Capitolo 2
Camila e Lauren arrivarono insieme sulla scena del delitto. Lauren si era offerta di andare con la sua macchina, ma Camila aveva preferito insistere per andare insieme, tanto entrambe stavano andando nello stesso posto e sarebbe stato più facile. Nonostante non ne avessero più parlato, Camila continuava a farsi domande sulla ragazza..
Una volta arrivate, Lauren scese dalla macchina guardandosi intorno. "Quartiere importante," disse, una volta fuori dalla macchina. Probabilmente lo dedusse da tutte le Lamborghini e Ferrari parcheggiate nei garage all'aperto delle varie case.
Camila chiuse l'auto e si posizionò al suo fianco. "Ennesimo omicidio del riccone che non paga i suoi dipendenti o che ha qualche conto in sospeso," tirò ad indovinare.
"C'è molto di più," disse Normani, sbucando davanti alle due.
Normani Kordei Hamilton era anche lei un'agente della omicidi del 14º e faceva parte del team originale. Era dello stesso grado Dinah e insieme si stavano preparando per sostenere l'esame per diventare Detective.
"Oh, Mani! Lei è Lauren. Lauren, lei è Normani," disse Camila facendo delle veloci presentazioni.
"Seguitemi dentro, vi spiego tutto," disse la Detective, facendo capire a Camila che quello non era un buon momento per conoscersi. "Piacere, Lauren. Non potevi capitare in momento migliore,"
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Quello che trovarono dentro fu completamente diverso da quello che si aspettavano, come aveva detto Normani.
Un grande salone completamente devastato e messo sotto sopra, al centro, il cadavere di una donna ferita alla testa e al fianco. Vicino a lei, una mela.
"Che abbiamo qui?" chiese Camila esaminando la scena nel dettaglio. "Una mela?" aggiunse quando i suoi occhi si posarono su quello strano dettaglio.
"Donna, sui 20-25 anni. Non aveva con se carta di identità o portafoglio, l'identificazione è un po' complicata per il momento. Abbiamo mandato il resto della squadra a chiedere informazioni ai vicini, ha chiamato il distretto la donna delle pulizie, che sostiene di essere stata chiamata e invitata a venire a pulire qui stamattina verso le 07;00. Stiamo verificando il suo alibi e questo presunto numero di telefono," Normani parlava mentre Lauren e Camila si avvicinarono al corpo. "Era a faccia in giù, l'abbiamo dovuta mettere supina per il riconoscimento,"
"Abbiamo?!" disse Ally. Era accovacciata sul cadavere della donna, cercando tutte quelle informazioni prima di portarla in obitorio. "È stata strozzata, ma non posso ancora stabilire se è questa la causa della morte. Posso solo dirvi che è stata uccisa tra le due e le tre di questa mattina." si alzò, togliendosi i guanti dalle mani. "Vi darò risposte certe più tardi."
"Nessuno mi ha ancora chiarito la questione della mela," puntualizzò Camila.
"Penso che ovviamente sia stata aggiunta dopo, non ne ho idea, Mila. La portiamo comunque in centrale." disse Normani.
"Comunque ha un qualcosa di familiare questa scena, o sbaglio?" Camila si guardò intorno, mentre Normani e Lauren si stringevano nelle spalle. Corrugò la fronte mentre pensava. "Interrogate tutti i vicini, voglio la lista di tutti i nomi degli abitanti della zona, vediamo di scoprire chi è e cosa ci faceva qui,"
"Camila," disse Lauren. "Quando siamo arrivate qui ho notato delle telecamere di sicurezza, due, ai lati della strada."
"Perfetto! Chiedete i video relativi alla fascia oraria in cui è stata uccisa la nostra vittima." sorrise Camila facendo un piccolo gesto con la testa per ringraziare Lauren. "Ci vediamo in centrale," disse e insieme con la sua nuova collega, tornarono verso la macchina.
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"Alla fine non sei venuta," disse Camila camminando verso la scrivania di Dinah.
Dinah alzò lo sguardo, scuotendo poi piano la testa. La sua scrivania era piena di fascicoli e cartelle. "No," disse. "Il lavoro per Lopez è durato più del previsto. Mi sono arrivate le foto da Normani, le ho appena scaricate nel database."
Camila continuava ad avere uno sguardo confuso su tutte quelle cartelle. "Che cosa sono?" chiese, aprendo il primo cold case che si trovò tra le mani.
"A quanto pare questo caso assomiglia ad alcuni archiviati. Sto cercando le corrispondenze," disse Dinah accennando una piccola risata.
"Perché io non ne riconosco nessuno?"
"Ovvio, Mila, non c'eravamo né tu né io. Da quando sei stata promossa Detective tutti i casi li hai sempre risolti," disse Dinah, distogliendo lo sguardo dal computer per osservare l'amica. "Probabilmente erano affidati a qualche altra squadra,"
"Strano," disse Camila esaminando la cartella. "Non ne ho mai sentito parlare," aggiunse per poi alzare le spalle velocemente e chiudere il fascicolo.
Dinah prese da sopra la montagna di cartelle, un piccolo fascicolo, allungandolo verso Camila. "Questo è quello che mi hai chiesto, che rimanga tra noi." la ammonì assottigliando di poco lo sguardo. "Nascondila da qualche parte e come hai finito riportala qui," disse, accennando una rumorosa risata. Camila allungò la mano per afferrare la cartella dove immaginava che cosa ci fosse dentro, infilandola poi velocemente dentro la borsa, come se non fosse successo nulla. "Visto che l'abbiamo tirata in ballo, dove è finita la nuova?"
Camila accennò una piccola risata. Era da molto tempo che non sentiva soprannomi come 'la nuova', 'il nuovo', forse perché ormai era da troppo tempo che al 14º non si vedevano più agenti nuovi. Si guardo velocemente intorno per poi parlare. "È andata a controllare i risultati delle telecamere della zona. Arrivando qui ci hanno avvisato che erano pronti, così mi ha chiesto di andare lei." disse, alzando di poco le spalle.
Dinah annuì, tornando poi a osservare il monitor del computer. Camila si avviò verso la scrivania, prendendo un pennarello per poi andare verso la lavagna.
Disegnò una lunga linea al centro della lavagna, segnando più o meno alla fine l'ora del decesso della vittima con al centro, visto che non sapevano ancora l'identità, un punto interrogativo.
A Camila non piacevano i casi dove dovevi partire da zero per arrivare al tutto. Non che non fosse in grado, solo che in realtà le piacevano un po' le cose facili. Le preferiva, ecco.
Cosa sarebbe successo se non avessero scoperto l'identità della vittima? Se fosse stato il suo primo insuccesso? Se fosse stato solo un altro nome in più tra le tante persone morte al mondo? Questi pensieri le attraversavano spesso la mente, soprattutto quando era convinta di non farcela.
"Ehi," la voce di Lauren la riportò alla realtà. Sobbalzò. L'altra ragazza probabilmente si accorse del piccolo salto di Camila e ridacchiò. "Scusa, non volevo spaventarti, più che altro non abbiamo i filmati," disse, con un piccolo sospiro. "Erano danneggiati e i tecnici mi hanno detto di tornare tra qualche ora o che li avrebbero direttamente mandati qui, ma dalla loro faccia mi sembra proprio che ci vorrà un bel po'." sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
Camila annuì, passandosi un dito tra le labbra lentamente. In quei filmati poteva esserci tutto, come nulla.
"Va bene, tranquilla. Poi vedremo," disse Camila, annuendo lentamente.
"Mila, Lauren, venite qui," chiamo Dinah dalla sua scrivania. Entrambe le due ragazze sobbalzarono.
"Che succede?" chiese Lauren, avvicinandosi. Dinah aveva una pila lunga di cartelle su un lato, mentre ne aveva delle altre, molte di meno, sul lato destro. Sembrava cercare disperatamente qualcosa.
"Mi ha chiamato Ally, ha detto di raggiungerla in obitorio." sospirò Dinah, spostando altre cartelle su lato destro. "Ha trovato qualcosa che può esserci utile." Entrambe le ragazze annuirono, guardandosi a vicenda. Camila si passò una mano tra i capelli accennando un piccolo sorriso per poi guardare nuovamente verso Dinah.
"Andiamo subito." disse. "Tu vieni con noi?" chiese Camila, provandoci un'altra volta.
Dinah scosse la testa, indicando tutte le cartelle che la circondavano. "Se non finisco qui, Lopez mi uccide. Sarò con voi indirettamente, tanto più tardi devo aiutare Normani ad interrogare alcuni testimoni."
"Ci sono novità?" chiese Lauren, mentre Camila sia allontanava andando a prendere la propria roba.
Dinah scosse la testa. "La cameriera sostiene di essere stata chiamata da un numero sconosciuto e di aver fatto semplicemente quello che le era stato chiesto al telefono. Ma come ha visto il corpo è scappata via chiamando noi," fece una piccola pausa, alzando leggermente le spalle. "Ci ha dato il suo telefono e sto provando a rintracciare il numero della chiamata ma sembra praticamente impossibile. Ancora nulla nemmeno sulla sua identità."
Lauren annuì, ascoltando le parole della ragazza. "Conviene interrogare anche i vicini di casa. È impossibile che nessuno non abbia sentito nulla."
Dinah indicò una fila di persone fuori dalla sala interrogatori. "Lo stiamo facendo. Normani e un altro agente sono lì dentro." disse, mentre Lauren spostava lo sguardo per osservare il punto indicato. Effettivamente c'era una buona quantità di persone, tutte vestite in modo elegante, come se stessero andando a chissà quale festa. "Finisco queste due cartelle e vado ad aiutarla." concluse Dinah, sospirando.
"Va bene, buon lavoro. A più tardi." disse Lauren, allontanandosi poi per raggiungere Camila.
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Soltanto Ally poteva riuscire a vedere del 'bello', o meglio, 'affascinante', in un obitorio. Ogni volta che Camila la raggiungeva lì era sempre sorridente e piena di energie, come se il contatto con tutti quei cadaveri non la spaventasse o non la rendesse triste. Ally triste? MAI.
Così quel pomeriggio quando Camila si recò da lei con Lauren non fu sorpresa di vederla quasi saltellare verso di loro. "Ho delle novità," disse, entusiasta.
"Ci hai chiamato per questo, mi dispiace dirtelo." disse Camila accennando una risata, ma l'amica non sembrò per nulla provata dalla sua affermazione.
Ally tolse il lenzuolo rivelando il corpo della donna trovato nella casa la mattina. "Ancora non abbiamo scoperto chi è, però posso dirti che lo strangolamento non è la causa del decesso," Ally indicò due lividi belli grossi intorno al collo della vittima, il segno evidente delle dieci dita. "Ha una serie di ferite da taglio e bruciature nella pelle," disse nel mentre che le indicava. "Ma la causa del decesso è stata senza dubbio due ferite da arma da fuoco al petto. Probabilmente una calibro 38 ma senza proiettile non posso esserne sicura. Il proiettile le ha letteralmente spappolato l'atrio destro, e per rimuoverlo, visto che non c'è nessun segno di cuciture o altro, devono aver infilato la mano dentro per riprenderselo."
"Ma chi mai farebbe una cosa del genere," disse Lauren disgustata dalla visione che le si era creata in testa della scena. "Non è stato trovato così tanto sangue nella casa.."
"Quindi direi che non è lì che la nostra vittima è stata uccisa." disse Camila da appoggiata allo stipite della porta. "Okay, allora, dirò alla squadra di controllare ogni centimetro della casa, ma sento che non è lì che dobbiamo cercare."
Ally rimise sospirando il lenzuolo al suo posto e ci segnalò così che quella era l'ultima cosa che aveva da dire. Camila prese una ciocca di capelli e la arricciò nel dito, pensando a come ricavare più informazioni da quello che solo dall'inizio sembrava un caso perso.
Dopo un ultimo scambio di informazioni, Camila e Lauren lasciarono l'obitorio, dirigendosi nuovamente alla centrale di polizia. Dinah aveva chiamato per informarle che aveva ricevuto i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, ma che non aveva ancora ricavato nessuna informazione sufficiente dalle persone interrogate.
Una volta in centrale, le due detective si diressero nella stanza multimediale, che si trovava affianco alla stanza degli interrogatori. Dinah non c'era, ma al suo posto c'erano altri cinque-sei detective intenti a digitare nelle tastiere e ad osservare le schermate. "Trovato niente?" disse Camila, una volta entrata nella stanza.
"Nulla," rispose Joe, scuotendo la testa. "Sono tutte un grande e grosso buco nell'acqua." a quelle parole Camila sospirò, scuotendo la testa. "Tutte le telecamere non inquadrano la casa e la distanza è troppo lunga per capire la direzione delle persone, tra l'altro a quell'ora non c'era nessuno in strada. O l'assassino si è nascosto dietro i cespugli o ha trovato un altro modo per scappare."
"Quella signora lì?" disse Lauren indicando lo schermo nel quale comparve la figura di una signora. Ma Joe scosse la testa.
"Nathalie Robins," disse lui, girandosi verso le ragazze. "L'hanno già interrogata, è andata a trovare la mamma che stava male e lì l'Agente Kordei ha già verificato l'alibi ed è confermato."
Camila mugolò frustrata portandosi una mano a coprire il viso.
Fu in quel momento dove entrambe le Detective si sentivano scoraggiate per i risultati così sfortunati del primo giorno, che Dinah irruppe nella stanza, gridando a gran voce. "Abbiamo un nome!" disse allungando un fascicolo verso Camila. "Aaron Billy Bennett, è il proprietario della casa dove è stato ritrovato il corpo della ragazza."
"Perfetto!" disse Camila. "Lo state interrogando? È qui?"
"Calma Rambo," disse Dinah accennando una risata. "Come sai, non ci è permesso di continuare gli interrogatori a quest'ora della sera. E comunque ci manca il mandato per farlo venire qui," fece una piccola smorfia passandosi una mano tra i capelli. "Domani il Capitano ci farà avere il mandato e io e Normani andremo a prenderlo e lo porteremo qui,"
Camila accennò un sorriso, leggendo la deposizione che aveva fatto la signora che aveva rivelato il nome del proprietario di quella casa. "Va bene," disse dopo qualche secondo. "Spero solo non sia un altro buco nell'acqua."
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"Vorrei una copia di queste così me le porto a casa e rivedo qualcosa," disse Camila nel mentre che firmava alcuni fogli per la concessione della copia delle cartelle del caso. Lauren prese la borsa da terra e la appoggiò sulla scrivania, incominciando a mettere le sue cose dentro. "Ehi," le disse la ragazza quando la vide. "Tutti i Detective vanno al bar per bere un po' e per chiudere la giornata, che fai, ti unisci a noi?" Camila sorrise.
"Umh, molto volentieri," disse Lauren finendo di sistemare le sue cose dentro la borsa. "Mi volete anche se sono la nuova arrivata o è solo un uscita per i Detective esclusivi?" rise, spostando lo sguardo ad osservare la ragazza..
Camila scosse la testa, prendendo le fotocopie delle cartelle che le servivano e le infilò in borsa, muovendosi poi verso l'ascensore. "Certo," le disse con un sorriso sulle labbra. "Ti vogliamo proprio per questo, è la prassi che tutti i nuovi arrivati vengano a bere il primo giorno di un caso." le fece l'occhiolino mentre entrò dentro l'ascensore già aperto e arrivato al piano. "Muoviti, pivella."
Lauren rise alle parole della ragazza, afferrando la borsa e andando a passo svelto verso l'ascensore, raggiungendo così Camila dentro. "Arrivo, arrivo!"
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