Lo spirito della baionetta
Il primo giorno della quinta settimana, il sergente Gerheim mi pesta a sangue.
Sto dritto in piedi nella Reggia di Gerheim™ , una stanzetta in fondo ai dormitori.
"Ci credi nella Vergine Maria?"
"SIGNORNO SIGNORE". E' una domanda a trabocchetto. Non esistono risposte giuste, e il sergente mi picchierà ancora più forte se ritratto la mia risposta. Mi tira una violenta gomitata nel Plesso Solare*.
*Plesso Solare: Il plesso solare o plesso celiaco, è posizionato nell'addome, poco al di sotto del diaframma e sopra l'ombelico. In anatomia, è una complessa struttura di nervi e gangli del sistema nervoso simpatico. Nello yoga corrisponde al Terzo Chakra, sede delle emozioni. (NDT)
"Brutto stronzo" mi dice, e i suoi pugni fungono da segni di interpunzione.
Io resisto sull'attenti, tacchi appiccicati, occhi fissi a guardare di fronte a me, inghiottendo gemiti, cercando con tutte le mie forze di non battere ciglio. "Mi fai venire voglia di vomitare, sacco di merda. Brutto pagano del cazzo. Farai meglio a dirmi che ami la Vergine Maria, altrimenti ti faccio vomitare lo stomaco." La faccia del sergente è ad un centimetro dal mio orecchio sinistro. "GUARDA AVANTI." Mi sputacchia sulla guancia. "Tu la ami la Vergine Maria, soldato Joker, vero?"
"SIGNORNO NEGATIVO SIGNORE."
Aspetto. So che sta per ordinarmi di andare nelle docce. E' lì che porta le reclute a cui vuole fare male davvero. Quasi ogni giorno qualche recluta viene scortata dal sergente Gerheim fino alle docce e, poiché lì il pavimento è sempre bagnato, loro scivolano e cadono. Scivolano e cadono così tante volte che quando ne escono sembra che siano stati tirati sotto da un gatto delle nevi.
Mi sta appiccicato dietro. Riesco a sentirlo respirare.
"Che cos'hai detto, soldato?"
"SIGNORE, IL SOLDATO HA DETTO "SIGNORNO" SIGNORE."
La faccia nerboruta del sergente galleggia come la testa di un cobra incantata dal flauto. I suoi occhi fissano i miei. Come se mi invitassero a fare lo stesso. Mi sfidano a spostare gli occhi di solo un millimetro.
"Hai visto la luce? La luce bianca? La grande luce? La luce-guida? Hai avuto la visione?"
"SIGNORSI' SIGNORE"
"Chi è il tuo capo squadra sacco di merda?"
"SIGNORE, IL CAPO SQUADRA DI QUESTO SOLDATO E' IL SOLDATO HAMER, SIGNORE."
"Hamer, scat-tare!"
Hamer corre giù per il dormitorio e si piazza davanti al sergente.
"SIGNORSI' SIGNORE!"
"Soldato Hamer, sei degradato. Il soldato Joker è il nuovo capo squadra!"
Hamer esita. "SIGNORSI' SIGNORE."
"Ora sparisci."
Hamer fa dietrofront, corre di nuovo giù per il dormitorio, si rimette in riga e si piazza sull'attenti.
Io dico "SERGENTE, IL SOLDATO CHIEDE IL PERMESSO PER PARLARE COL SERGENTE ISTRUTTORE."
"Parla."
"SIGNORE, IL SOLDATO NON VUOLE ESSERE CAPOSQUADRA, SIGNORE."
Il sergente si mette i pugni sui fianchi, si sposta il suo cappello alla Smokey The Bear indietro sulla sua capoccia pelata e ribatte. "Nessuno vuole essere a capo, ma qualcuno deve farlo. Tu hai la testa e le palle necessarie, quindi devi farlo tu. Il Corpo dei Marines non è una massa di gentaglia come l'Esercito Regolare. I marines muoiono, siamo qui per questo. Ma il Corpo dei Marines vivrà per sempre, perché quando c'è bisogno, ogni Marine è un capo, anche un soldato semplice."
Il sergente si gira verso Leonard. "Palla Di Lardo, il soldato Joker è il tuo nuovo compagno di cuccetta. Joker è un bambino brillante, ti insegnerà tutto, ti insegnerà perfino a pisciare."
Gli faccio, "SIGNORE, QUESTO SOLDATO PREFERIREBBE RESTARE CON L'ATTUALE COMPAGNO DI CUCCETTA, IL SOLDATO COWBOY."
Io e Cowboy siamo diventati amici perché quando sei lontano da casa e spaventato fino al midollo hai bisogno di tutti gli amici possibili e ne hai bisogno subito. Cowboy è l'unico che ride alle mie battute. Ha senso dell'umorismo, che è impagabile in un luogo come questo, ma è serio quando serve - è un tipo onesto.
Il sergente Gerheim sospira. "Sei frocetto e ti piace il cazzo di Cowboy? Glielo ciucci pure?"
"SIGNORNO, NEGATIVO SIGNORE."
"Fantastico. Allora Joker cambierà posto e starà con Palla Di Lardo. Il soldato Joker sarà anche scemo e ignorante, ma ha fegato, e il fegato è tutto."
Il sergente ritorna nella sua "reggia", uno stanzino in fondo alla camerata.
"Ok, signorine, pronti...MON-TAT!"
Saltiamo sui nostri letti e restiamo fermi immobili.
"CAN-TAT."
Ci mettiamo a cantare:
"Dal Messico di Montezuma
alle spiagge di Tripoli,
combattiamo le battaglie del nostro paese
per terra, per aria e per mare.
Se l'Esercito e la Marina
alzeranno mai lo sguardo al cielo,
vedranno i Marines starci di guardia."
"Ok, branco di pecore, pronti...DORMIRE."
L'addestramento continua.
Insegno a Leonard tutto quello che so, da come allacciarsi gli stivali a come smontare e rimontare un M-14, arma da spalla semi-automatica. Gli insegno che i Marines non camminano, non saltellano. I Marines corrono. Trottano. Se la distanza è troppo lunga, vanno al galoppo, un piede dopo l'altro, un passo alla volta, per tutto il tempo necessario. I Marines lavorano duro, solo gli shit-birds* cercano di evitare di lavorare, solo loro provano a svignarsela.
*Shit-bird: nello slang delle forze armate americane, "shit-bird" è un'espressione (intraducibile in italiano) che indica coloro che non solo sono inutili e stupidi, ma sono completamente all'oscuro di queste loro caratteristiche. Termine solitamente utilizzato per indicare tutti coloro che non riescono a fare nulla nel modo corretto.
I Marines sono puliti, mai squallidi.
Insegno a Leonard ad amare il suo fucile come ama la sua stessa vita.
Gli insegno che è il sangue che fa crescere gli alberi.
"'Sto fucile ha proprio una brutta faccia, questo è sicuro." Le goffe dita di Leonard rimettono a posto il fucile.
L'aspetto e la consistenza di questo fucile mi fanno ribrezzo. Tra le mie mani, è freddo e pesante. "Pensa al tuo fucile come ad un attrezzo, come un'accetta in una fattoria."
Leonard sogghigna. "Hai ragione." Mi guarda. "Sono felice che ci sei tu ad aiutarmi. Sei un amico. So di essere lento. Lo sono sempre stato. Nessuno mi ha mai aiutato..."
"Quello mi sa che è un tuo problema." Gli dico. Tengo gli occhi fissi sull'arma.
Il sergente Gerheim continua l'assedio del soldato semplice Leonard Pratt. Gli da da fare dei piegamenti extra ogni sera, urla contro di lui più forte di quanto gridi a noi, rivolge a sua madre epiteti più coloriti.
nel frattempo non si dimentica di noi. Soffriamo anche noi. Soffriamo per gli errori di Leonard. Marciamo, corriamo, camminiamo a papera, strisciamo.
Giochiamo alla guerra in mezzo alla palude. Vicino ad un posto chiamato La Strage Di Ribbon Creek, perché sei reclute vi annegarono durante una marcia notturna disciplinare nel '56, il sergente Gerheim mi ordina di salire su un salice. Faccio il cecchino. Dovrei sparare al mio plotone. Mi siedo su un ramo. se vedo una recluta bene abbastanza da poterla chiamare, la recluta è morta.
Il plotone attacca. Io urlo "HAMER!" e Hamer cade a terra.
Il plotone si disperde. Passo in rassegna il sottobosco. Un fantasma verde balena nell'ombra. Lo riconosco. Faccio per aprire la bocca. Il ramo si spezza, cado a terra...
Casco sopra un mucchio di sabbia.
Cowboy mi sta sopra. "Bang bang. Sei morto, adesso." Mi dice. Poi scoppia a ridere.
Il sergente Gerheim giunge sul posto. Cero di spiegarli che si è spezzato il ramo.
"Non puoi parlare, cecchino. Sei morto. il soldato Cowboy ti ha appena ucciso."
Il sergente Gerheim lo promuove caposquadra.
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