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Pronto...?


19 dicembre


- Casa Circondariale di Roma, Buon giorno. Con chi parlo?

- Sono Claudio Sona.

- Con chi desidera mettersi in contatto?

- Col detenuto 881329, Mario Serpa.

- In qualità di..?

- Fidanzato.

- Aspetti un attimo... sì, non mi risulta che il detenuto 881329 abbia un compagno.

- È una cosa recente.

- Non ha il permesso per comunicare con lui.

- Ho ricevuto il consesso da parte dell'avvocato Gianluca Faioli.

- Sì, è vero. Eccolo. Va bene signor..?

- Sona.

- Sona, vado a chiamarlo.

....

- Pronto?

- Ehi...

- Cla'?

- Ciao...

- Ciao.

- Come stai?

- Bene.

- Sul serio, Mario.

- Sto bene, Claudio. Davvero.

- Okay...

- Tu come stai?

- Bene! Però mi manchi...

- Sei a Verona?

- Sì! Sono dai miei. Non puoi capire, Mario. Mi hanno organizzato una festa. A me!

- So contento, te la meriti.

- C'erano tutti i miei migliori amici. Dio, era tutto perfetto. Papà è stato dimesso dall'ospedale, sta meglio, sono tutti felicissimi.

- Mi fa piacere...

- Però mancavi tu...

- Cla'...

- Io non ti manco?

- Mi manchi come l'aria.

- Voglio venire a trovarti.

- Cla', non puoi.

- Ho parlato con Gianluca.

- Che ti ha detto?

- Ha detto che può farmi avere il permesso dal giudice.

- Come?

- Come sono riuscito a parlare con te oggi.

- Giangi che ha fatto?

- Sono io che ho dichiarato di essere il tuo fidanzato...

- Ah...

- Lo so. Lo so, Mario. Non ci siamo mai etichettati però io, io lo sento... non so se per te è lo stesso però-

- Cla'. Va tutto bene.

- Davvero?

- Sì.

- Quindi posso...?

- Non vorrei, perché non voglio che affronti un viaggio solo per venire qua da me.

- Mario io...

- La tua famiglia è più importante. I tuoi amici, le tue abitudini. Devi riprendere confidenza con la tua vita e questo posto ti ricorda solo tante cose orrende che ti sono successe.

- Mi ricorda te.

- Claudio.

- Tu sei parte della mia vita. Lo sai.

- Lo so.

- Ho bisogno di vederti.

- Va bene.

- Ho bisogno di stringerti le mani e sentirti vicino.

- Sono sempre con te, sempre.

- Non ho mai tolto il tuo bracciale.

- Ho addosso la tua maglia.

- Starà andando via il mio odore.

- Un po' sì, ma va bene così. Sei tu con me.

- Vorrei che tu fossi qui.

- Cla' non mi dimenticherò mai di te.

- Lo spero per te, Serpa.

- Se fossi lì...

- Se fosti qui...?

- Ti riempirai di baci.

- Mario...

- Ti direi che sei bellissimo, anche se non te l'ho detto mai.

- Ma non è vero...

- Ti abbraccerei.

- Mi manchi.

- Ti bacerei sotto il portone di casa dei tuoi.

- E se ci vedesse mia mamma?

- Riderei come un ragazzino. E poi le chiederei scusa per averti trattenuto fuori più del dovuto.

- Mario ho 24 anni, non 16.

- Lo farei lo stesso.

- E poi?

- Ti corteggerei fino allo svenimento.

- Come faresti?

- Ti scriverei ogni giorno il messaggio del buon giorno e della buona notte e mi incazzerei se tu non mi rispondesti.

- Non potrei mai.

- Però io poi non risponderei a te.

- Perché?

- Mi piace farmi desiderare.

- Stronzo...

- E poi la notte quando mi manchi e non riesco a dormire, verrei sotto la finestra della tua stanza e ti chiederei di uscire.

- Aprirei subito.

- Verrei in moto.

- In moto?

- Non sei mai andato in moto?

- Sì, ma non sapevo che tu ne avessi una.

- Sai quante cose non sai ancora di me...

- Okay, mi fiderei di te. Dove mi porteresti?

- In giro, di notte. Le luci della città, la luna, il vento tra i capelli.

- Mi aggrapperei a te forte.

- Devi farlo, altrimenti voli.

- Corri?

- Poco, sei hai paura.

- Non ho paura.

- Allora sì.

- Mi porti a vedere le stelle?

- Non sono così romantico, Sona.

- Già. Faresti qualcosa per avermi incazzare subito.

- Sai come sono. Non posso cancellare lo stronzo che è in me.

- Con me lo sei sempre.

- Perché forse ti tengo più vicino al cuore.

- Davvero?

- Davvero, Cla'...

- Sarebbe bello dirselo.

- Guardandosi negli occhi.

- Invece mi restano bloccate in gola queste maledette lettere.

- Non importa. Hai la chiave, ricordi?

- Mi piace il fatto che posso accedervi solo io.

- Vorrei fare l'amore con te.

- Mario...

- Vorrei sentirti sotto le mie dita come quella volta.

- La nostra prima volta...

- ...e unica.

- L'ultima volta.

- L'ultima delle tante, dai.

- È stato bello.

- Anche un po' di più.

- Dio, non so quanto posso farcela senza vederti.

- Chiudi gli occhi, Cla'.

- Perché?

- Fidati, chiudili.

- Va bene.

- Li hai chiusi?

- Sì.

- Bene.

- Cosa devo fare?

- Ascoltarmi. Mi vedi? Ti sto stringendo la mano.

- Sì...

- Sono accanto a te.

- No, non ci sei.

- Sì, ci sono.

- Okay ci sei...

- Ecco, vedi? Se chiudi gli occhi mi vedi.

- Posso toccarti.

- Certo che puoi.

- Non vedo l'ora che sia stanotte.

- Perché? Hai sempre odiato dormire.

- Adesso no.

- Cosa è cambiato?

- Adesso posso sognarti.

- Cla'...

- E quando ti sogno sei qui non me. Ed è reale. Poi mi sveglio e vorrei urlare perché non può essere solo un sogno. Non mi basta.

- Ce lo faremo bastare.

- Tu, tu non hai voglia di uscire da lì e raggiungermi?

Vi restano due minuti.

- Abbiamo due minuti.

- Solo?

- Già.

- Non posso aspettare un'altra settimana prima di sentirti.

- Chiederò di chiamarti.

- Posso?

- Cosa?

- Posso scriverti?

- Non hai bisogno di permesso.

- Dobbiamo chiudere.

- Lo so.

- Mario... io.

- Atomi, ricordi?

- Hai la mia anima.

- E tu la mia.

- Ciao...

- Mario?

- Sì.

- Sognami stanotte.

- Lo farò.

- In mezzo ai tuoi colori.

- Sei tu tutti i miei colori.

- Io ti...

- Va tutti bene. Ciao Cla'.

- Ciao amore, ci sentiamo la prossima settimana.


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Stavolta ho aggiornato presto per recuperare la settimana che vi ho fatto aspettare.
Volevo dirvi che ho pubblicato una nuova storia. Se volete passare anche da lì, il nome è "Quello che non ho di te. / Clario".


Vi aspetto.

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