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3.2

Domenica 11 marzo 2018

Nei giorni successivi Mattia aveva mandato altri screen, ed altri ancora. E si vedeva pian piano nella Cate un modo diverso di stare davanti al suo obiettivo, come se il disagio se ne stesse andando. Non si compiaceva (e vi ho già detto che c'erano quelle che si compiacevano e non poco di farti vedere le tette) ma almeno non si sentiva come una bambina presa con le mani nella nutella.

Mi faceva un effetto veramente straniante vederla in tuta e felpa, concentrata a stendere i costumi della Arena e gli asciugamani che usava in allenamento nel filo dietro casa, e nello stesso tempo avere i suoi screen sul cell dove c'era solo pelle, pelle bianca, levigata.

Non mi capivo perchè ero in un guado, continuavo ad andare in cortocircuito, vedendola in queste due modalità così diverse. Passavo dal "E' inutile che stendi i panni in felpa, sei una porcona" a "Smettila di mandargli foto che non se lo merita" e alla fine stavo zitto, attendendo che quella vicenda scivolasse verso la conclusione naturale.

Quella che pensavo fosse la conclusione naturale: sarebbero stati un po' assieme poi lui avrebbe detto che non sentiva più quel trasporto, si sarebbero lasciati, lei sarebbe tornata in vasca, le sue foto sarebbero rimaste sui server di Google. Ne ero talmente certo che avevo persino iniziato a lasciar stare l'ucraina, e quando Mattia avrebbe lasciato la presa, avrei provato ad inserirmi.

Nel frattempo c'era una storia parallela, molto meno felice.

Francesco si vedeva dalla faccia che era un idiota, uno di quelli che su Youtube commentano i gameplan preregistrati dando consigli allo youtuber su cosa fare la puntata successiva. Magari in caps lock.

La scommessa che aveva fatto con Mattia prevedeva che girassero delle foto o degli screen in entrambi i sensi di marcia. Quando Mattia gli aveva mandato trionfante la prima foto, si era premurato di ricordargli che aveva vinto la scommessa, e le scommesse vanno saldate. Quel genio del suo similcugino aveva iniziato una serie di misure per prendere tempo, perchè di sua sorella Linda in mano non aveva nulla se non le foto ai compleanni al Mac quando aveva tredici anni.

Non aveva la capacità di rubare foto a sua sorella, o forse non aveva il coraggio. la soluzione migliore che aveva trovato era farsi dare una mano in questo tentativo, ma prima aveva dovuto spiegare a certi suoi amici perchè e percome. Morale della favola: i due amici avevano accettato di aiutarlo, ma in cambio si erano fatti dare le foto della Cate, bimbi felici di avere un nuovo videogame con cui divertirsi nel weekend.

Il nocciolo però rimaneva sempre quello delle foto della Linda, una ragazza che ormai faceva il quarto al linguistico, con quei capelli castani scuri tutti soffici, un piercing al naso che faceva ammattire Mattia, e la promessa di un corpo ormai quasi adulto che si vedeva solo per piccoli tratti nella suo feed instagram, dove appariva sempre tiratissima ma mai in costume.

Francesco, pur di farsi aiutare era stato disposto a pagare "in anticipo", il risultato era stato che gli altri due l'avevano presa un po' sottogamba, e più lui li pressava, più loro si sottraevano al quanto promesso.


Domenica 18 marzo 2018

Mattia aspettava, ogni giorno più scocciato. In quella settimana lo avevo visto un po' irrigidito ma nulla faceva trasparire quanto ce l'avesse con Francesco. Alla fine domenica avevano discusso brutalmente, Mattia aveva passato un mezzo pomeriggio facendo nervosamente la spola tra il campo di footvolley e la duna, registrando vocali stizzitissimi ed ascoltando quelli di Francesco che passavano dal costernato all'infastidito.

«Ascolta ma sei fidanzato con la Caterina o con tuo cugino?».

«Ma lascia stare, ho dei parenti coglioni, la prossima volta che mi viene in mente di averci a che fare impiccatemi».

Avevo provato a tirargli fuori qualcosa di più di questo "averci a che fare" ma mi aveva risposto raccontando solo la parte che vedeva coinvolta la cugina, senza minimamente fare menzione a tutto il resto. Avevamo riso sia io che Pyrex, perchè in quel momento quello che ci raccontava, per noi, era veramente tutta la vicenda, e non solo una parte minima.

Alla fine, come succedeva spesso, i guai di quel genere si erano trasformati in fretta in argomenti da meme.

Meme o non meme, alla fin fine chi aveva vinto quella battaglia, contro ogni pronostico, era stato Francesco, che aveva ottenuto gli screen che cercava e non aveva dovuto nemmeno provare a fare foto di nascosto a sua sorella, cosa che al solo pensiero lo faceva sudare.

Mattia si era messo in fondo al sacco da solo e lo sapeva. Se avesse fatto partire una rappresaglia, suo cugino avrebbe tirato fuori gli screen che lui gli aveva passato, e tanti saluti. Foto della Linda in giro non ce n'erano, foto della Cate si. L'esasperazione che aveva messo Mattia nel litigare lo aveva portato a dire cose senza pensare bene alle conseguenze delle proprie azioni. Mattia aveva già mandato qualche foto della Cate a Francesco, e queste erano immediatamente diventate per quest'ultimo merce di scambio. Quest'ultimo, in fondo era tranquillo: non era lui quello che aveva fatto iniziare la catena, era Mattia, era lui che aveva fatto uscire tutto da quel microcosmo che aveva come presunto collante il sentimento. Francesco si poteva permettere di essere quasi sereno, dimenticandosi forse di essere stato uno degli anelli della catena che aveva portato gli screen da Mattia ai suoi amici.

E vuallà l'irreparabile.

Mi correggo, l'irreparabile non succederebbe mai, e ripeto mai, se ci fossero di mezzo solo uomini. Noi prendiamo le cose per quello che sono: due tette sono due tette, non sono chissà quale lesione della dignità, ed è per lo stesso motivo che se spediamo la foto del pisello a una, se lo fa girare ne siamo contenti, purchè non ci siano commenti sulle dimensioni non adeguate.

Quello è insultare, ed è giusto che uno se la prenda.

L'irreparabile arriva sempre quando arriva una donna, sempre.

E un attimo prima, in scena c'è un idiota, che le spiana la strada, sempre.

Emanuele, personaggio inutile, era l'idiota. La donna era la sua morosa, Martina, peraltro nemmeno di Cervia ma di Cesenatico. Da oltre Zadina non viene mai nulla di buono.

Scena: Emanuele non si sa bene come ma lascia il telefono incustodito mentre studia con la sua tizia, la tizia vede il messaggio "Guarda cosa gira" e lei effettivamente guarda cosa gira. Si schifa (capirai). Quando torna il coglione litigano, come se una cosa del genere motivasse la fine di un rapporto.

Mamma mia, che poca sportività.

A quel punto Martina era andata a raccontarlo alle amiche, alle compagne, a chiunque, la rana dalla bocca larga. Questo tipo di vicende diventano virali perchè c'è il colpo di scena del "non me lo aspettavo": non me lo aspettavo da una tranquilla, silenziosa, posata, non stronza, non esibizionista. Non me lo aspettavo e, comunque, non mi dispiace perchè vuol dire che anche le tipe serie studiose eccetera, hanno di che fare poco le superiori. Per giunta, non trovo ostacoli nel far girare la voce, nessuno lo rinfaccia, nessuno si arrabbia, nessuno la argina. Le tizie ne parlavano, semplicemente. Alimentate dal "me l'ha detto", "ho sentito". I tizi stavano zitti, parlavano a monosillabi se interpellati, poi si passavano la voce per vedere di rimediare le foto, vedere come era questa Caterina di cui mezza scuola parlava, quella che tutti hanno le sue foto dove si vede tutto.

Tutti.

Tutto.

Lei stendeva i costumi, io guardavo le foto che non aveva nessuno se non noi tre. Pensavo che era un peccato aver violato quel recinto protetto, pensavo che la colpa era di Francesco, in gran parte, ma che Mattia non era esente. Perchè alla fine ne avevamo parlato e ci aveva raccontato più o meno l'intera storia.

«Sei stato proprio un coglione, sei quasi venuto a meno alle regole, lo sai vero?».

«Si lo so, speravo di guadagnarci doppio: lei e mia cugina, e vi assicuro che mia cugi...».

«Non ce ne frega di tua cugina Mattia» aveva detto Simone tra i denti, «qui è questione che siamo stati a un passo dal macello, dal perdere tutto, dal farci beccare con tutto. Tutto».

Mattia sembrava aver capito l'entità, ma Pyrex non si era fermato:

«Solo noi possiamo essere del gruppo. Ma non perchè siamo più bravi o siamo più fighi, ma perchè siamo il gruppo. Gli altri lo prenderebbero sottogamba, non lo capirebbero. Si autodistruggerebbe. Devi tenere fuori il gruppo dai tuoi traffici».

Mattia era sembrato costernato, aveva passato un altro pomeriggio a mandarsi dei vocali con suo cugino dicendogli di tutto perchè aveva mandato in giro le foto e intimadogli di prendersi la responsabilità di tutto. Questo non lo aveva esentato da trovarsi una Caterina in lacrime che non era stata nemmeno in grado di litigare. Era svuotata, come se la fuga fosse stata della sua sostanza e non della sua immagine.

«Lo so che è colpa tua. Puoi essere solo tu che hai sparso le foto».

«Ascolta, io te l'ho chiesta, io poi non so se tu l'hai mandata ad altri!».

«A chi la devo aver mandata?! Ma cosa dici?!».

«Ehi io come faccio a saperlo, magari qualcuno ti ha preso il telefono e l'ha duplicato a tua insaputa».

«Si certo, come no».

«Ma se è pieno di queste cose! Pensi che l'abbiano preso a me? Io queste cose me le tengo per me. E comunque mi spiace».

«Ti spiace? Tutto qui?! È finita, ti lascio».

Lui l'aveva guardata quasi di ghiaccio.

«Non dico niente, tanto non cambieresti idea».

Le foto di loro assieme erano sparite dal profilo Instagram di lui dopo dieci minuti. Lei non era più andata online per chissà quanto, nel suo profilo rimaneva tutto fino all'istante prima.

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