UNA TAZZA DI TÈ
Max si postò dietro un albero mentre osservava l'uomo pipistrello planare verso una casetta di legno situata in mezzo agli alberi.
Sarebbe quella la casa dello psicopatico?
Chiese Max nella sua mente mentre faticava a credere che un genio del crimine potesse avere una base così piccola, quando i suoi occhi si alzarono verso il cielo in cerca del punto nero che era Batman restarono delusi, lui era sparito.
"Ti avevo detto di non seguirmi".
Il ragazzo saltò dallo spavento quando l'uomo in nero lo sorprese.
"Torna all'accampamento".
Gli ordinò come fa un padre al figlio.
"Non se ne parla".
Le braccia del giovane si incrociarono segno della sua determinazione, poco dopo Batman scosse la testa e sospirò.
"Se davvero vuoi restare devi fare quello che ti dico".
Passarono all'incirca dieci minuti, Max come un militare strisciava sulla terra attorno alla casa per silenziare anche il più piccolo dei rumori, quando raggiunse la porta marrone, con diversi buchi e molto vecchia fece uno scatto e la buttò giù per poi entrare nella piccola stanza buia.
"Abbiamo un ospite".
Sussurrò la stessa voce stridula che proveniva dai cloni di Ultron.
"Gli serve un benvenuto come si deve".
Nel buio più totale si sparse il rumore di un battito di mani veloce e corto come se fosse un richiamo più che un applauso, e infatti, poco dopo diversi paia di occhi rossi si accesero nell'oscurità come fossero delle lampadine.
Il ragazzo ebbe solo il tempo di estrarre la lama che qualcosa gli coprì il volto e il buio divenne totale.
"NON ARRENDERTI!"
Urlò una voce a lui famigliare, gli occhi di Max si aprirono di scatto: la casa era scomparsa ora era su un orologio gigante che faceva da pavimento, i suoi occhi erano circondati da qualcosa e quando tastò la sua faccia capì di aver addosso una maschera, poco dopo accompagnato da un po' di fumo rosa apparve un uomo basso, vestito di verde scuro e con un cappello a cilindro sulla testa.
"Batman sapevo che l'avevi mandato tu".
Disse mentre estraeva un orologio da taschino identico a quello sul quale poggiava i piedi.
"Chiudi gli occhi".
Sussurrò con tono persuasivo.
"NON FARLO CONTINUARE!"
Il ragazzo non se lo fece ripetere e sparò un colpo di pistola che fece dissolvere l'uomo nello stesso fumo con il quale era arrivato, poco dopo diversi cloni di Ultron con indosso maschere da coniglio apparvero con aria minacciosa.
"Di bene in meglio".
Con una capriola raggiunse il primo e tranciò con la spada i cavi sull'addome che, come budella artificiali, penzolarono mentre il robot si chinò e si spense, il ragazzo saltò addosso al secondo e direzionò il suo cannone carico e pronto a sparare contro altri suoi "fratelli" e riuscì a colpirne due.
"Dammi la buonanotte".
Il nano era alle sue spalle sempre con l'orologio in mano ma venne dissolto da un altro sparo di cannone forzato, con la lama la testa del robot venne recisa e poi calciata verso la faccia di un altro in avvicinamento che restò stordito e non vide arrivare la spada che trapassò il volto di metallo.
"Dormi è così facile".
"Ma dormi tu".
La spada roteò su sé stessa fino a dissolvere nuovamente l'uomo.
"E STAI ATTENTO!"
Il ragazzo si guardò intorno con fare interrogativo, un robot strinse il braccio sinistro intorno al suo collo mentre un altro avanzava da davanti minaccioso con il cannone pronto...ormai senza idee il ragazzo fece l'unica cosa possibile e fece un giro su sé stesso di centottanta gradi, il colpo colpì la schiena del robot stretto al ragazzo mentre quest'ultimo venne sbalzato in avanti, quando si riprese con la schiena dolorante notò due scarpe nere.
"Tic tac...tic tac...è ora della nanna".
"No".
Batman apparve all'improvviso e sollevò il nano per il collo mentre l'orologio e il cappello caddero al suolo, il secondo venne schiacciato dallo stivale dell'eroe.
"IL MIO CAPPELLO! NON DI NUOVO!"
"Silenzio!"
Intimò Batman.
"Chi ti ha mandato? Come hai fatto entrare i cloni di Ultron nell'accampamento? Come hai fatto a rapire uno dei nostri?"
"Da me non saprai nulla".
"Vuoi finire come il tuo cappello?"
Il nano fissò il suo copricapo totalmente piegato e la sua espressione seria si sciolse nel sudore freddo che solcò la fronte.
"È stato il traditore...ma non so chi sia all'incontro era coperto da un manto nero e indossava una maschera da coniglio".
L'eroe strinse di poco la presa.
"TE LO GIURO NON LO SO!"
"L'ostaggio?"
"Dietro la porta marrone in fondo alla stanza".
Con un pugno il criminale chiuse gli occhi temporaneamente.
"Lo porto all'accampamento tu recupera l'ostaggio".
L'uomo pipistrello uscì dalla casa con la pistola-rampino in mano, Max si alzò e si voltò, diversi cloni di Ultron erano spenti e sparsi qua e là per il pavimento della casa.
"Sono sempre stato qui".
Capì il giovane mentre notava una vecchia tazza da tè a pezzi sul pavimento, da quando prendere una tazza di tè era così complesso?
CIAO A TUTTI, erano undici giorni che non aggiornavo? Spero che il capitolo vi sia piaciuto se avete domande o curiosità scrivetele nei commenti e ci vediamo al prossimo capitolo CIAU.
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