Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Il perdono...parte 2

Riccardo

"Per favore, andate via, io non posso guardarvi, voi non potete perdonarmi, io non sono nessuno, non sono niente"
Con la testa tra le mani e le lacrime che non volevano andarsene sperai solo che il peso che mi stava schiacciando lo facesse del tutto. Almeno così sarebbe andato via tutto, il dolore, il senso di colpa, il disprezzo per me stesso, il vigliacco che ero, la persona che non sarei diventato mai.
Tutto quello che non avevo avuto lo avevo meritato. Come si poteva voler bene ad un essere come me? Come potevo solo pensare che i miei genitori potessero darmi l'amore che ho sempre sperato di sentirmi addosso se era un mostro quello che ero diventato?
Io non potevo più essere niente.
Solo Matteo aveva provato a farmi entrare nella sua vita, nella sua famiglia, lui si che mi aveva mostrato che cosa vuol dire sentirsi parte di una famiglia, me ne aveva mostrato il calore. Ed io? Cosa avevo fatto io?
Avevo distrutto tutto. Mi ero negato il calore e l'amore che avevo sempre cercato perché sentivo che non era il mio. Che stupido ero stato.
L' avevo sempre cercato dove non avrei dovuto e alla fine aveva vinto mio nonno. Mi ero trasformato in ciò che mi aveva sempre accusato di essere.
Un inutile, un peso, un essere da ripudiare.
Un nulla. Un niente.
E ciò che era peggio è che ero stato capace di cattiveria, quella che avevo sempre pensato appartenesse solo a lui.
Avevo giurato da piccolo che non sarei mai diventato come lui ed invece ero anche peggio.
E tutto questo poteva finire in un modo soltanto.

"No, tu puoi guardarci e noi possiamo perdonarti"
E la dolce voce di Alexandria raggiunse il mio cuore in tumulto.
"No, non è vero. Non è possibile. Non lo capisci?"
"Sì che è possibile, lo sto facendo e tu me lo lascerei fare, ne ho bisogno, tu ne hai bisogno"
Sì, questo era l'altro modo per andare avanti, il perdono, che poteva ridarmi il respiro e forse un futuro, ma io non lo vedevo e non lo volevo, non così. Non potevo pretendere questo. Era molto più di ciò che speravo ed io non potevo sperare più.
"Guardami Riccardo" Alexandria mi prese il volto tra le sue mani, erano fredde e per un attimo mi diedero il respiro da quell'inferno che mi bruciava dentro.
"Guardami" ripeté.
Alzai lo sguardo verso quegli occhi azzurri come il cielo e cristallini come il mare in estate.
Li avevo amati al primo sguardo, ma io non so amare e li avevo fatti solo soffrire.
Era un animo puro il suo, non avrebbe mai potuto scegliere il mio macchiato di nero. Era Matteo quello giusto per lei, l'avevo saputo da sempre, l'avevo visto nei loro sguardi. Eppure io avevo rischiato di strapparglielo via quest'amore che stavano aspettando da sempre.
"Tu mi hai fatto molto male, ho perso quasi due mesi della mia vita per quel maledetto incidente, ma guardami.
Ora sto bene, sto bene. Sono felice. E se io ce l'ho fatta, puoi farcela anche tu. Non hai motivo per non farlo. Io sono sveglia e sto vivendo, sto amando, sto crescendo, puoi farlo anche tu.
Qualcuno mi ha detto che perdonare porta solo amore, ed è vero sai? Io ce l' ho qui accanto e spero che oggi, qui, tutto questo possa essere un nuovo inizio anche per te"
Alexandria mi teneva fisso nei suoi occhi e lo vedevo che ci credeva davvero in quello che mi stava dicendo. Lo vedevo che la sentiva ogni sillaba che era uscita dalle sue labbra.

Era dolce Alexandria, mi voleva dare speranza, mi voleva regalare la possibilità di vivere mentre io ero stato sul punto di negargliela per sempre.
Quanto coraggio ci voleva per arrivare a voler perdonare chi tanto dolore era stato capace di dare? Lei doveva odiarmi, invece era qui a darmi un po' della sua speranza, un po' del suo coraggio.
Era qui a dirmi che se lei poteva perdonarmi anche io potevo farlo. Mi stava spingendo a trovare la mia strada, il mio nuovo inizio. Lei voleva che io ne avessi uno, non sapevo perché ma sapevo che era così. Lei voleva io vivessi davvero, magari trovando quell'amore che da sempre mi era mancato e che disperatamente cercavo.
Non me lo meritavo, lo sapevo, ma gli occhi di quella ragazza davanti a me mi fecero credere che forse un po' del dolore che provavo potevo lasciarlo andare ed era proprio lei che se lo stava portando via, con il suo perdono che era arrivato senza essermelo aspettato.
Avevo lottato, ci avevo provato, le avevo detto di non farlo ma era arrivato ed io, forse ancora una volta vigliacco, non avevo più la forza di lottare per oppormi, avevo bisogno di respirare e solo in quel momento sentivo che avrei potuto ricominciare a farlo.

"Non...non...non volevo. Scus...sa...scusa....Perd...perdonami" e la mia lotta interna scoppiò nel pianto che non riuscii a controllare.
In quelle lacrime c'era tutto, il disprezzo ricevuto, l'odio per me stesso, il dolore per quello che avevo fatto, il senso di colpa che provavo, il perdono che non meritavo, gli incubi che non mi lasciavano e la speranza che Alexandria mi aveva mostrato.
"Lo so, lo so Riccardo" e il suo abbraccio, così come il suo tocco leggero di poco prima, buttarono acqua sull'incendio che mi bruciava dentro cercando di spegnere le fiamme che mi stavano distruggendo.

Restammo qualche minuto fermi lì, seduti per terra.
Quella ragazza che mi stringeva aveva fatto per me quello che nessuno aveva fatto mai.
Senza neanche conoscermi come avrei voluto, mi aveva regalato la luce che nella mia vita era talmente debole da rischiare di spegnersi troppo presto.
Il perdono porta amore aveva detto, me lo aveva appena mostrato e questo non lo avrei dimenticato mai.
E nelle mie braccia che la stringevano c'era il grazie che le lacrime non mi permettevano di urlarle, ma che sapevo aveva sentito lo stesso.

Sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla e alzai gli occhi per incontrare quelli del ragazzo che fratello non era, ma che fratello era stato anche senza il sangue a unirci.
Mi alzai e Alexandria si allontanò da noi di qualche passo.
Cercai di asciugarmi gli occhi per ascoltare quello che Matteo doveva dirmi.
"Tu eri parte della mia famiglia, lo sei sempre stato, sapevi tutto di me ed io di te, avrei dovuto accorgermi di ciò che ti stava succedendo, ma tu avresti dovuto parlarmi, non chiuderti dentro e fare finta di essere altro da ciò che per me sei sempre stato"
Eccolo lì pronto ad affermare che io facevo parte di quella famiglia che avevo amato ed invidiato allo stesso tempo, non vedendo il bello che mi aveva sempre regalato.
Abbassai gli occhi ancora.
Io non so chi ero o cosa sono ora"
Lasciai che la verità di quelle parole uscisse fuori.
"Non è vero, tu sei quel ragazzo cresciuto con me che faceva a botte per difendermi quando io ancora non sapevo farlo da solo. Tu sei quel bimbo che dormiva con me e mi accendeva la luce ogni volta che mi svegliavo dopo un incubo dove il mostro era mio padre. Tu sai quello che eri e puoi diventare quel che hai sempre sperato di essere"

I ricordi di un me bambino che cercavo di proteggere quel ricciolino dagli occhi di ghiaccio impaurito tornarono tra i miei pensieri.
Potevo ancora essere quel bimbo che accendeva la luce per far scomparire i mostri oppure ora ero io il mostro da far sparire?
"Tutto questo ormai è passato, ero solo un bambino all'epoca e ancora la vita non mi aveva macchiato l'animo"
"Riccardo" e mi scosse bruscamente Matteo, quasi come se non potesse vedermi così debole, ma io lo ero.
"Hai fatto una cosa che non potrò mai dimenticare, ho passato mesi d'inferno tra passato e presente e tu ne conosci il motivo, tu sapevi da dove venivo e ciò che avevo vissuto.
Questi mesi mi hanno riportato lì, nel passato da cui sono sempre fuggito, ma questa volta l'ho affrontato, tu mi hai costretto a farlo e ora so che è arrivato il momento di lasciarlo andare"
Ma io non so se ero pronto a lasciarlo andare mio fratello, ero di nuovo egoista, ma avevo bisogno che lui ci fosse in quella strada che dovevo percorrere verso me stesso.
"Tu eri mio fratello" alzai lo sguardo.
"Tu devi ritrovarti e non sarà affatto semplice, ma sei mio fratello, non per sangue, ma per scelta, fai parte della mia famiglia, ricordalo, perché io non l'ho dimenticato mai"
Io l'avevo fatto, ma nonostante tutto per lui ero ancora suo fratello e questa volta non l'avrei dimenticato più.

Ci abbracciammo e mi nascosi nel petto di mio fratello, quello che avevo scelto.
Mi appoggiai a lui come avrei dovuto fare e come non avevo mai fatto.
Questa volta sarebbe stato lui ad accendere la luce e scacciare i mostri che tentavano di distruggermi.
Questa volta avrei amato il fratello che in fondo avevo sempre voluto.

Quando tornai dentro casa ero stremato, ma un po' più vivo di quando ero uscito.
Forse era arrivato il momento di abbandonare il mio posto a terra, con le spalle contro il muro e di provare a camminare per trovare quel me stesso che avevo perso.
Anche io avevo speranza.
Il perdono porta amore, lo aveva detto Alexandria ed io ci credevo davvero.
Arianna mi venne incontro appena mi vide entrare, aveva le lacrime agli occhi proprio come me.
"Il perdono porta amore lo sapevi? E forse anche io lo merito Arianna,  ci credi?" Mi lasciai cullare dalle sue braccia proprio come quando ero piccolo.
"Ci credo, io lo so, l'ho sempre saputo" rispose lei con la voce rotta dal pianto.
"Io no e ho paura"
"Lo so, ma anche se non ci credi, tu ti troverai e io sarò qui a vederti diventare il ragazzo che ho sempre saputo saresti stato"
"Non te ne andrai?" il mio cercare affetto da chi mi ha amato come un figlio senza che lo meritassi davvero e la paura di perderlo ancora.
"Non lo farò. Sempre vuol dire sempre te lo ricordi?"
"Sempre vuol dire sempre me lo ricordo" e strinsi forte colei che di me aveva visto tutto, ma era lì ad abbracciarmi come mia madre non aveva mai saputo fare, perché come mi ripeteva quando ero solo un bambino "sempre vuol dire sempre"

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro