Ballo...
Quella sera non feci altro che pensare a cosa mi dovessi mettere per andare ad una festa. Non ero tipo da feste, e ancora di meno sapevo come si dovesse andare vestiti ad una serata come quella.
Un vestito, sicuramente mi sarei messa un vestito. Ne avevo uno molto bello che presi con mia madre lo scorso anno, era bianco,di cotone, con le maniche corte, molto semplice, ma mi piaceva proprio per questo. Decisi che avrei messo le converse bianche anche se non ero sicura ci stessero poi così bene, ma in fondo avevo già messo il vestito, per le scarpe avrei potuto fare un eccezione. Per non sembrare un tutt'uno con il muro decisi che avrei messo la mia giacca di pelle nera. Eravamo a fine settembre e l'aria la sera iniziava ad essere più fresca. Mi truccai leggermente gli occhi con del mascara nero e la matita dello stesso colore.
Mi preparai ad uscire di casa, mamma
non c'era sarebbe tornata tardi dal lavoro. Le avevo chiamato per dirle che sarei uscita e che ci avrebbe accompagnato il padre di Vanessa, mi aveva risposto con un va bene e basta. Elena era a casa di una sua amichetta, avrebbe dormito lì. Era così contenta di dormire fuori e fare un pigiama party come lo aveva chiamato lei. Almeno per una sera avrebbe respirato un'aria diversa, nuova, meno triste, più spensierata, come dovrebbe essere per una bimba della sua età.
Alle otto in punto Vanessa mi chiamò dicendomi di scendere, con la sua voce che andava sempre oltre i limiti della normale tollerabilità.
Una volta in macchina mi guardò attentamente finché ad un certo punto la sentii dire: " Stai bene vestita così, sicuramente non passerai inosservata agli occhi di Riccardo."
Sai che mi importa pensai.
"Anche tu stai benissimo" ed era vero.
Aveva un vestito blu con le maniche lunghe trasparenti che le arrivava alle ginocchia, proprio come il mio. Degli stivaletti neri con un piccolo tacco e i lunghi capelli neri legati in una coda alta. Vanessa non usava mai molto trucco, diceva sempre che stava meglio senza.
"Si ma Riccardo non mi noterà, il suo interesse è altrove."
Certo che aveva proprio la fissa per Riccardo. Lo nominava ogni secondo. Se lui avesse deciso di corteggiare Vanessa a me non sarebbe dispiaciuto poi così tanto.
Ad essere sincera avevo altro, anzi qualcun altro in testa...
Il papà di Vanessa ci lasciò davanti al cancello aperto di casa di Riccardo. C'erano un sacco di persone appaiate lì davanti, per non parlare di quelle che stavano oltre il cancello. Pensai seriamente che la maggior parte degli studenti della scuola si fosse riversata tutta qui. La musica era assordante ed usciva da due casse posizionate agli angoli del cortile.
Io e Vanessa cercammo di andare verso il tavolo delle bibite, l'unico problema era che quest'ultimo era posizionato dalla parte opposta a dove eravamo noi. Il cortile era enorme. E il tavolo era messo proprio davanti l'ingresso, quasi a voler impedire che qualcuno potesse mettere piede in casa. Più avanti del tavolo, sulla sinistra, erano situati dei divanetti, ovviamente tutti occupati e sulla destra invece c'erano ragazzi e ragazze intenti a ballare.
Farsi spazio in mezzo a quel caos di persone era davvero difficile, quasi impossibile. Tra l'altro non si vedeva molto, c'erano solo delle luci colorate che si aprivano e chiudevano ad intermittenza, sembrava di trovarsi in una discoteca all'aperto.
All'improvviso mi sentii afferrare per un braccio, mi girai e Riccardo se ne stava lì a fissarmi.
"Alexandria finalmente, mancavi solo tu per rendere questa festa indimenticabile" disse con un sorrisetto che non piacque particolarmente.
"Ciao Riccardo." Vanessa mi tirò subito una gomitata e continuai "Siamo appena arrivate io e Vanessa."
"Certo si, ciao anche a te Vane." Vane??? ma che razza di diminutivo era?
"Questa festa è pazzesca, sei fantastico. Sai fare tutto tu" gridò Vanessa entusiasta, ma Riccardo non se ne accorse neanche perché iniziò a trascinarmi per il braccio.
"Ehi aspetta dove andiamo?"
"Ti porto a prendere qualcosa da bere."
"Ma Vanessa non posso mica lasciarla da sola...."
"Credo non avrà problemi, è pieno di persone qui."
Mi voltai ma non vidi già più Vanessa, troppa confusione. E io ho sempre odiato la confusione. Mii immaginai lo sguardo truce di Vanessa avendomi vista andare via con Riccardo.
"Tieni, credo tu non abbia mai bevuto una birra per cui opterei per una bella coca cola, non ti voglio fare svenire nel mio cortile." E sorrise di nuovo. Ma che razza di battute faceva?
Presi il bicchiere e bevvi ma mi sentii i suoi occhi addosso. Mi girai e lo trovai a fissarmi dalla testa ai piedi. Il suo sguardo fermo e fisso mi mise a disagio. Non avevo brividi e nulla, ma quasi fastidio, insomma non aveva mai visto una ragazza in vita sua???
Non mi sembrava proprio il tipo.
Forse gli piaceva come mi ero vestita, magari mi trovava carina e la cosa non doveva darmi così fastidio, ma lo fece e più mi osservava più il mio disagio cresceva.
"Sei bellissima" disse ad un certo punto.
"Grazie" fu l'unica cosa che riuscii a dire, in realtà stavo pensando a come fare per allontanarmi da lì.
Dalle casse partì un lento e senza neanche avere il tempo di pensare Riccardo cercò di a trascinarmi per ballare, questa volta riuscii ad oppormi questa e mi fermaii.
"No no Riccardo ballare no. Non lo so fare. Mi sento in imbarazzo con tutti questi ragazzi poi"
"Ma va non dire stupidaggini. Non ti guarda nessuno e poi è la mia festa, non mi fare ballare da solo. Su dai per favoreee."
Iniziò a fare gli occhi da cucciolo e non lo so sembrava quasi dispiaciuto di un mio rifiuto, così decisi di accettare, un ballo che poteva farmi?
Mentre la canzone andava Riccardo mi mise le mani sui fianchi ed io mi sentii a disagio di nuovo. Era solo un ballo pensai. Forza Alexandria non fare la stupida, Riccardo è un bellissimo ragazzo e vuole solo ballare con te e poi è gentile. Avanti.
Mentre stavo per circondare il suo collo con le mie mani sentii qualcuno chiamare Riccardo, lui si girò e vicino ai divanetti c'erano tre ragazzi che si stavano azzuffando.
"No proprio adesso. Scusami Alexandria devo andare, se succede qualcosa ai divani mia madre mi chiuderà in collegio a vita. Torno subito" e si allontanò lasciandomi sola. Decisi di allontanarmi per cercare Vanessa ma qualcuno si mise davanti a me.
Alzai lo sguardo e vidi due occhi azzurri guardarmi.
Erano i suoi occhi azzurri. Gli occhi di Matteo. E mentre la voce di Heather Nova e la sua Paper cup mi raggiungevano lente io vedevo solo lui. Lui che mi guardava. Lui che piano si avvicinava. Lui che mi avvolgeva la vita con le sue
mani calde. E io che con lui dovevo essere arrabbiata lo guardai a mia volta. E le mie mani si mossero da sole, fino ad arrivare al suo collo. E i miei piedi fecero altrettanto iniziando a muoversi piano, seguendo il passo dei suoi. Lui continuava a fissarmi e i nostri occhi a guardarsi, non riuscivano a staccarsi. Mi tremavano le ginocchia, il cuore batteva forte, senza sosta e quando lui si avvicinò ancora, le nostre fronti si sfiorarono e il mio respiro si fece più lento. Non sentii più nulla, mi dimenticai di tutta la gente intorno, era come se lì, in quel cortile, ci fossimo solo io e lui. Io e lui abbracciati. Io e lui a parlarci con gli occhi, perché a volte gli sguardi dicono più delle parole. E lui me lo stava dicendo che era lì per me. Me lo stava dicendo che sentiva quello che sentivo io. E restammo lì,in quel nostro ballo, in quel nostro momento che voleva solo essere vissuto.....
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