Un regalo speciale
Alexandria
Ciao papà, oggi è una di quelle sere dove vorrei tanto che fossi ancora qui con me.
Mi immagino noi due stesi sul letto con te che mi abbracci, mi accarezzi dolcemente i capelli come quando ero bambina e dolcemente mi sussurri: "Vedrai Alexandria, si sistemerà tutto e se non si sistema ci sono io accanto a te. Non dimenticarlo mai"
Ed io non l'ho mai dimenticato papà, solo che tu te ne sei andato troppo presto e anche se lo so che tu accanto a me ci sei sempre, ci sono momenti in cui vorrei vederti entrare dalla porta e sorridere, sentire la tua voce e non cercare di ricordarla soltanto.
Tu non eri soltanto il mio papà, tu sei stato il mio primo amico, ci dicevamo sempre tutto, io ti dicevo sempre tutto. E so già che forse ora proprio tutto tutto non avrei potuto dirtelo, perché tu eri sempre il mio papà ed io la tua bambina, ma so che comunque avresti capito e accettato perché me lo dicevi sempre che l'amore è l'incontro più bello che si possa fare. L'amore è la luce nel buio e gioia nel dolore e vale sempre la pena lottare per lui.
Tu me lo hai insegnato questo e allora io mica lo sapevo che quell'incontro sarebbe arrivato davvero.
Matteo è l'amore papà, è arrivato ed è stato luce nel buio, un buio che voleva portarmi via con sé ma lui non lo ha permesso mai. È stato gioia nel dolore in cui ero sprofondata senza di te, ma lui mi ha teso la mano e non l'ha lasciata mai.
Ed io papà? Cosa ho fatto io? L'ho ferito senza che se lo fosse meritato. Gli ho detto una cosa orribile papà e non so come fare adesso. Non vuole vedermi, non vuole sentirmi ed io mi sento persa senza di lui.
E sai a volte ho paura di quello che sento, ho paura che se un giorno lui dovesse andare via, mi si aprirebbe un buco nel petto che potrebbe non chiudersi mai.
Mi manca papà e mi manchi tu. Tu che c'è le avresti le parole per rassicurarmi, per dirmi che lui tornerà, è arrabbiato ora, ma tornerà, perché chi ti ama non se ne va mai davvero ed io lo spero tanto papà.
Non sono mai stata brava io con le scuse ed i discorsi, tu lo sai, ma ho provato a farlo nell'unico modo che conosco, quello che a te piace tanto. Gli ho scritto papà e ho cercato di lasciare traccia, dentro le parole, di quell'emozione che mi fa tremare il cuore, spero tanto che Matteo la possa sentire.
Io vorrei essere per lui la sua luce nel buio, la sua gioia nel dolore.
Papà è stata tutta colpa mia e di quel ragazzo. Riccardo. Lui ci ha fatto soffrire così tanto e continua a farlo, anche ora che dice di essersi pentito, che si scusa, che vuole pagare per il male che ci ha causato, anche ora lo fa. Ci tiene separati, proprio come voleva.
Ed io sono stata una stupida perché gliel'ho permesso di nuovo. Ho lasciato che la mia rabbia per lui oscurasse la gioia, quella di esserci, quella di essere viva. E credo di odiarlo sai papà?
E se tu fossi qui te lo chiederei come si fa a smettere di sentire questa rabbia che provo, te lo chiederei come si fa a perdonare. Tu forse sapresti rispondermi, perché me lo dicevi sempre "Alexandria non essere arrabbiata, la rabbia ti consuma e non lascia altro che il vuoto dentro"
Ma tu che non ci sei più per un incidente simile al mio, tu che te ne sei andato lontano eppure sei sempre vicino, tu che sorridevi sempre, tu che mi hai insegnato tutto, dovevi insegnarmi anche questo. Perché papà io le tue parole non le dimentico mai, di te non mi dimentico mai, ma come si fa? Come si fa papà a non farsi consumare dalla rabbia?
Io non lo so e avrei bisogno di te, perché anche se tu sarai sempre accanto a me, io vorrei sentirla la tua voce oggi e non ricordarla soltanto.
Mi manchi papà, oggi più di ieri.
"Alexandria" la voce di mia madre mi fece smettere di scrivere, bussò alla mia porta e io chiusi il mio diario.
"Vieni mamma" lei entrò, si sedette e osservò il mio diario chiuso ai piedi del letto.
"È così bello che tu scriva a tuo padre"
"Forse dovrei smettere, lui non mi potrà mai più rispondere"
"Ma tu puoi continuare lo stesso a dirgli quello che ti porti dentro. Lascialo uscire Ale, ne hai bisogno"
"Avrei bisogno che papà fosse qui" risposi guardandola negli occhi, e sapevo che le mie parole l'avrebbero colpita, papà mancava terribilmente anche a lei, tutte noi avevamo bisogno di lui.
"Lo vorrei tanto anche io" e gli occhi di mia madre divennero lucidi.
"Avrei voluto chiedergli tante cose, e tante ne aveva ancora da insegnarmi"
E le lacrime arrivarono inevitabilmente, mamma si alzò e si mise accanto a me nel letto abbracciandomi e accarezzandomi i capelli come faceva sempre lui.
"Lo sai che cosa fece tuo padre il giorno che scoprimmo che saremmo diventati genitori?"
"Che cosa?"
"Avevo fatto il test di gravidanza insieme con lui e quando uscirono le due linee rosa confermando che aspettavo te, tuo padre ed io eravamo felicissimi, ma lui dopo circa 10 minuti con me iniziò a dire che doveva uscire, che doveva andare a prendere una cosa importantissima"
"Ed è uscito davvero?" Chiesi.
"Si si, tornò dopo due lunghe ore"
"E che cosa doveva prendere di così importante?"
Mamma si slacciò da me, uscì dalla stanza e tornò subito dopo con una piccola busta in mano e me la porse.
"Questo è....." mia madre non mi fece continuare e concluse lei la frase per me "Questo è quello che tuo padre portò con sé quando tornò a casa quella sera di quasi 19 anni fa"
Fissai mia madre negli occhi "Ha preso qualcosa per me?" Lei annuì.
Non potevo crederci, avevo tra le mani qualcosa che mio padre aveva comprato per me ancora prima che nascessi, qualcosa che lui aveva scelto, qualcosa che me lo faceva sentire accanto anche ora che avevo un disperato bisogno che lui ci fosse. E lui c'era. C'era sempre.
Mi tremavano le mani e le lacrime tornarono prepotenti.
Fissavo il piccolo pacchetto e nonostante volessi aprirlo, non riuscivo a farlo. Era rotondo, avvolto in una carta rosa con un bel fiocco dorato a tenerlo ben chiuso.
Mamma si sedette di nuovo accanto a me e mi prese una mano nella sua.
"Non avere paura di aprirlo Ale, è un regalo per te, per il tuo diciottesimo compleanno. Ci teneva lo avessi per quella data"
Il mio compleanno.
Il giorno dopo sarebbe stato il mio compleanno, quello importante dicono, quello in cui diventi grande, quello in cui diventi libera, quello in cui la vita inizia a fare davvero paura.
E papà aveva pensato a questo giorno già tanti anni fa, ancora prima di vedermi, ancora prima di sapere se sarei stata suo figlio o sua figlia, ancora prima di affacciarmi alla vita.
Presi un respiro profondo e decisi di aprirlo.
Mentre scioglievo il fiocco con mamma vicino, le mani di smettere di tremare non ne volevano sapere.
Sfilai via la carta e rimase una scatola. Non era molto leggera anzi, pesava un pochino, la aprii e rimasi sorpresa nel vedere il contenuto e sorrisi, sorrisi perché papà era sempre stato bravo a sorprenderci e anche in quel momento lo aveva fatto. Come sempre. Come se fosse lì con me.
"È una bussola mamma" restai a guardarla, era molto bella. Fatta tutta in oro, rotonda con al centro il tipico ago che segnava il nord, il sud, l'ovest e l'est.
"Tuo padre ha sempre avuto dei gusti tutti suoi in fatto di regali" e sorrise anche lei alle sue parole.
Me la rigirai tra le mani e notai che intorno al cerchio c'era un incisione
"Alexandria"
"Mamma c'è il mio nome qui" e la indicai.
Mamma sorrise di nuovo "Su una cosa tuo padre non ha mai avuto dubbi, diceva sempre che il suo primo bambino sarebbe stata una lei e quel nome è quello che ha sempre voluto per te"
"Ma perché mi aveva comprato un regalo per i miei 18 anni già quel giorno?"
"Forse dovresti leggere questa piccola lettera di cui non ti sei accorta" mia madre la estrasse dalla busta e me la porse.
Il cuore si fermò per un momento, papà aveva qualcosa da dirmi.
E me lo immaginai lui, magari in macchina, con la penna in mano e con il suo sorriso mentre pensava a me, a quella figlia che tanto desiderava e che lui era convinto fosse arrivata. Mi sembrava di vederlo mentre scriveva e si immaginava me, con i miei occhi azzurri e i miei capelli chiari.
Me lo diceva sempre papà da piccola "Tu sei la bambina che avevo sempre immaginato di stringere tra le braccia" ed io ero felice di sentirle quelle parole.
E quel giorno davanti a quella piccola lettera capii che cosa volesse dirmi davvero con quella sua frase...
Alexandria, io e tua madre abbiamo appena scoperto che presto arriverai tra noi. Ti starai chiedendo come faccio a sapere che sarai una femminuccia, in realtà non lo so, ma lo spero tanto e poi lo sento dentro che sarai tu. Ti vedo già osservarmi con i tuoi occhi azzurri come il mare, uguali a quelli di tua madre, e non vedo l'ora di poterti abbracciare. Sono emozionato e anche spaventato, avrò tante cose da insegnarti e la vita da mostrarti. Non so se ne sarò in grado, ci proverò e so già che commetterò degli errori, ma di una cosa sono sicuro,ti starò accanto ogni giorno e i tuoi passi saranno i miei passi, perché mentre tu crescerai io crescerò con te, diventerò grande con te. Ti amerò e farò in modo che tu sia in grado di riconoscerlo l'amore, perché l'amore è luce nel buio, gioia nel dolore e senza di lui niente avrebbe senso. Vorrei anche insegnarti a non odiare, è un sentimento tremendo quello e vorrei tu non lo provassi mai. Ti consuma e io non voglio questo per te. Io voglio i tuoi sorrisi, le tue gioie. Ma so che non sarà sempre così, so che non potrò proteggerti da tutto quello che di brutto la vita nasconde, e quando questo succederà ti prego di pensare a quella luce nel buio che ti guiderà sempre.
Mi sento un po' stupido a scrivere queste parole per te, ad averti comprato un regalo che solo tra tanti anni ti darò, ma sento che è giusto così. Sento di doverlo fare e quando lo scarterai io sarò lì con te e me lo immagino già il tuo sguardo emozionato e un po' sorpreso, penserai che sono pazzo. E forse è anche vero. Ma non vedo l'ora di vederti, di cullarti, di stare sveglio la notte per i tuoi pianti, di cambiarti i pannolini, di vederti camminare, cadere e poi rialzare.
Questa bussola che ora starai stringendo tra le mani l'ho scelta proprio perché possa guidarti nel tuo camminare, perché possa mostrarti la strada quando ti sentirai persa, perché possa sempre mostrarlo il tuo nord. L'amore Alexandria.
Quello è il tuo nord.
Non lo dimenticare mai.
Ti aspetto.
Con amore, papà.
Quelle parole furono il mio tuffo al cuore. Mi strinsi forte a mia madre e piansi senza poterne fare a meno.
L'avevo chiesta ed era arrivata, la risposta di papà era arrivata.
L'amore era. Lo era sempre stata.
E lui in quella sera lontana già lo sapeva.
Lui che credeva sarebbe stato qui ad aprirlo con me il suo regalo, ma era come se lo avesse saputo che forse così non sarebbe stato.
Si sentiva un po' stupido papà a scrivere una lettera alla figlia che aveva sempre immaginato ma che ancora non aveva visto, ma era il regalo più bello che lui potesse pensare per me.
Il mio cuore era pieno d'amore in quel momento. Quell'amore che lui aveva sempre sognato per me, quella luce nel buio che non potrò mai dimenticare.
Il mio nord.
Mio padre.
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