Capitolo 7
"La famiglia della ragazza arriverà a minuti, nel frattempo Lauren avrei bisogno che tu cercassi tutte le informazioni sul convegno alla quale Dylan ha partecipato o doveva partecipare," disse Camila appuntando qualcosa sulla lavagna. "Soprattutto vedi se è possibile trovare la lista completa dei partecipanti."
"I filmati del parcheggio sono inutili, l'auto di Dylan era in una zona fuori dalla portata delle telecamere," disse Dinah, raggiungendo la Detective vicino alla lavagna, appoggiando prima alcuni fogli sulla sua scrivania.
Entrambe le ragazze scrutavano con attenzione le prove che avevano a loro disposizione. "Vorrei un filo conduttore, che cosa lega Dylan e Lucy?" mormorò Camila a bassa voce, gesticolando con le mani. Incominciò a picchiettare l'indice contro la guancia, nel frattempo che teneva lo sguardo puntato sulla foto dei due. "La madre del ragazzo ha detto che---"
"Detective Cabello," interruppe un agente. "Ci sono i Signori Cook per lei."
Camila annuì, girandosi verso di lui. "Va bene, falli accomodare nella stanza degli interrogatori, io arrivo subito."
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"Signori Cooke, buongiorno. Sono il detective Cabello e lei e la mia collega Dinah Jane," disse Camila entrando nella stanza degli interrogatori e sedendosi di fronte ai due. "Grazie per essere venuti qui,"
La donna accennò un piccolo sorriso ma rimase in silenzio, fu invece il marito a parlare. "Grazie a lei per il lavoro che state facendo, è terribile quello che è successo a mia figlia."
"Ci dispiace tanto," disse Dinah, mostrando un sincero sorriso dispiaciuto.
"Sarà difficile, lo so, quindi vi prego di fermarvi quando vedete che è troppo dolorso. Noi lo capiamo," disse Camila aprendo il fascicolo che era appoggiato sul tavolo. Prese la foto della casa dove era stato ritrovato il corpo della ragazza. "Riconoscete questa casa?" chiese, avvicinando la foto alla coppia.
Sia l'uomo che la donna scossero la testa. "Sono certo che non sia nemmeno di qualche amico di Lucy. Non conosceva nessuno di così...ricco" disse ancora una volta lui.
"Probabilmente non è qui che è stata uccisa Lucy," incominciò a spiegare Camila. "Il suo corpo è stato portato in casa successivamente. Conoscete qualcuno con la quale Lucy aveva litigato, o qualche debito, magari a lavoro.."
"Assolutamente no," disse la donna. "Lucy andava d'accordo con tutti. A lavoro l'amavano. Stava per aprire una compagnia teatrale tutta sua. Voleva diventare importante. "
Camila annuì leggermente con la testa, nel frattempo che Dinah prendeva nota. "Sapete dove era diretta quella notte? Se ha usato la macchina o se doveva incontrare qualcuno?"
Nuovamente, i Signori Cooke scossero la testa. "La notte che Lucy è scomparsa io ero a lavoro e mia moglie fuori città dalla sorella. Le macchine le avevamo noi e mia figlia non ha lasciato nulla, nessun biglietto, niente."
"Sono arrivata a casa che lei non c'era. Soltanto la mattina dopo io e mio marito ci siamo preoccupati perché Lucy tornava sempre a dormire a casa. Anche quando usciva con il suo ragazzo, Dylan, e magari faceva tardi, rientrava a casa."
Camila strabuzzò di poco gli occhi quando sentì quel nome. "Mi scusi, Dylan..Hill?"
La Signora Cooke annuì.
I pensieri di Camila si sovrapposero, tutto sembrava non avere nuovamente senso. "Dinah, per piacere, continua tu. Grazie mille per il vostro tempo Signori Cooke, farò tutto ciò che è in mio potere per portare giustizia." e senza dire altro, Camila si alzò e lasciò la sala interrogatori.
Camminò a grandi passi verso la sua scrivania, vedendo poi Lauren in piedi vicino alla lavagna.
"Lauren, ti prego, dimmi che hai delle novità sui partecipanti al convegno." mormorò appoggiandosi contro la sua scrivania.
Lauren si girò confusa verso di lei. Probabilmente si aspettava che fosse ancora in sala interrogatori. "Come è andata con i genitori della ragazza?" chiese avvicinandosi a lei. "Comunque sì. Il convegno era al 1901 Convention Center Dr, poco distante dalla casa della vittima e a 500m dal parcheggio dove è stata ritrovata la sua auto e il suo corpo. Ora, ho chiamato e mi sono fatta dare la lista di tutti i partecipanti. In più, ho parlato con chi lo ha organizzato che mi ha detto che Dylan è andato via per ultimo in compagnia di Armando Garcia, visto che avevano entrambi la macchina parcheggiata in quel parcheggio." i suoi angoli delle labbra si alzarono in un sorriso compiaciuto e soddisfatto, sapeva di aver fatto un ottimo lavoro.
"Complimenti, Signorina Jauregui. Altra mossa geniale," ridacchiò Camila, incrociando le braccia sotto al seno. "Abbiamo scoperto che Lucy e Dylan avevano una relazione."
"Stai pensando a un omicidio per gelosia?" chiese Lauren, piegando la testa da un lato e osservando Camila dritta negli occhi.
La ragazza scosse la testa arricciando il naso. "Non mi sembra per nulla un atto di gelosia, più un qualcosa di psicopatico e malato. In tanto voglio parlare con quell'Armando, poi potrò anche accogliere l'ipotesi di una vendetta amorosa."
Dinah entrò nella stanza con un foglio tra le mani scuotendo piano la testa in risposta alle parole della ragazza. "Elimina la vendetta dalle tue ipotesi, la madre mi ha detto che Dylan è stato il suo primo e unico ragazzo," Camila, che aveva girato lo sguardo verso la collega, si trattenne dal dire 'e anche l'ultimo' trovandolo poco carino da sottolineare.
"Com'è andata?" chiese Lauren.
Dinah alzò leggermente le spalle, rilasciando un piccolo sospiro. "Camila aveva già fatto tutte le domande, ma ci hanno detto poco di nuovo." rispose, sedendosi nella sua sedia.
"Lauren ha trovato un nuovo nome, " disse Camila alzandosi e prendendo la sua giacca. "Andiamo a fargli qualche domanda,"
Lauren prese velocemente il telefono dalla scrivania e se lo mise in tasca. "Se hai novità chiamaci, siamo in Española Way," disse velocemente, per poi afferrare la giacca e seguire Camila.
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La strada di Española Way corre perpendicolare all'Oceano, collegando Collins Avenue e Pennsylvania Avenue. La particolarità di Española Way è in qualche modo già contenuta nel suo nome: la strada fu infatti concepita nel 1925 come 'The Historic Spanish Village', un villaggio storico spagnolo, costruito prendendo a riferimento i paesi che l'ideatore Roney aveva conosciuto in Francia e Spagna. In seguito venne poi popolata dagli Italiani emigrati a Miami.
Camila e Lauren camminavano per la via guardandosi intorno. "Era da parecchio tempo che non venivo qui," disse Lauren, accennando un sorriso. Era difficile concentrarsi in mezzo a tutti quei negozi e gallerie d'arte.
"Proviamo ad entrare qui, di solito in queste strade si conoscono sempre tutti. Vediamo se possono aiutarci," mormorò Camila, indicando un ristorante italiano.
Come Camila aprì la porta del ristorante 'Da Mario' subito le sue narici furono invase dai profumi tipici della cucina italiana. Pasta, pizza, riusciva a sentire tutto. "Come posso aiutarvi?" chiese un giovane cameriere alle due Detective.
"Salve, polizia di Miami, stiamo cercando Armando Garcia." disse Lauren mostrando il suo distintivo.
Il ragazzo annuì, girandosi poi a guardare una signora che stava dietro la cassa. "¿Dónde vive Armando?"
"Dé la vuelta y gire a la derecha y luego todo recto." rispose la donna, tenendo lo sguardo sul registratore di cassa e continuando a digitarci sopra.
Camila e Lauren annuirono, alzando gli angoli delle labbra in un sorriso e come il ragazzo si girò verso di loro, probabilmente per tradurre la frase, lei lo anticipò. "Gracias por la información, Señora. Adiós."
"Anche lei è spagnola?" chiese il ragazzo, accompagnando i due Detective alla porta.
Camila accennò una piccola risata, sistemandosi i capelli su una spalla. "Cubana," precisò, alzando leggermente le spalle. "Buona giornata e grazie per l'aiuto."
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Seguite le indicazioni, Lauren e Camila arrivarono di fronte a una casetta piuttosto malandata. L'intonaco bianco era scrostato in diversi punti e nel complesso la casa acquistava un colorito bianco-grigio. "Sai che tocca a te adesso, vero?" disse Camila, girandosi verso la ragazza.
"A me?" rispose Lauren, incurvando le sopracciglia in una espressione confusa.
Camila salì i tre scalini che separavano la strada dalla porta d'ingresso. "Tu farai le domande, io starò ad ascoltare e a prendere appunti," ridacchiò alzando leggermente le spalle. Avvicinò il pugno alla porta della casa, incominciando a bussare più volte. "Armando, polizia di Miami, apri la porta."
Le due Detective rimasero in silenzio. Nessuna risposta. Improvvisamente si sentirono dei piccoli rumori da dentro e una porta che sbatteva, allora Camila capì.
"Sta scappando dal retro! Tu fai il giro, io lo seguo." ordinò a Lauren, incominciando a dare forti spallate alla porta per aprirla. Quando ci riuscì, si precipitò lungo il corridoio, vedendo la porta secondaria dal quale era uscito Armando e seguì i suoi passi, arrivando nel giardino.
Infondo al vicolo, vide un ragazzo correre e allora incominciò così ad inseguirlo. "Fermo!" urlò, superando con un salto la piccola siepe che separava il giardino dalla strada. Fortunatamente in quel vicolo non c'era nessun passante, così non doveva fare lo slalom tra nessuno, ma comunque il ragazzo aveva parecchi metri di distacco da lei.
Pensò che la sua corsa fosse finita quando vide una recinzione di metallo sbarrare la strada, ma si ricredette quando il ragazzo si arrampicò e la superò facilmente.
Camila fece la stessa cosa con qualche difficoltà, ma quando i suoi piedi toccarono terra, sbucò Lauren che atterrò il ragazzo, premendo le sue mani dietro la schiena. "Adesso, da bravo, vieni a farti un bel giretto in centrale con noi." disse Lauren, ammanettando Armando.
"Hai fatto tutto il giro dell'isolato?" le chiese Camila, osservando il punto da dove Lauren era arrivata, riprendendo fiato dalla corsa.
Lauren annuì, tirando Armando sui suoi piedi e tenendolo per un braccio. "Sì, e sarei anche arrivata prima se non fosse stato per una simpatica ditta di traslochi che ha parcheggiato il camion sopra il marciapiede. Manderò qualcuno a multarli," borbottò, nel mentre che iniziarono a farsi strada verso la macchina.
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