Capitolo 28
--------
"Dovrebbe, o è?! I dettagli in questo momento sono molto importanti Dinah, non posso-" Dinah teneva lo sguardo puntato sulla piantina dell'edificio. Era sicura al 99% che quello fosse l'ufficio di Conrad Wolf, ma il suo istinto le diceva che l'uomo non era dentro.
"Camila sto cercando di capire se-" incominciò a parlare, ma si bloccò quando sentì le due sue college parlare con una guardia. "Merda!" imprecò a bassa voce, spostando lo sguardo sui vari monitor per cercare di capire se qualcuno avesse dato l'allarme o segnalato qualcosa di anomalo. "Camila, non fare nulla di stupido," girò lo sguardo verso gli altri Agenti che stavano vicino a lei.
Rimase in silenzio ad ascoltare i tre, cercando un modo per allontanare la guardia, ma quando provò a digitare sulla tastiera del suo computer, lo schermo diventò nero e in tutti gli altri monitor attaccati alle pareti del furgone si chiusero le finestre relative alle telecamere di sorveglianza. "NO!" esclamò Dinah, precipitandosi verso uno dei tanti schermi.
Non aveva più la visuale su Camila e Lauren. Poteva solo sentirle, ma dal fruscio in sottofondo, intuì che anche per quello c'erano delle interferenze. "Camila, Lauren..." provò a dire, attaccandosi l'auricolare all'orecchio. I rumori si fecero sempre più lontani e metallici, Dinah capì che stava per cadere la linea. "Le telecamere sono fuori uso, non vi vedo più. Ragazze riuscite a sentirmi? Annullate tutto, uscite, subito."
Ma Dinah non sentì alcuna risposta. Nessun rumore. Nulla. Sembrava come se dall'altra parte, Camila e Lauren avessero spento l'auricolare.
"No, no, no, no!!" disse la ragazza, gettando l'auricolare per terra e affrettandosi a prendere il telefono. Nel mentre che i suoi colleghi cercavano di riavviare il collegamento con le telecamere, Dinah velocemente digitò il numero della centrale di polizia. "Pronto Centrale?" biascicò quando qualcuno rispose dall'altra parte. "Qui Dinah Jane Hansen, codice di matricola 2040372. Abbiamo un codice 12, due Detective sotto ostaggio."
******
2h prima;
Dinah appoggiò i gomiti contro il tavolo, rileggendo gli ultimi dettagli relativi alla missione sotto copertura che stavano per affrontare. Conrad Wolf era stato più volte incriminato dalla polizia, ma si era sempre avvalso dell'immunità diplomatica, vista la sua candidatura a Presidente degli Stati Uniti e misteriosamente tutte le accuse erano sempre cadute.
Conrad era il proprietario di un'azienda multimiliardaria, che vendeva mobili di tutti i generi e quasi in tutto il mondo. Era sponsor di molte squadre sportive e su tutti i cartelloni pubblicitari del Parco Everglades, 26700 SW 8th Street, c'era la sua faccia con una scritta 'Vota per me' o 'Venite a comprare mobili da sogno per la vostra casa'.
Dinah sapeva che dal punto di vista legale, Conrad Wolf era praticamente intoccabile, ma questo non significava che non avrebbe potuto collaborare.
Si vociferava che Conrad fosse coinvolto in un traffico di droga internazionale, infatti molti Agenti della Narcotici avevano parecchi fascicoli aperti su di lui, ma ogni volta incastrarlo sembrava impossibile.
"Dinah," disse Camila, appoggiando una mano sulla spalla della sua collega per richiamare la sua attenzione. "Andiamo? Il furgone è sotto e Chad e Martin sono già dentro che ti aspettano."
Al tocco di Camila, Dinah face un piccolo scatto, scuotendo di poco la testa come per risvegliarsi da un sogno. Rimase in ascolto per poi schiarirsi la voce e raccogliere tutti i fogli che erano sparsi sulla scrivania. "Sì, sì. Certo, andiamo." rispose velocemente, seguendo poi l'altra ragazza verso l'ascensore.
******
Ora;
Quattro uomini tenevano delle pistole puntate contro di lei e Lauren, mirando dritte alla testa. "Detective Cabello, Jauregui. Vi stavamo aspettando," disse un Conrad Wolf comodamente seduto sulla poltroncina dietro la sua scrivania e con un sogghigno sulle labbra.
Quando Camila e Lauren alzarono le braccia in segno di resa, due dei quattro uomini si avvicinarono velocemente per afferrarle e ammanettarle. Le spinsero con forza verso due sedie, dove si sedettero, tenendo le mani dietro la schiena. "Siamo qui solo per parlare, Wolf." mugolò Camila a denti stretti.
"Oh, ma lo so benissimo perché siete qui." rispose l'uomo, unendo le mani e appoggiandole sulla scrivania, girando il viso a osservare prima Lauren e poi Camila. "Credeva davvero, Detective, che le mie guardie non l'avrebbero riconosciuta? La più giovane Poliziotta ad ottenere dei così grandi risultati. Detiene anche un record personale, sbaglio?"
Nel mentre che Lauren armeggiava di nascosto con le manette, nel tentativo di rimuoverle come le avevano insegnato in Accademia, Camila serrò la mascella alle parole dell'uomo, odiandolo fino al profondo delle sue ossa. "Rispondi alle nostre domande e la faccenda finisce qui." il suo tono era duro e deciso.
L'espressione sul viso di Conrad non cambiò. "Detective," incominciò, accennando una bassa risata come se fosse divertito dalla richiesta della ragazza. "Qui non siamo in un Distretto di Polizia, io faccio le regole." L'ufficio dell'uomo era grande e spazioso, sembrava più una sala conferenze che una stanza di una sola persona. Conrad si alzò dalla sua poltroncina e incominciò a camminare lentamente per la stanza. "Sarò buono, vi concedo due domande, una a testa. Dopo di che, ve ne andrete." Camila e Lauren si scambiarono un'occhiata veloce, quell'uomo si stava rivelando più pazzo del previsto. Annuirono di poco con il capo e Lauren cercò di togliersi sempre le manette ma senza successo. "Non ci provi, Detective," sbuffò l'uomo, ruotando gli occhi. "Tutte le cose che vi hanno insegnato in quella Accademia, non serviranno a nulla contro i miei Agenti."
Lauren bloccò i suoi movimenti, sentendo del sudore freddo bagnarle la fronte. Camila, invece, si schiarì la voce. Conosceva la procedura e sapeva che presto Dinah e gli altri Agenti avrebbero fatto irruzione nell'edificio. Doveva giocarsi bene il tempo, sia lei, che la sua collega avevano due sole possibilità. "Sappiamo che Elijah Burns lavorava qui, perché è stato richiamato da Londra?" chiese la ragazza, girando lo sguardo così da poter osservare l'uomo dall'altra parte del tavolo.
Conrad rise, portando una mano ad allentarsi il nodo della cravatta, per poi scuotere leggermente la testa. "Vede Detective, dirigo questa azienda da quasi quarant'anni. Ho iniziato proprio all'età di Elijah. Era un ragazzo sveglio e con buone capacità, ho puntato tutto su di lui, mandandolo a dirigere una delle mie aziende in Europa." l'uomo fece una pausa, riprendendo a passeggiare per la stanza, camminando in direzione della sua poltrona. "Io dirigo l'azienda, non mi occupo della vita privata dei miei dipendenti. Non so perché Elijah fosse su quell'aereo. Non erano previste riunioni, o assemblee, o nessun'altra faccenda che avrebbe richiesto la sua presenza qui. Se è tornato, non lo ha fatto per lavoro."
Dopo diversi minuti di silenzio, Lauren capì che l'uomo aveva finito il suo discorso e adesso toccava a lei esporre la sua domanda. La sua mente vagava alla ricerca della cosa più giusta da chiedere, ma tutto, in quel momento, le sembrava stupido o scontato. Vide l'espressione arrabbiata sul viso di Camila, scontenta per una risposta così superficiale e per l'assurdità di fare una sola domanda. Non erano al Distretto ed erano quattro contro due. In più, Conrad avrebbe potuto avere nascosto da qualche parte un pulsante che, dopo averlo premuto, avrebbe richiamato chissà quante guardie del corpo.
La ragazza arricciò il naso, ma quando aprì la bocca per parlare, pronta a dire la sua domanda, la porta dell'ufficio di Conrad Wolf si spalancò.
"Fermi tutti! Mani in alto! Polizia di Miami!" esclamarono all'unisono gli Agenti della squadra di Camila e Lauren.
Camila girò lo sguardo per vedere Rayan, Martin, Isaac e Chad con le pistole puntate verso le quattro guardie del corpo, entrando a grandi passi dentro la stanza. Poco dopo, senza pistole, dal corridoio entrarono nell'ufficio anche Dinah e il Capitano Lopez.
"Pablo Lopez, è un piacere averti qui. Mi chiedevo proprio quando sareste arrivati." Conrad Wolf fece cenno ai suoi di abbassare le pistole e le guardie obbedirono, facendo un passo indietro. Rayan e Isaac si precipitarono a liberare le mani delle due Detective, nel mentre che anche gli altri Agenti abbassarono le armi al segnale del Capitano.
"Sai che posso denunciarti per sequestro di persona? Due Agenti per lo più." rispose Lopez nel frattempo che Camila e Lauren si alzavano, andando a sistemarsi vicino a Dinah, che le guardava mortificata.
L'uomo rise, sapeva di essere intoccabile e le minacce di Lopez non lo spaventavano. "Le tue Detective non hanno rispettato i patti. Sai che non mi piace essere disturbato dalla Polizia." Conrad si rimise seduto sulla sua poltrona, guardando gli Agenti con un sorriso sulle labbra.
"Le mie Detective stanno facendo il loro lavoro, Conrad. Sai che è in corso un indagine di omicidio. Una delle vittime era un tuo dipendente-"incominciò a dire il Capitano Lopez, ma Conrad lo interruppe subito.
"Non c'è bisogno che mi spieghi la situazione, Pablo. Ho già detto tutto quello che so alle tue Detective," l'uomo si sistemò un paio di occhiali da vista sul naso, per poi aprire una delle tante agende che si trovavano sulla sua scrivania. "Se non vi dispiace, adesso ho del lavoro da sbrigare."
Camila fece per protestare, ma il Capitano Lopez la guardò severamente, bloccandola. Tutta la squadra del Miami Police Department lasciò l'Hooker Furniture Corporation, ritornando al Distretto.
----
Dinah, Lauren e Camila si trovavano dentro l'ufficio del Capitano Lopez. Erano state richiamate subito dopo aver messo piede all'interno del Distretto. Lopez, invece, stava seduto dietro la sua scrivania, tenendo lo sguardo puntato sulle tre ragazze. La sua espressione del volto era indecifrabile.
"Come vi è venuto in mente di fare una cosa del genere?!" quelle parole uscirono dalla bocca del Capitano dopo diversi minuti di silenzio. Il suo tono era duro, deluso e leggermente arrabbiato. "Vi rendete conto di quanto potevate rischiare? Non voglio sapere chi ha avuto questa idea brillante, siete tutte e tre nei guai." rimase seduto, osservando negli occhi le tre ragazze che aveva davanti a se. "Conrad Wolf è la persona più spregevole di questo mondo. Abbiamo mille casi aperti su di lui e pensavate davvero che andando lì sotto copertura avreste potuto ricavare qualcosa?!" ora il suo tono di voce si fece più alto. Il Capitano scosse la testa, appoggiando la schiena contro lo schienale della sedia. "Incolpare un candidato alla presidenza degli Stati Uniti d'America senza nessuna prova concreta, ma cosa avevate per la testa?!"
"Signore-" provò Camila, facendo un passo in avanti, ma Lopez alzò una mano, interrompendola.
"Niente scuse Cabello. Non voglio sentire nulla. Una cosa del genere da lei non me la sarei mai aspettata." quelle parole colpirono lo stomaco della ragazza, che fece un passo indietro, tornando al suo posto. "D'ora in poi, seguirò personalmente le indagini e il vostro caso da vicino. E voglio degli aggiornamenti ogni due ore." lo sguardo del Capitano Lopez si fermò su Lauren, che ingoiò rumorosamente e si dondolò di poco sulle gambe. "Jauregui, dimmi tutto quello che avete scoperto fino ad adesso. Voi, potete tornare al vostro lavoro," disse infine, rivolto a Dinah e Camila, che senza farselo ripetere due volte, uscirono dall'ufficio.
Lauren si sistemò davanti al Capitano, che aveva già sulla scrivania alcuni fascicoli del loro caso. "Abbiamo sette vittime, Signore," incominciò Lauren con voce tremolante. "La prima, Lucy Cook, è stata ritrovata dentro una casa di proprietà del Signor Aaron Billy Bennet. La ragazza è stata uccisa dentro un'auto, sempre di proprietà del Signor Bennet, ma quest'ultimo l'aveva venduta a Bruce Parker. La seconda vittima si chiamava Dylan Hill, era sentimentalmente legato a Lucy ed è stato ucciso dentro la sua auto, all'uscita da un convegno, al 1901 Convention Center Dr. L'ultima persona che ha visto vivo il ragazzo è stata Armando Garcia, ma il suo alibi è stato confermato. La terza vittima è Bruce Parker, proprietario dell'auto dove è stata trovata Lucy. Era un ex tiratore scelto, diventato poi un meccanico, lavorava nell'officina di Xavior Lee. Lo abbiamo trovato morto dentro l'armadio di casa sua. Tralasciando un furto d'auto e qualche altra condanna che poi è caduta, era un bravo ragazzo." La ragazza fece una piccola pausa, portandosi l'indice della mano contro la guancia, per poi riprendere il suo discorso. "La quarta vittima si chiamava Rosalyn Blake, sentimentalmente legata a Bruce. Abitava vicino alla Lincoln Road, era al verde e condivideva l'appartamento con Cammie Gonzales, una sua amica fin dai tempi del liceo. Sappiamo che Rosalyn lavorava come commessa in un supermercato e cercava un lavoro anche per Cammie. Pensiamo che il proprietario dell'appartamento, Frank Simpson, sappia più di quanto ci abbia detto, mentre non riteniamo che Cammie sia colpevole in alcun modo. Rosalyn è stata trovata morta dentro la baia di Biscayne Bay." Ancora una volta, Lauren fece una pausa riprendendo fiato, lasciando anche il tempo al Capitano di apprendere tutte le informazioni. "La quinta vittima, invece, è Antony Zimmerman, ed è stata ritrovata al Metro Zoo. Per quanto riguarda la sua morte, supponiamo che sia una sorta di vendetta, perché da giovane Antony era solito portare i novellini allo Zoo e fargli restare lì tutta la notte. Era uno studente del college e frequentava il Miami Dade College Wolfson Campus. Le vittime numero sei e sette si chiamavano Harry e Becka Dawson, fratelli gemelli. Sono stati ritrovati nella Villa Vizcaya, dove lavoravano come camerieri per la mostra organizzata dal proprietario della casa, il Signor William Deering. Abbiamo saputo da una dichiarazione di una dipendente che il Signor Deering potrebbe aver visto qualcosa di più e, sicuramente, non ha voluto interrompere il suo evento fino all'arrivo della Polizia. Il suo alibi, però, era confermato." Lauren spostò il peso da una gamba all'altra, incrociando le braccia sotto al seno, per poi riprendere, concludendo il discorso. "L'ultima vittima è Elijah Burns, Amministratore delegato della Hooker Furniture Corporation. Era a capo dell'azienda di forniture a Londra, ancora non sappiamo perché è stato richiamato qui a Miami, il Signor Wolf ci ha detto che non è stato richiamato da lui, quindi, non era qui per lavoro."
Il Capitano Lopez rimase in ascolto, osservando di tanto in tanto i fogli che aveva sulla scrivania. "Che cosa accomuna tutte le vittime?" chiese, riportando lo sguardo sulla Detective.
Lauren tenne le braccia incrociate sotto al seno e si avvicinò lentamente alla scrivania del Capitano, così da fargli vedere i fogli relativi a quello che stava per dire. "Sì," annuì la ragazza velocemente. "Tutte le vittime vengono uccise con due colpi di arma da fuoco, uno sul petto e uno vicino al costato. Il calibro delle pistole è diverso e inoltre, vicino ai corpi, il nostro serial killer lascia una frase di un testo di una canzone. Ma non è tutto, Signore. Le nostre vittime frequentavano tutte lo stesso liceo, Howard D. McMillan Middle School."
Il Capitano analizzò le varie immagini delle varie frasi trovate sulla scena del crimine, sparpagliandole per la sua scrivania. "E quali sono le prossime mosse?"
"La famiglia di Elijah Burns sta venendo qui, Signore. Parleremo con loro per cercare di capire perché Elijah era su quell'aereo." Lauren si morse l'interno della guancia, portando le mani dietro la schiena e ritornando al suo posto, facendo qualche passo indietro.
"Va bene, Detective Jauregui, puoi andare. Vi farò sapere se ho bisogno di qualche altra informazione." disse il Capitano, senza guardare la ragazza negli occhi, ma continuando a fissare le foto che aveva davanti a se.
La ragazza si congedò e lasciò l'ufficio, richiudendosi la porta alle spalle e camminando verso la loro stanza dove trovò Dinah e Camila intente a parlare, sedute dietro le rispettive scrivanie. Quando si fermò sulla soglia della porta, gli occhi delle due ragazze erano puntati su di lei.
"Allora?!" le chiese Camila, vedendo che Lauren non diceva nulla.
"Nulla. Lopez mi ha chiesto di aggiornarlo su tutto il caso e cosa avessimo scoperto fino ad oggi." mormorò Lauren velocemente, andando poi a sedersi sul divano, sfinita dalla chiacchierata precedente. Entrambe le ragazze vicino a lei sospirarono di sollievo, dato che temevano una sospensione o qualche richiamo.
"Domani continueremo con la ricerca nell'annuario," disse Camila, informano Lauren che se ne stava praticamente sdraiata nel divano con gli occhi chiusi. "Prima scopriamo quale classe accomuna le vittime e meglio sarà per tutti quanti." continuò la ragazza, spostando poi lo sguardo verso Dinah. "Riguardo al biglietto che ho ricevuto, Normani ti ha detto qualcosa? Sai se hanno trovato qualche traccia di DNA?"
Dinah scosse la testa, ma prima che potesse replicare, Lauren si rizzò di scatto girandosi ad osservare Camila con un espressione confusa. "Che biglietto?" Camila incominciò a mordersi il labbro inferiore, per poi alzare il braccio ad indicare il biglietto che aveva ricevuto in forma anonima, appeso alla lavagna. Lauren seguì il dito della ragazza, per poi trovare quello che stava indicando e rimase in silenzio ad osservarlo da lontano. "Perché non mi hai detto nulla?!" esclamò dopo.
Camila incurvò le sopracciglia in un espressione confusa. "E che avrei dovuto dire?" borbottò, per poi incontrare lo sguardo di Lauren, che si era girata verso di lei dopo un analisi approfondita del biglietto. "E poi era appena arrivato William Deering al distretto, dovevamo interrogarlo."
La Detective rilasciò un piccolo sospiro, socchiudendo gli occhi.
"Ragazze," disse Dinah, richiamando l'attenzione delle due. "Possiamo parlarne domani? Forse è meglio che andiamo a casa adesso." ricevuta l'approvazione delle due, Dinah si alzò dalla scrivania, seguita da Camila e Lauren che incominciarono a radunare le loro cose per andare via.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro