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6. Attrazioni fatali

Il Flux era un locale alla moda e molto gettonato a L.A.
Il proprietario era un vampiro di nome Lucien, mi andava a genio e dovevo ammettere che sapeva come gestire il suo club.
Il design era molto moderno, anzi quasi futuristico visto i vari neon che comparivano un po' ovunque, i divanetti in semipelle bianchi e quasi ogni superficie di vetro, dalle decorazioni ai tavolini.

Ero al bancone, seduto su uno sgabello, e stavo bevendo il mio Long Island mentre osservavo da lontano Seline, molto presa a chiacchierare con Randhal dall'altra parte del locale.
Avrei dovuto parlare con il nostro contatto, sapevo solo fosse una vampira antica e con un fare aristocratico.
Lucius aveva detto che mi avrebbe trovato lei e di vestirmi con un completo nero e una camicia blu scuro.

Partì un remix di "Blue" e pensai a una strana combinazione visto che mi stavo aggiustando il colletto di quel colore. Uno sgabello più in là, una ragazza osservava poco convinta il suo drink immergendovi lo stuzzicadenti munito l'oliva con fare annoiato.

I nostri sguardi s' incontrarono. Il suo eyeliner nero e il colore innaturale e violetto delle sue iridi mi catturò particolarmente.
Indossava una minigonna e delle calze a rete sotto a un top scuro.

«Preferisco quella originale del 1998, ormai remixano di tutto al giorno d'oggi» esordii per fare conversazione.

«Queste stronzate davvero funzionano con le altre donne?» rispose, acida, con un ghigno eloquente.

I capelli corvini, lo sguardo da dura e i tratti facciali molto sensuali la facevano sembrare una vera e propria predatrice; mi ero invischiato in una situazione non proprio semplice da gestire.

«Vedo che la simpatia è tra le tue qualità di spicco, gli uomini per quanto ti sopportano dopo che ti sentono parlare?» ribattei, incalzante.

«Con gli uomini che mi interessano di solito parlo poco e mi dedico ad altro, ma con te posso fare conversazione tutta la notte»

«Va bene, sfida accettata. Vediamo per quanto resisto prima di chiedere pietà» mormorai, sorseggiando il drink.

«A dire il vero volevo sapere che affari deve sbrigare la Società a L.A.» disse, seria, fissandomi in maniera intensa.

«Chi lo vuole sapere?» domandai curioso. Capii velocemente che quella tizia era una vampira.

«La tua fazione non è l'unico gruppo di vampiri antichi che ha degli obbiettivi per la nostra razza» ribatté zelante, passando la lingua sulle labbra ben truccate di rosso.

Poco dopo tirò fuori un lecca lecca dalla sua borsetta e lo scartò mettendolo in bocca e fissandomi.

«Quindi questo cos'è? Un episodio Crossover tra il suo ordine di vampiri e il tuo?» sentenziò una voce femminile alle nostre spalle.

Il suo tono aveva una forte inflessione francese e apparteneva a una ragazza. Era bionda e aveva tratti molto fanciulleschi, sembravamo dannatamente fuori da quest'epoca, nonostante gli abiti moderni simili a quelli dell'altra donna.

«Bonsoir, Mademoiselle» salutai con un breve cenno del capo.

La bionda rimase spiazzata, ma sorrise alla sua amica e poi a me in segno di approvazione.

«Sei stato in Francia?» domandò la nuova arrivata.

«Sì. Negli anni '20. Non ci torno da allora» risposi, sorseggiando il drink.

La mora sembrò per un secondo assimilare quell'informazione, sembrava elaborare quanti anni potessi avere; azzardai che fosse più giovane di me, anche se non di molto, o non avrebbe battuto ciglio.

«Sei molto giovane, garçon» mormorò la francese con fare giocoso.

«Posso sapere i vostri nomi?» domandai, inclinando la testa di lato.

«Non credo sia necessario, siamo giusto in giro a osservare i vampiri di questa città per farci una vaga idea, non ci fermeremo qui a lungo» intervenne la vampira sexy, per poi succhiare con gusto il lecca lecca, osservandomi intensamente.

«Non è educato fissare gli uomini in quel modo mentre si succhiano... cose! Un pó di savoir-faire, per favore!» ribattei con un sorriso, portando gli occhi verso la vampira più antica.

«I tuoi ormoni impazziti da maschio alpha represso non sono un mio problema» puntualizzò nuovamente, per poi scendere dallo sgabello e mostrarsi in tutta la sua provocante bellezza.

Tuttavia fui distratto da qualcosa dall'altra parte del locale.

Randhal poggiò una mano su Seline e le sussurrò qualcosa all'orecchio, lei rise e poco dopo si passò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
I nostri sguardi infine si incrociarono e fui riportato alla realtà dalla voce della francesina, anche se non la stavo ascoltando.

«A quanto pare quella lì non ti caga di striscio e preferisce quel bel macho. Beh non la biasimo, sembra molto prestante» affermò la mora provocante, continuando quella specie di rapporto orale con il lecca come se nulla fosse.

«Lei l'ho vista prima io!» incalzò la bionda.

«Dai, alla fine mi fai pena lì a rosicare. Vieni a ballare, vediamo se quella almeno nota che sei con due donne...» mormorò, diabolica, la mora, per poi finire di succhiare il lecca lecca e buttarlo nel mio drink ancora pieno per metà.

Alzai le spalle e le seguii poco dopo.

Il corpo sinuoso della vampira sexy aderiva al mio in quel ritmo lento e incalzante. Il mio petto era attaccato alla sua schiena e la sua mano mi teneva dal collo, poco dopo avvicinò le labbra rosse al mio orecchio.

«Se provi al palparmi ti strappo le mani e ti ci prendo a sberle...» mi sussurrò, sensuale.

La bionda sorrise e poi si unì a noi mettendosi con le gambe tra quelle della sua amica e ballando con lei.

La vampira più giovane scivolò su tutto il mio corpo e poi buttò lo sguardo verso Seline che guardava la scena con sdegno mentre rimaneva con Randhal.

«Sono seria: fai il bravo.» La mora parlò con un ghigno sadico stampato in faccia, le labbra rosse a sfiorare le mie, e mi ritrovai a deglutire senza neanche volerlo, col collo intrappolato dalle sue braccia

L'altra vampira si accollò a lei cingendole i fianchi.

«A quanto pare forse un po' le hai dato fastidio...» mormorò la mora, avvicinandosi al mio orecchio per poi staccarsi e prendere per mano l'amica.

«Tutto sommato è stato divertente» concluse, infine, andando via, facendomi un occhiolino e il segno del telefono, sapendo di essere vista da Seline e mantenere in atto quella sceneggiata per cercare una reazione da lei.

Seline mi venne incontro minaccioso, una volta che le due vampire furono lontane.

«Senti... posso capire che sei frustrato. Ma devi incontrare una vampira importante stasera, non è un'immagine professionale quella che stavi dando! Abbi un po' di ritegno, ho garantito io per te con la Società!»

«Tu invece con quel coglione di Randhal puoi fare quello che vuoi?» rimbeccai acido.

«Stavamo solo parlando, non facendo porno balli di gruppo!» asserì, infastidita.

«Sei gelosa per caso?» incalzai divertito, con un sorrisetto sghembo.

«Sei fuori strada, non m'importa nulla di te da quel punto di vista, credevo di essere stata abbastanza chiara fin dal primo momento» tagliò corto, squadrandomi per poi andarsene scuotendo la testa.

Non era la mia serata per quanto riguardava le donne.
Tutto fu molto frustrante, ma non mi restava che aspettare che la vampira con cui dovevo parlare si facesse viva.

Dal piano superiore del locale notai una ragazza scendere le scale con passo felino ed elegante: aveva i tratti del viso molto fanciulleschi, ma lo sguardo fiero e l'espressione determinata e risoluta.
Scese un gradino alla volta fasciata perfettamente da un abito corto rosso con una sola spallina.
I suoi lunghi capelli biondo cenere erano legati in una coda alta e i tacchi su cui camminava parevano farla scivolare leggiadra invece che crearle impedimenti.

I nostri sguardi s'incrociarono e sentii come se potessi prendere fuoco da un momento all'altro, era una sensazione che non provavo da molto tempo.
Ero rimasto affascinato spesso dalle donne nella mia longeva non-vita, ma quello sguardo aveva qualcosa di sovrannaturale e non ci pensai più di tanto, ne ero sicuro, quella era la vampira con cui dovevo parlare.
Si stava avvicinando, lenta e letale, e non avevo scampo. I grandi occhi erano impreziosita da due gemme verdi come il mare dei caraibi.

«Sei Henry?» mi domandò con fare brusco, annoiato e tagliente.
Le labbra perfettamente disegnate e lievemente carnose catturarono tutta la mia attenzione mentre parlava.

Rimasi interdetto e non seppi cosa rispondere, così annuii semplicemente.
Lei, scocciata, si sedette vicino a me. Pensai dal suo atteggiamento che avesse tutta la voglia di essere altrove.

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