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Verità

Mi aveva baciata. Riccardo mi aveva baciata ed io rimasi lì immobile a lasciarglielo fare, le sue labbra si mossero delicate sulle mie e non pensai a nulla, pensai solo che mi ero divertita, che ero stata bene, che lui era stato gentile, premuroso, attento e allora non lo fermai. Ma quando chiusi gli occhi e dischiusi le labbra per approfondire questo bacio così inaspettato, bastò solo un piccolissimo attimo e due occhi azzurri profondi come l'oceano mi si materializzarono davanti. Erano gli occhi di Matteo, erano gli occhi del ragazzo che in così poco tempo
lo aveva rubato il mio cuore, erano gli occhi che il respiro me lo avevano ridato, che solo guardandomi le facevano tremare le mie gambe e ripensare al nostro primo bacio fu inevitabile.

E l'ho detto, fu un attimo, un attimo che mi fece aprire gli occhi, che mi fece capire il grosso sbaglio che stavo commettendo. Un attimo per rendermi conto che io lì con Riccardo non provai nulla, o almeno nulla rispetto al mio primo vero bacio. Mi bastò questo per allontanare Riccardo da me, io non potevo farlo, non era giusto per lui, non era giusto per Matteo e soprattutto non era giusto neanche per me. Nel mio cuore ormai c'era Matteo e anche se mi aveva ferita, non voleva sapere di andarsene via e lì, con quel bacio, mi resi conto che ero io a non volere che lui se ne andasse dal posto che il mio cuore gli aveva riservato.

Riccardo guardò le mie mani spingerlo via quasi con dispiacere, o almeno quello mi era sembrato di vedere e rimase fermo ad osservarmi in silenzio, fui io a spezzarlo: "Mi dispiace Riccardo, ma io non posso farlo?"
"E per Matteo vero?" mi chiese ed il suo sguardo divenne più duro.
"Io...Io...provo un sentimento per Matteo che non riesco a spiegarmi" risposi sincera.
"Cosa c'è di così difficile da capire? Tu sei innamorata di lui."
"Io...non lo so" ed era vero io non lo sapevo, io non sapevo cosa fosse l'amore.
"Allora dovresti guardarti allo specchio ogni volta che i tuoi occhi incrociano i suoi così forse lo capiresti. È incredibile, dopo tutto quello che ti ha fatto tu sei qui e vorresti ci fosse lui al posto mio non è così?" disse Riccardo arrabbiato come non lo avevo ancora visto.
"Mi dispiace Riccardo davvero, ma anche se sono stata e sto male per quello che è successo io non lo posso cancellare quello che provo, non ci riesco. Sono stata bene con te davvero, ma non può esserci niente di più che un'amicizia tra noi."
"Amicizia? Io non voglio la tua amicizia, non so che farmene. Perché
credi che abbia fatto tutto questo? Per della stupida amicizia?" urlò e iniziai ad avere timore di lui, non c'era mica stato nulla fra noi, perché si arrabbiava tanto?
"Riccardo lo so che sei arrabbiato e mi dispiace ma...."
"Non ti dispiacere" mi interruppe lui "Io non sono arrabbiato perché una stupida ragazzina ingenua come te mi ha rifiutato, ma perché in qualche modo vince sempre Matteo, sempre."
"Ma che cosa stai dicendo?" chiesi sorpresa, che cosa voleva dire con quella frase su Matteo?
"Credi davvero che io abbia iniziato a corteggiarti perché mi piaci sul serio?" e il viso di Riccardo fece un sorriso che sapeva di presa in giro "Io ho iniziato a corteggiarti solo perché tu piaci a lui"
"C-Come?" chiesi incredula.
"Hai capito benissimo, tu sei carina Alexandria, ma niente di eccezionale, sai quante ne posso trovare come te o anche meglio di te?"

Non potevo credere a quello che mi stava dicendo, se non gli piacevo perché cavolo era sempre tra i piedi e che cosa voleva dire che piacevo a Matteo? Riccardo non attese che le mie domande tacite si trasformassero in parola e proseguì:"Io l'ho sempre saputo che tu piaci a Matteo e anche tanto, dopo che lo scorso anno vi siete sbattuti contro, lui non faceva altro che guardarti ogni volta che ti vedeva. Si era proprio preso una bella sbandata per te, ma lui non è mai stato un tipo espansivo, ha sempre fatto fatica ad aprirsi."
"E questo cosa c'entra con me?" chiesi, non capendo dove volesse andare a parare con le sue parole.
"Sai, nonostante il suo essere chiuso, schivo, le persone hanno sempre preferito lui. Gli insegnanti lo adorano, lui sempre bravo, le ragazze gli muoiono dietro nonostante lui non le consideri minimamente, a scuola è una specie di figura da imitare. Ed io? Sono sempre stato il secondo, Riccardo che prende voti meno buoni dei suoi, Riccardo che è visto solo in quanto suo amico, Riccardo che piace solo alle ragazze che non possono avere lui."
Cavolo, questo ragazzo soffriva Matteo in modo quasi preoccupante e iniziai a capire il motivo per cui si era avvicinato a me.

"Quando Matteo iniziata la scuola decise di farsi avanti con te, pensai che avrei potuto fare lo stesso anche io e questa volta magari sarei riuscito ad arrivare per primo, sarei riuscito ad averti e lasciare a lui solo le briciole. Sarei riuscito a fargli capire come ci si sente a non poter avere mai ciò che si desidera" a quelle parole mi salì un senso di disgusto fortissimo, mi portai le mani alle labbra, non potevo credere che gli avessi permesso di toccarle.
"Così mi avvicinai a te, decisi che avrei utilizzato ogni mezzo e rubai a Matteo un quaderno su cui era solito buttare giù i suoi pensieri, e lì trovai molte parole scritte per te. Te lo ricordi il messaggio che ti mandai? Erano parole sue non mie, erano così dolci che pensai fossero perfette per cominciare."
Il messaggio, certo che me lo ricordavo, mi aveva colpita così tanto. Ero sempre più incredula, questo ragazzo aveva qualcosa che non andava.
"Il ciondolo a forma di A, te lo ricordi? Quello era un regalo di Matteo, ma io lo conosco bene, sapevo non te lo avrebbe detto che era stato lui a comprarlo, così lo feci passare per mio" ripensai a quel giorno sulla spiaggia con Matteo, a come lui avesse guardato il ciondolo, a come io avessi sperato fosse stato lui a regalarmelo.
"Ma non avevo fatto bene i conti con la determinazione di Matteo e la sua furbizia, perché mentre io ti facevo regali, ti mandavo messaggi, lui si faceva avanti, guardandosi bene dal venirmelo a dire o dal farsi scoprire. Ma la sera della festa a casa mia, quando lo vidi ballare con te, quando osservai il vostro modo di guardarvi, capii tutto. Lui non sapeva quello che io avessi intenzione di fare eppure era sempre un passo avanti a me. Aveva vinto di nuovo ed io non potevo permetterlo" fu un attimo e mi venne in mente la scritta sul muro, non poteva essere, non poteva averlo fatto lui con tutto quello che mi aveva raccontato su suo padre.

"La scritta a scuola l'hai fatta tu vero?" domandai.
Lui annuì con la testa, feci per tirargli uno schiaffo ma lui bloccò la mia mano.
"Non vorrai mica perderti la parte migliore no?" disse. Cercai di fargli mollare la presa sulla mia mano, ma non ci riuscii.
"Quella sera dopo che tornò alla festa io e Matteo litigammo, gli dissi tutto e lui divenne nero dalla rabbia, mi urlò di stare lontano da te, ma io sapevo quali tasti toccare per ferirlo, così gli nominai suo padre. Sai il vero padre di Matteo non è il professore di Italiano come credete tutti, il vero padre di Matteo morì quando lui era soltanto un bambino" ripensai immediatamente alla storia che Riccardo mi aveva raccontato e non ci potei credere, quella non era la sua storia, ma quella di Matteo.
"Hai mentito su tutto. Come fai ad essere così schifosamente subdolo?" Gridai. Non potevo credere a quello che stavo ascoltando.
"Te l'ho detto volevo averti e avrei fatto di tutto per farlo e toglierti a lui. Devi sapere che per Matteo quella del padre è ancora una ferita aperta e il solo nominarglielo lo manda fuori di testa. Iniziò a bere quella sera e non credo fosse molto in sé quando poi ha fatto quello che sai benissimo." Lo raccontò con una sorta di soddisfazione che potevo leggergli nello sguardo.

Non ci potevo credere, Riccardo era solo un invidioso, pieno di una cattiveria che non avrei mai creduto possibile, erano amici con Matteo, come poteva avergli fatto una cosa del genere? Quella scritta non aveva solo ferito me, ma aveva ferito anche Matteo e Riccardo lo sapeva. Lui lo aveva fatto apposta ed io ero stata una stupida, invece di credere a Matteo, a quello che lui mi aveva mostrato, ho preferito scappare e accusarlo, facendogli ancora più male, permettendo a Riccardo di fargliene.
C'erano ancora tante cose che non capivo, ma una cosa la sapevo, Riccardo era un viscido e io non volevo più avere a che fare nulla con lui.

Presa da un moto di rabbia non solo nei suoi confronti ma anche nei miei per essere stata così cieca, lo spinsi via con tutta la forza che avevo e prima che lui potesse fare o dire qualsiasi cosa lo schiaffeggiai fortissimo, tanto da sentire dolore alla mano "Sei un viscido. Non avvicinarti mai più a me o a Matteo" urlai.
Mi girai e iniziai a correre, dovevo andare da chi mi aveva mostrato solo verità e scusarmi prima che fosse stato troppo tardi.

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