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Capitolo 15

Dinah e Normani erano ritornate alla Howard D. McMillan Middle School. Gli ordini erano stati chiari. Chiedere i vecchi registri, prenderli e portare tutto al distretto. Quando Dinah mostrò il mandato alla segretaria, quest'ultima la guardò come se fosse pazza.

"Parliamo di otto anni fa, i dati digitali nei computer vengono aggiornati ogni tre e cinque anni," disse, per poi alzare lo sguardo verso i due agenti.

Dinah assunse un espressione confusa, osservando la ragazza. "Questo che significa?" chiese.

"Che nel computer non sono ancora stati aggiunti i dati che cercate voi. Dovremo scendere giù nell'archivio e controllare i vecchi registri manualmente," la informò.

"Oh, possiamo farlo noi?" disse Normani, inclinando di poco la testa da un lato.

La segretaria annuì, alzandosi e conducendo le due ragazze verso una stanza. "Ma vi avviso, c'è un motivo se noi lo facciamo ogni tre e cinque anni." disse, per poi aprire la porta.

Sia Dinah che Normani sgranarono gli occhi sussultando quando videro quello che c'era all'interno della stanza. Qualcosa come 40/50 scaffali pieni zeppi di registri, fogli e documenti.

"Beh," sussurrò Dinah, guardandosi intorno più volte. "Controllare i vecchi registri sembra essere il mio sport,"

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Per staccare un po' dai vari casi, quando si concedeva un bel pranzo, Camila andava spesso a Puerto Sagua, 700 Collins Ave, Miami Beach. Era una tavola calda dove i piatti avevano un misto di sapori Cubani, Texani e Americani.

Lauren, d'altra parte, non c'era mai stata e non vedeva l'ora di affondare i denti su un buon panino.

"Ah, non guardare me," disse Camila alzando di poco le braccia. "Un bel piatto di pasta non me lo toglie nessuno oggi."

Una volta che le due ebbero ordinato, Tacos di pollo per Lauren e un buon piatto di Spaghetti per Camila, incominciarono a fare il punto della situazione. Per quanto fossero in pausa, pensare ad altro era impossibile. "A che pensi?" chiese Lauren, vedendo lo sguardo distante di Camila.

La ragazza scosse di poco la testa, come per ritornare alla realtà e si concentrò sul viso della sua collega, alzando leggermente le spalle. "Sento come se stessimo saltando qualcosa, come se avessimo la soluzione davanti a noi, ma non riuscissimo a vedere nulla."

Lauren incominciò a giocare con la forchetta, torturando un pezzo di pomodoro che era uscito dal suo taco. "Probabilmente qualcosa che abbiamo tralasciato all'inizio?" chiese, arricciando di poco il naso.

"Forse," mugolò incerta Camila, per poi scuotere la testa. "Sai, certe volte mi manca Quantico. Lì tutto era organizzato, non ho mai affrontato qualcosa di così complicato prima,"

Lauren ridacchiò, scuotendo di poco la testa. "A me non manca. È proprio per questo che ci hanno addestrate Cam, per combattere queste situazioni, per essere pronte ad affrontarle. Lì era allenamento, abbiamo vinto e perso tante battaglie, potevamo permetterci degli errori. Qui no, questa è la vita reale, con vere persone che muoiono e che rischiano la vita."

Camila si portò il palmo della mano sulla fronte, sfregandola piano. "Lo so," incominciò, socchiudendo di poco gli occhi. "Sto facendo del mio meglio, sto mettendo in pratica tutto quello che mi hanno insegnato,"

"Vedrai che sarà abbastanza, e che tutto finirà presto," disse Lauren, allungando una mano e appoggiandola su quella della ragazza seduta di fronte a se.


Flashback

Le ruote della valigia strisciavano contro la moquette del pavimento del corridoio. Camila, con le chiavi della stanza in mano, teneva lo sguardo puntato sul numero delle camere, alla ricerca della sua.

Quando la vide, trovò la porta già aperta e una ragazza che sistemava le sue cose sul letto.

"Oh," si lasciò sfuggire dalle labbra, per poi ricontrollare il numero.

La ragazza si girò, con un piccolo sorriso sulle labbra. "Ehi," disse, per poi lasciare la maglietta che aveva in mano e alzare il busto. "Immagino tu sia la mia compagna di stanza,"

Camila si grattò la guancia con la mano libera, annuendo piano. "Non sapevo che ne avrei avuta una, ma sì," rispose, per poi entrare dentro la stanza, allungando una mano verso la sua. "Camila Cabello, piacere,"

La ragazza le afferrò la mano, accennando una piccola risata. "Lauren Jauregui, piacere mio. Spero ti vada bene quel letto," disse, indicando l'altro letto libero.

Camila annuì, facendole cenno di non preoccuparsi. La stanza era abbastanza grande, contando che dovevano starci solo due persone. I due letti erano separati da una scrivania e da un mezzo muro, lasciando solo un piccolo spazio per il passaggio verso il bagno. Camila immaginò che prima ci dovesse essere una porta al posto di quel passaggio, e che fosse stato lasciato così per garantire un minimo di privacy tra i due che dividevano la stanza.

Appoggiò la valigia sul letto e incominciò a tirare fuori i vestiti, vedendo con la coda dell'occhio la ragazza appoggiarsi al muro.

"In caso non lo sapessi, appeso alla porta c'è l'orario con le cose da fare, che a quanto mi hanno detto non cambia mai. Il nostro unico giorno 'libero' è la Domenica e in caso di eventi improvvisi le notizie verranno appese nella bacheca qui fuori," disse, alzando gli angoli delle labbra in un sorriso. "Per la posta, lettere di ammissione, o cose così, ce le lasceranno sotto la porta e...basta credo di averti detto tutto,"  concluse con una piccola risata, sistemandosi i capelli da un lato.

Camila annuì, ascoltando attentamente tutte le nuove informazioni. "Bene grazie, perfetto,"

"Figurati," le disse Lauren. "Sempre meglio aiutarsi, soprattutto tra compagne di stanza,"

Fine Flashback

******

"Dinah hai controllato quello?" chiese Normani, indicando un registro blu.

Dinah alzò lo sguardo, per poi corrugare le sopracciglia. "Um, credo di sì. È identico agli altri," disse, alzando leggermente le spalle.

"È tutto un casino qui," sbuffò Normani, scuotendo la testa. "Ci sono registri del 1998, poi improvvisamente si passa al '79 e se guardi sopra sono del 2003. Che senso ha?" disse, chiudendone uno e appoggiandolo sul gruppo dei già visti.

"Ci servono tutti quelli del 2008," le ricordò Dinah, aprendo una scatola con dentro altri registri. "Bleah, certo che potevano pulire. Questi saranno almeno del 1932," tolse un po' di polvere dalle copertine, per poi incominciare a leggere l'interno.

Normani incominciò a riempire sempre di più la pila dei già visti,  tanto che pensava che sarebbe caduta da un momento all'altro. "Ci serve più spazio," disse guardandosi intorno. "E ci servono più mani. Dinah, non ce la faremo mai in due, andiamo, sono almeno 15000 registri, se non di più,"

Le due ragazze emisero un rumoroso sospiro, scuotendo più volte la testa. "Posso provare a chiamare Camila," incominciò Dinah, per poi alzare le spalle. "Prendiamoci una pausa. Tanto quello che stiamo cercando sicuramente non andrà da nessuna parte."

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Mentre Camila e Lauren ridevano, ricordando alcuni fatti del passato, il telefono della Detective incominciò a suonare e il nome di 'Dinah' comparve nello schermo.

"È Dinah," disse Camila informando Lauren. "Forse hanno trovato qualcosa," accennò un piccolo sorriso per poi rispondere alla chiamata. "Dinah, trovato qualcosa?"

"Ma magari Camila! Magari," sentì rispondere da Normani, la sua voce era lontana.

"Um.."

"No Mila, non abbiamo ancora trovato nulla. Qui è pieno zeppo di registri e di polvere, soprattutto di polvere. Non è che puoi venire a darci una mano?"  chiese Dinah.

La Detective sospirò, più perché ancora non avevano trovato nulla che per la richiesta della ragazza. "Dinah, se io e Lauren veniamo lì, chi guida il caso? Chiedi a Joe o a Reed di raggiungervi,"

"Mila, ho bisogno di un aiuto, non di un'intralcio."

"Non posso mandare mezzo distretto di polizia in una scuola per dei registri Dinah! Se ho mandato voi due è perché voi due siete in grado di farlo. Hai bisogno di me lì? Chiedi al Preside Carter una copia delle chiavi della scuola e fatti dare tutte le chiavi di accesso all'archivio. Verremo a cercare quei registri di notte, non quando ci sono le indagini incorso," disse Camila con tono serio. "Se hai novità fammi sapere." concluse per poi chiudere la chiamata.

Lauren accennò un piccolo sorriso, guardando la sua collega. "Novità?"

Camila scosse la testa, appoggiando il telefono dentro la tasca. "No, nessuna. Dinah ha bisogno di una mano all'archivio ma non posso mettere Joe e Reed al comando dell'indagine," Lauren sgranò di poco gli occhi quando Camila nominò i due agenti che non erano famosi per la loro intelligenza e capacità intuitiva. "Le ho detto di prendere le chiavi e andremo quando non siamo di turno in pattuglia,"

Lauren annuì alle parole della ragazza, mentre entrambe incominciavano a sistemare le loro cose. "Potrò venire ad aiutare?" chiese, alzandosi dalla sedia seguita da Camila.

"Certo, ha bisogno di noi due," le rispose la Detective.

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Dinah sospirò, spostandosi il telefono dall'orecchio e chiuse la chiamata con l'amica. Arricciò di poco il naso per poi sistemarsi la borsa su una spalla. "Dai, andiamo." disse.

"E con tutta questa roba?" chiese Normani, ancora immersa dai registri e dai documenti. "Mila che ha detto?"

Dinah accennò un sorriso, vedendo la sua amica e collega nascosta dai fogli. "Torneremo questa sera con Mila e Lauren, se vuoi puoi venire anche tu. Comunque adesso vado a chiedere le chiavi di questa stanza e della scuola," disse Dinah aiutando la ragazza con la sua roba.

"Io ci sto!" dice Normani accennando un sorriso. "Questa cosa di venire a scuola di notte mi attrae," ridacchiò per poi uscire dalla stanza.

Mentre Dinah andava a chiedere tutte le chiavi, Normani si allontanò verso l'uscita per rispondere ad una telefonata.

La ragazza si avvicinò alla segretaria, che collaborò con l'Agente, dandole tutte le copie delle chiavi dell'archivio. "Il Preside possiede l'ultima copia, compresa la chiave della scuola. Se vuole posso chiamarlo e chiedere...-"

"No," disse Dinah scuotendo la testa e sistemando le chiavi in una busta. "Non si preoccupi, se quelle sono le ultime va bene che rimangano a lui, così rende più facile anche il nostro lavoro. Grazie," fece un piccolo cenno con il capo per poi andare verso l'uscita dell'edificio, raggiungendo Normani.

La ragazza aveva appena agganciato la telefonata quando Dinah la raggiunse.

"Tutto bene?" le chiese Dinah, notando la sua espressione preoccupata e confusa.

Normani scosse di poco la testa, per poi girarsi verso l'amica. "Hanno aggredito la ragazza che Camila aveva messo sotto protezione, Cammie Gonzales."

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