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9. Una nuova rivalità

Le ferite magiche erano sempre dolorose, non ero nelle migliori condizioni ma la Contessa voleva che la incontrassi subito per parlare di quello che era appena accaduto.

Non avevo avuto neanche il tempo di rendermi presentabile.

La sua casa era sontuosa e regale, avevo percorso un lungo sentiero ciottolato immerso in un giardino curato prima di arrivare davanti alla grande porta di legno massiccio che chiudeva l'ingresso alla villa.

Dentro era tutto inaspettatamente moderno.
Ero stato fatto accomodare su un ampio divano bordeaux all'ingresso e guardavo con ansia la lunga scalinata di marmo bianco che avevo di fronte e da dove probabilmente sarebbe scesa Eastin.

Mi toccai il collo dolente mentre fissavo i molteplici quadri appesi alle spaziose pareti levigate ed elaborate. Quei dipinti raffiguravano la Contessa in diverse epoche storiche con abiti di vario genere e fattura.

Un rumore di tacchi sul soffice tappeto rosso, che si srotolava lungo le scale e parte del corridoio, mi annunciò che la vampira era arrivata per ricevermi.

Non parlai, ma mi limitai a guardarla scendere verso di me. Si muoveva sinuosa nel suo tubino blu cobalto che fasciava perfettamente il corpo atletico .I capelli erano sciolti e privi di acconciature particolari, non aveva accessori se non due orecchini ai lobi degli orecchi.
Sembrava diversa dalla persona al locale, ma non aveva perso la sua consueta classe ed eleganza.

Posò la mano sul mio viso quando mi alzai per andarle incontro.

«Come stai? Queste ferite magiche stanno guarendo lentamente» mi disse con voce bassa, mentre mi scrutava.

«Ho fatto un casino... o meglio, ero lì e poi...»

«Ti ho chiesto come ti senti, non cosa è successo. Ti sei nutrito?»

Rimasi abbastanza interdetto dalla sua gentilezza, non sembrava la tipa da perdersi in convenevoli.

«Diciamo che una di loro mi ha fornito un buono pasto» alzai le spalle con un mezzo sorriso.

Lei fece lo stesso e rimanemmo in silenzio per un lungo istante.

«Ho deciso di darti un altro incarico per rifarti di questo disastro»

«Non ho scatenato io lo scontro, è stato quell'Angelo. La strega che ho salvato potrà confermare tutto; magari la sua congrega potrà esserci di aiuto» le dissi, mentre trattenevo una smorfia di dolore.

«Io ti credo, ma certe cose nella Società sono delicate.» mormorò, dispiaciuta, mordendosi un labbro.

«Non mi sembri una che dà seconde chance.»

«Non lo sono, ma il tuo sorriso. Mi ricordi una persona che conoscevo qualche secolo fa.»

«Peggio per lui se mi somigliava, ultimamente non ne combino una giusta» sorrisi amaramente.

«Lui era sopra le righe, non rispettava le regole, non era a favore della Società. Tuttavia nella vita ci vogliono limiti e si ha bisogna di una stabilità. Lui viveva come gli veniva » parlò con nostalgia.

«In parte mi somiglia, non posso negarlo, ma diciamo che io ho capito che ci vuole un freno a certe cose; che tu sia umano o vampiro non fa differenza.»

«Avrei voluto lo avesse fatto anche lui. Con te è come se fossi io quella con una seconda chance. Conosco la tua storia; chi eri, cosa hai fatto e cosa ti ha portato fin qui» mormorò, con una strana dolcezza nella voce.

A quanto pareva le voci correvano veloci tra i piani alti della Bloodmoon Society.

«Eri innamorata di lui?» chiesi, diretto.

«Vedi... era tutto molto complicato» rispose, imbarazzata.

Decisi con un segno di assenso che andava bene se non ne voleva parlare.
Eastin si schiarì la voce e poi ci guardammo ancora intensamente, era uno di quei lunghi silenzi che erano capitati anche quando ci eravamo conosciuti.

Dei rumori, però, attirarono la nostra attenzione e poco dopo qualcuno entrò come una furia dalla porta principale.

«Cosa cazzo hai combinato?» sbraitò Randhal, puntandomi un dito contro.

«Chi diavolo ti da il permesso di entrare in casa mia così?» ringhiò irata la Contessa.

«Non difendere questo incapace, doveva fare solo una cosa e ha fallito miseramente» sibilò l'Antico, indicandomi.

Mi avvicinai lentamente e mi frapposi tra i due litiganti.

«Ha ragione, non devi difendermi» mormorai, fissando Eastin che stava fulminando l'altro vampiro con gli occhi smeraldini.

Mi voltai verso Randhal, inchiodando lo sguardo nel suo con espressione gelida.

«Tu... mi hai veramente rotto i coglioni!» sillabai, lentamente.

Senza preavviso gli rifilai un montate sotto al mento con tutta la forza i cui disponevo e lui volò diversi metri lontano sbattendo contro le porte di legno scuro da cui era entrato.

«Lo avrei fatto io» sospirò la Contessa.

Randhal mi guardò mentre era steso a terra e sapevo già che sarebbe finita male, ma erano anni che volevo mettergli le mani addosso.

Eastin lo intercettò prima che potesse decapitarmi.

«Se vuoi mettere le mani addosso a Henry, dovrai prima osare ad alzare un dito su di me. Quello che hai fatto oggi è inaccettabile. Lo sai che non ti voglio qui! Ti voglio lontano di me, ora vattene» le parole della vampira uscirono avvelenate e cattive.

«Quello che fa quel coglione è inaccettabile. E sappi che la pagherai per questo affronto. La Società verrà informata di quello che hai fatto. Non potrai farti proteggere dalle gonne della Contessa per sempre» concluse spazientito l'Antico, allontanandosi a grandi passi.

«Non dovevi crearti problemi a causa mia» dissi a Eastin non appena fummo soli.

«Ha otto secoli più di te, ti avrebbe fatto fare una figuraccia» ridacchiò.

«Così ferisci il mio orgoglio.» Mi portai le mani al petto con fare dispiaciuto.

«Credo ci voglia qualcosa di più per farlo» ribatté, assottigliando lo sguardo smeraldino.

Dopo una breve pausa mi schiarii la voce e mi aggiustai la camicia sgualcita.

«Qual è la tua storia con Randhal?» chiesi, visto che la curiosità aveva preso il sopravvento.

«Nell'epoca moderna la chiamano "friend zone", mi sembra» mormorò, insicura.

Scoppiai a ridere e mi lasciai andare sul divano.

«Hai Friendzonato un tizio per secoli?» mimai le virgolette con le dita mentre non riuscivo a smettere di ridere.

Lei fece lo stesso, la sua risata era davvero cristallina e contagiosa.

«Ci siamo conosciuti quando ero la Contessa delle Fiandre. Ho sempre preferito un'altra persona a lui e non l'ha mai accettato Sono l'unica donna che non potrà mai avere e questo lo logora.»

Restammo uno di fronte all'altra, nuovamente senza parlare.

Mi sentii emozionato, non sapevo cosa mi prendesse. Semplicemente era come sentirsi un povero adolescente umano alle prese con la prima cotta.
Era strano sentire le stesse cose quasi due secoli dopo.
Il primo amore non si scorda mai, specialmente se una vera e propria storia tra te e quella persona non è mai iniziata.

Vi erano cose che non mi piaceva ricordare, l'epilogo tra me e Teresa era una di quelle.

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