Regency e Bridgerton: perché sogniamo ancora l'amore di altri tempi?
Regency e Bridgerton: perché sogniamo ancora l'amore di altri tempi?
di TheDuchessofSussex
Bridgerton: immagino già che molti di voi avranno trascorso un intero weekend binge-watching il nuovo cult drama di Netflix. Quelli che non l'hanno ancora fatto, sono comunque certa che avranno sentito parlare della serie tv creata da Chris Van Dusen e prodotta da Shonda Rhimes.
In ogni caso, vi rinfresco la memoria. Bridgerton è la prima stagione, di quella che si prospetta essere una lunga promenade televisiva, basata sui romanzi di Julia Quinn. La serie, ambientata nell'Età della Reggenza (punto fondamentale!) racconta le vicende dei figli della famiglia Bridgerton, nello scenario della Stagione londinese. Cos'è la Stagione? È il momento dell'anno in cui il Ton (o l'alta società) si riuniva in città per le sedute del Parlamento ed era anche un'ottima occasione per il Bel Mondo di intrattenersi in sfarzose feste. Era proprio in questo frangente che si svolgeva infatti una delle attività preferite della nobiltà: la caccia al marito! Quando le giovani di buona famiglia, appena presentate a Corte, gareggiavano per accalappiarsi lo scapolo migliore. È proprio questa gara che muove le vicende nella prima stagione di Bridgerton.
Tuttavia non mi dilungherò in ulteriori dettagli sulla trama... quello che ci interessa considerare, riassumendo, è che la serie racchiude un sogno principesco, fatto di abiti eleganti, balli sfarzosi, modi garbati, ferrea etichetta, ricchezze da far girare la testa e una valanga di pettegolezzi. A condire il tutto una sensualità sfacciata, la quale quasi stride con l'immaginario fittizio, quasi in technicolor, da film Disney.
Perché una serie di questo tipo ha ancora così tanto appeal sul pubblico moderno?
Partiamo prima di tutto dal momento storico in cui è ambienta, ovvero l'epoca Regency. Per Reggenza si intende il periodo, fra il 1811 e il 1820, in cui il Principe di Galles, Giorgio Augusto Federico, assunse la reggenza del paese- appunto- sostituendo sul trono il padre Giorgio III. Il re infatti soffriva di squilibrio mentale e il Parlamento era stato costretto a designare un sostituto. La reggenza si concluse alla morte del sovrano e con il definitivo ottenimento della Corona da parte del principe.
Si tratta solo di nove anni di regno e sembra un periodo brevissimo, se guardiamo il secolo nella sua interezza. Tuttavia, vi è nella Reggenza un fermento sociale, culturale, tecnologico, scientifico ed economico non da poco! Senza contare che siamo in piene Guerre Napoleoniche e, reduce dalla Rivoluzione Francese, l'Europa è ancora tutta un ribollir di campi di battaglia.
Dal punto di vista della letteratura e dell'arte, quindi, abbiamo un vero e proprio ritorno alle origini con la riscoperta della bellezza, quella con la B maiuscola.
Eleganza, raffinatezza, cura e ricerca della perfezione nelle forma ne fanno da padroni. Poi c'è l'amore per la classicità greco-latina, affiancata alla riscoperta di Dante, Petrarca e Shakespeare.
A questo si aggiunge la curiosità nei confronti dell'occulto, del misterioso, dell'inspiegabile, di quello che ti fa stare sveglio la notte e tremare di polsi... della Morte. Per esempio, durante la Reggenza nasce il primo vampiro come lo conosciamo oggi, misterioso, affascinante e inevitabile assassino. Allo stesso modo il mistero della vita viene raccontato attraverso la macabra esperienza del dottor Frankenstein, dove scienza e occulto si mescolano. A personaggi macabri si abbinano location gotiche, castelli abbandonati, abbazie che celano segreti e fantasmi nascosti in ogni angolo pronti a balzare fuori come un soffio di vento gelido.
Se da una parte abbiamo il puro terrore, con John Polidori, Mary Shelley e Ann Radcliffe, dall'altra troviamo la letteratura di un'irriverente e intelligente Jane Austen che, mentre il mondo è in subbuglio, racconta la sua realtà bucolica tessendo trame e ricamando con le parole sospiri d'amore.
Non vi ricorda niente tutto questo? Non si tratta forse di temi ricorrenti tutt'oggi? Forse romanzi e serie tv come Bridgerton riportano a una memoria collettiva -quasi primordiale- ricordi di un'epoca passata, fatta di leggerezza, ma anche di mistero, di romanticismo e d'onore, di frivolezze e patimenti.
Sicuramente archetipi e schemi come l'eroe Byroniano - bello e dannato-, il vampiro- affascinante e al contempo spaventoso-, la giovane che non vuole concedersi all'amore, ma ci casca con tutte le scarpe, la fanciulla che vive con il naso nei libri sognando l'impossibile e, in ultimo ma non per importanza, il Mr Darcy di turno, fanno parte di un pantheon di cliché- in senso buono- che non smetteremo mai di usare e adorare.
Se da una parte quindi, Bridgerton ci ha dato esattamente quello che amiamo farci raccontare e raccontare ancora, dall'altra lo ha fatto togliendovi da sopra un po' di polvere...
Se la curatissima trasposizione cinematografica di Orgoglio e Pregiudizio della BBC del 1995 (6 puntate, dense e infinitamente belle) non è per tutti, le 8 di Bridgerton invece, intrise di temi attuali come female gaze, color blind, consenso, me too etc.*, condite con abiti variopinti e scene sensuali, diventano, incredibilmente, argomento di conversazione a cena! Ecco che l'amore cortese, la Corona sfavillante e le guance porpora di una giovane impacciata, sono il pretesto per trattare tematiche più grandi e importanti di che cosa indossare a un ballo.
In cuor mio spero che Bridgerton dia una nuova potenza al genere romance, denigrato fin dalla sua nascita come di seconda categoria rispetto al resto della letteratura (soprattutto quando scritto da donne!). Tuttavia, quello che mi chiedo io è: che cosa può esserci di più immenso, antico e prezioso di una storia che parla d'amore? Una storia che può legare secoli e generazioni, anche se le convenzioni sociali cambiano e il mondo muta, anche se la Stagione non è più in voga e noi preferiamo Whatsapp? È o non è questo ciò che muove il mondo?
*NOTE:
Female Gaze: letteralmente "Sguardo femminile", indica la prospettiva da cui viene osservato ogni aspetto della vicenda narrata, dalla vita quotidiana, al lato emotivo, fino alla sessualità. Soprattutto quest'ultimo punto è sottolineato in Bridgerton: per esempio il piacere ha un ruolo tutto femminile.
Color Blind: quando il colore della pelle o l'etnia dell'attore/attrice non influiscono sulla sua collocazione all'interno del cast. Nel caso di Bridgerton, per esempio, lo scenario è paradossale: un duca di colore, nell'epoca Regency, infatti, non sarebbe stato concepibile. Tuttavia, secondo il Color Blind, l'aspetto fisico viene totalmente azzerato e i parametri di scelta si basano unicamente sulle capacità attoriali del* candidat* e quanto esse l* rendano adatt* o meno al personaggio.
Consenso e Me too: in questo caso si fa sempre riferimento all'ambito sessuale e soprattutto all'atto non consensuale da parte di uno dei soggetti coinvolti. #metoo (traduzione: anche io) è infatti l'# utilizzato sui social a partire dal 2017 per dimostrare la diffusione delle molestie sessuali sulle donne.
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