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Capitolo 21

"Allora Ally, qualche informazione utile da dirci?" disse Dinah, sedendosi nell'unica sedia libera dell'obitorio. Lei e Normani, come ordinato dal Capo, si erano recate dal medico legale come Camila e Lauren avevano lasciato la scena del delitto.

Ally si allontanò dal corpo del ragazzo, sistemando di poco il telo bianco che lo ricopriva. "Nulla che io non abbia già detto a Camila. L'arma è una Glock 28, anche se i due fori hanno una leggera differenza di grandezza."

Normani annuì, appoggiandosi al muro. "Pensi che siano state usate due pistole differenti?" chiese, piegando di poco la testa da un lato.

"No, credo invece che i due colpi siano stati rilasciati a una distanza diversa. Il primo, quello poco più grande, da lontano e il secondo, poco più piccolo, da leggermente più vicino," spiegò il medico legale, indicando i due fori di proiettile sul corpo del ragazzo. "Voi Agenti avete trovato altro?"

Dinah scosse la testa, arricciando di poco le labbra. "Ci hanno inviato i filmati del Metro Zoo, ma il nostro assassino non compare in nessuno. Viene ripreso il momento in cui Antony viene sparato, ma l'angolazione della telecamera non permette di inquadrare chi lo ha fatto,"

"E voi della scientifica?" chiese Ally, dopo aver ascoltato le parole della ragazza.

Normani alzò di poco lo sguardo dal pavimento, per incontrare gli occhi del medico legale che la fissavano, in attesa di una risposta. "Beh, dal sangue ritrovato sul posto e soprattutto dai video, abbiamo confermato che quello è il luogo del delitto. Non ci sono impronte o tracce di DNA, Camila stava ipotizzando di prendere tutte le impronte del cancello principale o di quelli laterali, ma a mio parere è una ricerca inutile che impiegherà mesi e mesi di lavoro."

Dinah si alzò dalla sedia, sistemandosi di poco la giacca. "Avete trovato delle orme però sul luogo del delitto, no?"

"Sì," rispose Normani, annuendo con il capo. "Ma è praticamente impossibile risalire ad una persona da un orma sbiadita. Stanno operando quelli della Podologia Forense, ci faranno sapere al più presto."

"A proposito di Camila, sapete se ha scoperto qualcosa lì al College?" disse Ally, ricoprendo il corpo del ragazzo con il telo e girandosi verso le due Agenti.

"Mi ha chiamata prima," Dinah accennò una piccola risata, spostando il peso da una gamba all'altra. "Ha detto che Antony voleva entrare a far parte di una confraternita, i Phi Eta qualcosa, e che sicuramente vorrà interrogare tutti i componenti di essa."

Ally ruotò gli occhi, portandosi il palmo della mano sulla fronte. "I Phi Beta Kappa, Dinah," la corresse, scuotendo la testa di poco. "Comunque, glielo avevo detto a Mila che c'entrava con il College,"

Dinah assunse un espressione confusa in volto. "Pensi che dietro tutto questo ci sia un ragazzino invasato del College?" chiese.

Ally alzò leggermente le spalle, scuotendo la testa in risposta alla sua domanda. "Non lo so.."

"Ad ogni modo," Dinah arricciò il naso, dirigendosi lentamente verso la porta. "Camila e Lauren saranno già di ritorno a quest'ora, meglio che andiamo a cercare la lista dei componenti dei Phi Kappa.."

"Phi Beta Kappa, Dinah!" esclamò Ally.

"E io che ho detto?!"

******

Camila stava in piedi vicino alla lavagna, con il pennarello in mano. Aveva aggiunto tutte le novità trovate nella mattinata. Il nome del College, della confraternita, La Preside e il compagno di stanza.

Arricciò di poco le labbra, incrociando le braccia sotto al seno. Il Killer sapeva che il ragazzo sarebbe stato al parco quella mattina, doveva per forza essere uno della confraternita. Quando lei era andata a Quantico, queste assurde prove non si facevano. Come poteva un ragazzino, per essere ammesso ad una confraternita, rimanere a dormire in uno Zoo? E Dio solo sa quali altre prove aveva dovuto affrontare.

Scott entrò nella stanza, schiarendosi la voce in modo tale da attirare l'attenzione di Camila. "Detective," disse, una volta che la ragazza si girò. "Ecco la lista che ha richiesto,"

La Detective si allungò per prendere il plicco, ringraziando l'Agente con un cenno del capo. Si sedette nel divano, osservando le foto dei partecipanti con sotto i loro rispettivi nomi.

Presidente; Erick Bowen, VicePresidente; Garrett Morales

Nelle foto, tutti ragazzi indossavano la divisa della scuola, blu e bianca. Camila rimase a fissare il sorriso nei loro volti, arricciando di poco il naso.

"Scott," chiamò la ragazza, alzandosi di poco dal divano. Quando il suo collega ricomparve nella stanza, Camila continuò. "Voglio un mandato di arresto per Erick Bowen, tu e Isaac andate a prenderlo e portatelo qui in centrale,"

L'Agente annuì, per poi sparire nel corridoio.

Camila decise di andare a controllare le ricerche nella sala multimediale. Quando aprì la porta, trovò Dinah, Lauren e un altro gruppo di suoi agenti intenti a decifrare una sorta di codice sul monitor del display. "Che cosa state facendo?" chiese la Detective, sistemandosi dietro la sedia di Dinah.

"Stiamo cercando di spostare l'angolazione del video della telecamera, ma è impossibile," spiegò Lauren, continuando a digitare velocemente sulla tastiera. "In tutti i video che abbiamo Antony si vede sempre di profilo o di spalle, dell'assassino nessuna traccia."

Camila si fece più vicina allo schermo, osservando alcuni frammenti veloci di video.

"Guarda," disse Dinah, alzando la mano per indicare il suo monitor. "Qui si vede il ragazzo che viene sparato," fece notare e tutti rimasero ad osservare quegli 8 secondi di ripresa. "Questo significa che il nostro assassino si trovava in prossimità di quel cespuglio," continuò, indicando ora un grosso arbusto che si intravedeva al lato sinistro della ripresa. "Ma se poi guardi le angolazioni delle altre telecamere, non compare nessuno! Sempre e solo la nostra vittima,"

Dinah sospirò rumorosamente, nel mentre che Camila arricciava il naso. "Che strano," mormorò a basa voce.

"Hai trovato qualcosa?" chiese Lauren, spostando gli occhi dal computer e girandosi con la sedia ad osservare Camila, che annuì.

"Cioè, più che altro sto provando qualcosa. Erick Bowen è il presidente della confraternita Phi Beta Kappa, lo interrogherò riguardo la prova dello Zoo. Se la nostra vittima aveva qualche problema all'interno del College, sono sicura che lui potrà aiutarci," rispose Camila, staccando le mani dalla sedia di Dinah. "L'ho mandato a prendere qualche minuto fa, penso che sarà qui tra un'ora."

Lauren ridacchiò, portandosi una mano sulle labbra per cercare di coprirsi.

Camila ruotò gli occhi, capendo immediatamente il motivo delle risate della collega. "Sicuramente loro non sbaglieranno strada come me, Lauren, grazie," borbottò, per poi andare via dalla stanza.

Dinah, che aveva assistito al dialogo in silenzio, ruotò il viso verso Lauren, guardandola con un espressione divertita sul volto. "Fammi indovinare... navigatore?"

La Detective annuì più volte, pizzicandosi la punta del naso con l'indice e il pollice. "Navigatore," rispose, per poi scoppiare in una piccola risata insieme alla sua collega.

********

Un'ora più tardi al distretto fecero ritorno i due Agenti con il sospettato. Camila aveva gli occhi puntati su un servizio alla televisione e non si accorse dell'arrivo dei tre. Al notiziario avevano mandato un servizio che parlava del suo incidente avuto due giorni prima. La sua auto era ancora lì, ricoperta di fango e praticamente irriconoscibile, con delle ammaccature negli sportelli e nel tettuccio.

La Detective non ricordava esattamente tutto quello che era successo. Ricordava vagamente i colpi di pistola da parte di Denny Mccoy e poi una brusca sterzata a sinistra che le aveva fatto perdere il controllo dell'auto. Il resto era buio. Camila alzò un dito, portandolo sopra il sopracciglio e incominciando a tracciare distrattamente i contorni della cicatrice che le era rimasta da quell'incidente, nel mentre che fissava quasi incantata le foto della sua auto.

"Cam...-" Lauren sbucò di poco da dietro la porta e, vedendo in cosa si era incantata la ragazza, la scosse leggermente per le spalle. "È arrivato Erick Bowen. Vuoi che me ne occupi io?" chiese, osservando il viso della ragazza.

Camila sbatté più volte le palpebre, come per svegliarsi da un sogno e si girò verso la ragazza, ascoltando le sue parole. "Oh.. fai tu le domande, ma voglio assistere." rispose, portandosi due dita sulle tempie e massaggiandole piano.

"Ancora mal di testa?" chiese Lauren, piegando di poco la testa da un lato.

Camila annuì in risposta, per poi incominciare a dirigersi verso la porta della sala degli interrogatori. "Andiamo, dai."

Erick Bowen stava seduto sulla sedia guardandosi intorno con un aria di superiorità. Indossava il giubbotto del College con le iniziali di quest'ultimo stampate sulla parte alta delle maniche, con sotto una maglietta semplice bianca e un paio di jeans firmati. Picchiettava con l'indice e il pollice sul tavolo, continuando a tenere lo sguardo puntato sulla porta.

Quando Lauren e Camila entrarono, non mostrò nessun tipo di espressione sul viso. "Erick Bowen, sono il Detective Jauregui," incominciò Lauren, sedendosi su una sedia. "Lei è la mia collega, la Detective Cabello. Immagino tu sappia perché sei qui," appoggiò la cartella sulla scrivania, osservando il ragazzo negli occhi. Sapeva tenere testa agli arroganti.

"Me lo hanno detto, ma non posso aiutarvi," rispose il ragazzo, distogliendo lo sguardo dalle due.

"Io sono sicura che non è così," disse Lauren, aprendo la cartella davanti a se e sistemandola sotto lo sguardo del ragazzo. "Sei il Presidente dei Phi Beta Kappa, confraternita dove stava cercando di entrare a far parte Antony Zimmerman. Poi spiegarci la prova al Metro Zoo?" la detective incrociò le braccia sotto al seno, non perdendo mai di vista il ragazzo.

Erick si strinse nelle spalle, lasciando poi ricadere un braccio a penzoloni dalla sedia. "Sì, sono il Presidente, ma non mi occupo delle prove dei novellini. Antony sarà stato ripagato con la sua stessa moneta,"

"Che cosa intendi dire?" chiese Camila con un espressione confusa sul volto.

Il ragazzo si sistemò seduto meglio, per poi appoggiare entrambe le mani sul tavolo. "Conoscevo Antony fin dal liceo, lui adorava queste sfide. Organizzava spesso delle nottate al Jungle Island, non so se lo conoscete," fece una pausa, guardando le due Detective.

"Sì," rispose Camila velocemente. "1111 Parrot Jungle Trail. Vai avanti," disse, incitando il ragazzo ad andare avanti con la sua descrizione.

"Beh, per lui era una sorta di iniziazione. Ogni persona che entrava a far parte del nostro gruppo di amici veniva portata lì, o con le buone o con le cattive. Antony era popolare, quindi sapeva come farsi ascoltare all'interno di un gruppo." il ragazzo si guardò intorno, fissando poi una delle telecamere sistemate nell'angolo alto della stanza.

"Questi "scherzi" a chi erano diretti?" chiese Lauren, cercando ancora di collegare tutte le informazioni che il ragazzo le stava dando. "Potrebbe essere una sorta di vendetta?"

Erick arricciò di poco le labbra, osservando nuovamente la Detective di fronte a se. "Non ricordo, è passato parecchio tempo," rispose, agitando di poco il braccio. Portò entrambe le mani ad aggiustarsi il colletto della giacca, per poi inclinare la testa. "Potrebbe, a scuola i giocatori di football, ma in generale tutte le persone popolari, non sono mai ben visti dagli altri. Antony se la prendeva con gli sfigati, ma anche con chi non gli piaceva."

Camila incominciò a mordersi l'interno della guancia, serrando di poco la mascella. Girò il viso ad incontrare quello di Lauren che fissava ancora il loro sospettato. "Hai qualche nome?" chiese la detective.

"No," rispose velocemente il ragazzo, tenendo un sorrisetto sulle labbra. "Non mi è mai davvero importato dei loro nomi. Se ne occupavano Antony e altri, io facevo solo il palo." Calò un silenzio gelido. Lauren pensò a quale altra domanda fare ad Erick e Camila incominciò a tamburellare con il piede sul pavimento, tenendo di poco le gambe incrociate. L'espressione del viso del ragazzo cambiò, come se gli fosse improvvisamente ritornato alla memoria qualcosa. "In effetti c'era un ragazzo," mormorò quasi sotto voce. "Non ricordo il suo nome. So che era compagno di una classe di Antony, ma io non lo conoscevo." Erick continuò a tenere lo sguardo su un punto impreciso della stanza. "Garret...Gabe...Greg...G-" scosse la testa più volte, socchiudendo gli occhi. "Non ricordo, mi spiace,"

"Va bene." disse Camila, alzandosi con velocità dalla sedia quasi facendola ribaltare all'indietro. "Direi che qui abbiamo finito. Grazie per il suo aiuto, Erick, ma dobbiamo considerarla un sospettato."

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