- chiese Keishin, voltandosi verso l'uomo.

Washijo si alzò, in volto un'espressione tetra che fece tremare leggermente alcuni dei ragazzi, e si avvicinò al microfono.

- Questo luogo non sarà uguale a quello della leggenda, ma è ugualmente importante: siete qui per diventare maghi migliori, per imparare, impegnarvi e vincere in qualsiasi sfida la vita vi porrà davanti. Mettete questi obiettivi di fronte a tutto, e diventerete dei maghi di cui andare fieri-.

Mentre alcuni sorrisero per quelle parole, altri ne rimasero leggermente inquietati: quel preside sembrava parecchio severo... Decisamente diverso da Silente...

Washijo tornò seduto e Ukai dovette riprendere a parlare.

- Bene, Shimada ha finito: adesso, ascolteremo ciò che ha da dire il Cappello Parlante- affermò, mentre Shimada andava verso di lui; posò il cappello sul seggio, davanti al microfono.

Dopo un lieve colpo di tosse, il Cappello Parlante, con molta sorpresa ed emozione da parte di tutti i ragazzi, iniziò a parlare, recitando la sua filastrocca;

«Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c’è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all’istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!»

I ragazzi rimasero tutti in silenzio, più che emozionati, anche un po' nervosi; alcuni sapevano che sarebbero stati separati dai loro amici, altri erano solo felici di poter iniziare una nuova avventura.

- Partiamo con annunciare chi saranno i Grifondoro, che raggiungeranno il professor Ukai- affermò Keishin - primo anno!-.

- Tsutomu Goshiki- dichiarò il cappello. Il ragazzo si alzò, l'aria fiera di essere il primo e anche l'unico del primo anno a essere in quella casata, e si diresse verso il tavolo dei professori.

- Secondo anno-.

- Yu Nishinoya. Ryunosuke Tanaka. Taketora Yamamoto. Yuji Terushima. Kentaro Kyotani. Shigeru Yahaba. Taichi Kawanishi-.

I ragazzi chiamati si alzarono; i primi tre erano parecchio felici di essere insieme, anche se un'occhiata di Daichi bastò per convincerli a tacere, mente raggiungevano Terushima e poi il palco. Taichi sembrava indifferente, mentre Shigeru era più preoccupato per Kyotani, che probabilmente avrebbe preferito non essere insieme a quei ragazzi... Ma neanche lui poteva dire qualcosa al cappello parlante.

Vide Oikawa fissarli, un lieve sorriso, come se l'avesse previsto, e sospirò: sperava andasse tutto bene...

- Terzo anno-.

- Daichi Sawamura. Asahi Azumane. Yaku Morisuke. Aran Ojiro. Mika Yamaka-.

I ragazzi si alzarono; Daichi e Asahi salutarono Suga, il secondo leggermente sorpreso di essere finito in quella casata, e andarono verso il palco, insieme a Yaku e Ojiro. Mika salutò le sue nuove amiche e il suo ragazzo, prima di seguirli.

- Passiamo ora ai Tassorosso, di cui sarà responsabile il professor Takuro Oiwake- dichiarò Keishin - primo anno-.

- Shoyo Hinata. Tadashi Yamaguchi. Hitoka Yachi. Haiba Lev. So Inuoka. Yuki Shibayama. Kanji Koganegawa- affermò il cappello parlante.

Tutto il gruppo si alzò, più che felice di essere finito insieme; Yamaguchi era l'unico che si sentiva leggermente a disagio, un po' escluso, visto che non aveva avuto l'occasione di conoscerli.

Lanciò uno sguardo a Tsukishima, che però non disse niente, così il ragazzo seguì gli altri verso il palco, la testa leggermente bassa.

- Secondo anno-.

- Takanobu Aone. Hisashi Kinnoshita. Kazuhito Narita-. I tre si alzarono; Futakuchi diede una pacca sulla spalla ad Aone mentre gli altri due salutavano gli amici con un cenno del capo, prima di raggiungere gli altri.

- Terzo anno-.

- Koutaro Bokuto. Hana Misaki. Kaname Moniwa-. Bokuto fece un respiro profondo e rivolse un sorriso ai suoi amici; Akashi gli rivolse un sorriso di rassicurazione e il ragazzo si allontanò, cercando di ignorare il lieve peso sul suo petto. Misaki salutò Kyoko, cercando di ignorare gli occhi e il sorriso di Terushima su di lei, mentre Moniwa salutò velocemente Suga e raggiunse Aone.

- Questi saranno i Tassorosso. Ora passiamo a Corvonero, con il professor Yasufumi Nekomata.  Primo anno-.

- Kei Tsukishima. Tobio Kageyama-. Tsukishima si alzò, senza dire niente, mentre Kageyama lasciava andare il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento: non era finito in Serpeverde...

Lanciò uno sguardo soddisfatto al resto dei suoi conoscenti, che però sembravano abbastanza indifferenti; solo Iwaizumi gli fece un cenno per augurargli buona fortuna. Il minore sospirò e si allontanò.

- Secondo anno-.

- Kenma Kozume. Keiji Akashi. Chikara Ennoshita. Kenjiro Shirabu. Shinji Watari-.

Kenma fu parecchio sollevato di sapere che sarebbe finito con Akashi; evitò di guardare Kuroo, sapendo che poteva fare poco in caso non fossero stati insieme, e andò con l'amico verso gli altri, insieme a Shirabu, Watari ed Ennoshita, che tanto sapeva avrebbe rivisto Suga poco dopo.

- Terzo anno-.

- Koushi Sugawara. Tetsuro Kuroo. Eita Semi. Shinsuke Kita. Shimizu Kyoko-.

Il gruppo si alzò; in fondo, i loro compagni un po' già sapevano che non ci sarebbero stati loro nell'ultima casata, per cui li stavano aspettando.

- Bene, manca Serpeverde, con il professore Norimune Kurosu; per correttezza, li chiamiamo comunque. Primo anno-.

- Yutaro Kindaichi. Akira Kunimi-. I due si alzarono e raggiunsero tranquillamente il professore: Oikawa gliel'aveva detto per un motivo, in fondo.

- Secondo anno!-.

- Kenji Futakuchi. Atsumu Miya. Osamu Miya. Rintarou Suna-. Nessuno dei quattro ne fu particolarmente sorpreso, anzi...

- Terzo anno!-.

- Suguro Daisho. Toru Oikawa. Hajime Iwaizumi. Issei Matsukawa. Takahiro Hanamaki. Wakatoshi Ushijima. Satori Tendou-.

Gli ultimi rimasti ai tavoli si diressero verso gli altri della loro casa, svuotando totalmente la zona.

- Molto bene: queste saranno le vostre case. Ricordate che le caratteristiche che vi sono attribuite non sono per forza solo quelle che avete, ognuno ha il suo carattere, è solo una descrizione parziale- affermò Keishin, guardando tutti i ragazzi.

- Ma è ciò che vi è stato assegnato, per cui tenete alto il valore della vostra casata- ordinò Tanji Washijo - i professori vi scorteranno al dormitorio, le vostre valigie sono già lì. Non fate casino-.

In silenzio, leggermente spaventati da quell'uomo, i ragazzi trattennero le loro emozioni e seguirono i professori fuori dalla sala, lasciandola per un attimo vuota.

Ukai si voltò verso il preside.

- Continuo a non essere d'accordo con la divisione in case: potrebbe creare dei problemi, alcuni di loro potrebbero sentirci schiacciati dalla cosa- affermò.

- Se non riescono a tirare fuori la loro forza per questo, allora non sono degni di stare qui- dichiaró l'uomo, prima di allontanarsi insieme ad alcuni professori.

Ukai sentí una risata e si voltò verso il nonno.

- Non la pensi come me?!- sbuffò.

- Diciamo solo che...- Ikkei sorrise - sarà interessante vedere come andrà- affermò.

Ukai sospirò: sperava che andasse tutto bene...

- Questa camera è magnifica!- esclamò Shoyo, osservando con un sorriso l'immensa camera in cui si era trovato: rotonda, con un letto, un armadio e una scrivania per ognuno di loro sistemati contro le pareti, e un enorme spazio libero al centro.

- Che bello che siamo tutti insieme!- esclamò Lev.

- In realtà manca Yachi, è nel dormitorio femminile- fece notare So.

- Adesso andiamo! A proposito, noi non ci conosciamo! Sono Shoyo Hinata!- esclamò il ragazzo, voltandosi verso Yamaguchi, che sussultò appena.

- Ecco io... Mi chiamo Tadashi Yamaguchi- mormorò, leggermente imbarazzato.

- Ciao Yamaguchi! Vuoi venire con noi a recuperare Yachi e fare un giro?!- chiese Kanji.

- Si... Va bene- rispose lui, leggermente sollevato: almeno parevano tutti gentili...

- Ma come raggiungiamo il dormitorio femminile?- chiese Yuki, facendo calare il silenzio.

- Potremmo andare nella sala comune e vedere se è lì o se gli altri sanno come fare- propose Tadashi.

- Oh, sei intelligente! Andiamo!- esclamò Lev, correndo fuori dalla stanza, seguito dagli altri.

Per fortuna, trovarono Yachi già giù, a parlare con  Misaki; visto che erano le uniche due ragazze, per fortuna le avevano messe in camera insieme.

Vicino a loro c'erano Narita e Kinnoshita, che visto che già si conoscevano e che Aone non era di molte parole avevano deciso di scendere per fare conoscenza con gli altri, e ora stavano parlando con Moniwa.

- Oh, ecco i primini! Hey Hey Hey!- esclamò Koutaro, lanciandosi davanti ai nuovi arrivati - io sono Koutaro Bokuto! Vi va di incontrarci con i miei amici Corvonero?!-.

- Certo!- esclamarono Shoyo, Lev e Kanji. Yamaguchi fece un piccolo sorriso: forse ci sarebbe stato pure lui...

- Perfetto!- Koutaro tirò fuori dalla manica la bacchetta e un foglio, che picchiettò leggermente.

- Revelio-. Sul foglio comparve una scritta:

GIARDINO INTERNO

- Ma che figo!- esclamò Shoyo.

- Eheh vero? Andiamo!- esclamò Koutaro, uscendo dalla stanza.

- Quindi hai dato a Bokuto questo foglio per fargli sapere sempre dove sei?- chiese Koushi, osservando il foglio su cui Akashi aveva appena scritto al ragazzo dove incontrarsi.

- Si, spesso se ne dimentica, così è più comodo- affermò lui.

- Non sembra che lui sia il più grande- commentò Eita.

- Sembra un po' idiota- mormorò Kenjiro.

- Non dovremmo giudicare qualcuno che non conosciamo- fece notare Shinsuke.

- È un sempliciotto, Akashi gli deve spiegare tutti- borbottó - ma è più forte di quanto sembri-.

- Bokuto-san è molto potente, quando non si distrae, sia negli incantesimi che nel Quidditch- affermò Kyoko.

- Wow, se ne parlate così mi viene voglia di incontrarlo- commentò Shinji; visto che non aveva ancora ricevuto notizie da Oikawa, aveva deciso di uscire con i suoi compagni di casata, visto che ci avrebbe dovuto vivere.

- Adesso andiamo... Stavamo aspettando Kuroo- Chikara si voltò verso il moro, che stava fissando le scale.

- Volevo vedere se i primini volessero unirsi a noi, ma non arrivano- affermò il maggiore.

- Magari sono timidi, vado a vedere come stanno- affermò Koushi, superandolo e salendo le scale verso la camera dei due minori.

- Ti ho detto che il letto a destra lo prendo io- ringhiò Tobio.

- E secondo te io ascolto ciò che dici? Sono entrato per primo- affermò Kei.

- Solo perché eri davanti al gruppo!-.

- Non ti ho certo detto io di metterti in fondo-.

- Sentì, schiodati da quel letto! Tanto che te ne frega di dove dormi?!-.

- Niente, ma è divertente fare irritare il Re del campo- affermò Kei. Kageyama assottigliò lo sguardo.

- Come conosci quel soprannome?- ringhiò.

- Ho fatto ricerche su chi mi sarei trovato qui... Strano che tu non sia un Serpeverde, visto quanto sei egoista- commentò Kei, con aria divertita. Kageyama fece un passo in avanti.

- Tu non...-. Sentirono bussare alla porta.

- Ragazzi- Koushi si affacciò, un piccolo sorriso in volto - vi va di fare un giro con noi? Incontriamo alcuni amici-. Sembrava esserci parecchia tensione... Sperava andasse tutto bene...

- Tanto dovevo già uscire- affermò Kei, voltandosi; doveva vedere Yamaguchi e calmarsi o avrebbe ucciso qualcuno - ma il Re non penso che verrà-.

- Certo che vengo- sbuffò Tobio; non che ne avesse voglia, ma non sarebbe rimasto lì a farsi prendere per il culo.

- Perfetto! Andiamo!- esclamò Koushi con un sorriso, voltandosi e scendendo insieme ai due ragazzi.

- Oh bene, possiamo andare!- dichiarò Tetsuro.

- Si: Daichi ha detto che ci aspettano-.

- Cercate di non fare casino- si raccomandò Daichi, mentre si dirigeva nel cortile con i ragazzi. Tranne Goshiki, Taichi e Mika, che si stavano dirigendo a trovare i loro amici Serpeverde, gli altri erano scesi tutti in cortile.

Kyotani e Yahaba li avevano seguiti, leggermente in disparte, in attesa di capire cosa volesse fare Oikawa, mentre Ojiro si era unito quando aveva saputo che anche Kita era probabilmente tra le persone che avrebbero incontrato.

Peccato che adesso Daichi, Asahi e Yaku si stessero trovando a dover cercare di tenere a bada Nishinoya, Tanaka, Yamamoto e Terushima, più che decisi a studiare il posto.

- Io ammazzo Yamamoto e voi pensate agli altri tre?- commentò Yaku.

- Per il primo giorno possiamo anche lasciarli sfogare un pochino... Sperando che non si facciano male- mormorò Asahi.

- Asahi-san!- Yu corse verso di lui - vieni ad aiutarmi a salire su quell'albero!-.

- Non è pericoloso?- gli chiese Asahi, leggermente preoccupato, osservando l'enorme albero al centro del cortile interno.

- Al massimo mi fai levitare no?! Dai, dobbiamo approfittare di questa settimana per sfogarci un po'!- esclamò il minore, correndo verso l'albero e trascinandoselo dietro.

- E come al solito, si è lasciato trascinare da Nishinoya- sospirò Daichi.

- Suga mi ha detto che accade spesso... E mi ha detto anche che quando avete scoperto delle lettere lo hai portato al ristorante a festeggiare. Da soli- affermò Yaku. Aveva passato ore ad aiutare l'amico a capire cosa mettersi...

- Era solo per festeggiare- borbottó Daichi, facendogli alzare gli occhi al cielo: era circondato da idioti.

- Comunque... Oikawa? Da quello che mi avete raccontato pensavo che da subito sarebbe stato qui ad affermare il suo dominio- commentò Yaku, guardandosi intorno.

- Probabilmente arriverà tra non molto- mormorò Daichi; conoscendo il ragazzo... Aveva sicuramente qualcosa in mente.

- Miei cari compagni di casa, vorrei avere per un attimo la vostra attenzione- affermò Toru con un sorriso, Iwaizumi, Matsukawa, Hanamaki, Kindaichi e Kunimi dietro di lui.

Gli altri invece erano seduti su alcune poltrone della sala comune a parlare tra loro.

- Noto che siete parecchi della tua squadra, Oikawa- commentò Wakatoshi.

- Che dire? Siamo molto uniti. Volevo solo parlare un po' con voi: immagino che tutti qui abbiano i propri obiettivi, e i propri modi per realizzarli. Visto che siamo in un bel po' in questa storia, proporrei di non intralciarci a vicenda: che ne dite?- propose Toru con un sorriso.

- Bè, sarebbe una proposta interessante... Se non fosse per un piccolo dettagli- Atsumu si alzò, imitato da Osamu e Suna - non ho motivo per temere nessuno di voi, per cui non vedo come mai dovrei ascoltarti-.

- Uhh, si fa interessante- sussurró Kenji, e Daisho annuì.

- Tu sei Miya Atsumu vero? Hai un anno meno di me, sicuro di poterti permettere di dire queste cose?- commentò Toru, fissandolo.

- Posso eccome, visto che sono certo di essere molto più in gamba di te-.

- Ah sì? Eppure, se non foste due gemelli maghi nessuno conoscerebbe il tuo nome-.

- Bè, contando che il tuo è conosciuto perché non fai altro che fallire... Sicuro di essere un vero mago?-.

- Oi!- Hajime gli si avvicinò, uno sguardo serio in volto - ci sono cose che si possono dire e cose che non si possono dire. Vedi di stare attento, ragazzino-.

- Ma che paura- commentò Atsumu.

- Su una cosa Oikawa ha ragione: non litighiamo tra di noi- Wakatoshi si alzò, mettendosi tra i due gruppi - non voglio casini qui-.

- Wakatoshi-kun ha ragione!- esclamò Satori, raggiungendoli con un sorriso - tra una settimana inizieranno le lezioni no?! Possiamo benissimo vedere chi sarà il migliore lì! Tanto sarà sicuramente Wakatoshi-kun!-.

- Eh?!- sbuffarono Toru e Atsumu.

- Tendou, non peggiorare le cose: certe persone non lo crederanno finché non lo vedranno. Andiamo, Goshiki deve starci aspettando- affermò Wakatoshi, prima di uscire dalla stanza con Tendou.

- Oh giusto, vado a controllare Aone e prendere in giro Moniwa- Kenji li seguì, imitato da Daisho, che voleva vedere se riusciva a beccare Mika.

Per un attimo, nella stanza calò il silenzio.

- In ogni caso, ti mostrerò che ho ragione dalla prossima settimana... Soprattutto nel Quidditch- dichiarò Atsumu, prima di andarsene con Osamu e Suna.

- Tsk, bamboccio irritante- sbuffò Toru.

- Ignoralo, sapevamo già sarebbe stato più irritante di te- affermò Hajime.

- Tsk, io sono molto più bello! Andiamo anche noi- il castano sorrise - voglio vedere come stanno i miei kohai-.

🏐🏐🏐

Ecco qui il secondo capitolo! Capitemi, non potevo farli salire tutti sul palco, mi sarebbe servito un capitolo a casata praticamente ma... Lo smistamento ovviamente c'è stato!

Alcuni aspettati, altri inaspettati... Li avevate indovinati?!

Ricordiamo che il nostro carattere ci indirizza verso una casa, ma tutti possiamo più caratteristiche che potrebbero farci andare in molte altre! E lo dico da fiera corvonero! Per cui, chissà che sorprese ci riserveranno loro...

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